Francesco Specchia per "Libero"
michele santoroUn arbitro assoluto e multidentitario: ecco il pubblico di Annozero -neanche fosse il finale di "Spartacus"- che si alza come un sol uomo e, tambureggiando, giudica ospiti e politica. Questa la nuova idea - fascinosa e minacciosa - di Michele Santoro "assediato"dall'interno della Rai e lacerato tra due dubbi: continuare così, sempre più censurato, o decidere di «uscire a combattere la battaglia»?
La soluzione è regalare la prossima volta il programma alla piazza, naturalmente antiCav. Ecco. Questo è forse l'afflato più eversivo del programma, intitolato "Vieni via con te?" e stampato sull'usuale faccione di Berlusconi. Per il resto, vige il solito tracciato retorico, tecnicamente ben fatto a dire il vero. Reportage iniziale tra i tafferugli nel montaggio astuto da Arcore tra i berluscones più accaniti («Berlusconi è un uomo, la sinistra ha molti più peccati...) e le femministe un tempo sessualmente autonome e ora manifestanti inferocite contro la gestione berlusconiana dell'utero altrui.
CARLO DE BENEDETTIE Santoro premette che sul bunga bunga «non aggiungiamo fatti a fatti»; ma in realtà non fa che snocciolare le cronache giudiziarie della giornata nel pieno dello scontro di poteri. Eppoi si srotolano le citazioni dal film "Le vite degli altri". E divampa un'intervista a Grillo che spara nell'ordine su: De Benedetti e Saviano («usa espedienti a vantaggio di una sinistra che non c'eè mai stata»); sul Berlusca, contro il quale, però, non si vede l'alternativa; sui soldi ai partiti; e anche, perfino, su Santoro: «Santoro fai parlare chi usi come controfigure, fate le cose come se noi non ci fossimo».
SAVIANO AL PALASHARP DI MILANOGrillo, comunque, nel suo monologo e col travaso del suo pubblico dal web ci scommettiamo- fisserà nell'audience uno dei picchi della curva d'ascolto. Gli ospiti in quest'Annozero non si scannano. Ma l'intera narrazione santoriana, nonostante l'assegnazione dei ruoli, si sgrana su un canovaccio più prevedibile del solito. Sugli scranni si erge su tutti -nel bene e nel male- Nichi Vendola, uno che quando parla somiglia sempre più a Checco Zalone che lo imita.
Berlusconi porcoIl governatore associa con lampi di pensiero la situazione internazionale e la scena pubblica italiana ingombrata da conflitto di poteri: «In Egitto cade un dittatore, segnali di rivolta nello Yemen, scappato il tunisino, incendio che divampa in tutto il Mediterraneo». Nicola Porro del Giornale dà ragione a Vendola sull'Egitto, e tocca l'argomento della violazione della privacy.
Santoro, all'improvviso, ti spara un Umberto Eco al Palasharp nelle costole («Siamo venuti qui a difendere l'onore dell'Italia e dire che l'Italia non è un paese di prosseneti») che parla a vantaggio della magistratura; e poi un Berlusca che sparla contro la magistratura. Lucia Annunziata spiazza, affermando che le «ragazze dell'Olgettina sono dei miti che fanno bene il loro lavoro» ; e vuol ridurre la «storia all'osso» ma l'osso, onestamente, non si trova.
Nichi VendolaVendola risponde a un signore volgarotto di Arcore che dandogli dell'omosex l'aveva privato del diritto di parola; poi continua su «la privacy non è l'oggetto del contendere se non nella misura in cui il premier ne dà un rappresentazione falsa e mente al paese». Pigi Battista del Corriere della Sera vorrebbe argomentare di politica, evitando qualsiasi flessione retorica verso i peccatori, il pulpito e l'onore: «il problema è uscire dalle narrazioni contrapposte». Ossia: da un lato abbasso il tiranno, dall'altro giudici guerrafondai. Pigi è il più equilibrato nel dipingere il caso Ruby che -tra consigliere regionali dall'operato incerto, nipoti di Mubarak vere o presunte, affitti e prefetti, chili di coca- disvela l'arazzo della politica nella sua livida malinconia.
Nicola PorroIl guizzo che snebbia è di Annunziata che strapazza Vendola mentre certifica: «Berlusconi è l'esito di una trasformazione antropologica della società». Annunziata, spietata, domanda a Nichi: «Le elezioni non si possono fare perchè non si possono vincere. Ho ragione?»; e Vendola s'intorcina nel lessico vaporoso. Annunziata l'incalza: « Mettiamo che vinci le Primarie, che proponi?». Risposta: «Lotta alla precarietà, una condizione antropologica...». E aggiunge due pennellate: la sinistra che è "un gruppo di amministratori di condominio", e Berlusconi "la Wanna Marchi d'Italia".
PIGI BATTISTAPoi interviene l'economista montezemoliana Irene Tinagli che cerca di parlare di lavoro. Cerca. Segue un buon Travaglio sull'etica da Marrazzo a Silvio; un dialogo con Nicola Rossi, unico esempio umano di parlamentare che dà le dimissioni per il fallimento del Pd; un Bersani inquieto. Dice Vendola: il problema del linguaggio è una questione dirimente. Qualunque cosa significhi, mi sa che vale per quest'Annozero...