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BOTIN, BOTTE ALLE GENERALI - L’ADIOS A TRIESTE DA PARTE DELLA “DONNA PIÙ POTENTE DI SPAGNA” ATTRIBUITO AL DISAPPUNTO PER I PROGETTI FALLITI (L’ALLEANZA STRATEGICA NELLA “BANCASSURANCE”) - IN ATTESA DEL CDA DELLA RESA DEI CONTI SEMBRA CHE PER ALCUNI AZIONISTI IL LEONE ABBIA LE PORTE GIREVOLI DI UN GRAND HOTEL DOVE SI ESCE PERCHÉ NON CONVIENE. PER NON PARLARE DI QUELLI CHE CON LE SCARPE FIRMATE SI DIVERTONO A BUTTARE FANGO IN FACCIA A CHI PREFERISCE LA VERITÀ ALLE POLIZZE…

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DAGOREPORT -

ANA BOTIN

Due parole su Ana Botin, la banchiera spagnola del Santander che dopo Del Vecchio ha deciso di uscire consiglio di amministrazione delle Generali. Nei bar di Plaza Mayor, frequentati da Dagospia, la definiscono senza mezzi termini "la piu' potente donna di Spagna", e oltre alla sua fortuna che nelle stupide classifiche dei miliardari l'ha collocata nel 2009 al 45mo posto, viene descritta come una testa brillante, poliglotta, madre di tre figli e sopratutto figlia di Emilio Botin grande amico di Bernheim e di Geronzi.

Ama l'arte e la musica,ma sopratutto la banca dove e' entrata nel 1986 per continuare la storia di una dinastia iniziata 150 anni prima; oggi Patricia Ana guida un impero con 65 milioni di clienti che nel corso degli anni si e' allargato dall'Europa all'America Latina arrivando fino a Trieste.

Fino al settembre scorso la Compagnia italiana deteneva nel Santander l'1,4% (poi diluito allo 0,78) e l'intento di Ana Botin e' sempre stato di creare un'alleanza strategica nella "bancassurance". Cosi' non e' stato, e la banca madrilena ha tentato per almeno due volte di vendere a Bernheim e alle Generali il suo ramo di attivita' nelle assicurazioni.

Leonardo del vecchio

Mentre questi tentativi cadevano nel vuoto il tandem Bernheim-Perissinotto guardava ad Oriente e tesseva la sua trama all'Est con il cecoslovacco Kellner.
Adesso arrivano le dimissioni della senora Ana e nei bar di Madrid si attribuisce il gesto al disappunto per i progetti falliti.

Insomma, sembra che per alcuni azionisti del Leone di Trieste come Del Vecchio e Ana Botin, la prima Compagnia italiana delle assicurazioni abbia le porte girevoli di un Grand Hotel dove si esce perche' non conviene. Per non parlare inoltre di quelli che con le scarpe firmate fanno un rumore terribile e si divertono a buttare fango in faccia a chi preferisce la verita' alle polizze.

Emilio Botin

2- GENERALI, ANCHE LA BOTIN SI DIMETTE DAL CONSIGLIO DOMANI LA RESA DEI CONTI - VERSO IL CHIARIMENTO DEI SOCI SU GERONZI E BOLLORÉ
Da "la Stampa"

Adios Trieste. Ana Botin rassegna le dimissioni da consigliere di amministrazione delle Generali alla vigilia da un cda che si annuncia tutt'altro che tranquillo. Ed è il secondo consigliere, dopo Leonardo Del Vecchio, ad abbandonare la compagnia negli ultimi due mesi. Le dimissioni, spiega un comunicato, sono state date per i nuovi incarichi nel gruppo Santander, guidato dal padre Emilio Botin, che «hanno accresciuto le sue difficoltà, già preesistenti, ad assolvere appieno ai doveri inerenti alla carica di amministratore di Generali».

BERNHEIM

Di fatto la Botin, reinserita nella lista di maggioranza di Mediobanca all'assemblea dell'aprile 2010 con il sostegno di Vincent Bolloré, è stata raramente presente agli appuntamenti consiliari degli ultimi dodici mesi. L'uscita di Antoine Bernheim - il precedente presidente del Leone con il quale la Botin ha un rapporto di filiale amicizia - e la situazione che si è fatta piuttosto agitata a Trieste devono averla adesso convinta che è meglio concentrarsi sulla guida del Santander in Gran Bretagna.

Ma gli occhi della comunità finanziaria sono puntati adesso sui restanti consiglieri che si riuniscono domani a Roma per un chiarimento sulle posizioni del vicepresidente Bolloré e per una ridefinizione dei rapporti di forza tra il presidente Cesare Geronzi e Perissinotto. La ricucitura dello «strappo» di Bolloré, che al cda del 16 marzo propose prima di approvare il bilancio solo se ci fosse stata una mozione di sfiducia su Perissinotto e sul Cfo Raffaele Agrusti e poi decise di astenersi, è in fondo la parte più semplice.

GERONZI

Gli otto consiglieri che si sono mossi contro il finanziere bretone, che dopo il cda rincarò anche la dose con un'intervista nella quale accusava il management del Leone di scarsa trasparenza, si aspettano adesso da lui una marcia indietro.

bollore article

Ma il vero punto del contendere, che difficilmente vedrà però domani una soluzione definitiva, è il ruolo di Geronzi come presidente non esecutivo. Un ruolo che secondo buona parte dei grandi soci il presidente ha interpretato in modo assai estensivo, finendo per dettare - ad esempio in un'intervista al Financial Times - linee strategiche assai diverse da quelle ufficiali della compagnia.

perissinotto giovanni

Diego Della Valle, consigliere indipendente del Leone che ha messo da tempo Geronzi nel Leone, lancia una sorta di appello a Bolloré in un'intervista a Les Echos: «L'idea di fare pressione sul management di Generali per difendere un'opinione non mi sembra giusta», dice. E poi aggiunge: «Conosco Vincent Bollorè da molto tempo e abbiamo una stima reciproca. Ma piuttosto che seguire i metodi del passato di Geronzi, credo che dovrebbe comportarsi da vero industriale come fa nel suo gruppo in Francia».

 


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