Alessandro Calvi per "Il Riformista"
Dice Antonio Pennacchi: «Ma allora che cosa sono usciti a fare dal Pdl?», se gli si chiede del no di Bocchino alla lista Fli-Pennacchi d'appoggio al candidato sindaco del centrosinistra, a Latina. «Allora - aggiunge - tanto valeva rimanere lì dentro. E magari mettergli pure il preservativo, a Berlusconi».
Pennacchi ora più che mai non usa il linguaggio cifrato che accompagna da sempre i passi felpati che percorrono i corridoi del Palazzo. Per di più, qui si parla della sua Latina, di per sé città simbolo per la destra italiana, e ora terreno sul quale si gioca una partita altrettanto simbolica, certo, ma dalle conseguenze pesanti, e tutta interna a Fli.
ITALO BOCCHINOAlle amministrative, «in nessun caso il simbolo di Fli sarà alleato con quello del Pd, nemmeno a Latina», ha spiegato ieri Italo Bocchino. Decisioni non se ne sono ancora prese ma Bocchino è il più alto in grado ad aver parlato sinora. Gianfranco Fini per ora tace. Discussione chiusa; forse. Se così fosse, sarebbe la fine per quella idea quasi situazionista che voleva il vincitore del Premio Strega, il fasciocomunista Antonio Pennacchi, alla guida di Fli, a fianco del candidato sindaco del centrosinistra, il pd Claudio Moscardelli, nel capoluogo pontino. Le ragioni della politica potrebbero fermare tutto.
Già, perché potrebbe essere proprio qui, in una delle città più di destra d'Italia, città carissima a molti che in Fli militano, città di fondazione fascista, nata come Littoria, divenuta Latina; insomma, è proprio qui che potrebbe avere una svolta decisiva l'avventura dei futuristi, eredi di un pezzo importante della tradizione della destra italiana, e di una destra non bigotta e, anzi, tradizionalista e libertaria insieme. O, almeno, così si pensava.
GIANFRANCO FINIPerché il caso Latina sta portando a galla in modo drammatico proprio le divisioni tra l'anima tradizionalista e quella libertaria. «Su questa vicenda - ha scritto, ad esempio, Umberto Croppi su Futurolibero - si sta giocando una partita simbolica legata a equilibri che si tenta di stabilire dentro il partito».
E infatti, al di là dello stop di Bocchino, Fli ieri si è diviso pubblicamente. Da un lato si evocava lo spettro di una «Waterloo di Fli» a Latina se l'ipotesi Pennacchi andasse in porto mentre Adolfo Urso provava a dare un colpo di freno a chi «teorizza una sorta di laboratorio politico con il Pd». Sull'altro fronte, Antonio Buonfiglio e Benedetto Della Vedova. E, naturalmente, Fabio Granata.
È proprio con Granata che nasce l'idea. Era lo scorso festival di Venezia. «Pennacchi mi indica come esempio antropologico di fasciocomunista», ricorda. I due si conoscono, parlano, discutono. Alla fine, vanno anche da Fini. «Pennacchi è un grande scrittore - ha detto ieri Granata - e quello vuole continuare a fare. Con umiltà aveva deciso di mettere la faccia su una operazione che non è un festival della nostalgia ma un fatto inedito.
ADOLFO URSODobbiamo valutare se un movimento che nasce adesso e che ha in Fini un simbolo di aperta ribellione verso i diktat e le derive poco legalitarie del Pdl possa trovare un simbolo come Pennacchi in una città altrettanto simbolica come Latina. Quando Urso riesuma un linguaggio da anni '50 e parla di "sinistre", dovrebbe dire con la stessa forza che non si sta neppure col Pdl di Fazzone». Infine, Carmelo Briguglio, il quale ha tentato una carta mediana: bene Bocchino ma «se poi Pennacchi si candidasse quale sindaco di Fli, allora cambierebbe tutto».
Ma non è cosa. Almeno a sentire Pennacchi. Il quale è disponibile soltanto ad appoggiare il candidato del centrosinistra. «È l'unica soluzione per costruire una nuova Latina», dice. E si capisce che pensa anche all'Italia. «Vogliono cambiare il Paese? Vogliono costruire una nuova Italia?», chiede a Bocchino e Urso.
SILVIO BERLUSCONI«Oggi - aggiunge - si deve ricostruire lo Stato. E chi lo costruisce? Una parte sola o tutti insieme?»; e prosegue spiegando che quando Bersani dice che «abbiamo la Costituzione più bella del mondo dice una cavolata: non è Berlusconi che ha ucciso la democrazia ma è la morte della prima Repubblica che ci ha portato Berlusconi, che è un sintomo. Va mandato via per ricostruire una nuova Repubblica, magari sul modello francese o americano. E questo - conclude - con chi lo vuoi fare? Altrimenti, potevano anche rimanere nel Pdl».
Sullo sfondo, il centrosinistra attende. «Mi pare una ipotesi remota che Fli in una città come Latina appoggi un candidato del centrosinistra», osserva il coordinatore provinciale pd Enrico Forte. Con Pennacchi, spiega, «abbiamo discusso a lungo. Ma la sua - osserva - è più una suggestione letteraria che politica, anche se la narrazione di Pennacchi è una chiave originale per capire la storia di Littoria-Latina. Di questo il Pd deve tenere conto». Certo, conclude, «altra cosa sarebbe se Pennacchi facesse una sua lista nel centrsosinistra...».