1- IL PD PARLA TEDESCO - DOMANI AL SENATO LA GIUNTA DECIDE SULLA RICHIESTA D'ARRESTO DELL'EX ASSESSORE DEMOCRATICO...
Paola Zanca per "il Fatto quotidiano"
"Vuole sapere 36 ore prima quello che voterò mercoledì?". Il senatore Luigi Lusi non trattiene lo stupore. Mai come sull'autorizzazione all'arresto di Alberto Tedesco - l'ex assessore alla Sanità pugliese, indagato e subentrato in Senato a Paolo De Castro, finito a Strasburgo - si è vista tanta "discrezione". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani non ha dato indicazioni di voto. Eppure, nemmeno lo scudo della libertà di coscienza, scuce qualcosa dalle bocche dei 9 parlamentari democratici della Giunta per le immunità del Senato che domani sera alle 20.30 decideranno se Tedesco deve andare in carcere (come dicono i giudici) oppure no.
"Mi sembra corretto parlare prima nelle sedi parlamentari - spiega Marco Follini, che in giunta fa il presidente - Tra i miei colleghi ne trova altri sicuramente più loquaci di me". Mica tanto. "Non dovreste nemmeno sapere quando ci riuniamo", esagera la senatrice Marilena Adamo. "Ho l'obbligo della riservatezza", insiste la Pd Francesca Marinaro. Sì, ma i vostri elettori si aspettano una risposta... "Voteremo (pausa) secondo coscienza".
NICKI VENDOLAFederalista la collega Maria Leddi: "Non dico niente, su questo sono davvero un po' sabauda". "Non mi faccia parlare", implora il senatore Gianni Legnini. Ma tra un no comment e l'altro si lascia scappare che questo, effettivamente, "non è il momento migliore per decidere in serenità". Stasera i parlamentari Pd partecipano convinti alla Notte bianca della democrazia contro la prescrizione breve, domani votano indecisi sull'arresto di Tedesco. L'accusa dei due pesi e delle due misure incombe minacciosa sul Partito democratico.
Almeno questa, aiuta Lusi a superare lo shock della domanda iniziale: "Dobbiamo spiegare agli elettori che il processo cammina lo stesso, noi su questo non mettiamo parola. Quello che ci viene chiesto è se sussistono i requisiti per l'arresto. E noi dobbiamo rispondere con la legge, non con la pancia. Sarebbe un errore se tutti quelli di cui si chiede l'arresto li buttassimo ar gabbio".
Il romanesco è stretto, ma lo capiscono tutti. "Non siamo mica handicappati", chiarisce il senatore Vidmer Mercatali. "Noi rispettiamo il lavoro dei magistrati, loro rispettino il nostro: sull'arresto possiamo decidere". Inutile provare a discutere sull'opportunità di difendere, proprio ora, chi ha dei conti in sospeso con la giustizia: "Se ragiona così abbiam già finito di parlare - dice Mercatali - A me non me ne frega niente dei processi di Berlusconi, noi dobbiamo guardare le carte di Tedesco". I 23 commissari della Giunta (oltre ai 9 Pd, 9 Pdl, 2 leghisti, D'Alia dell'Udc , Li Gotti dell'Idv e Piscitelli di Coesione nazionale) le hanno esaminate nel corso di sei sedute.
dalema sbuffa sbuffa foto gmtAlla fine, il relatore Alberto Balboni (Pdl) ha deciso che il fumus persecutionis non c'è: i giudici non si sono accaniti sull'ex assessore alla Sanità. È questo che la giunta dovrebbe valutare, ma i pidiellini (salvo trappoloni) ritengono che Tedesco vada difeso, perchè a suo carico non ci sono né "reati di straordinaria gravità", né "esigenze cautelari di eccezionale rilevanza". Li "ripugna", precisano, "solo il pensiero di poter autorizzare la limitazione delle libertà personali per calcolo politico".
Oggi, in una riunione, anche i 9 Pd decideranno il da farsi. Ma non troveranno l'unanimità: "Per noi è una riflessione complicata - ammette il senatore Francesco Sanna - Non ce la caviamo mettendo la polvere sotto il tappeto. C'è il problema dell'articolo 68 della Costituzione: cosa tutela, solo l'esercizio della funzione parlamentare o anche la dignità del Parlamento, il fatto che gli eletti devono essere al di sopra di ogni sospetto?".
Sanna un'idea sulla risposta ce l'ha: "Certo, se dovessimo ragionare politicamente diremmo: cosa ci chiede la base?". Venerdì sera a Borgomanero, in provincia di Novara, un cittadino si è alzato in piedi e lo ha chiesto a Felice Casson, anche lui senatore del Pd. "L'ho scritto una settimana fa su Facebook: non esistono né i presupposti giuridici né le motivazioni politiche per negare l'autorizzazione all'arresto. La trasparenza e moralità della politica ci impongono di non ostacolare il lavoro della magistratura. D'altronde - conclude Casson - se non fosse diventato senatore, non saremmo qui a parlare di Tedesco: la magistratura avrebbe fatto il suo corso, secondo il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge".
PIERLUIGI BERSANI2- "COLLAUDATO SISTEMA CRIMINALE" QUESTO SCRIVE IL GIP...
Antonello Massari per "il Fatto quotidiano"
Secondo l'accusa, il senatore del Pd Alberto Tedesco, "pilotava le nomine dei dirigenti generali delle Asl pugliesi verso persone di propria fiducia". Attraverso i dirigenti, poi, puntava a "controllare la nomina dei direttori amministrativi e sanitari in modo da dirottare le gare di appalto e le forniture verso imprenditori". E gli imprenditori, secondo la procura, erano legati a Tedesco da "vincoli familiari o da interessi economici ed elettorali".
Il gip Giuseppe De Benedictis, firmando la richiesta d'arresto per Tedesco, poi trasmessa alla Giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere, descrive un "collaudato sistema criminale, stabilmente radicato nei vertici politico-amministrativi della sanità regionale". L'ex assessore regionale alla sanità è indagato per vari episodi di concussione. Le indagini condotte dai pm Desirèe Digeronimo, Francesco Bretone e Marcello Quercia sono iniziate quando era ancora al vertice della sanità regionale.
La richiesta di arresto, invece, è arrivata quanto Tedesco già sedeva in Parlamento. A indagini in corso, infatti, è stato nominato senatore: primo dei non eletti alle ultime elezioni politiche, ha preso il posto dell'ex senatore Paolo De Castro quando quest'ultimo, alle elezioni europee, s'è candidato al Parlamento europeo in quota Pd.
DALEMA VENDOLALe 316 pagine firmate dal gip De Benedictis sono un duro atto di condanna alla politica pugliese: "Le indagini hanno dimostrato che l'invasività della politica non era una cosa sporadica ma, purtroppo, tutte le decisioni e gli indirizzi di politica sanitaria erano orientati quasi esclusivamente in una prospettiva clientelare di ritorno del consenso elettorale e di acquisizione d'indebite utilità nelle gare pubbliche".
È in questo contesto che Tedesco risulta indagato - spesso in concorso - per associazione per delinquere, concussione, abuso d'ufficio, turbativa d'asta, rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, corruzione, falsità materiale in atti d'ufficio. Gli atti dell'inchiesta - inclusa la richiesta d'arresto firmata dal gip - si soffermano a lungo sulla presenza, nel mercato sanitario pugliese, delle aziende della famiglia Tedesco.
Il gip scrive che già un'inchiesta del 1998 "consentirebbe di delineare un quadro preciso delle modalità operative di Alberto Tedesco, e di suo figlio Giuseppe (non è indagato, ndr), finalizzate all'acquisizione di fette di mercato sempre più vaste per la vendita di prodotti sanitari (in particolar modo protesi) e dei meccanismi di partecipazione alle gare pubbliche bandite dalle asl pugliesi sulla base di compiacenza e/o cointeressenza intessuti con personale medico e amministrativo operanti in tali strutture pubbliche".
S'è così riversato, in un ambito giudiziario, il problema politico del conflitto d'interessi che riguardava la figura di Tedesco, da un lato "imprenditore", dall'altro assessore alla Sanità. Un rischio che il presidente della Regione, Nichi Vendola, ben conosceva sotto il profilo politico, già al momento della sua nomina.
GIUSEPPE DE BENEDICTISNel 2008 però accade qualcosa: "Nel corso della 56esima seduta del consiglio regionale pugliese - scrive il gip - a seguito d'interrogazione urgente, veniva sollevato il problema del conflitto d'interessi dell'assessore Tedesco, con particolare riferimento alla titolarità della società Euro hospital, costituita in data 6 settembre 2005 da suo figlio Carlo, dopo la cessione delle quote, operate dai familiari del Tedesco, delle due precedenti società di famiglia, la Aesse hospital e la Medical surgery.
La Euro hospital - come ammetteva sol stesso Tedesco durante il dibattito consiliare - acquisiva in esclusiva la rappresentanza della multinazionale Biomet, azienda fornititrice di protesi utilizzate sia nel settore della sanità pubblica, sia nel settore della sanità privata dal figlio Giuseppe Tedesco. Del resto, la circostanza di forti interessi nel settore sanitario, da parte di Alberto Tedesco, così come il costante incremento del fatturato della Euro hospital, per la fornitura di protesi, risulta consacrata in un'informativa d'indagine della Guardia di Finanza".
La posizione di Vendola, a suo tempo indagato, è stata nettamente archiviata. Ed è proprio Tedesco, in un interrogatorio di pochi giorni fa, che prova a tirarlo in ballo dicendo ai pm che Vendola "sapeva tutto".