1 - BERLUSCONI, NO VIOLENZE; ATTENTI AL DOPO...
(ANSA) - "Per tutta la notte siamo stati in contatto con i leader europei e americani per monitorare la situazione in Libia e in altri paesi del nord Africa. Quello che é importante è che non ci siano violenze ma dobbiamo anche essere attenti a quello che accadrà dopo quando saranno cambiati questi regimi con cui noi trattiamo e che sono per noi importanti per la fornitura di energia". Lo ha detto intervenendo agli Stati generali di Roma il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
"Dobbiamo fare attenzione a che non ci siano violenze ingiustificate e derive che recepiscano un dogmatismo antioccidentale del fondamentalismo islamico". Così il presidente del Consiglio Sivio Berlusconi, nel suo intervento agli Stati Generali della città di Roma, facendo riferimento a quanto sta accadendo in queste ore in Libia. "Prendiamo atto con grande piacere - ha aggiunto - che il vento democratico ha risvegliato soprattutto dai giovani che vogliono essere liberi armati di internet e del loro coraggio hanno dato il via a un sommovimento".
libia2 - CALMA A TRIPOLI, ACCELERA FUGA STRANIERI...
(ANSA) - Dopo il discorso in tv di ieri sera del leader libico Muammar Gheddafi, che ha detto "resisterò fino alla morte", c'é una situazione carcica di tensione oggi in Libia, mentre gli stranieri fuggono e le forniture energetiche verso l'Europa vengono chiuse. Il governo controlla ancora Tripoli, ma ha perso ormai la Cirenaica. Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini stamani ha parlato di "guerra civile" fra "bande e squadroni della morte" e ha accusato Gheddafi di "orribile spargimento di sangue", chiedendogli di fermarsi. Anche il governo italiano, accusato dall'opposizione di aver finora taciuto sulla repressione di Gheddafi, attacca ormai il leader libico.
Nei rapporti con la Libia, ha spiegato Frattini, l'Italia ha fatto in passato "quel che doveva fare", ma "c'é un limite e di fronte a quello che sta accadendo, non possiamo non levare la nostra voce". Il ministro ha confermato le voci di ieri che le vittime della repressione sono oltre mille e ha chiesto che l'Italia sia unita di fronte a questa emergenza. Per Frattini c'è il rischio dell'affermarsi dei fondamentalisti islamici in Cirenaica e di una ondata di immigrati clandestini nel nostro paese.
Gheddafi e Frattini"Le conseguenze migratorie non potranno essere accollate soltanto all'Italia", ha detto il ministro, riferendosi all'Ue. Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha chiesto all'Unione europea di adottare "sanzioni concrete" contro la Libia e ha auspicato la sospensione delle relazioni economiche e finanziarie con il paese nordafricano. Secondo testimonianze concordanti, fra cui quella del vescovo di Tripoli, mons. Giovanni Martinelli,la situazione nel centro di Tripoli è abbastanza tranquilla, mentre scontri sarebbero in corso in periferie.
SCONTRI A BENGASIA Bengasi, il capoluogo della Cirenaica, le linee telefoniche e il servizio internet è interrotto, secondo un inviato del britannico Guardian. Fonti da Tripoli dicono che la città è ancora sotto il controllo del governo, ma la Cirenaica è ormai persa. Al Jazira riferisce che una 'Rete dei liberi ulema di Libia', organizzazione di teologi e studiosi islamici, ha annunciato il suo "totale sostegno al nuovo governo libico", scaturito dalla 'rivoluzione del 17 febbraio'. Il ministro dell'Interno libico, Abdel Fatah Yunis, che nel suo discorso Gheddafi aveva dato per morto, assassinato a Bengasi, ha detto di essere vivo e ha annunciato la propria defezione e il suo appoggio alla rivolta.
libia bigContinua l'evacuazione dei cittadini stranieri dalla Libia, con aerei e navi (alcuni aeroporti sono inagibili). Gli americani hanno inviato due catamarani per portar via i loro concittadini da Tripoli. L'Italia ha già evacuato dalla capitale tutti gli italiani che volevano andarsene e ha inviato due navi militari verso il paese nordafricano. L'Eni ha chiuso il gasdotto verso l'Italia per motivi di sicurezza, ma assicura che può trovare gas su altri mercati e che non ci saranno problemi nelle forniture. Anche la francese Total ha cominciato a sospendere una parte della sua produzione. Stamani al ministero dello Sviluppo economico si è tenuta una riunione di emergenza sugli approvvigionamenti.
libia pp3 - VESCOVO DI TRIPOLI A RADIO 24: "NON CREDO SIA LA FINE DI GHEDDAFI, VUOLE ANDARE FINO IN FONDO"...
"Non credo che siamo alla fine di Gheddafi. Dalle sue parole, dalla sua resistenza molto forte ha dato l'impressione di volere andare avanti fino all'ultimo". Lo ha dichiarato mons. Giovanni Martinelli, vescovo di Tripoli, intervenuto a "24 Mattino" su Radio 24. "Quello di Gheddafi - ha aggiunto il vescovo - è stato un discorso certamente forte per cercare di riconciliare le parti. Lui ha sentito un'offesa da parte del suo popolo e ha richiamato all'unità e alla pace perché la storia della Libia non si confonda attraverso le spinte del fondamentalismo".
Nel definire la situazione a Tripoli in mattinata "tranquilla, visto che i problemi sono più alla sera e di notte" mons. Martinelli ha aggiunto che questa situazione era imprevedibile alcuni giorni fa: "E' stata una cosa improvvisa - ha detto il vescovo a Radio 24 - ci siamo meravigliati di come potesse accadere tutto questo. E' mancato forse un reciproco ascolto per la riconciliazione. La gente chiede più democrazia - ha aggiunto Martinelli -. C'è uno scatto di qualità della popolazione con il desiderio dei giovani di godere dei beni del Paese. Forse Gheddafi vuole dare tutto questo, son sicuro che c'è la volontà di farlo, ma non so a questo punto se si potranno più riconciliare le parti".
Barbareschi Il Trasformista4 - BARBARESCHI,GHEDDAFI MALE NECESSARIO, MA STIA IN SELLA...
(ANSA) - "E' la prima volta nella storia che la Libia bombarda la Libia e Gheddafi un male necessario ma deve rimanere in sella. Spero in Libia, come in Egitto e l'Algeria vi sia una transizione molto lenta e non di sovversione popolare in mano ai fratelli mussulmani". Cosi l'ex Fli Luca Barbareschi interviene alla Zanzara a Radio 24. "Ricordiamo in Germania - continua Barbareschi - la repressione dei contadini ai tempi di Lutero che furono ammazzati in centinaia di migliaia perché nella storia l'evoluzione verso la democrazia è sempre avvenuta attraverso le stragi. Credo che la storia vada pensata nel futuro, come se la leggessimo fra vent'anni".