Il Tenente Colombo per Dagospia
Ali+Sulaiman+Aujali+Libyan+Ambassador+DiscussesIl Cneter for American Progress di Washington lo presenta come se fosse ancora un Ambasciatore e lui, l'ineffabile Ali Suleiman Aujali, che si e' dimesso il 22 febbraio scorso da capo della rappresentaza diplomatica di Tripoli negli Stati Uniti, fa finta di niente. Ma questo personaggio che per quarant'anni ha servito fedelmente nella diplomazia di Gheddafi e che solo ora si scopre grande oppositore dello stesso, viene letteralmente trafitto da una inchiesta del Washingtondiplomat.com che ricorda come l'ineffabile Aujali, ancora il 7 febbraio scorso, quando gli e' stato chiesto se il dittatore di Tripoli rischiasse di cadere, rispose: "Assolutamente no, Non accadra' mai".
Ali Suleiman AujaliDue settimane dopo Aujali faceva il salto della quaglia verso gli insorti di Bengasi, sua citta' natale e da sempre patria del fondamentalismo islamico e dell'opposizione al Rais (vedi l'assalto e la distruzione del Consolato italiano il 17.2.2007).
Nella ambasciata di Libia, ospitata al settimo piano del palazzo del Watergate (vedi Nixon) nel frattempo e' successo di tutto. Il personale pro-Gheddafi ha cambiato la serratura dellla sede diplomatica. Aujali ha chiamato la polizia e il 15 marzo, su ordine del Dipartimento di Stato tutti i libici, a favore e contro, sono stati buttati fuori dal palazzo.
Il 1 marzo gli Stati Uniti hanno dichiarato che Aujali non rappresenta piu' gli interessi della Libia in America. Entro il 15 aprile chi non sta con i ribelli di Bengasi, inoltre, e' pregato di fare le valigie. Aujali, che si scapicolla a negare che tra i ribelli ci siano fondamentalisti islamici, tra una ospitata alla CNN e un'altra alla CBS, sostiene che il suo ex capo Gheddafi e' costretto a legare ai sedili dei carri armati i suoi soldati per evitare che scappino, idem per i piloti mandati a bombardare la popolazione.
gheddafi gg"Molti sono serbi ed ucraini, altri arrivano dal Mali, dal Chad e dal Niger" dice lui. Affermando che si tratta addirittura di 50/60.000 uomini. Nessuna prova, nessuna conferma. Ora, l'uomo che in quaranta anni non si era accorto di niente, gira per la capitale americana con un foglio in inglese ed in arabo nel quale il Consiglio rivoluzionario di Bengasi lo nomina proprio rappresentante presso il Governo Usa. Che per adesso gli ha tolto anche la targa diplomatica alla sua macchina.