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IN NOMINE DI LETTA E TREMONTI - AL DIAVOLO I VECCHI POLITICANTI, DENTRO BALDI \"TECNICI\" - ALL’ENI SBARCA UN \"AMERIKANO\" di torino BEN LEGATO ALLA DINASTIA AGNELLI: IL 45ENNE TORINESE RECCHI, attuale presidente e AD di General Electric Sud Europa, nonché consigliere indipendente di Exor, la holding che controlla Fiat - all’enel approda il tremonti-boy Colombo, con Buoni rapporti col mondo berlusconiano: è consigliere del gruppo Mediaset....

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1- L'ANNUNCIO ATTESO PER OGGI A BORSA CHIUSA: UN SALTO GENERAZIONALE NELLE AZIENDE CONTROLLATE DAL TESORO
Luigi Grassi per "la Stampa"

GIUSEPPE RECCHI

C'è un doppio colpo di scena al vertice dei due colossi italiani dell'energia, l'Eni e l'Enel: alla presidenza del «cane a sei zampe» ieri sera si dava per raggiunto un accordo nella maggioranza di governo sul nome di Giuseppe Recchi, attuale presidente e amministratore delegato di General Electric Sud Europa, da mettere al posto di Roberto Poli; mentre alla presidenza dell'Enel arriverebbe Paolo Andrea Colombo, che adesso siede nel consiglio di amministrazione dell'Eni, e nell'ente elettrico sostituirebbe Piero Gnudi confermati invece come amministratori delegati Paolo Scaroni all'Eni e Fulvio Conti all'Enel.

In realtà il colpo di scena più che doppio è multiplo, non solo perché il nome di Recchi era poco o nulla circolato in relazione a queste nomine, ma anche perché Recchi e Colombo rappresentano uno stacco generazionale: Giuseppe Recchi ha solo 45 anni, mentre Poli (che Recchi andrebbe a sostituire) ne ha 73, e Paolo Andrea Colombo ne conta 51 contro i 73 di Gnudi; in totale i due presidenti uscenti hanno 146 anni e i due entranti (se poi le voci saranno confermate) 96 in due.

PAOLO ANDREA COLOMBO

Sarebbe una svolta in un panorama delle grandi imprese a controllo statale che da molto tempo vedono gli stessi volti o almeno un ricambio lentissimo; e si sa che l'esperienza cumulata per decenni nelle aziende è un valore e ha i suoi vantaggi, ma ne ha anche l'aria nuova, purché chi la porta si sia fatto le ossa in aziende internazionali, com'è senz'altro il caso di Recchi e di Colombo.

Un altro aspetto da considerare è che ci si attendeva delle nomine un po' più politiche ai vertici delle grandi imprese a controllo statale, vista (in particolare) la recente insistenza della Lega Nord per collocare qualcuno vicino al partito nella stanza dei bottoni delle mega-aziende sulle quali il Tesoro ha la parola decisiva da dire in quanto azionista. Invece la soluzione che si prospetta è senz'altro gradita al Pdl e alla Lega (nessun dubbio possibile su questo, fra l'altro Paolo Andrea Colombo ha lavorato per l'ex studio tributario di Tremonti, di cui è partner suo fratello Fabrizio Colombo) ma i due candidati alle presidenze di Eni ed Enel non appaiono etichettati politicamente; nomine di valore e significato soprattutto tecnici, insomma.

Le decisioni ufficiali dovrebbero arrivare oggi, si presume in serata a Borsa chiusa. Oltre a quelli di Eni ed Enel c'è da nominare anche i vertici di Finmeccanica, il gigante nazionale dell'aerospazio e della difesa, e qui sarebbe stata trovata una soluzione che parrebbe gradita alla Lega e che avrebbe anche consentito la luce verde per i due gruppi dell'energia.


Tremonti e Letta

2- PAOLO ANDREA COLOMBO, IL COMMERCIALISTA MILANESE CHE FA AFFARI CON LE FAMIGLIE DEL CAPITALISMO CHE CONTA GODE DELLA STIMA DI TREMONTI: LO AVEVA NOMINATO NEL CDA DI ENI
Da "la Stampa"

I colleghi lo definiscono come «un professionista infaticabile». E in effetti il superconsulente e commercialista milanese, Paolo Andrea Colombo, 51 anni, indicato come possibile presidente dell'Enel, ricopre molti incarichi. Insegna Contabilità e bilancio, alla Università Bocconi di Milano; gestisce una banca d'affari insieme ad Arnaldo Borghesi, custodendo gli affari più importanti di alcune grandi famiglie del capitalismo italiano: tanto per fare qualche nome, i Moratti, i Versace, i Cabassi e i Rocca della Techint.

Nel contempo è molto attivo nei Cda delle aziende che contano: è consigliere di Mediaset, Interbanca e di Eni. Inoltre svolge il ruolo di sindaco per Aviva Vita, Sirti, la Moratti Sapa e Credit Agricole Assicurazioni Italia.

Se nell'Enel finora non aveva svolto nessun incarico, Colombo ha lavorato invece da quasi dieci anni per un altro gruppo partecipato dallo Stato: l'Eni. Nel gruppo petrolifero approda nel maggio 2002 con la carica di sindaco, nel maggio 2005 diventa presidente del collegio sindacale.

Il salto di qualità arriva nel giugno 2008, quando su indicazione del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, viene eletto consigliere d'amministrazione. Ora sempre, su indicazione di Tremonti, un nuovo ma molto più grande passo avanti: la presidenza dell'Enel. Colombo viene considerato vicino al ministro dell'Economia anche perché nel 2004 è stato consulente dello studio tributario Vitali, Romagnoli, Piccardi associati, fondato da Tremonti che ha poi lasciato per tornare al governo. Peraltro nell'ex studio di Tremonti ci lavora come partner anche Fabrizio Colombo, il fratello di Paolo. Buoni rapporti ci sono anche col mondo berlusconiano, come testimonia il fatto che Paolo Colombo è consigliere del gruppo Mediaset.

PAOLO SCARONI

Nato a Milano nel 1960, si è laureato in Economia Aziendale nel 1984 all'Università Bocconi di Milano, nel 1985 è diventato commercialista e poi revisore dei Conti. Per la Borghesi Colombo & Associati, si occupa di operazioni di finanza d'impresa, inclusa la consulenza fiscale e societaria nell'ambito di operazioni straordinarie, di consulenza strategica e di corporate governance.

In passato i Cabassi lo hanno scelto per il complesso riassetto del gruppo di famiglia. I Moratti lo hanno nominato sindaco dell'accomandita di famiglia e dell'Inter. I Rocca si affidano a lui per la Techint le cliniche dell'Humanitas.

3- GIUSEPPE RECCHI, DAL POLITECNICO AL TIMONE DI GENERAL ELECTRICS IN EUROPA DEL SUD
Da "la Stampa"

ROBERTO POLI PIERO GNUDI

Per due anni, dal 2004 al 2006, ha insegnato alla facoltà di economia dell'Università di Torino. «Non insegno più - ha spiegato di recente solo per mancanza di tempo. Ho cercato di insegnare un modo di vedere le cose pragmatico e attuale, la capacità di estrapolare dalla metodologia italiana, spesso puramente accademica, la pratica». In questa frase c'è molto di Giuseppe Recchi, indicato come possibile presidente Eni: che gli manchi il tempo è evidente, basta dare un'occhiata al suo curriculum.

Lo stesso curriculum chiarisce anche che la sua visione pragmatica del mondo ha fruttato bene nel mondo degli affari. L'attuale presidente e ad di General Electrics per l'Italia e il Sud Europa ha costruito gran parte della sua carriera all'estero. Dopo la laurea al Politecnico di Torino (sua città natale) ha iniziato come ingegnere di cantiere di Tileman (Uk), leader internazionale nella costruzione di ciminiere e di torri di raffreddamento per impianti di produzione di energia elettrica: diventerà presidente e ad nel giro di quattro anni, correva il 1994.

MARIA SOLE ODESCALCHI GIUSEPPE RECCHI

Poi, fino al ‘99, il gruppo di famiglia: numero uno di Recchi America, leader negli Stati Uniti nella costruzione di ponti ad alta tecnologia, amministratore delegato della divisione esteri della Ferrocemento - Recchi. Poi lo sbarco in General Electric: dopo un periodo negli Usa e a Londra, nel 2001 prende il timone di Ge Capital Sfg Italia, società attiva nel corporate e project financing, e nel private equity.

Dopo aver preso la responsabilità di gestire il colosso americano in tutto il Sud Europa, ha curato i rapporti con i clienti, le istituzioni e gli investitori. È anche consigliere indipendente di Exor, la holding che controlla Fiat. Ma il nome di Recchi, a chi bazzica il mondo dell'energia, suggerisce anche altro. General Electric, insieme a Westinghouse, sviluppa Ap1000, l'alternativa più forte - tutta americana -, al reattore Epr attualmente in costruzione in Francia da parte di Edf, con il contributo dell'Enel.

Al di là del periodo di ripensamento sull'atomo, l'Epr è anche il reattore scelto dall'Enel per quattro delle otto centrali che figurano nel programma nucleare italiano. C'è chi vede la scelta di Recchi, che oggi rappresenta un fornitore del settore elettrico, anche come un monito ai francesi che corrono per Parmalat.

 


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