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SIENA HA MANGIATO COSÌ TANTO (1,9 MLD € DISTRIBUITI IN 15 ANNI) CHE LE CASSE DELLA FONDAZIONE SI SONO PROSCIUGATE

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Gianluca Paolucci per "la Stampa"

Siena di tre cose è piena, dice un vecchio detto toscano. Solo che agli elementi originari (torri, campane e figli di), si sono aggiunti molti altri elementi. I debiti innanzitutto. Quelli della Fondazione, ad esempio, che dopo aver distribuito 1,9 miliardi di euro in quindici anni a praticamente ogni attività - dai musei alle bocciofile - si trova con le casse vuote.

SEDE CENTRALE MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Poi, collegati, ci sono quelli del Comune, che per colpa dei guai della Fondazione non approva il bilancio. Poi, a cascata, quelli dell'Università, i guai del Siena calcio e quelli del basket della Mens Sana, fino ai piccoli enti locali della provincia a rischio dissesto per i progetti avviati grazie alle ricche erogazioni della Fondazione Mps.

AEROPORTO SIENA AMPUGNANO

Altra cosa della quale Siena è piena, in questi giorni, sono i veleni. Lungo lo struscio è tutto un vociferare di indagini e indagati, vittime e colpevoli, malefatte di questa e di questa parte, disegni più o meno oscuri per danneggiare la città e i suoi abitanti. È piena anche di inchieste, finanzieri e magistrati, la Siena di questi giorni. Una, la più clamorosa, è quella emersa mercoledì con 147 finanzieri sparpagliati dal primo mattino in mezza Italia a cercare documenti per tutta una giornata.

Da Rocca Salimbeni, sede di Mps, sono entrati all'alba e usciti a notte fonda, dopo aver fatto il pieno di documenti e file. L'ipotesi, almeno per ora, è aggiotaggio e ostacolo all'attività di vigilanza. Il primo reato difficilissimo da dimostrare in un dibattimento, il secondo risalente a quattro anni fa e a rischio decadenza. Quell'almeno per ora fa la differenza.

ALESSANDRO PROFUMO jpeg

Poi, più, in piccolo, c'è l'indagine sul dissesto dell'Università e quella sull'aeroporto di Ampugnano, che avrebbe dovuto diventare il terzo scalo commerciale in meno di cento chilometri della regione. Entrambe sarebbero prossime alla chiusura ma intanto entrambe hanno già prodotto la loro dose di veleni.

FRANCO CECCUZZI

Poi ci sono i massoni. «Sembrerò Alice nel paese delle meraviglie», dice Alessandro Profumo spiegando che di questa presenza così forte delle logge non ha avuto, almeno per il momento, contezza. Stefano Bisi, giornalista e massone dichiarato finito nel tritacarne di Report, è visibilmente contrariato del clamore, minaccia ricorsi all'ordine dei giornalisti e viene salutato da battute divertite: «Ecco l'uomo più potente della città».

Ma i massoni ci sono o no, a Siena? «Certo che ci sono. Alcuni contano nella vita della città altri no. Troppo facile dire massoni. Diciamo che c'è massone e massone, via», dice un profondo conoscitore delle cose senesi. Che ricorda un episodio di alcuni anni fa, quando un giornale locale pubblicò gli elenchi dei fratelli locali. Putiferio. Per giorni e giorni non si parlò d'altro. Anche perché c'erano davvero tutti in quegli elenchi, dami dirigenti del Monte su su fino al vescovo. Troppi. Al punto che la vicenda è stata archiviata nella memoria collettiva della città alla voce patacche.

Gabriello Mancini

A tenere insieme tutto c'è il Monte e i suoi guai. Da lì tutto discende anche perché il Monte è Siena e Siena è il Monte. Le varie fazioni dentro le mura si rimpallano la responsabilità del disastro in corso con la stessa veemenza alla quale i senesi sono abituati per due settimane all'anno in prossimità del Palio. Lo scontro più duro è quello tra Ds e Margherita del Pd locale. Iniziato, ovviamente, dal pasticcio brutto della Fondazione, passato un duro scontro per la costituzione delle liste per il rinnovo del Cda del Monte e culminato con la mancata approvazione del bilancio comunale.

AMPUGNANO

Mancano soldi, dicono gli ex Margherita, per i quali il pareggio si raggiunge solo con le erogazioni che la Fondazione difficilmente sarà in grado di dare. Falso, ribattono dal lato del sindaco Ceccuzzi - primodalla fine degli anni '80 a non venire direttamente dalle file di Mps ma "dominus" dei Ds a livellolocale per molti anni - il bilancio è a posto e tutto nasce dal fatto che, in nome del rinnovamento, lo stesso Ceccuzzi abbia imposto l'uscita del margheritino Alfredo Monaci dal Cda di Mps, dove ambiva alla vicepresidenza. L'accusa peggiore, fatta proprio da tutti, è quella di lavorare «per far portar via il Monte». Dalla politica romana o dalla finanza milanese, a seconda delle convenienze. Anche se i responsabili sono tutti ancora dentro le mura della città.

 


CRISI DEI GIORNALI, CHIUDE “PANORAMA ECONOMY” - BORSA MILANO -0,2%, VOLANO TITOLI LIGRESTI IN VISTA DEI CONCAMBI CON UNI

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COPERTINA PANORAMA ECONOMY 24 APRILE


1 - "PANORAMA ECONOMY" CHIUDE...
DAGOREPORT - La prima vittima del giro "Forecast 2012" in Mondadori è "Panorama Economy". Quello di giovedi prossimo sarà l'ultimo numero in edicola. La notizia arriva il giorno dopo L'Audipress del primo trimestre che vede i lettori del settimanale economico in crescita del 5% (167mila contro i 114 del "Mondo" di Rcs). Quindi una scelta economica in un momento difficile di mercato che a Segrate pensano durerà ancora a lungo. La redazione dovrebbe essere interamente ricollocata. Per il condirettore Giovanni Iozzia si parla di un nuovi ruolo da definire a "Panorama", che a fine mese farà un restyling completo in occasione dei 50 anni.

2 - BORSA MILANO: TIENE (-0,2%), VOLANO FONSAI (+11%) E PREMAFIN
(ANSA) - Avvicinandosi a metà seduta Piazza Affari si mantiene attorno alla parità, in attesa dei dati macroeconomici Usa di giornata, che saranno distribuiti nel primo pomeriggio: l'indice Ftse Mib segna una perdita dello 0,22%, l'Ftse All Share un ribasso dello 0,16%. Tra i titoli principali, forte corrente di acquisti sulla 'galassia Ligresti' nelle ore in cui si dovrebbero definire i concambi per la fusione con Unipol (+1,12%): Fondiaria Sai cresce dell'11,35%, Milano assicurazioni dell'8,04%, Premafin del 4,79%. Bene ancora Pirelli (+4% dopo lo scivolone della vigilia) e anche Mediolanum, che sale del 2,83% dopo i conti trimestrali diffusi ieri. Male invece Tenaris e Mediaset, in calo di due punti e mezzo, mentre le banche riducono le perdite: Mps -1,1%, Intesa -0,7%, Unicredit -0,6%.

olli rehn

3 - CRISI:ITALIA;FONTI UE,MANOVRA AGGIUNTIVA GIA' ADOTTATA
(ANSA) - La manovra "aggiuntiva" di cui parlano le previsioni della Commissione Ue per il raggiungimento del pareggio nel 2013 è quella già varata. E' quanto precisano fonti dell'esecutivo Ue dopo che il Commissario Rehn ha precisato che per Bruxelles l'Italia "é in linea" con quanto previsto dal Patto di stabilità "in termini strutturali".

4 - TESORO:VENDE 7 MLD BOT 12 MESI,TASSO SCENDE 2,34%
(ANSA) - Il Tesoro ha piazzato sul mercato tutti i sette miliardi di euro di Bot a 12 mesi maggio 2013 offerti, a fronte di 12,5 miliardi chiesti dagli investitori. Il tasso è sceso al 2,34% dal 2,84% del mese scorso.

I Bot 14 maggio 2013 è stato assegnato per 7 miliardi al prezzo di 97,689. Il rendimento è sceso al minimo da marzo 2012. Il rapporto fra domanda e offerta é a 1,79 da 1,52 dell'asta di aprile. Il titolo a tre mesi, il 15 agosto 2012, è stato assegnato per tre miliardi al prezzo di 99,779 con un rapporto di copertura salito a 2,49 da 1,516 del mese scorso. Secondo Chiara Manenti, di Intesa SanPaolo, il risultato dell'asta italiana di oggi è "molto positivo, soprattutto alla luce dell'alta volatilità di mercato dovuta all'incertezza politica in Grecia".

VITTORIO GRILLI

Infatti "la domanda è stata fortissima", specialmente sui 3 mesi e "i rendimenti sono scesi significativamente", con un calo di oltre 50 pb per i 12 mesi. "Il giudizio è ancora più positivo se si considera che l'offerta netta era corposa", visti i 6,6 miliardi euro in scadenza (10 miliardi euro l'ammontare in asta), conclude l'esperta.

5 - TESORO: VENDE 3 MLD BOT 3 MESI, TASSO GIU' A 0,865%
(ANSA) - Il Tesoro ha piazzato sul mercato tutti i tre miliardi di euro di Bot trimestrali agosto 2012 offerti, a fronte di oltre sette miliardi chiesti dagli investitori. Il tasso è allo 0,865%, in deciso calo dall'1,249% di aprile.

6 - SPREAD BTP-BUND A 395 PUNTI DOPO ASTA BOT
(ANSA) - Lo spread tra Btp e Bund si posiziona sotto i 400 punti dopo l'asta dei Bot italiani a 12 e 3 mesi. Il differenziale è a 395 punti con un rendimento del 5,48%.

7 - UNICREDIT, CALANDRA: NESSUNA COMUNICAZIONE DA BANCA LIBICA SU AUMENTO
(LaPresse) - "Nessuna comunicazione ad Unicredit da parte della Banca Centrale libica sull'eventuale sottoscrizione parziale da parte del socio libico dell'aumento di capitale del febbraio scorso". A sottolinearlo, in avvio di assemblea, il vicepresidente Unicredit, Vicenzo Calandra. La Central Bank of Lybia, prima dell'aumento di febbraio, aveva il 4,98% del capitale.

EDISON GetContent

8 - UNICREDIT, NESSUNA VARIAZIONE QUADRO GRANDI SOCI SOPRA 2%
(LaPresse) - Nessuna variazione nel quadro dei grandi soci, sopra il 2%, di Unicredit. Oltre presidente dimissionario, Dieter Rampl, che sarà sostituito nel direttivo da Giuseppe Vita, si registrano cambiamenti marginali. Gli arabi di Aabar (Ab Dhabi) hanno il 6,5% e hanno depositato il 5% circa per l'assemblea. la Fondazione Crt è invariata al 3,85%, Fondazione Cariverona ha il 3,53%, Black Rock il 3,1%, Carimonte Holding il 3,01%. Capital Research ha il diritto di voto per la gestione del risparmio del 2,7% di cui il 2,21% per conto di European Pacific Growth Fund. Allianz ha il 2,01 per cento. All'assemblea è presente il 44,2% del capitale, con una folta presenza di soci per delega.

Ghizzoni e Nicastro

9 - EDISON: OK COMMISSIONE UE AD ACQUISTO DA EDF
(ANSA) - Via libera dalla Commissione Europea all'acquisizione di Edison da parte della francese Edf. E' quanto si legge sul sito della Commissione, che sottolinea come l'operazione sia stata esaminata sotto la procedura di revisione semplificata.

10 - BERLINO; OBIETTIVO ATENE IN EURO NON CAMBIA
(ANSA) - L'obiettivo di Berlino resta la stabilizzazione di Atene nell'euro, "non è cambiato". Il governo tedesco resta però su quanto concordato fra la Troika e la Grecia. Lo ha detto il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert a Berlino in conferenza stampa.

11 - REHN A OBAMA; SEMPLICISTICO ATTACCARE AUSTERITA'
(ANSA) - Sarebbe "semplicistico" dire che la strategia europea di austerità di bilancio non funziona: lo ha detto il commissario Ue Olli Rehn, rispondendo ad una domanda sulle accuse del presidente Usa Obama, secondo il quale la Ue non cresce perché non segue l'esempio americano.

merkel-obama

12 - CINA,INFLAZIONE SCENDE AD APRILE AL 3,4%, PRODUZIONE INDUSTRIALE +9,3%
(LaPresse/AP) - Ad aprile il tasso d'inflazione in Cina è sceso al 3,4% dal 3,6% registrato a marzo. Lo ha fatto sapere l'Ufficio nazionale di statistica di Pechino. La produzione industriale è aumentata ad aprile del 9,3% rispetto allo stesso mese del 2011. A marzo la crescita era pari al 12%.

13 - EXOR: PIU' CHE RADDOPPIATO UTILE GRUPPO TRIMESTRE
(ANSA) - Exor, la finanziaria del gruppo Agnelli, ha chiuso il primo trimestre con un utile di 105,5 milioni di euro, più che raddoppiato rispetto all'analogo periodo 2011 (44,8 milioni). La variazione positiva ammonta a 60,7 milioni e deriva dal miglioramento netto dei risultati delle partecipate (+41 milioni), dai maggiori dividendi incassati da Sgs (+3,8 milioni) e da altre variazioni nette (+18,3 milioni), parzialmente compensata dal decremento dei proventi (oneri) finanziari netti (-2,4 milioni).

John Elkann

I risultati sono stati approvati dal consiglio di amministrazione, riunitosi oggi a Torino sotto la presidenza di John Elkann. Al 31 marzo 2012 il patrimonio netto consolidato attribuibile ai soci della controllante ammonta a 6,7 miliardi, con un incremento netto di 346,5 milioni rispetto a fine 2011, "dovuto - spiega la società - all'allineamento positivo al fair value di alcune partecipazioni e altre attività finanziarie (+ 218,8 milioni), dall'utile consolidato attribuibile ai soci della controllante (+105,5 milioni) e dalla quota delle differenze cambio da conversione e dalle altre variazioni nette imputate a patrimonio netto (+ 22,2 milioni)". Al 31 marzo 2012 il saldo della posizione finanziaria netta consolidata del Sistema Holdings è negativo per 363,8 milioni, con una variazione negativa di 38 milioni rispetto al saldo negativo di 325,8 milioni di fine 2011.

IL CEO DI RENAUL NISSAN CARLOS GHOSN

14 - NISSAN, UTILE NETTO 2011 A 3,13 MILIARDI DI EURO, VENDITE DA RECORD
(LaPresse/AP) - Nell'anno fiscale 2011 terminato il 31 marzo l'utile netto di Nissan si è assestato a 341,4 miliardi di yen (3,13 miliardi di euro). La casa automobilistica giapponese ha fatto sapere che i ricavi hanno raggiunto 86,32 miliardi di euro. I dati indicano una rapida ripresa dell'azienda dal devastante terremoto del marzo del 2011, con 4,85 milioni di veicoli venduti in tutto il mondo, un numero da record. Nel primo trimestre del 2012 l'utile di Nissan è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, raggiungendo 75,3 miliardi di yen (731 milioni di euro). La casa automobilistica prevede di vendere nel nuovo anno fiscale 5,35 milioni di veicoli.

 

“GARRONE HA PAGATO I BOSS PER GOMORRA” - IL PENTITO SPAGNUOLO: “IL REGISTA MANDÒ 20 MILA EURO”

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Ferruccio Sansa e Nello Trocchia per il "Fatto quotidianohttp://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/11/garrone-pagato-boss-gomorra/226722/

cannes2008 paolo sorrentino matteo garrone

"Senza il pizzo Gomorra non lo avrebbero girato". Il pentito di camorra Oreste Spagnuolo racconta la sua vita tra omicidi ed estorsioni. È un fiume in piena, un killer che dopo crimini atroci pare volersi vuotare l'anima. Ma tra le centinaia di pagine di deposizioni ecco che un nome fa compiere un salto sulla sedia agli inquirenti: Matteo Garrone.

Matteo Garrone

Il regista di Gomorra, pronto a sbarcare a Cannes, secondo Spagnuolo sarebbe stato vittima di un'estorsione della camorra. Di più, nei verbali, Spagnuolo parla di Garrone che avrebbe incontrato un camorrista agli arresti domiciliari. Riferisce, lo mette nero su bianco in un libro, che sarebbero stati pagati ventimila euro per girare il film.

gomorra roberto saviano

"Gomorra" (tratto dal libro di Roberto Saviano) dopo aver incassato oltre 10 milioni e consensi unanimi non conosce pace. Fantasie o una realtà che in terra di camorra pare più fervida dell'immaginazione? Di sicuro è riportato nella deposizione di Spagnuolo, killer dell'ala stragista dei Casalesi guidata da Giuseppe Setola. Non parliamo di uno stinco di santo, ma di uno dei protagonisti della strage di Castelvolturno.

Un camorrista cresciuto in una famiglia borghese del Vomero. Ma dopo l'arresto nel settembre 2008 ecco la trasformazione: diventa gola profonda. Un pentito ritenuto credibile dai pm della Dda di Napoli (Cesare Sirignano, Giovanni Conzo, Catello Maresca, coordinati da Franco Roberti prima e poi da Federico Cafiero De Raho). Grazie anche ai racconti di Spagnuolo sono finiti in galera i suoi compagni di sangue e di pizzo, fino al capo Setola.

MATTEO GARRONE

Spagnuolo racconta la terribile storia dei casalesi. Ma si sofferma anche sugli incontri che, dice lui, sarebbero avvenuti tra Alessandro Cirillo, numero due del clan, e Garrone. Il regista, sostiene Spagnuolo, avrebbe incontrato Cirillo quando quest'ultimo era ai domiciliari. Spagnuolo sostiene di aver saputo degli incontri da Cirillo, detto "o' sergente", il vice di Setola che oggi sconta l'ergastolo.

gomorra film cor04

Nel libro "Confessioni di un killer", edizioni Ancora del Mediterraneo, scritto dalla giornalista Daniela De Crescenzo, Spagnuolo ripercorre la sua vita criminale tra omicidi ed estorsioni. E racconta che per girare Gomorra sarebbero stati pagati ventimila euro al clan: "Chiedevamo la tangente a tutti, ci siamo fatti pagare perfino da Garrone".

Spagnuolo spiega: "Quello (Garrone, ndr) a Castel Volturno ha girato l'Imbalsamatore nel quale recitò Bernardino Terracciano, uno dei nostri che intascò ottomila euro". Il boss pentito continua: "Prima di cominciare le riprese il regista andò a casa di Cirillo, che all'epoca stava ai domiciliari, per mettersi d'accordo. Garrone gli mandò ventimila euro e le riprese girarono lisce come l'olio. Un bel guadagno".

Il tramite tra Cirillo e Garrone sarebbe stato Terracciano che ha recitato nel film Gomorra e ancor prima, racconta Spagnuolo, nell'Imbalsamatore, altro film capolavoro di Garrone. Dopo Gomorra, Terracciano è stato arrestato e condannato per associazione camorristica. "Terracciano", raccontano gli investigatori, "ha provato a difendersi spiegando di non aver niente a che fare con Setola, ma di averlo incontrato quando era latitante solo perché "o' cecato" voleva vedersi con Garrone".

gomorra film cor07

Il Fatto ha chiesto a Spagnuolo conferma delle sue dichiarazioni. Il killer pentito è categorico: "Senza pagare il pizzo non si poteva girare il film". E gli incontri tra Garrone e Cirillo? E quei ventimila euro? "Sono in corso indagini, devo rispettare il segreto istruttorio". La Procura di Napoli, nelle prossime settimane, potrebbe ascoltare il regista su questa vicenda. Calunnie e fango sul film Gomorra? Lui, Garrone, che cosa risponde? Il Fatto gli ha chiesto se davvero ci siano stati gli incontri a casa Cirillo: "Non ho nulla da dire", ha risposto.

Matteo Garrone - copyright Pizzi

Un destino tragico quello di Gomorra, film così aderente all'inferno della mala tra le vele di Scampia e il litorale domitio che non si distingue più tra finzione e realtà. Gli attori sono ragazzi e camorristi, chiamati a recitare la loro vita. E alla fine in prigione ci vanno davvero. Quattro attori arrestati in tre anni. Il primo fu proprio Bernardino Terracciano. Nel film faceva la parte dell'estorsore Zi' Bernardino. Stesso nome per personaggio e attore. Poi Salvatore Fabbricino, ritratto dalle cineprese di Garrone, ma anche dalle telecamere dei carabinieri. Osservando le immagini, il pentito Antonio Prestieri ha indicato Fabbricino come suo "dipendente".

scena del film "Gomorra"

Giovanni Venosa in "Gomorra" era il camorrista che condannava a morte due ragazzini che spacciavano rifiutando l'autorità del boss. La realtà racconta di soggiorni in case di recupero del Nord Italia e di ripetuti arresti. L'ultimo per pizzo. Nicola B. sembrava che ce l'avesse fatta. Si era iscritto a un istituto tecnico. Raccontava: "Ero uno di quei giovani senza speranza che credono di avere davanti una sola strada, la delinquenza". Pochi mesi fa, però, lo hanno beccato di nuovo con un sacchetto di droga. Agli investigatori che gli mettevano le manette ha detto: "Ho recitato in Gomorra". Una garanzia.

 

DE GENNARO LASCIA I SERVIZI SEGRETI E DIVENTA SOTTOSEGRETARIO DI MONTI - IL PREMIER INCONTRERÀ I VERTICI DI EQUITALIA

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1 - GOVERNO: DE GENNARO SOTTOSEGRETARIO, MASSOLO LO SOSTITUISCE AL DISRadiocor - Il Consiglio dei ministri ha 'deliberato, su proposta del presidente del Consiglio, la nomina a sottosegretario alla Presidenza del Consig lio del Prefetto Gianni De Gennaro, che cessa dalle funzioni di Direttore del Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Cosi' Palazzo Chigi nella nota diffusa al termine della riunione del Consiglio dei ministri. Al vertice del Dis arriva l'ambasciatore Giampiero Massolo, attualmente segretario generale del Ministero degli Affari esteri.

Gianni De Gennaro GIUSEPPE MASSOLO

2 - GOVERNO: IN ARRIVO RIORGANIZZAZIONE SERVIZI, DE GENNARO UOMO CHIAVE
Radiocor - In arrivo un nuovo assetto del mondo dei servizi segreti. L'orientamento, secondo quanto risulta a Radiocor, e' al vaglio del Consiglio d ei ministri, riunito a Palazzo Chigi. L'uomo cardine dell'operazione e' Gianni De Gennaro, attualmente direttore del Dipartimento informazioni e sicurezza (Dis), il cui profilo, in prospettiva, viene rafforzato. De Gennaro, il cui incarico e' in scadenza, sara' a capo di una struttura con piu' poteri e un accentramento di competenze.

3 - GIOVEDI' MONTI INCONTRA VERTICI EQUITALIA-AG.ENTRATE
(ANSA) - E' previsto per giovedì prossimo alle 9 un incontro tra il Premier, Mario Monti e i vertici di Agenzia delle Entrate e di Equitalia. L'incontro, come risulta dall'agenda on line del premier, si svolgerà presso la sede dell'Agenzia delle Entrate.

4 - FISCO: INCIDENTI DAVANTI SEDE EQUITALIA NAPOLI, CARICHE PS
(ANSA) - La polizia ha caricato i manifestanti anti-Equitalia che stanno presidiando la sede di Corso Meridionale a Napoli. Contro gli uffici di Equitalia sono state lanciate uova piene di vernice rossa ed esplosi due petardi. Poi, bottiglie e sassi sono partiti contro gli agenti del Reparto Mobile schierati davanti gli uffici. La polizia ha risposto caricando i manifestanti e lanciando alcuni lacrimogeni. Almeno uno dei manifestanti è rimasto ferito nel corpo a corpo.

SCONTRI DAVANTI A EQUITALIA NAPOLI SCONTRI DAVANTI A EQUITALIA NAPOLI

Resta forte la tensione al Corso Meridionale a Napoli, davanti agli uffici di Equitalia dove manifestanti e polizia, in assetto antisommossa, si fronteggiano. Poco fa i manifestanti hanno trascinato in strada contenitori della nettezza urbana che sono stati rovesciati, poi sono partiti in corteo, forse nel tentativo di aggirare lo schieramento delle forze dell'ordine e di riportarsi davanti alla sede di Equitalia. Il traffico resta interrotto. Sulla sede stradale ci sono bottiglie infrante, rifiuti e cassonetti rovesciati.

5 - INCIDENTI A SEDE EQUITALIA NAPOLI, 2 AGENTI FERITI
(ANSA) - Due agenti di polizia sono rimasti feriti negli incidenti scoppiati questa mattina a Napoli davanti agli uffici di Equitalia, al Corso Meridionale. Altri 8 agenti - secondo quanto rende noto la Questura di Napoli - sono in attesa di essere medicati in ospedale. La polizia ha definito "non regolarmente autorizzata" la manifestazione, che era però stata annunciata da giorni e sta indagando per identificare i protagonisti degli scontri.

SCONTRI DAVANTI A EQUITALIA NAPOLI SCONTRI DAVANTI A EQUITALIA NAPOLI

I manifestanti attribuiscono ai dirigenti di Equitalia la responsabilità degli incidenti per aver rifiutato di chiudere gli uffici in segno di lutto per i numerosi suicidi di contribuenti che avevano ricevuto richieste di pagamenti dalla società di riscossione, come da loro richiesto. Subito dopo il lancio di uova cariche di vernice rossa sulla facciata della sede di Equitalia, le saracinesche sono state abbassate ed il ricevimento del pubblico è stato interrotto. Una nuova manifestazione è stata annunciata per venerdì 18 maggio in piazza Ponte di Tappia, a pochi metri dalla sede di Equitalia Sud in via Bracco.

6 - DUE ISPETTORI EQUITALIA AGGREDITI NEL MILANESE
(ANSA) - Due ispettori di Equitalia sono stati aggrediti stamani nel Milanese. I due, solo malmenati, non avrebbero riportato gravi lesioni. E' accaduto in uno studio di commercialisti, a Melegnano, quando per motivi ancora non noti un imprenditore edile, presente nello studio dei fiscalisti, ha cominciato a prendere a calci uno dei due ispettori.

ATTILIO BEFERA MARIO MONTI

7 - SENZA LAVORO A 54 ANNI, SI DA' FUOCO E MUORE
(ANSA) - Non riusciva più a trovare lavoro e gli erano arrivate bollette e cartelle esattoriali che non sapeva come pagare. Sarebbero questi i motivi che hanno spinto Giovanni Vancheri, un idraulico di 54 anni, a darsi fuoco nella sua auto. Il suicidio è avvenuto a San Cataldo, un paese della provincia di Caltanissetta.

L'uomo ha fatto sempre lavoretti saltuari fino a quando, anni fa, ha avuto un infarto. Le condizioni di salute gli hanno impedito di continuare a lavorare. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri stamani Vancheri, sposato e padre di una ragazza, è andato nella sua casa di campagna alla periferia nord di San Cataldo, in contrada Portella Bifuto. Ha lasciato i documenti dell'auto e i soldi su un tavolo, poi si è chiuso dentro l'abitacolo e si è dato fuoco. Qualche ora dopo i familiari, preoccupati dal momento che da giorni l'uomo era depresso perché non lavorava, sono andati a cercarlo e hanno trovato il corpo carbonizzato all'interno della macchina.

8 - SENZA LAVORO TENTA SUICIDIO DAVANTI MUNICIPIO SARDEGNA
(ANSA) - Ha tentato di uccidersi davanti al Municipio di Porto Torres perché disperato e senza lavoro. L'uomo, 50 anni, con moglie e tre figli da mantenere, ha tentato di darsi fuoco dopo essersi legato con una catena a un'auto del comune. Con un accendino in mano stava per cospargersi di liquido infiammabile quando un passante ha chiamato il 113. Sul luogo Vigili del fuoco e gli agenti della polizia che hanno evitato il peggio.

Antonio Mastrapasqua ROBERTO CECCHI

9 - LA CORTE DEI CONTI - "QUEL CROCIFISSO PAGATO TROPPO" CHIESTA LA CONDANNA DI CECCHI
Da "la Repubblica" - Sul caso dell´acquisto di un crocifisso attribuito a Michelangelo la procura regionale della Corte dei conti ha chiesto la condanna del sottosegretario ai Beni culturali, Roberto Cecchi. «Restituisca 600mila euro all´erario». Il costo della scultura nel 2008 è stato di 3 milioni e 250 mila euro. Ma ci sono dubbi sulla congruità del prezzo e sulla autenticità dell´opera. La causa è stata discussa ieri davanti alla sezione giurisdizionale del Lazio, presieduta da Salvatore Nottola, che si è riservata di decidere con sentenza, che arriverà entro 30 giorni. Il pm, Pio Silvestri, ha sollecitato la condanna anche di altre cinque persone.

10 - MARO', RESPINTA RICHIESTA LIBERTA' SU CAUZIONE
(ANSA) - Il tribunale di Kollam ha respinto la richiesta di libertà su cauzione per i due marò. Lo ha appreso l'ANSA da fonti giornalistiche sul posto. La domanda è stata respinta dal giudice del tribunale di Kollam, che sta istruendo il processo a carico dei due marò accusati di aver ucciso due pescatori lo scorso 15 febbraio. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone erano tornati stamattina davanti al magistrato che ha esteso di altri 14 giorni l'arresto preventivo. Subito dopo la pronuncia, il team legale dei due marò ha annunciato di presentare un ricorso contro la decisione di oggi a un tribunale di appello. "La domanda di ricorso sarà presentata nella prima giornata utile della prossima settimana", ha precisato una fonte che segue la vicenda.

MASSIMILIANO LATORRE E SALVATORE GIRONEIL CROCIFISSO DI MICHELANGELO jpeg

11 - MARO':FARNESINA,PROSSIMA SETTIMANA RICORSO SU LIBERTA'
(ANSA) - "I legali della difesa, d'intesa con gli esperti italiani in India, stanno preparando un ricorso" contro la decisione del tribunale di Kollam di negare la libertà su cauzione ai due marò italiani, "che verra presentato la prossima settimana ". Lo ha detto il portavoce della Farnesina Giuseppe Manzò.

PADRE FEDERICO LOMBARDI

12 - LEGIONARI: P.LOMBARDI, SUPERIORI HANNO SEGUITO LE PROCEDURE
(ANSA) - "A proposito delle notizie diffuse sulla investigazione su casi di abusi compiuti da membri della Legione di Cristo, non ho nulla di particolare da dichiarare o da segnalare", lo ha detto il direttore della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi, aggiungendo che "I Superiori ecclesiastici competenti hanno infatti seguito le procedure previste dalle norme in vigore, segnalando alla Congregazione per la Dottrina della Fede alcuni casi venuti a loro conoscenza, verificatisi quasi tutti alcuni decenni addietro".

La agenzia statunitense Ap aveva dato oggi notizia di alcuni casi di abusi sessuali compiuti da Legionari di Cristo che sarebbero stati segnalati alla Congregazione per la dottrina della fede. Non è chiaro in quali paesi si siano verificati gli abusi, e sembra che si tratti, almeno per la maggioranza, di crimini non recenti. Il fondatore dei Legionari, padre Maciel, oggi defunto, fu riconosciuto come abusatore persino dei propri figli (ebbe infatti alcune relazioni sessuali), processato dalla Chiesa e sospeso a divinis. Successivamente i Legionari furono commissariati, e sottoposti a inchiesta ecclesiastica. Secondo le norme antipedofilia rafforzate da Benedetto XVI, i casi sospetti di abuso vanno segnalati alla Congregazione per la dottrina della fede.

Yulia TimoshenkoMARTA DASSU

13 - TIMOSHENKO:ITALIA CHIEDE A UCRAINA DI POTERLA VISITARE
(ANSA) - L'Italia ha chiesto all'Ucraina di poter visitare in ospedale Iulia Timoshenko. Lo ha riferito il portavoce della Farnesina Giuseppe Manzo spiegando che l'ambasciatore italiano a Kiev ha chiesto alle autorità locali un incontro tra il sottosegretario Marta Dassù e la leader dell'opposizione ucraina.

 

QUESTO SI CHE È UN FESTIVAL! - MENTRE A ROMA SI SCANNANO PER MÜLLER, A CANNES SI FANNO LE COSE “CON STILE”…

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Alessandra Mammì per "l'Espresso"

CANNES 2012 SETTIMANA DELLA CRITICA

Tra i tanti litiganti... il terzo gode. E così mentre in Italia è scoppiata una furibonda "Guerra dei Festival" (tutti contro tutti: Venezia contro Roma, Roma contro Torino mentre scende in campo pure il Festival dei Popoli di Firenze), roba che non si vedeva dall'età dei comuni, Cannes fa il pieno di film al punto da non saper quasi dove metterli.

Alain Resnais

Autori asiatici che in tempi Marco Müller sarebbero automaticamente finiti al Lido, ma anche autori europei o sudamericani che di sicuro avrebbero preferito le luci della Laguna o l'ombra del Colosseo a una sezione laterale sulla Croisette, per non parlare della carica di star e superstar che già si fan lucidar le scarpe per la Montée des marches, sono pigiati in un programma talmente ricco da mettere a dura prova organizzatori, distributori, cronisti e recensori.

Dunque mai come quest'anno - dal 16 al 27 maggio - sotto la benedizione del primo presidente socialista francese del nuovo Millennio e l'icona di Marilyn che trionfa dai poster, quel che andrà in scena sul lungomare di Cannes ha tutti i diritti di essere definito "il più grande spettacolo del mondo".

Vive la France. Come potrebbe essere altrimenti. Reduce da un Oscar ("The Artist") e da successi di cassetta in tutta Europa (vedi "Quasi amici") il cinema nazionale arriva con truppe cammellate. Tre film in concorso: l'adattamento dell'"Euridice" di Jean Anouilh del venerato maestro Alain Resnais che compie 90 anni a giugno. Il redivivo Leo Carax con "Holy motors", non faceva un film dal 1999 ("Pola X") ma, come lo ha definito la sua collega Caroline Deruas, è "il più grande poeta punk del cinema francese". Il mélo di Jacques Audiard "De rouille et d'os" con Marion Cotillard bellissima e sfortunata.

CANNES COMPIE SESSANTACINQUE ANNI MET BALL 2012: DIANE KRUGER

E via titoli en français in ogni sezione; nella cerimonia di chiusura con "Therese Desqueyroux" per celebrare l'appena scomparso Claude Miller; nell'onnipresenza degli attori (due film per la Huppert, due per Amalric, due per Piccoli) che spuntano ovunque anche sotto bandiera coreana, svizzera o canadese. Ma il volto dell'impero francese sta nelle produzioni e coproduzioni nascoste nelle schede dei film. È lì che si misura la potenza industriale del cinema d'Oltralpe e la vittoria della sua buona politica. Come direbbero loro: chapeau.

La giuria. Secondo "Vogue.it" quest'anno la giuria di Cannes "si distingue per lo stile". Perché l'universo della moda è orgoglioso di vedere per la prima volta uno stilista ( Jean Paul Gaultier) tra i giurati del più grande festival del mondo. Ma non è solo lui il tedoforo del glamour. Ci sono qui: l'algida Diana Kruger ex ballerina, ex modella nonché spia in "Inglourious Basterds" di Quentin Tarantino; Hiam Abbass attrice palestinese che nella foto "Vogue" (abito Cavalli e orecchini Bulgari) ha lo charme di una Coco Chanel; Ewan McGregor attore bravo e bello e in più testimonial per Davidoff o Hugo Boss.

ewan mcgregor

E poi Emmanuelle Devos la diva francese dal grande volto e grandi occhi. I registi Alexander Payne ("Paradiso amaro"), Andrea Arnold e l'haitiano Raoul Peck. Ma soprattutto c'è il presidente Nanni Moretti, che non si distingue molto per lo stile tendente al post-eterno (maglioncino a V più pantaloni mille righe, sempre quello dagli anni Settanta a oggi), ma fa paura a tutti.

FESTIVAL DI CANNES 2012

Cosa piacerà a Nanni? Se lo chiedono i blog, i brooker e le fanzine. Come se grazie al noto e non docile carattere, si desse per scontato che la decisione fatale sarà sua e solamente sua (non si sottovaluti però Gaultier). Lui non fa che confermare tanto sospetto. Ha già chiarito di "non condividere l'entusiasmo generale per un film facile come "The Artist"" e promesso che a Cannes farà vincere "un'opera capace di sorprendere". Si aprono scommesse. Il favorito è l'iraniano Abbas Kiarostami, non celata passione del nostro, dato dai brooker a 1,62, che con "Like someone in love" sbarca in Giappone per raccontare una storia di affettuosa amicizia tra una ragazza che si prostituisce per pagarsi gli studi e un vecchio professore solo e pensionato.

NANNI MORETTI

Decisamente sfavorito dovrebbe essere il mondo stravagante e fighetto alla Wes Anderson ("Moonrise Kingdom", film d'apertura) nonché le crime story e western (vedi John Hillcoat o Andrew Dominik) più thriller a sfondo erotico. Mentre da Copenaghen, Claus Christensen critico della cine-rivista "Ekko" si dichiara ottimista sulle sorti di "Hunt" di Thomas Vinterberg (già autore di "Festen", film in pura estetica Dogma; il gruppo di Lars von Trier, per intenderci). Potrebbe vincere, dice, in quanto Moretti è praticamente fratello degli autori danesi e di un cinema che racconta di vita quotidiana sconvolta da eventi drammatici. Parentela sorprendente. Ma Nanni lo sa?

DARIO ARGENTO

Oh mia patria! Forza Matteo. Sei tutti noi. Un solo titolo italiano in corsa per la Palma ("Reality"e non più "Big House"). Siamo in buone mani: quelle di Matteo Garrone. Il quale per allontanarsi da "Gomorra" voleva fare una commedia leggera ma poi "strada facendo", spiega, "il tono del racconto si è incupito. Somiglierà a una fiaba. E non è un film di denuncia, contro la tv, ma un racconto popolare". Ovvero la storia di un pescivendolo che vede il "Grande Fratello" come terra promessa gonfia di soldi, successo, fama che potrebbe strapparlo a uno sfigato anonimato.

MATTEO GARRONE

Bernardo Bertolucci, invece, ha preferito che "Io e te" tratto dall'omonimo romanzo breve di Niccolò Ammaniti, restasse fuori dal concorso. Eppure la cornice per il grande rientro di un padre del cinema (non solo italiano) non poteva essere più favorevole: in quel di Cannes che nel 2011 gli ha regalato la Palma d'oro alla carriera. Ma scegliere di restare oltre il concorso è un bel gesto intelligente, che da una parte salva Nanni dal dover giudicare il maestro, dall'altra salva il maestro dal doversi sottoporre al giudizio di Nanni.

Dario Argento tanti problemi non se li è posti. Il suo "Dracula 3D" sta bene dove il direttore Thierry Frémaux lo ha messo: l'evento di mezzanotte. E quando, sennò, deve apparire un vampiro romantico (il già replicante Rutger Hauer) che abita un castello con scricchiolii e ragnatele e convive con la bellezza pallida della vampiressa Asia?

Michel Piccoli

Toto Palma. Prepariamoci a sventolare il tricolore, ma bianco-rosso-blu, perché comunque vada la Francia vincerà. Forse sarà Isabelle Huppert ancora una volta musa di Michael Haneke in un dramma familiare "Amour" dove è figlia elegante, colta e borghese (ma sfortunata) di una coppia di anziani signori altrettanto eleganti, colti e borghesi (ma duramente colpiti dalla vita). Film che segna il grande ritorno di Jean Louis Trintignant (e anche su di lui si accettano scommesse). Premiabilissima si annuncia fin dal trailer di "De rouille et d'os" una Marion Cotillard pronta a straziare il pubblico dalla sedia a rotelle.

bertolucci bernardo

E un "the winner" forse sarà Michel Piccoli defraudato l'anno scorso dal giusto riconoscimento per "Habemus papam" a cui Nanni ora ha occasione di porre rimedio grazie a ben due film ("Vous n'avez encor rien vu" di Resnais e "Holy Motors", appunto di Carax). E poi il favorito: Jacques Audiard, nuova generazione d'autore pieno di sentimenti e adrenalina. Oppure il Carax fanta-politico (bellissimo o bruttissimo ma di certo non resta nel mezzo) che racconta il domani di una Parigi dove gli indirizzi Web hanno sostituito nomi e date sulle iscrizioni tombali, Eva Mendes si veste come Amy Winehouse e deve vedersela con un amazzone dal corpo di Kylie Minogue.

Da non perdere. "Cosmopolis", tratto dall'omonimo romanzo di Don De Lillo. David Cronenberg, che a Venezia aveva deluso con la biopic su Jung&Freud, è pronto al riscatto raccontando dagli occhi di un bel milionario (Robert Pattinson) chiuso nella sua limousine, l'apocalisse finanziaria. Mentre il figliolo Brandon, creativo a tutto tondo a un Certain Régard, con "Antiviral" tiene alta la bandiera di famiglia con l'horror fantascientifico su temi paterni: ossessioni, contagi e corpi mutanti.

Abbas Kiarostami

S'impone poi un filone filmico letterario tra omaggi a Mishima (del giapponese Wakamatsu); Jack Kerouack ("On the road" di Walter Salles con Viggo Mortesen e Kristen Dunst) o Alfred de Musset modernizzato in "Confession..." di Sylvie Verheyde con Charlotte Gainsbourg e la rockstar Pete Doherty, più noto alle masse come ex fidanzato di Kate Moss. Anche lui pronto a sbarcare a Cannes.

Tra i registi più importanti, i produttori più potenti e le star più belle. Tutti sotto il sole e le luci del più grande festival del mondo, tra il lusso dei red carpet e il ciabattare dei turisti in birkenstock; tra la grandeur della sala Lumière e l'aria viziata delle salette stampa; tra il suk del marché e le serate di gala. E che la festa cominci. n

 

MARCOLINO INTRAVAGLIA I CADAVERI DELLA POLITICA CHE ATTACCANO GRILLO AUMENTANDONE I CONSENSI

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1- DIVIETO DI TV
Sebastiano Messina per "la Repubblica"

ROMANO PRODI MARCO TRAVAGLIO

"Beppe Grillo ha proibito ai suoi - pena l´espulsione immediata - di andare in tv perché «fa perdere voti e consensi». Ogni partito o movimento ha il diritto di regolarsi come crede, ci mancherebbe, eppure c´è qualcosa di inquietante in questo divieto tassativo. Perché il sale della democrazia è proprio il dialogo con gli avversari, e chi ha delle buone ragioni da difendere, chi vuole affermare il Nuovo, ha tutto da guadagnare dal confronto con gli altri, con gli alfieri del Vecchio.

Perché così può dimostrare agli italiani di essere il migliore. Un partito comandato da un uomo solo, che comunica per monologhi, rifiuta i faccia a faccia, disprezza gli avversari, decide tutto da solo e pretende di essere il Nuovo, gli italiani l´hanno già visto. E non lo rimpiangono.

2- BESTIARIO GRILLESCO
Marco Travaglio per il "Fatto quotidiano"

All'inizio Beppe Grillo non era affatto anti-sistema: anzi, cercava di costringere il sistema ad autoriformarsi. Nell'estate del 2007 lancia le primarie programmatiche online, discusse per otto mesi sul web da 800 mila persone, poi consegna le proposte raccolte al premier Romano Prodi a Palazzo Chigi: energie rinnovabili, wi-fi gratis, rifiuti e cemento zero. Ma Prodi - racconta Grillo - socchiude gli occhi e si appisola. Allora l'8 settembre 2007 Grillo organizza il V-Day in piazza Maggiore a Bologna, per il "Parlamento pulito", davanti ad almeno 100 mila persone, più 10 volte tante collegate da altre 200 piazze.

Pierferdinando Casini Copyright Pizzi Gianni Riotta

Porta sul palco giornalisti, scrittori, artisti, esperti, docenti e tenta di cambiare le cose con un altro strumento squisitamente costituzionale: tre leggi di iniziativa popolare (incandidabilità dei condannati in Parlamento, tetto massimo di due legislature, abolizione del Porcellum per tornare a scegliere i parlamentari). Raccoglie 350 mila firme in mezza giornata. Una cosetta da niente, infatti i tg di Rai, Mediaset e La7 non mandano una telecamera né un inviato (ci sono solo Sky e Annozero).

È un esorcismo: basta non parlarne e il V-Day non esiste. Le agenzie di stampa si inventano "attacchi", "insulti", "offese a Marco Biagi", anche se in 10 ore di V-Day nessuno ha mai citato Marco Biagi. Si è solo criticata in un filmato la legge 30, che il programma dell'Unione, ben prima di Grillo, criticava e prometteva di cambiare perché causa del precariato. Così, invece di parlare dei contenuti e delle tre leggi popolari, si scatena una polemica su un fatto mai avvenuto.

BEPPE GRILLO IN UNA DELLE SUE SMORFIE BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Casini accusa Grillo e i presenti di "inneggiare all'assassinio" del professore da parte delle Br: "Il V-Day è una cosa di cui vergognarsi: hanno oltraggiato Biagi, che andrebbe santificato". Lui peraltro ha sempre preferito santificare Dell'Utri, Andreotti e Cuffaro. Quella sera il Tg1, diretto da Gianni Riotta, giornalista di scuola anglosassone, si apre con un servizio su Prodi a Bari, poi uno su B. chissà dove, poi tre servizi sui funerali di Pavarotti. Segue una lunga inchiesta sull'inedito fenomeno delle prostitute a Milano. Un delitto a Treviso. Un videomessaggio di Napolitano sul futuro dell'Europa.

La solita carrellata di politici che parlano a vanvera. Un'imperitura intervista a Rutelli, che avrebbe potuto andare in onda tre anni prima o tre anni dopo. A quel punto chi non ha ancora spento o distrutto il televisore è tentato di chiamare la redazione per avvertirla che nel pomeriggio c'è stata una cosina chiamata V-Day. Ma ecco Romita incupirsi improvvisamente in volto: è il segnale convenuto, è il momento di parlare del V-Day. Fermo immagine su una foto di Grillo, voce fuori campo: "S'è svolto a Bologna e in altre città italiane il Vaffa Day del popolare comico genovese...".

BEPPE GRILLO

Sullo sfondo, un paio d'immagini rubate a Eco-tv, che ha trasmesso la diretta, e morta lì. Totale: 29 secondi. Poi Romita ritrova il sorriso: i nuovi sviluppi del delitto di Garlasco, un servizio sui romeni che rubano nei supermarket a Ivrea, uno sull'analfabetismo di ritorno (appunto) e uno su un fatto unico nella storia dell'umanità: "Sei subacquei sott'acqua a Ponza senza prendere ogni tanto una boccata d'aria". Roba forte: i subacquei sott'acqua.

GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

Il Tg1 si chiude con l'indimenticabile matrimonio di Marco Baldini, officiante Veltroni, testimone Fiorello (25 secondi, 4 meno del V-Day). L'indomani il Tg2 dedica al V-Day l'editoriale del direttore in quota An Mauro Mazza, dal titolo "Grillo e grilletti". Col volto terreo, come se fossero tornate le Br, Mazza ammonisce Grillo col gesto della pistola: "Che accadrebbe se un mattino qualcuno, ascoltati gli insulti di Grillo, premesse il grilletto?". Per la verità Grillo non ha mai evocato né pistole né fucili, diversamente da Bossi.

Infatti persino Gianfranco Fini, davanti ai giornalisti, dice che l'allarme di Mazza è un po' eccessivo: "Adesso lo chiamo per dirglielo". Segue telefonata a Mazza. Il Corriere lo chiama Mazza un minuto dopo: si aspetta di trovare un uomo mortificato dalla lavata di capo del suo capo. Invece tutt'altro, Mazza fa il brillante: "E che problema c'è? Si dice che i direttori dei tg siano affiliati a un padrino politico che detta il mattinale. Ecco, è la prova che non è così. Che sono indipendente".

BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO

Cioè: Fini chiama Mazza davanti a tutti trattandolo come un suo dipendente. E quello: visto, è la prova che sono indipendente. L'indomani, sulla stampa, si scatenano commentatori ed esperti, quelli che capiscono sempre tutto però non ne azzeccano mai una: Grillo è "antipolitico", "qualunquista", "populista", "giustizialista", "fascista", "terrorista" e soprattutto "volgare" perché dice vaffanculo. Montezemolo alza il ditino: "A risolvere i problemi dell'Italia con i vaffanculo non ci credo".

MAURO MAZZA

Eugenio Scalfari scomunica questo fenomeno "anarcoide e individualista", "anacronistico", "antipolitico" , paragona Grillo a Guglielmo Giannini, Cola di Rienzo, Masaniello, Savonarola: "Chi inneggia al ‘Vaffanculo' partecipa consapevolmente a quelle invasioni barbariche che connotano gran parte della nostra mediocre e inselvaggita attualità... Mi viene la pelle d'oca: dietro al grillismo vedo l'ombra del ‘law & order' nei suoi aspetti più ripugnanti; ci vedo dietro la dittatura", con "slogan della peggiore destra, quella populista, demagogica, qualunquista... L'antipolitica è sempre servita a questo: piazza pulita per il futuro dittatore".

Giampaolo Pansa dice addirittura che Grillo "mi ricorda Mussolini". Andrea Romano, il dalemiano che ha trovato casa all'Einaudi di Berlusconi e sulla Stampa di Agnelli, cita le solite "accuse a Biagi" e conclude: in un paese normale il V-Day "verrebbe recensito nelle pagine dello spettacolo" (infatti La Stampa ci apre la prima pagina).

BEPPE GRILLO MOVIMENTO 5 STELLE

SABINA Guzzanti ad Annozero attacca Riotta per la censura del suo tg. Riotta rimedia con uno Speciale Tg1 su Grillo, anzi contro. Avverte con aria minacciosa: "Ora vediamo chi è davvero Grillo, qui non esistono vergini". E lancia un servizio-scoop: Grillo, invitato a esibirsi a una festa dell'Unità del 1981, pretese addirittura che gli pagassero il cachet.

Nei giorni seguenti il Tg1 prosegue le sue indagini sui crimini di Grillo e ne scopre un altro agghiacciante: fra i 3 mila commenti giornalieri sul suo blog, ce n'è uno negazionista, subito cancellato dallo staff. Ma il partigiano Gianni ritiene che la cosa meriti addirittura un servizio. Il V-Day invece no. Naturalmente le tre leggi popolari vengono subito imboscate in un cassetto del Senato e lì riposeranno in pace per sempre.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Il 25 aprile 2008, secondo V-Day, stavolta a Torino, dedicato all'informazione. Gli attacchi partono addirittura prima che si svolga: guerra preventiva. Il Riformista, alla vigilia, già sa che sarà una manifestazione terroristica, "con minacce in stile Br ai giornalisti servi" ("Le Grillate rosse"). Il Giornale sguinzaglia il suo segugio con le mèches per una strepitosa inchiesta a puntate: "La vera vita di Grillo".

BEPPE GRILLO STRABUZZA GLI OCCHI

Scoop sensazionali: Grillo da giovane andava a letto con delle ragazze; alcuni suoi ex-amici invidiosi parlano male di lui; la sua villa a Genova consuma energia; Grillo ha avuto un tragico incidente stradale che gli è costato una condanna per omicidio colposo e stava per costargli anche la pelle; è genovese, dunque "tirchio"; nel suo orto c'è una melanzana di plastica; ha avuto un figlio "nato purtroppo con dei problemi motori" (il nostro segugio è un cultore della privacy); e, quando fa spettacoli a pagamento, pretende addirittura di essere pagato. Insomma, un delinquente.

In piazza San Carlo a Torino ci sono 100 mila persone, più 2 milioni collegati da tutta Italia. Tutti brigatisti, naturalmente, che raccolgono oltre 500 mila firme su tre referendum per abolire l'Ordine dei giornalisti, la legge Gasparri e i finanziamenti pubblici ai giornali. Grillo dice al Pd: "Copiate il nostro programma, ve lo regalo". Risposta di tutta la casta politico-giornalistica: fascista, qualunquista, giustizialista, antipolitico, volgare.

Guglielmo Giannini

Tornàti a casa, i partecipanti cercano il servizio del Tg1 di mezza sera sulla manifestazione. Invece niente: nemmeno una parola. Molti servizi sul 25 aprile dei politici, le elezioni a Roma, il caro-prezzi, un ragazzino annegato, poi le due vere notizie del giorno: una torta in faccia al direttore del New York Times e una mostra a Rimini su Romolo e Remo.

L'indomani, sui giornali, ecco i soliti che hanno capito tutto. L'inviato del Giornale, Tony Damascelli, già sospeso dall'Ordine per Calciopoli, mentre B. riceve il camerata Ciarrapico, paragona Grillo a Mussolini chiamandolo "Benito". Su Repubblica Francesco Merlo, che abita a Parigi ma è dotato di un telescopio potentissimo, spiega agli italiani che "in Italia c'è sovrapproduzione di informazione": ce ne vorrebbe un po' meno, ecco. Quanto a Grillo, è "in crisi" e "non riesce a far ridere".

beppe grillo legnano

A Zapping, su RadioRai, telefona un ragazzo per dire che ha firmato i referendum del V-Day. Il conduttore, un sincero democratico, lo accoglie con affetto: "Ah lei è uno di quegli allocchi che stanno a sentire le cretinate di Grillo. Ma lo sa che Grillo guadagna 4 milioni da quando fa queste contestazioni? Lei clicca su quel sito e gli dà i soldi". Peccato che non sia vero niente: chi va sul sito non dà soldi a Grillo, non c'è pubblicità. E i 4 milioni sono il reddito del 2005, due anni prima del V-Day.

Anche Scalfari scrive che piazza San Carlo era piena di "seguaci di Grillo paganti": ma non è vero, nessuno pagava niente. Scalfari aggiunge che "Grillo dissoda il terreno" dove B. seminerà. Insomma lavora per il centrodestra, come se non bastasse il centrosinistra. Sergio Romano, sul Corriere, parla di "carnevale plebeo e volgare", animato da "sentimenti beceri e forcaioli", poi si lancia in una previsione memorabile: "La irresistibile ascesa del comico-politico dura generalmente qualche mese o pochi anni e si spegne quando il pubblico si stanca di ascoltare sempre le stesse battute o si accorge che nessuna soluzione politica potrà mai venire dal mondo dell'avanspettacolo. Cosa che accadrà, suppongo , anche nel caso di Beppe Grillo".

EUGENIO SCALFARI

Nel 2009, alle europee, Grillo sostiene Luigi De Magistris e Sonia Alfano, indipendenti dell'Idv: eletti con una valanga di voti. Poi fa l'ultimo tentativo per cambiare il sistema dall'interno e non dover presentare liste proprie: si candida alle primarie del Pd che devono eleggere il successore di Veltroni e Franceschini. Ma è già deciso che deve vincere Bersani. Infatti il Pd risponde che Grillo non è iscritto al Pd.

Allora lui fa domanda d'iscrizione: respinta. Mentre si scoprono migliaia di tessere false del Pd in tutta Italia e Parisi denuncia il congresso truccato, uno che vuole tesserarsi per davvero resta fuori della porta. La Commissione di garanzia del Pd sentenzia: "Non è possibile la registrazione di Grillo nell'anagrafe del Pd perché egli si ispira e si riconosce in un movimento politico ostile al Pd". Strano: lo statuto Pd vieta l'iscrizione solo a chi è già iscritto ad altri partiti, e Grillo non ha tessere.

giampaolo pansa - copyright Pizzi

Lui replica: "Ostile io? Sì, ma solo al vertice del partito, non agli elettori. Ma le primarie non dovrebbero servire a eleggere il vertice del partito?". E lancia un ultimo appello: "Prendetevi il nostro programma, non potete avere lo stesso di Berlusconi". Niente, encefalogramma piatto.

Così, nel 2010, le liste 5 Stelle debuttano alle amministrative in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia e Campania: 400 mila voti. In Piemonte sfiorano il 4%, in Emilia il 7%. I partiti fanno tanto di occhi: "Chi l'avrebbe mai detto?".Bastava seguire la campagna elettorale, dove Grillo presentava i suoi ragazzi candidati davanti a piazze stracolme di gente e si sottoponeva alla "prova canotto": si lanciava sulla folla dentro un gommone e si faceva trasportare sulle braccia dalla gente.

Una sfida che nessun politico affronterebbe, perché gli bucherebbero il canotto e si spiaccicherebbe al suolo. Il Pdl perde 1 milione di voti sulle regionali di 5 anni prima. Ma a mascherare la sua sconfitta provvede il Pd, che ne perde 2 milioni e sbaglia quasi tutti i candidati: ma se la prende con Grillo, il "fuoco amico" che gli ha rubato voti. Specie in Piemonte, dove Mercedes Bresso perde d'un soffio contro il leghista Roberto Cota.

luigi de magistris

E dice serafica: "Grillo non l'avevamo calcolato, ci ha fatto perdere le elezioni". Grillo risponde: "È la Bresso che ci ha tolto un sacco di voti: se non si presentava, vincevamo noi". Il fatto è che il programma della Bresso somigliava paurosamente a quello di Cota, specie sul Tav in Val Susa: Pdl e Pdmenoelle, come dice Grillo. E poi è improbabile che i grillini abbiano tolto voti alla Bresso: in Piemonte han preso 100 mila voti e la Bresso ne ha persi 200 mila; e, senza di loro, quella gente non avrebbe votato.

Ma nemmeno quella lezione sveglia i partiti. Infatti, fino all'altroieri, hanno seguitato a insultare Grillo. Napolitano: "Il demagogo di turno". Crosetto (Pdl): "Mi ricorda i fascisti, anzi i nazisti: ha la violenza verbale di Goebbels. Parliamo di un fasciocomunista". Bersani: "Basta con questi populismi che fan finta di partire da sinistra poi come sempre ti spuntano a destra". Vendola: "Mescola argomenti demagogici, urla, emette grugniti al posto di pensieri".

giorgio napolitano

E tutti insieme: "Parla come un mafioso". Risultato: 5 Stelle diventa il terzo o il quarto partito. Centinaia di migliaia di persone che, senza 5 Stelle, non sarebbero andate a votare o magari si sarebbero gettate nelle braccia del fascista o del nazista di turno, come in Francia e in Grecia. Eppure tutti riattaccano la solita litania: voto di protesta, antipolitica, qualunquismo. Tutti attoniti per la "sorpresa Grillo". Tranne Napolitano, che del boom di Grillo non s'è nemmeno accorto: "L'unico boom che ricordo è quello degli anni 60". Ma il problema suo e dei politici è proprio questo: i candidati e gli elettori di 5 Stelle il boom economico non possono ricordarselo, perché negli anni 60 non erano nati. Comunque, chi non sente il boom può sempre provare con un cornetto acustico.

 

 

L’ABITO NON FA IL GENIO - NELL’ESTETICA DELL’ECONOMIA MONDIALE, “CASUAL” È DIVENTATO SINONIMO DI GENIALITÀ…

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Maria Luisa Agnese per il "Corriere della Sera"

ZUCKERBERG AD HARVARD STEVE JOBS

Chissà se Mark Zuckerberg, il ventottenne genietto che sta portando il suo Facebook in Borsa, ci ha pensato su o no prima di comparire a Wall Street, lunedì, con la sua solita felpa con piccolo cappuccio sulle spalle. Di certo è che ci ha fatto fessi tutti con quella sua idea di presentarsi nel tempio della Finanza senza cambiarsi d'abito e ignorando le regole formali che (almeno quelle) ancora valgono nel caos dell'economia mondiale. Inchiodandoci di nuovo a discutere se l'abito faccia il monaco o meno, e del fatto che per quanto oggi il mondo in generale e l'estetica in particolare siano molto più casual e flessibili, ci sono alcune occasioni e luoghi solenni, che vanno onorati al di là del capriccio personale.

E a cominciare proprio dall'abito. È quello che ha sostenuto, anche a nome della categoria, l'analista finanziario Marc Patcher che, parlando con Bloomberg tv, ha accusato Zuckerberg di immaturità: «Dovrebbe avere più rispetto verso gli investitori e le persone che vuol convincere a credere nella sua azienda, perché in fin dei conti sta chiedendo i loro soldi» ha detto Patcher, ricordando a Zuckerberg che non può essere sempre Casual Friday: c'è un tempo per ogni cosa.

BILL GATESSERGIO MARCHIONNE CON LA BARBA

E subito la rete si è inchiodata sul tema, a twittare e a postare pro e contro i nuovi «moralizzatori», e a suggerire ironicamente di comprare un nuovo oggetto del desiderio, la Executive Hoodie, cioè una speciale felpa con cappuccio in tessuto gessato tempestivamente arrivata sul mercato in onore di Mark Zuckerberg: «La voglio subito» ha scritto Cathy Hein segnalando il neo prodotto nel sito Simply Zesty. Mentre Daryl Yeo si chiede: «Perché mi eccita il fatto che Mark Zuckerberg irriti i banchieri?».

FORMIGONI

D'altra parte come imbrigliare nei rigidi canoni formali un talento libero e nevrotico come quello di Zuckerberg, che ha sempre fatto di testa sua, sin dai tempi dell'università in cui, isolato dai compagni, precocemente seguiva le sue intuizioni miliardarie, presentandosi spesso per strada e agli appuntamenti in infradito se non in pigiama, come ha documentato il film dedicato alla sua vita prodigiosa e controversa, The Social Network. La cravatta se la è messa una volta sola, l'anno scorso, per incontrare Obama, ma non ha spiegato perché.

FORMIGONI

Forse perché lui, come gli altri talenti della New economy prima di lui, vogliono fare a modo loro e dettare le regole o perché hanno fatto della flessibilità una bandiera, in alcuni casi una nuova ossessione: Steve Jobs (che anche da Obama si era presentato con il maglione semicolloalto nero) e Bill Gates, per esempio, odiavano i bottoni e difatti resta nell'immaginario collettivo quella foto di loro due in maglietta nel 1990, con la didascalia «Tre bottoni in due».

E ancor oggi Bill Gates è perlopiù in camicie con scarsi bottoni e senza cravatta, gente che come Giorgio Armani potrebbe permettersi qualsiasi lusso e invece adotta delle simil divise, per non oscurare il brand. E intanto cambia, e parecchio, l'estetica dell'economia mondiale. In Italia ci ha pensato Sergio Marchionne a fare del suo maglioncino a girocollo un tormentone estetico-finanziario.

FORMIGONI

Che l'abbia fatto per introdurre nelle nostre testoline riottose quel concetto ostico di flessibilità, o invece per stornarle da altre riflessioni più complesse, di sicuro è riuscito a inchiodarci sulla sua fenomenologia e a finire, con tutto il maglione, nei titoli non solo dei giornali ma dei libri: «La strategia del maglione» è un testo di Maria Elena Scandaliato in cui si racconta l'avventura italiana dell'ad della Fiat. E in un altro libro, «L'uomo dal maglione nero», si scopre che quei golf che ormai sono la sua griffe, hanno anche un lato patriottico, visto che si è fatto ricamare su ognuno un piccolo stemma tricolore, come ha raccontato a Marco Gregoretti un cugino abruzzese.

Carly Fiorina

Anche se pure lui, Marchionne, talvolta capricciosamente, proprio come il golden boy di Facebook, si diverte a scompigliare le carte, e mentre è comparso in maglione persino in sedi istituzionali come il Quirinale e Palazzo Chigi, nel febbraio scorso ha deciso per una volta di cambiarsi ed è andato alla Camera in giacca e cravatta. Ma forse il più flessibile di tutti, per non dire fricchettone, resta Roberto Formigoni che talvolta ha esportato le sue giacche colorate e le camiciole a fiori nella sede del Pirellone.

Carly Fiorina, ex ceo di Hewlett-Packard, intanto, ha scritto a Zuckerberg una lettera aperta con qualche saggio consiglio per uscire vittorioso dal delicato momento della quotazione supermiliardaria: «Sii paziente. E soprattutto non farti distrarre, focalizzati sulle tue strategie». Se mai ce ne fosse bisogno!

 

FROCISMO BOOMERANG - “ROMNEY FACEVA IL BULLO COI COMPAGNI DI SCUOLA GAY: ERA MALVAGIO”.

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Alessandra Farkas per il "Corriere della Sera"

MITT ROMNEY MITT ROMNEY COL PADRE GEORGE E LA MADRE LENORE


Nel giorno in cui l'America celebra lo storico sì di Barack Obama ai matrimoni gay, Mitt Romney è costretto a chiedere ufficialmente scusa per aver perseguitato un compagno di liceo, quand'era ragazzo, soltanto perché gay. L'incidente, raccontato con dovizia di particolari dal Washington Post, risale al 1965 quando il 18enne erede di George Romney, l'allora potente governatore del Michigan, frequentava l'ultimo anno di liceo alla Cranbrook School, uno dei più esclusivi collegi privati del Michigan.

BARACK OBAMA

Secondo il racconto reso indipendentemente al giornalista Jason Horowitz da ben cinque suoi ex compagni di scuola, oggi rispettati professionisti, Romney era appena rientrato dalle vacanze di primavera quando decise di «dare una lezione» a John Lauber, al secondo anno di liceo e outsider della scuola, malvisto da molti perché sospettato di essere gay e da lui stesso preso di mira da tempo. «Non puoi avere quel look: è sbagliato», l'avrebbe ammonito Romney e, alla presenza di altri ragazzi, l'avrebbe sbattuto a terra, tagliandogli i lunghi capelli biondi ossigenati con un paio di forbici, noncurante delle lacrime che gli sgorgavano dagli occhi e delle sue suppliche di lasciarlo andare.

ROMNEY

«Fu un episodio insensato e malvagio», commenta adesso uno dei testimoni, spiegando che Lauder, morto nel 2004 dopo una vita da gay dichiarato, lo ricordò per anni come un trauma. Sempre secondo il Post ci sarebbe stato almeno un altro incidente, in cui il futuro governatore del Massachusetts prese in giro un altro compagno gay chiamandolo «femminuccia».

MITT ROMNEY ABBRACCIA IL PADRE GEORGE

Oltre a rafforzare la sua reputazione di figlio di papà viziato e arrogante, l'incidente è subito stato sfruttato dalla campagna presidenziale di Obama come la riprova del profondo odio anti-gay di Romney, già nella bufera per aver costretto alle dimissioni il suo portavoce apertamente omosessuale Richard Grenell. Ma l'impatto della rivelazione non riguarda solo i gay. «Uno dei problemi più drammatici delle nostre scuole è il bullismo», ha tuonato il portavoce del Democratic National Committee Brad Woodhouse in una email ai sostenitori in cui ha linkato l'articolo del Post, «e così adesso scopriamo che Romney lo praticava già a 18 anni».

GIOVANE MITT ROMNEY COL PADRE GEORGE jpeg

Incalzato dalle critiche, il candidato repubblicano è stato costretto a indire in tutta fretta un'intervista radiofonica con l'amica Fox News per spiegare la sua versione della storia. «Non ricordo quell'incidente», ha assicurato, «e comunque negli anni '60 l'idea che un compagno di classe fosse o non fosse gay era la cosa più lontana dalla mia mente». «In ogni caso mi dispiace molto se ho offeso in qualche modo qualcuno», ha proseguito, «ho partecipato a moltissimi scherzi quando ero al liceo, forse in alcuni casi sono andato oltre e per questo mi scuso».

ROMNEY CON LA MOGLIE article

L'episodio potrebbe dargli filo da torcere anche con alcuni elettori del suo stesso partito. I Log Cabin Republican, il gruppo che riunisce «leali repubblicani» convinti che il Gop possa diventare più forte se non esclude gay, lesbiche e transgender, non gli hanno ancora dato l'endorsement ufficiale. «Romney propone un emendamento della costituzione per descrivere il matrimonio come un atto solo tra uomo e donna», è tornato alla carica ieri il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, «iscrivendo così la discriminazione nel sacro documento legale lasciatoci dai nostri padri fondatori».

 


CHE FINACCIA CHE HA FATTO PROVENZANO! - DA TEMUTISSIMO BOSS DELLA MAFIA A VECCHIO RINCOGLIONITO IN CARCERE?...

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1 - PROVENZANO; FONTI DAP, AVREBBE SIMULATO TENTATO SUICIDIO
(ANSA) - Bernardo Provenzano avrebbe simulato di volersi suicidare. E' quanto si apprende da fonti del Dap. Il boss, sottoposto recentemente a perizie che hanno stabilito che é in grado di intendere e di volere, già da giorni avrebbe cercato di dimostrare la sua pazzia.

Bernardo provenzano arrestatoBERNARDO PROVENZANO

L'altra sera, quando l'addetto alla sorveglianza si è avvicinato, Provenzano ha messo la testa dentro un sacchetto di plastica di piccole dimensioni usato per tenere i farmaci. L'intervento dell'agente é stato sottolineato, è stato comunque tempestivo.Per dare prova della sua instabilità mentale, ieri il boss diceva di non riuscire a sedersi e di non trovare la sedia. Provenzano nel carcere di Parma è in una sezione speciale del 41 bis, in una zona riservata esclusivamente a lui.

2 - PROVENZANO; SAPPE, 'UNA BUFALA TENTATIVO DI SUICIDIO'
(ANSA) - "Per quanto ci è dato sapere, quello messo in atto nel carcere di Parma da Bernardo Provenzano é stato un maldestro tentativo di simulazione di suicidio probabilmente per evitare di essere sottoposto ad una visita psichiatrica già programmata". Lo scrive in una nota Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia penitenziaria (Sappe).

Bernardo Provenzano

"Non a caso - sostiene Capece - le modalità del presunto tentativo sarebbero avvenute quasi in presenza del preposto di Polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza del detenuto, poliziotto che comunque è stato bravissimo ad intervenire nell'immediatezza per scongiurare che anche il maldestro tentativo potesse in realtà avere gravi conseguenze. L'attenzione, lo scrupolo e la professionalità del poliziotto penitenziarie vanno certamente rimarcate perché, ripeto, sono state fondamentali per un tempestivo intervento. Ma, ripeto, per quel che ci è dato sapere il tentativo di suicidio di Provenzano è una bufala".

provenzano bernardo

3 - PROVENZANO TENTA IL SUICIDIO, SALVATO
Riccardo Arena per "la Stampa"

Il mistero, la rabbia, i dubbi. Un tentativo di suicidio in carcere che viene considerato decisamente anomalo sia dai responsabili della sicurezza che dai difensori del boss. Perché il protagonista è un capo dei capi di Cosa nostra: Bernardo Provenzano, a mezzanotte e mezza, nella notte tra mercoledì e ieri, si sarebbe infilato un sacchetto in testa e avrebbe tentato di uccidersi, nel carcere di Parma in cui è detenuto. Gli agenti che lo sorvegliano 24 ore su 24 se ne sono accorti e lo hanno salvato.

Il condizionale è però d'obbligo. Dietro la vicenda montano infatti tanti dubbi. In un senso e nell'altro. Da un lato i detenuti come Provenzano, 79 anni, non possono tenere sacchetti, né cinture, né lacci di scarpe e hanno anche lenzuola speciali, per evitare tentativi di autostrangolamento in cella.

"Binu" avrebbe così usato un sacchetto di cellophane per alimenti, molto piccolo, forse non adatto a uccidere un uomo. Quando è stato scoperto, poi, avrebbe cercato di nascondere quel che stava facendo: «Dove dobbiamo andare?», avrebbe detto agli uomini del Gom, il Gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria, i suoi angeli custodi.

bernardo provenzano repubbl

Mentre al Dap ipotizzano dunque anche una possibile messinscena, i legali, gli avvocati Franco Marasà e Rosalba Di Gregorio, ribattono per le rime, dicendo di non credere alla versione ufficiale: «Non è un tentativo di suicidio, forse hanno cercato di eliminarlo». Parole pesanti come macigni: «È vero, un detenuto al 41 bis non può tenere sacchetti in cella, e allora chi glielo ha dato? E tanto per chiarire - aggiungono i difensori - la notizia noi difensori e i familiari l'abbiamo appresa dai giornalisti».

Da tempo la famiglia del superboss cerca di porre l'attenzione sulle condizioni di salute di Provenzano, ma finora tutte le perizie hanno stabilito che il capo corleonese è in condizioni compatibili col regime carcerario e che è anche capace di intendere e di volere. «Forse hanno visitato un altro?», ironizza la Di Gregorio. Le polemiche erano state acuite dalle parole di uno dei due figli di Provenzano, Angelo, che, intervistato da Servizio pubblico, in marzo, aveva parlato di «pena di morte ad personam» per il padre. Cosa che potrebbe essere legata alla volontà di tappare la bocca al boss, nel momento in cui vengono fuori i particolari della trattativa Stato-mafia nel periodo delle stragi del '92-'93.

provenzano ap sky

Tentativo reale di suicidio o messinscena, per acuire ancora di più le tensioni e per far risaltare le condizioni di salute del boss? Provenzano, che è controllato in video e in audio 24 ore su 24, nel totale isolamento in cui vive dal giorno dell'arresto (11 aprile 2006), di notte è illuminato da una luce di cortesia, bluastra, che lo rende visibile. Attraverso i monitor gli uomini del Gom si sono accorti che qualcosa non andava.

Dice Roberto Piscitello, direttore generale dell'ufficio detenuti del Dap: «Il sistema di controllo e sicurezza ha funzionato». All'altro figlio di Provenzano, Francesco Paolo, che ieri sera ha chiamato il carcere di Parma, gli agenti hanno detto che le notizie erano «esagerate».

Il tentativo di Provenzano viene letto come un «avvio di collaborazione» dal pentito Francesco Marino Mannoia: «Io me ne intendo - dice dal suo rifugio segreto - e se il signor Provenzano si decide a collaborare non dovrà dire le solite fesserie, ma tutto ciò di cui è a conoscenza. Se non lo farà, lo sfido a un confronto davanti a una commissione antimafia».

 

SOSTITUZIONI TECNICHE - IL CT MONTI E I CAMBI NELLE SQUADRE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DAL TESORO…

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Camilla Conti per "l'Espresso"

Diana Bracco GIUSEPPE SALA

Tutti pronti in pista per il nuovo giro di valzer che sta per suonare in molte delle società partecipate o controllate dallo Stato. In palio ci sono quasi 80 poltrone al vertice. Presidenti, amministratori delegati e consiglieri - in parte scelti dal ministero del Tesoro - che devono essere rinnovati entro giugno. Attorno alle caselle da riempire c'è gran fermento, il sottobosco della politica è in fibrillazione e i collezionisti di incarichi temono che il loro ricco bouquet possa appassire o finisca sotto le forbici dei tecnici. Perché anche in questa tornata di nomine è come nel famoso gioco della scopa, dove le sedie si tolgono e non si aggiungono, e dove alla fine qualcuno resta senza posto.

Trovare la quadra è un'impresa, lo sa bene il presidente del consiglio Mario Monti che deve fare i conti con il pressing della politica: in alcuni casi sarà costretto a forzare la mano per disinnescare eventuali lottizzazioni da prima e seconda Repubblica. In altri preferirà mediare, come nel caso di Expo 2015, la spa che gestisce l'evento dell'esposizione universale in programma a Milano nel 2015: lunedì 7 maggio sono stati riconfermati Diana Bracco alla presidenza (nonostante negli ultimi giorni si fosse parlato di una incompatibilità con il suo nuovo ruolo al vertice di Confindustria nella squadra di Giorgio Squinzi) e l'amministratore delegato Giuseppe Sala.

Laura Cioli

Unico cambiamento, il rappresentante scelto dal Tesoro: la funzionaria della Ragioneria generale dello Stato, Alessandra Dal Verme, che ha preso la poltrona del leghista Leonardo Carioni. Una quota rosa, ma soprattutto una tecnica, messa dal governo dei professori al posto di un politico.

Non a caso Monti ha chiesto l'elenco dettagliato delle scrivanie che presto cambieranno proprietario. La richiesta è legata anche alla ricerca di personalità "indipendenti" e "tecniche" per il posto di presidente e direttore generale di viale Mazzini. L'assemblea degli azionisti della Rai ha infatti approvato il bilancio 2011 senza però raggiungere un accordo sulla composizione del nuovo cda e il ministero del Tesoro, che designa il presidente e un consigliere, ha chiesto il rinvio della discussione al prossimo 6 giugno. Intanto il totomanager impazza.

Francesco Caio

Come direttore generale la scelta potrebbe ricadere su un esterno come Francesco Caio o come Laura Cioli, che ha da poco lasciato Sky Italia. Ma c'è anche chi scommette su una scelta interna, pur sempre di area cattolica come Lorenza Lei, e i nomi che circolano sono quelli di Giancarlo Leone (attuale responsabile della divisione Intrattenimento), di Claudio Cappon che ha già ricoperto la carica due volte, e di Roberto Sergio, oggi a capo della Sipra. Lo stesso Sergio (in quota Udc, legato a Bartolo Ciccardini ma anche amico di Marco Follini) è consigliere della Eur spa, i cui vertici devono essere rinnovati a breve: se viale Mazzini restasse un miraggio potrebbe consolarsi con la poltrona di presidente oggi occupata da Pierluigi Borghini.

claudio cappon

Ma dopo la Rai a fare più gola sono i quindici posti in tre società apparentemente assai poco glamour: si tratta dei vertici del gruppo Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, nonché la quinta azienda italiana per fatturato, che include anche il Gestore del mercato elettrico (Gme) e l'Acquirente Unico.

Mentre è quasi certa la riconferma del presidente Emilio Cremona, imprenditore acciaiere e uno dei pochi tecnici nel panorama delle partecipate statali, sta terminando la parabola quasi decennale di Nando Pasquali. Sponsorizzato dall'ex ministro per lo Sviluppo, Claudio Scajola, godrebbe anche delle simpatie dell'ex ministro Antonio Marzano, attuale presidente del Cnel. Ma questi appoggi potrebbero non essere sufficienti a garantire a Pasquali il rinnovo della carica. Inoltre, il manager è finito nel mirino del senatore dell'Idv Elio Lannutti, che nel giro di pochi giorni gli ha dedicato due interrogazioni, rivolte ai ministeri dell'Economia e dello Sviluppo.

ROBERTO SERGIO - Copyright Pizzi

La prima denuncia le inefficienze del Gse per mancati controlli sull'erogazione dei cosiddetti certificati verdi sull'energia da fonti rinnovabili prodotta all'estero e importata in Italia. Con la seconda, Lannutti segnala che, pur avendo raggiunto l'età pensionabile il 22 giugno 2010, Pasquali continua a percepire uno stipendio di 485mila euro annui, cui vanno sommati i proventi della carica di Commissario straordinario del Governo per la realizzazione di interventi urgenti relativi alla produzione di energia elettrica nell'isola di Capri.

Così i possibili sostituti hanno iniziato a scaldarsi. Nei palazzi della politica c'è chi vorrebbe puntare su Luigi De Francisci (direttore Affari Regolatori in Terna), sul commissario dell'Enea Pietro Putti, oppure sull'attuale amministratore delegato della controllata Acquirente Unico, l'ex radicale ed ex Pdl Paolo Vigevano. Un altro nome circolato nelle ultime settimane è quello di Pierluigi Scibetta, ex consigliere dell'Eni e commercialista romano vicino ai finiani.

Il ministero ha però affidato la scelta del successore di Pasquali ai cacciatori di teste della Egon Zehnder, la società di consulenza di cui è partner il vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina. Fra la cinquantina di profili selezionati dagli head hunter, il ministero del Tesoro e quello dello Sviluppo Economico starebbero considerando i nomi del top manager di Terna, Gianni Vittorio Armani, e quello del direttore finanziario di Telecom, Andrea Mangoni.

CLAUDIO SCAJOLA

Ricambi in vista anche nella controllata Gme, la società cui è affidata l'organizzazione e la gestione economica del Mercato Elettrico e del gas naturale, dove sono viste come poco probabili le riconferma dell'attuale ad, Massimo Guarini, e del presidente Alfonso Maria Rossi Brigante, ex capo di gabinetto di Scajola. Quanto all'altra controllata del Gse, l'Acquirente Unico (garante della fornitura di energia elettrica alle famiglie e alle piccole imprese), rischia di saltare il presidente Diego Maria Berruti. Non solo. Se l'amministratore delegato Vigevano dovesse essere scelto come timoniere del Gestore Energetico, questa potrebbe essere una carta da giocare per Laura Cioli, già nel totonomine Rai, o per il manager di Edison, Roberto Poti.

Strategiche anche le cinque poltrone da rinnovare in Fintecna Immobiliare, la società presieduta da Vincenzo Dettori che si occupa di vendere e valorizzare il patrimonio in parte ereditato dalla dismissione dell'Iri (da cui è nata la capogruppo Fintecna). Tra questi anche palazzi e caserme che il Tesoro potrebbe presto voler mettere sul mercato per alleggerire il fardello del debito come prevede lo stesso Decreto Salva Italia.

Mentre non destano grossi appetiti le nomine di alcune controllate di Enel ed Eni dove è consuetudine che i consiglieri d'amministrazione sia tutti dirigenti interni al gruppo, in Ferrovie dello Stato e Finmeccanica la partita è aperta anche agli esterni. Gli occhi - e gli interessi - sono puntati in particolare sulla galassia Selex, su Thales Alenia Space e su Trenitalia (dove il match sulle nomine anticipa quello della capogruppo Ferrovie dello Stato che il prossimo anno potrebbe segnare la fine dell'era di Mauro Moretti).

Marco Zanichelli

Per Trenitalia è in bilico la poltrona del numero uno Marco Zanichelli, manager stimato da Gianfranco Fini, che potrebbe dunque caldeggiarne la riconferma. Fra i dodici amministratori delegati che dal 1988 si sono alternati alla guida della vecchia Alitalia di cui era stato anche capo delle relazioni esterne, Zanichelli ha conseguito il record negativo di durata: 70 giorni. Restando nella costellazione Fs, al gran banchetto delle cariche potrebbe aggiungersi anche quello dell'amministratore delegato di Grandi Stazioni, Fabio Battaggia, già messo all'angolo dalla famiglia Benetton che gli ha tolto la guida dell'aeroporto di Firenze.

Insomma il piatto è ricco. E rappresenta un'opportunità, per il professor Monti, di dare un ritmo più tecnico che politico al valzer delle poltrone.

 

CAFONALINO - BRUNO OLIVIERO SQUADERNA UN NUOVO LIBRO IN MEMORIA DELL’EPOCA “DIVE E DIVI”

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Perla Tegofenti per www.ilfaroonline.it
Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

VALENTINA E DANIELA CICCONE SONIA E CATERINA

Albertazzi Giorgio, Andreotti Giulio, Arcuri Manuela, Bellucci Monica, Campbel Naomi, Cordero di Montezemolo Luca, Deneuve Catherine, Ferilli Sabrina, Jagger Mike, Loren Sofia, Madonna, Minnelli Liza, Muti Ornella, Pampanini Silvana, Rascel Renato, Rodriguez Belen, Sordi Alberto, Trump Ivana, Ventura Sara, Vespa Bruno, Vitti Monica... Potrebbe essere l'appello del primo giorno in classe di una magica scuola di talenti che spaziano in ogni settore della vita pubblica.

NATALINO CANDIDO CON EDOARDO E SILVIA SIRAVO MIRIAM GALANTI

E sarebbe solo l'inizio di un lungo elenco che arriva a contare ben 170 personaggi. Beh, com'è ovvio la scuola non esiste, ma - sorpresa - la magia sì. E' quella con cui un artista famoso nel mondo riesce a immortalare i propri soggetti: Bruno Oliviero, il fotografo delle dive che - per stavolta - concede ai suoi ammiratori una pubblicazione dove le dive si alternano all'altro sesso, in un "confronto di genere" dove ogni personaggio esce comunque vincitore, grazie al suo obiettivo.

"Dive e Divi, virtù e vizi" è infatti l'ultima pubblicazione che Bruno Oliviero ha dato alla luce, presentata nel Ristorante Villa Flaminia Club di Roma. Il libro è piccante, curioso, intrigante; ogni foto è accompagnata da un pensiero, un racconto, un ricordo. Star di una volta, dive ancora oggi saldamente sulla breccia e promesse del mondo dello spettacolo si alternano con personaggi politici, giornalisti, imprenditori.

MASSIMO GARGIA E FLAVIA NIGRO VALENTINA CICCONE

Ognuno, a suo modo, rappresenta un pezzetto dei sogni degli italiani, uomini o donne che siano. La pubblicazione (192 pagine, Reverdito editore) è introdotta da un'intervista di Francesca Genovesi al mitico Bruno. Che non risparmia frecciate al curaro in un mondo troppo spesso eccessivamente politically correct. Bruno cita Helmut Newton, e alla domanda "E tra gli italiani?" la risposta è laconica quanto tagliente: "Non li conosco". Eh già, di "fotografo delle dive" ce n'è uno solo.

 

“MA QUALE BURLESQUE! ERA UN PUTTANAIO” - AL PROCESSO RUBY ARRIVA LA MINETTI: “NON MI VERGOGNO DI NIENTE”…

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1- PROCESSO RUBY IN AULA ARRIVA LA MINETTI: "NON MI VERGOGNO DI NIENTE"
da "Repubblica.it"

http://bit.ly/J5fbMJ

NICOLE MINETTI IN TRIBUNALE nicole minetti

Nicole Minetti è arrivata in tribunale a Milano per assistere alla deposizione dell'amica Melania Tumini nel processo sul caso Ruby in cui è imputata per induzione e favoreggiamento della prostituzione (anche minorile), assieme a Lele Mora ed Emilio Fede. Il consigliere regionale del Pdl lombardo, in elegante tailleur nero, ha sorriso all'indirizzo dei fotografi e dei cronisti prima di entrare nell'aula della quinta sezione penale. E ha detto di non provare "assolutamente imbarazzo" e nemmeno vergogna.

E' la prima volta che Minetti si presenta a una udienza del processo sul caso Ruby. Tumini aveva invece già deposto nel filone principale del processo a carico di Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. La ragazza, compagna di scuola della Minetti a Rimini, era stata portata ad Arcore proprio del consigliere regionale, che aveva detto a Berlusconi che l'amica parlava francese e aveva due lauree ."Qualcuno le ha mai prospettato che si trattasse, prima, durante o dopo questa serata, di burlesque?", ha chiesto il pm Piero Forno alla Tumini. "Assolutamente no", è stata la risposta.

NICOLE MINETTI PRIMA DEL BUNGA MODELLA PER UN HOTEL DI RIMINIminetti nicole

Tumini ha ricostruito quanto ha visto durante la serata, compresi i travestimenti delle ragazze e la Minetti vestita in camicia e culotte". "Era un puttanaio - ha detto la teste - ero stupita perché il presidente del consiglio del mio Paese era lì, davanti ai miei occhi, a fare quelle cosi lì...". Secondo quanto raccontato dalla testimone, Berlusconi toccava nelle parti intime le ragazze durante i balli.

Il pm ha domandato, come accaduto con altri testimoni, se sia mai stata avvicinata da persone in relazione alla sua testimonianza. Tumini ha raccontato di avere ricevuto una visita non programmata sul lavoro da parte di un amico in comune con la Minetti. "Prima che mi dicesse qualsiasi cosa, gli ho detto che non avevo intenzione di ritrattare nulla, ho messo le mani avanti". Questo episodio sarebbe accaduto nell'aprile-maggio.

2- L'AMICA DELLA MINETTI: "BERLUSCONI METTEVA LE MANI TRA LE COSCE DELLE RAGAZZE"
da "Repubblica.it"

Melania Tumini al liceoBerlusconi E MINETTI

http://bit.ly/K28aMv

Testimonia in aula all'udienza del processo Rub- bis Melania Tomini, la ragazza che fu portata a una delle serate di Arcore dalla Minetti e che, per sua stessa ammissione, rimase scioccata da ciò che vide nella casa dell'ex-premier Silvio Berlusconi.

 

 

TERZO ACCUSATORE DI JOHN TRAVOLTA: 12 MILA $ PER FARE SESSO SU UNA CROCIERA - LA CANALIS INTERESSAVA SOLO PER CLOONEY

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Vittoria Cecchi Gori per Dagospia

1 - GALA CON BARACK OABAMA A CASA DI GEORGE CLOONEY: TUTTI I DETTAGLI DELLA GRANDE SERATA...

BARACK OBAMA E GEORGE CLOONEY

http://bit.ly/Lwq4KN
Just Jared -
Il Presidente Obama ha salutati i fotografi dopo essere sceso dall'Air Force One all'aereoporto di Los Angeles diretto a Malibu, a casa di George Clooney alla cena per la raccolta di fondi per la sua rielezione. Si dice abbiano raccolto all'incirca 15 milioni di dollari.

La security ha messo sotto controllo ogni angolo della villa di Clooney. Sembrava di stare a Fort Knox. Fra gli invitati, la girlfriend di George, Stacy Keibler, Robert Downey Jr., Diane Von Furstenberg, Barbra Streisand, James Brolin, Tobey Maguire, Billy Crystal, Jack Black, Salma Hayeck e Jeffrey Katzenberg.

Gli invitati hanno passato un doppio controllo prima di poter entrare nella via dove si trova la casa di Clooney. Che faticaccia!


2 - IL PADRE DI REESE WITHERSPOON BIGAMO...

REESE WITHERSPOON

http://gaw.kr/Jp4Huv
Gawker -
La madre di Reese Witherspoon ha fatto causa al marito per bigamia. Mary Elizabeth Witherspoon e' sposata con John da 42 anni anche se dal 1996 non vivono piu' insieme. La donna dice di essersi separate dal marito a causa dei suoi problemi con l'alcol e perchè era un grande spendaccione.

Nella denuncia, la Witherspoon dice che il marito nega di avere sposato, il 22 aprile 2012, la parrucchiera Tricianne Taylor. Anzi, John interpellato ha risposto alla prima miglie di non conoscere nessuna Taylor e di non ricordarsi di essersi sposato di nuovo. Peccato però che l'annuncio sul giornale "The Tennessean" confermi le ‘dolci' nozze!

REESE WITHERSPOON

Il padre di Reese avrebbe pure cercato di portare la Taylor alle nozze della figlia con l'agente Jim Toth ma la sicurezza le ha negato l'entrata. Ora Mary Elizabeth ha chiesto un'ordinanza restrittiva anche contro la nuova moglie del marito.

Povera Reese, dovrebbe essere un momento felice per lei: sposata con l'uomo che ama e incinta del suo bambino, invece deve preoccuparsi per questioni di famiglia...

KATY PERRY


3 - KATY PERRY SI TRASFORMA IN MORTISIA...

http://bit.ly/K862F4
Daily Mail -
Katy Perry e' una trasformista: un giorno porta i capelli rosa o turchesi e indossa un abito a fiorellini e un'altro ha i capelli tinti di viola, il trucco dark e abito nero come Mortisia della Famiglia Addams.

Con quest'ultimo look si e' presentata alle premiazioni a Culver City per i NARM Music Biz Awards 2012. Era l'immagine "Gothic Chic".
Le foto, nella gallery...


4 - TERZO ACCUSATORE DI JOHN TRAVOLTA: 12 MILA $ PER FARE SESSO SU UNA CROCIERA...

JOHN TRAVOLTA E KELLY PRESTON

http://bit.ly/LwpkFu
Celebuzz -
John Travolta ha gia' negato le accuse di molestie sessuali dei due massaggiatori che lo accusano. Ora anche un terzo uomo, Fabian Zanzi, il primo non anonimo, lo denuncia per lo stesso motivo.

L'impiegato cileno di una nave da crociera dice che, tre anni fa, la mega-star gli aveva offerto 12.000 dollari per fare sesso. Quando accadde, i supervisori di Fabian, non gli credettero e lo confinarono in cabina fino al ritorno a terra, licenziandolo.

Martin Singer, l'avvocato di Travolta sostiene che queste nuove accuse sono "ridicole" e che Zanzi stia solo cercando 10 minuti di fama.


5 - LA CANALIS INTERESSAVA AGLI AMERICANI SOLO PER CLOONEY...

GEORGE CLOONEY E ELISABETTA CANALIS

http://bit.ly/KQf7BD
Celebuzz -
Val Chmerkovkiy, l'ex partner di ballo di Elisabetta Canalis nel programma televisivo "Dancing with the Stars", ha raccontato che Eli si e' sentita "molto usata" dalla rete tv dopo la sua rottura con George Clooney.

Sperava di essere stata scelta per il programma solo per le sue doti che voleva risaltassero al massimo, invece durante lo show le chiedevano continuamente notizie del famoso ex.

ELISABETTA CANALIS

"Mi ha detto che questo comportamento la faceva sentire usata e si chiedeva: ‘vogliono me o mi vogliono solo per parlare di lui in tv?' Era visibile che Eli soffriva ancora nel parlare dell'ex", racconta il ballerino.

Dopo George, la Canalis ha avuto brevi relazioni con l'attore Mehcad Brooks e la star di "Jackass", Steve-O.


6 - IL MATRIMONIO DI ANGELINA E BRAD (MA SONO SOSIA)...

SOSIA DI BRAD PITT E ANGELINA JOLIE

http://bit.ly/IYfMFe
Us Magazine -
Vuoi vedere come sara' il grande giorno delle nozze di Brad Pitt e Angelina Jolie? In questa serie di foto finte create dall'artista Alison Jackson puoi!

La Jackson ha ingaggiato due attori sosia di Brad ed Angie e li ha vestiti come pensa farà la super coppia: Angie in abito bianco lungo con maniche trasparenti e Pitt in un completo grigio con cravatta dello stesso colore, occhiali da sole e capelli lunghi.

SOSIA DI BRAD PITT E ANGELINA JOLIE

Certo non sara' stato facile trovare i sosia della coppia piu' bella del mondo...
Guarda le foto e vivi la magica illusione...


7 - BRAD PITT HA INVITATO LA MIGLIORE AMICA DI JENNIFER ANISTON ALLE SUE NOZZE...

BRAD PITT PER CHANEL

http://bit.ly/IXgXUB
Now -
Brad Pitt ha invitato la migore amica dell'ex moglie alle sue nozze con Angelina Jolie. Courtney Cox ha accettato. Che bella amica! Brad e Courtney sono sempre rimasti in contatto anche dopo il suo divorzio dalla Aniston.

Una fonte dice che: "Prima non avrebbe mai accettato l'invito ma ora che sono tutti piu' grandi e i conflitti alle spalle non ha problemi a partecipare alla cerimonia". Ma aggiunge, "Jen e' rimasta un po' offesa".


8 - JACK LO SQUARTATORE ERA DONNA?...

JACK LO SQUARTATORE

http://bit.ly/IQuZIO
Newser -
Secondo una nuova teoria Jack Lo Squartatore, serial killer sadico che ha ucciso a Londra 5 prostitute in 10 settimane alla fine del 1800, potrebbe essere una donna.

Secondo l'autore John Morris, Jack lo Squartatore era Lizzie Williams, la moglie di un dottore reale di nome Sir John Williams. Morris sostiene che ci sonno diverse prove che insieme la collegano direttamente agli omicidi.

La Williams non poteva avere figli e questo spiegherebbe perche rimuoveva l'utero alle vittime; era un modo per vendicarsi contro le donne che potevano concepire. Lizzie dopo gli omicidi ha sofferto di un forte esaurimento nervoso.

Inoltre nessuna donna era stata violentata e pezzi di indumenti femminili erano stati ritrovati in una delle scene del crimine che non appartenevano all'ultima vittima.

DITA VON TEESE

Proprio Mary Jane Kelly (l'ultima vittima) era stata l'amante di Sir John Williams il marito di Lizzie, anche lui considerato un sospetto a suo tempo. Lizzie Williams e' morta nel 1912 senza essere mai stata interrogata sugli omicidi.


9 - DITA VON TEESE: “SONO ETERO CON FANTASIE LESBICHE”...

http://bit.ly/Jj19gN
Celebs -
Dita Von Teese ha iniziato il suo tour "Burlesque: Strip Strip Hurray" e ha rilasciato un'intervista a "The Advocate" nella quale ha parlato anche delle sue preferenze sessuali.

JENNIFER ANISTON E JUSTIN THEROUX

"Ora a 39 anni -dopo molta sperimentazione - ho realizzato di essere etero. E' un peccato perche' nei miei sogni ho molte fantasie sessuali sia con uomini che con donne", racconta la sexy star.


10 - PERCHE JUSTIN VUOLE LASCIARE LA ANISTON...

http://bit.ly/IXgul9
Hollywood Life -
Justin Theroux, il fidanzato di Jennifer Aniston, sarebbe stanco della sua relazione e desidererebbe tornare alla sua vita di prima.Lo rivela a "Star" una fonte molto vicina alla coppia.

L'attore si sente in colpa per aver lasciato la sua ex, Heidi Bivens dopo ben 14 anni di relazione, e vorrebbe mettere su famiglia, ma non con Jennifer! Justin pare sia convinto che lui e la Aniston siano incompatibili.

PREMIERE "BATTLESHIP": RIHANNA


11 - RIHANNA E ALEXANDER SKARSGARD ALLA PREMIERE DI "BATTLESHIP"...

http://bit.ly/IXhFBh
http://bit.ly/K239nc
Just Jared -
Rihanna, Alexander Skarsgard e Liam Neeson hanno sfilato sul tappeto rosso per la premiere del loro film "Battleship" a Los Angeles.

PREMIERE "BATTLESHIP": ALEXANDER SKARSGARD

Rihanna indossava un vestito bianco di Adam Selman, scollatissimo e con uno spacco vertiginoso che metteva in evidenza la figura fragile della cantante molto dimagrita. Ha accessoriato il look con sandali di Manolo Blahnik e gioielli di Neil Lane.
Le foto, nella gallery...


12 - JOHNNY DEPP NEGA LA SEPARAZIONE DA VANESSA
(MA CHI TI CREDE?)...

JOHNNY DEPP E VANESSA PARADIS

http://bit.ly/JIr655
People -
Dopo 4 mesi di chiacchiere continue sulla fine della storia d'amore durata 14 anni tra Johnny Depp e Vanessa Paradis, l'attore nega tutto. Alla premiere di "Dark Shadows" a Londra ha dichiarato di essere ancora innamorato di Vanessa e che voci di rottura sono solo bugie.

Peccato che la sua Vanessa non lo accompagni sul red carpet da oltre un anno e mezzo e che da quando e' uscita la notizia della separazione non sono mai stati visti insieme.


13 - LINDSAY LOHAN, NOTTE CON SAMANTHA...

LINDSAY LOHAN

http://bit.ly/JlUHSs
X17 -
Lindsay Lohan ha negato le voci di una possibile riappacificazione con la sua ex Samantha Ronson. Ma da foto e testimonianze di "X17" pare stia mentendo: Lindsay e Samantha hanno bevuto e festeggiato al nightclub di New York, Cabin Down Below.

Samantha poi ha riportato Lindsay al suo Hotel nel tardo pomeriggio del giorno seguente. Non solo hanno passato la notte insieme ma anche il giorno dopo.
Le foto in esclusiva nella gallery...

JUSTIN TIMBERLAKE E JESSICA BIEL


14 - L'ALTRA DONNA DI JUSTIN TIMBERLAKE...

http://bit.ly/JpPt6P
The Stir -
Jessica Biel e' stata chiara con il fidanzato Justin Timberlake: 'niente nozze se non parli con tua madre e le chiedi in po' di spazio'. Da quando è cominciata la loro love story Jessica ha dovuto sopportare che Justin avesse una seconda donna, sua mamma, Lynn Harless: impicciona, prepotente, sempre presente e troppo appiccicata al suo bel figlio.

MIRANDA KERR

Secondo "Life & Style" Jessica ha accettato di sposare Justin a condizione che Lynn non sarà troppo coinvolta nella loro vita. Nessuna donna giovane dovrebbe essere messa nella condizione di competere con la suocera per l'attenzione del marito. E le suocere devono stare alla larga!


15 - MIRANDA KERR A BORA BORA...

http://bit.ly/K6cQ8r
Daily Mail -
Miranda Kerr si sta godendo una vacanza a Bora Bora con il suo piccolo Flynn. La modella di Victoria's secret, perfetta come sempre, e' stata fotografata in bikini bianco sulla spiaggia.

SERENA WILLIAMS


16 - SERENA WILLIAMS RAPPER (AUDIO)...

TMZ - Ascolta la prima canzone della tennista campionessa Serena Williams, che ha deciso di voler diventare una rapper.

Ascolta qui:
http://bit.ly/JiYvoB


17 - EVA MENDES E RYAN GOSLING PASSEGGIANO IN LOVE...

EVA MENDES E RYAN GOSLING

http://bit.ly/INS35S
Just Jared -
Eva Mendes e Ryan Gosling passeggiano per le strade di New York tenendosi per mano e gustano caffè e dolcetti da Panya Bakery nell'East Village.
Le foto, nella gallery...


18 - LA KIDMAN FREDDA E ASSENTE COI FIGLI...

NICOLE KIDMAN E KATIE HOLMES

http://bit.ly/IYfRsH
Us Magazine -
Isabella e Connor Cruise, adottati da Nicole Kidman e Tom Cruise durante il loro matrimonio, vedono piu' spesso la loro ‘matrigna' Katie Holmes che i loro genitori. Tom ogni tanto passa del tempo con loro ma Nicole e' sempre molto distante (fisicamente ed emotivamente).

La Kidman vive per la maggior parte dell'anno in Australia. Ha avuto due bambine dal suo nuovo marito, Keith Urban. I figli adottivi Isabella e Connor li sente di tanto in tanto, rivela un insider aggiungendo che I figli provano più affetto per Katie da quando ha sposato il loro padre.


19 - J. LO BALLA APPASSIONATAMENTE COL SUO TOY BOY IN TV (VIDEO)...

JENNIFER LOPEZ E CASPER SMART

Dailuy Mail - Jennifer Lopez e Casper Smart hanno dato spettacolo sullo stage di "American Idol" con una performance incredibilmente sexy.

JENNIFER LOPEZ E CASPER SMART

La coppia ha ballato insieme con molta passione: Jennifer cantava in un body fatto interamente di swarovski e Casper in jeans e senza t-shirt.
Guarda le foto nella gallery...

Guarda il video sexy qui:
http://bit.ly/INRYPK


20 - LE STAR SUPER PELOSE...

STAR PELOSE

http://bit.ly/IXhh5K
Radar Online -
Non tutte le star sono sempre perfette. Alcune sono super pelose e dimenticano di depilarsi sotto le ascelle (come Julia Roberts, Lady Gaga e Beyonce) o di farsi la ceretta ai baffi (come Tyra Banks). Alicia Keys ha perfino i peli sullo stomaco.

"Radar" ha tutte le foto imbarazzanti.
Scoprile tutte nella gallery...


21 - NON E’ LA FINE DEL MONDO! L’ALTRO CALENDARIO MAYA...

http://bit.ly/INRWaz
Atlantic Wire -
Alcuni archeologi hanno riportato alla luce quello che dicono sia la più antica versione conosciuta del calendario Maya e uno che non "finisce" con la distruzione della Terra entro la fine dell'anno.

Secondo Brian Vastag del "Washington Post", i ricercatori che hanno scavato la città "perduta" di Xultún nell'attuale Guatemala hanno scoperto nuove tavole astronomiche scavate nella parete di un "edificio residenziale vecchio di1200 anni."

MAYA

Proprio come i codici Maya che i teorici della cospirazione dicono predire la fine del mondo, queste tavole contengono tabelle che tracciano i movimenti planetari, della luna e delle stelle, e sono in grado di prevedere le posizioni dei corpi celesti migliaia di anni nel passato e nel futuro.

Numerose previsioni catastrofiche sono basate sulla pretesa che certi codici noti precedentemente, come il famoso Codice di Dresda, tracciano l'intera lunghezza della storia umana, ma si fermano misteriosamente il 21 dicembre 2012 come se i Maya sapessero che quello sarebbe stato l'ultimo giorno, degli uomini, sulla terra.

MILLA JOVOVICH

Tuttavia, gli archeologi dicono che queste tabelle scoperte di recente - piu' antiche di tutte di ben 500 anni - durano nel tempo per oltre 7.000 anni. Che fortuna!


22 - MILLA JOVOVICH SENZA MUTANDE?...

MILLA JOVOVICH

http://bit.ly/IIsIvw
http://bit.ly/KMsyID
Egotastic! e Socialite Life -
Milla Jovovich ha dato spettacolo sul set del nuovo film quando per abbracciare la sua co-star le si e' alzato il vestitino rivelando per intero il suo lato b.

"Egotastic" specula che la star non portava le mutandine ma nelle foto di "Socialite Life" pare indossase un piccolo tanga color carne.
Guarda le foto nella gallery...


23 - LE FERRARI PIU' COSTOSE DEL MONDO (FOTO)...

FERRARI GTO 250 1963 (33 MLN DI $)

http://tgr.ph/J39xRI
The Telegraph -
Ecco le 11 Ferrari piu' (spettacolari) costose del mondo.
Scoprile tutte e i loro prezzi esorbitanti nella gallery...


24 - IMOGEN THOMAS SUPER SEXY PER "NUTS"...

IMOGEN THOMAS

http://bit.ly/K86u69
Egotastic! -
La glamour model inglese Imogen Thomas ha posato seducente in un photoshoot per la rivista maschile "Nuts".
Le foto, nella gallery...


25 - LA CONIGLIETTA PLAYBOY DEL 2012 (FOTO HOT) ...

JACLYN SWEDBERG: CONIGLIETTA PLAYBOY 2012

http://bit.ly/IQuXQY
Us Magazine -
Il ‘povero' Hugh Hefner, 86, ha avuto una dura giornata di lavoro: ha dovuto presentare la 21enne californiana Jaclyn Swedberg con l'onore di essere la Playboy Playmate 2012 (Coniglietta Playboy dell'anno) alla Playboy Mansion, dove vive a Los Angeles.

Guarda le foto piu' hot che l'hanno portata a vincere ‘l'ambito' titolo nella gallery...

JACLYN SWEDBERG: CONIGLIETTA PLAYBOY 2012

 

ECCO L’INCREDIBILE TESTO DELLA MOTIVAZIONE DEL PREMIO SPECIALE E "A SORPRESA" AL CAVALIER BANANONI

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1- PREMIO GUIDO CARLI
Dal "Corriere della Sera" - L'ex premier Silvio Berlusconi ieri ha ricevuto il premio "Guido Carli 2012". Gli è stato consegnato a sorpresa dalla nipote dell'ex governatore della Banca d'Italia, Romana Liuzzo. L'ex premier ha parlato a braccio per una decina di minuti. Poco prima che entrasse, però, Gianfranco Fini, che aveva presenziato alla cerimonia, ha lasciato la sala.

GIURIA DEL PREMIO GUIDO CARLIBERLUSCONI-E-ROMANA-LIUZZO


2- COSE MAI VISTE
Ecco il testo con la motivazione dell'incredibile premio speciale e "a sorpresa", ha scritto il Corriere della sera oggi, al Cavalier Bananoni, così come l'ha letto il presidente dell'associazione Guido e Maria Carli, Romana Liuzzo, nipote diretta del defunto governatore della Banca d'Italia (il presidente onorario è, ma guarda un po', Gianni Letta).

"Poliedrico, imprevedibile, lavoratore tenace e grande comunicatore, il nome di SB è intrecciato con la politica e l'economia dell'Italia: una storia personale che fa già parte della nostra storia nazionale. Nei primi anni Ottanta ero ancora molto giovane, chiesi a mio nonno una sua opinione sul fenomeno Berlusconi. Mi rispose profeticamente: "E' un grande imprenditore, farà strada".

berlusconi- finigianniletta

Così è stato: il successo l'ha seguito come cotruttore prima e come tycoon televisivo poi. Potremmo dire che l'attività principale di SB è stata quella di coronare sogni. L'ha fatto anche in politica creando dal niente un grande partito, Forza Italia, portandolo alla vittoria nel primo confronto elettorale, poi il Pdl, e siamo arrivati ai nostri giorni, con una storia ancora tutta da raccontare.

Per queste ragioni e per molte altre riteniamo SB, quattro volte presidente del Consiglio...per ora, meritevole del Premio Guido Carli alla carriera".

 

BONCO FA 80 ANNI! - “CON AMBRA NACQUE UNA FENOMENOLOGIA DEL CAZZO, MA LEI FU BRAVA”

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Malcom Pagani per il "Fatto quotidiano"

GIANNI BONCOMPAGNI DUE MAESTRI DI VITA GIANNI BONCOMPAGNI RENZO ARBORE

Ottant'anni. Libertà. Vestirsi in tuta, vivere in ciabatte, uscire per vedere sul volto degli altri il riflesso di uno scherzo. "Il mio mantra è presto è male". Sono sempre stato pigrissimo, ma al gioco non ho rinunciato mai. Ideiamo burle delinquenziali, le studiamo e le mettiamo in atto". Gianni Boncompagni aspetta il tempo nella vasca a nord di Roma nella quale si rifugiò al principio dei '60. Vetrate ampie, terrazze, luce che filtra e riempie il pomeriggio. San Pietro all'orizzonte, miniature di madonne alternate a dischi, quadri, fotografie. Più profano che sacro. Più gaudio che penitenza. Per una gag, Boncompagni si farebbe prete.

L'ultima, Gianni?
Pazzesca. Io e un mio amico toscano siamo andati in via della Conciliazione.

boncompagni carra dago CARLO ROSSELLA GIANNI BONCOMPAGNI

Visita pastorale?
Quasi. Negozio di arredi sacri gestito da filippini obbedienti, buoni, cattolici e timorati. "Buongiorno, siamo due sacrestani, il nostro parroco ha 98 anni e un'inspiegabile ossessione per il crocifisso. Vorrebbe portarlo sempre, ma ne cerca uno molto leggero".

Vi hanno arrestati?
Ci hanno lasciato parlare mostrandoci orribili crocifissi di tutte le fogge. A un certo punto decidiamo di variare: "Avreste un ostensorio?". Ce ne portano alcuni davvero mostruosi. In plastica. Io fingo un malore: "No, no, no, no". Mi siedo, chiedo un bicchier d'acqua, altero la voce.

Nessuna vergogna?
Ora arriva il bello. Mi riprendo e ricomincio: "Avete ostie? Sa, il nostro fornitore è di Ostia, lì c'è il mare e ai fedeli arrivano umide".

Boncompagni qui c'è la scomunica.
Il venditore non capisce la battuta allora, deluso, decido di esagerare. "L'altro giorno un anziano ne ha inghiottite 10 tutte assieme". Simulo uno strozzamento, ricomincio a urlare, esco sulla strada. Ci siamo dileguati in due minuti.

Sembra il copione di Amici miei.
Siamo toscani. Gli schiaffi ai passeggeri del treno non li ho dimenticati. Ho viaggiato anche io, sa?

In Svezia, a 18 anni.
Fuga da Arezzo. Dove, non scherzo, non c'erano neanche i segnali stradali e in cucina, illuminava una lampadina da 2 watt. In Svezia feci la fame. Entravamo nei supermercati, il mio complice distraeva la cassiera e io mi appoggiavo al banco della margarina. Dieci secondi e divoravo un panetto.

chiambretti festa21 boncompagni freccero

Pure ladro?
Per necessità. La svolta arrivò con i giornali. Mi facevo inviare piccole storie di grandi scrittori pubblicate dalla Domenica del Corriere, le traducevo e le presentavo come fossero mie.

E le davano retta?
Certo. C'era una cavallona simpatica che faceva da tramite: "Al direttore le tue storie piacciono molto". Così, ben pagato, tirai avanti un paio d'anni. Fino a quando al direttore, il plagio delle novelle non piacque più.

E lei?
Rimasi di merda. L'ultima l'avevo copiata da Agatha Cristhie. Provai a dirlo, ottenendo la stessa indifferenza.

GIANNI BONCOMPAGNI CON ELENA PAPPALARDO

In Svezia fece anche l'autista.
Scorrazzai Salvatore Quasimodo per quattro giorni. Botticella non c'era e il poeta si annoiava molto. Una mattina si rivolse a me e a Schiavo, un fotografo che mi accompagnava: "Ma qua non si fotte mai?".

Lo accontentaste?
Ridemmo, ma lo placammo. "Maestro, non dica così. Qui di certe cose non si parla, venga a vedere i fiordi".

Lei si sposò e fece tre figlie.
Ragazzo padre e in un secondo momento, genitore separato con responsabilità. Eravamo già a Roma. Mia moglie scappò con un altro, io ebbi l'affidamento delle bambine.

Caos?
Relativo. Ci siamo sempre divertiti. Io, Arbore, Raffaella Carrà. Alla fine, se mi guardo indietro, rivedo un simpatico cazzone. A Roma io e Marenco, uno sbarellato di genio, andavamo dalle turiste svedesi.

ENRICO MENTANA E GIANNI BONCOMPAGNI

A concupirle?
No, a giocare. Approcciavamo in un inglese improbabile: aiuork in banc, aiem a cascier. Poi salivamo di tono e dialogavamo come dite in svedese ai loviu?.

E quelle?
Rispondevano. La mia idea era inventare frasi assurde, farle ripetere nella loro lingua, veder crescere lo stupore e poi iniziare a ripetere i concetti in perfetto svedese. Costruzioni come: "Il mio cane morde sempre una scacchiera bianca e rossa". Volevo durasse ore, Marenco si stancava quasi subito.

Lo svedese le servì.
Quando usciva un film di Bergman mi chiamavano per adattare i dialoghi. Dialogavo con il suo tramite. Gustav Molander. Uno che godeva della fama di Omero. Gli telefonavo: "Questa frase del sommo vate - il cielo è come Orlando - io non la capisco". Lui avvertiva Bergman e la risposta era sempre la stessa: "Il maestro dice che va benissimo così. Traduca. Non interpreti. Non osi".

Boncompagni ee Renzo Arbore

Poi venne la radio.
Alto gradimento. Gioia pura. Nella prima puntata mi lanciai. Elenco delle parole disdicevoli, vietate.

Esempi?
Membro, divorzio, sudore, peli. Non mi cacciarono e continuammo sfregando l'ironia fino alla consunzione.

Scrisse anche canzoni.
Tante. Con Il mondo di Jimmy Fontana, 20 milioni netti di lire, comprai la prima casa. Ma non sono mai stato venale. Mi pagavano bene e non mi sembrava di faticare.

GIANNI BONCOMPAGNI

Lei ha fatto molta tv.
Pochi soldi, ottimi ascolti. Decine di programmi.

Freccero dice che la Rai di fine anni 70 produceva cose orribili.
Ha ragione. Carlo ce l'ha quasi sempre. Robaccia, come il 90 per cento delle puttanate che vengono trasmesse.

Però le ha fatte.
Gliel'ho detto, mi divertivo. Evadevo. Sperimentavo.

Oggi?
Non me ne importa più niente. La Rai è in preda al caos. Al vuoto. E quell'epoca è finita per sempre. Mi sono rimasti gli amici. In ogni caso ho un sogno.

Quale Boncompagni?
L'istituzione di una Guantanamo per la tv. Io nelle vesti di capo unico e indiscusso e i penitenti, colpevoli di inventare programmi orrendi, in grisaglia arancione. Pene corporali ci vorrebbero, altroché, in questo stagno di raccomandati.

Boncompagni e Arbore negli studi di Radio

Il format è morto?
Mi ripugna la sola parola. Un po' come la Maremma.

Che c'entra la Maremma.
Ho una casa, la comprai decenni fa, non ci vado mai. Una cupezza. Una malinconia che non le so dire.

Lei è stato sempre duro con i giovani.
Quando scoprii che le mie figlie davano del tu al preside del loro Liceo persi la testa. E che cazzo. C'è un limite a tutto.

Severo.
I ragazzi son destinati a rincoglionirsi. Li frequento e li trovo indietro. Non vanno mai da nessuna parte, figliano, si annoiano, si tradiscono, vanno a Ibiza in vacanza. Dovrebbero istituire una legge: "Vietato andare a Ibiza salvo permessi speciali per malattie incurabili". Luogo terrificante.

0 ambra angiolini 007

L'auricolare di Ambra, era voluta provocazione?
No. Fu un lampo. Lei parlava con le mie parole. Nacque una fenomenologia del cazzo, ma lei fu brava. Le riservavo nelle orecchie battutacce oscene e lei non perdeva un colpo. Poi si lamentava, ma era troppo tardi.

Non è la Rai.
Le ragazze erano bellissime, capolavori. Ma il clima non era mignottesco. Irene Gergo recitava da kapò. Se vedeva una punta di rossetto espelleva la figurante. Un giorno negli studi arrivarono centomila persone. I manifesti sparsi ovunque, lo zio Sam con il volto di Ambra: "I want you". Un delirio.

Inventato da Gianni il comunista.
Con Raffaella Carrà andavamo a festeggiare sotto Botteghe oscure. Sempre votato Pci, da posizioni laiche.

Il futuro?
Ho comprato un'abitazione a Porta di Roma. Da lì vedo la città. Scendo e ho il supermercato. L'ideale per la mia pigrizia.

Non si nasconda, Gianni.
A 80 anni? Sa cosa penso quando rifletto sull'età?

Cosa?
Che non me ne frega niente. Cammino un po' storto. Non ho più 70 anni. E allora?

 


LA SANTADECHÉ VUOLE PRESENTARSI ALLE PRIMARIE PDL E FARE IL CANDIDATO PREMIER NEL 2013

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Fabrizio Roncone per il "Corriere della Sera"

ALFANO lapr24 daniela santanche mare

Brutta questa cosa che ha detto su Alfano.
«Bruttaaa? Io su Alfano non ho detto proprio un bel niente, capito?».

Onorevole Daniela Santanchè...
«Non ho detto proprio un bel niente, va bene?».

Le agenzie stanno battendo brani di un'intervista che lei ha rilasciato sul numero di maggio del mensile free press Pocket...
«Mhmmm...».

Ricorda?
«Ma sono dichiarazioni che avrò rilasciato più di un mese fa e...».

Lei ha detto: «Alfano sta svolgendo bene il ruolo di segretario. Fare il premier, comunque, è un'altra cosa».
«E perché, scusi, le risulta sia la stessa cosa, specie quando l'ultimo vero premier di questo Paese è stato quel genio assoluto di Silvio Berlusconi?».

Lei, in quell'intervista, ha poi aggiunto un'altra dichiarazione piuttosto inattesa: «Potrei presentarmi io alle primarie per la scelta del candidato premier del Pdl». Conferma?
«Allora, mi ascolti bene, e se non capisce me lo dica, che le ripeto tutto, perché qui non posso essere fraintesa... Quindi, partiamo da un presupposto: e cioè che, secondo me, il candidato premier nel 2013 dovrebbe essere Berlusconi».

Silvio Berlusconi saluta Daniela Santanchè

Ancora?
«Certo! Vede, io fatico a pensare che le ultime elezioni non siano andate bene per noi, e sa perché? Perché per tutta la campagna elettorale Berlusconi non ci ha mai messo la faccia. Ce l'avesse messa, io sono sicura che...».

La faccia ce l'ha messa Angelino Alfano, che è il segretario del partito.
«Non m'interrompa... Ripeto: per me, il candidato premier dovrebbe essere il Cavaliere. Perché con lui potremmo essere ancora vincenti. Detto questo, io mi fido così tanto di lui che se poi, al posto suo, indicasse come candidato pizza e fichi, io mi terrei pure pizza e fichi... Tutto questo, naturalmente, se il partito non deciderà invece il percorso delle primarie. A quel punto, ma solo a quel punto, sì, io mi candiderei».

Gira voce che alcuni sondaggi riservati del Cavaliere diano lei, onorevole, avanti ad Alfano nei gradimenti del Pdl.
«Io non li ho visti... io non li conosco, questi sondaggi... Perciò non posso... E comunque...».

Cosa?
«No, dico... No, ecco, adesso ho un dubbio...».

DANIELA SANTANCHE SILVIO BERLUSCONI

Quale?
«Lei mi sta intervistando, giusto? Questa è un'intervista, vero?».

Sì, certo.
«Appunto: allora vorrei che si capisse che io non ho nulla contro Alfano, ma proprio niente niente niente. Solo vorrei sentirmelo dire da Berlusconi che lui è il nostro candidato premier. Tutto qui».

E, secondo lei, il Cavaliere annuncerà una cosa del genere?
«Mah, non mi pare un problema all'ordine del giorno. Il partito deve ritrovare una sua identità e... ».

La Santanchè sbrocca: mi sono rotta le balle, si sciacqui la bocca

Lei candidata alle primarie del Pdl: che reazioni pensa ci sarebbero all'interno del partito?
«Oh, beh... temo che la mia candidatura sarebbe accolta con molti bronci. Sarei fuori dalla liturgia. Si sa come sono fatta, io. Dico quello che penso, magari parlo con la pancia, d'istinto, magari qualche volta posso essere sopra le righe, però certo sono molto distante da quel tipo di politico vestito di grigio, che non si capisce mai bene cosa pensi realmente, e che dice sì, dice sempre sì a tutto...».

(L'intervista sembrava non dovesse chiudersi mai. La Santanché, con i toni che conoscete, continuava a ripetere: «Ora però non mi metta nei casini, eh? Cosa scriverà? Ha capito quello che le ho detto? Allora, mi ascolti, le ripeto solo questo concetto: io penso che...».).

 

 

 

È PEGGIO LA CRISI VISTA DA UN TEDESCO O DA UN POETA? PEGGIO DA UN POETA TEDESCO!...

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colloquio con Hans Magnus Enzensberger di Stefano Vastano per "l'Espresso"

Enzensberger

Sono un figlio della crisi. Potrei rinunciare subito alla buona metà di ciò che possiedo... Parole di Hans Magnus Enzensberger, uno dei più creativi intellettuali tedeschi, domenica 13 maggio ospite al Salone del Libro di Torino.

Nato a Kaufbeuren, presso Monaco, nel 1929, l'anno del crac a New York, nel corso della sua carriera ha pubblicato album di poesie e traduzioni, saggi di storia, di politica e di matematica. Nel suo atelier, le cui finestre danno sui tetti di Monaco, dice (e un lampo di ironia si accende nei suoi occhi di lince): "Oggi tutti straparlano di crisi. Ma nessuno si pone la domanda perché, nei supermercati, abbiamo bisogno di 125 tipi di yogurt".

antonio gramsci

Per parlare della crisi partiamo dagli errori e fallimenti personali cui lei ha dedicato il suo più recente libro ("Tutti i miei flop preferiti" in uscita con Einaudi). Perché sono importanti ?
"Perché gli errori ribadiscono quel che le nostre mamme ci insegnavano: "Non ti lamentare figlio mio!". Nella vita, come nella cultura o in politica, non bisogna essere troppo ambiziosi. Imparare dai propri fallimenti, oltre che giusto dal punto di vista etico, è utile. Chi impara dai propri errori vive più sano. Guardi me e la mia carriera artistica: le sembro il classico intellettuale tedesco, introverso, pieno di prosopopea e tic?".

Nonostante sia nato 83 anni fa in Germania, pare sia una persona molto viva e allegra.
"La mia vita dimostra che i cliché che circolano su noi tedeschi - arcigni, chiusi e sempre un po' nazisti - sono fasulli. Così come lo sono le idee che molti giovani si fanno sulla vita intellettuale".

A quali idee si riferisce?
"Oggi ognuno pretende di essere artista. Tutti, in Occidente, sfornano poesie, romanzi, producono installazioni, film e musica. E ognuno vuole vivere i suoi trionfi artistici. Questi giovani hanno dimenticato che la cultura è un'industria come ogni altra; oggi anzi il settore più importante dell'economia globale. Nell'economia però non regna l'altruismo, ma le dure leggi della competizione e di mercato. In economia, come in cultura, per l'appunto, vale la lezione di Beckett: "Impara a fallire meglio!".

Marx karl

La crisi finanziaria è partita nell'ottobre 2008: possibile che da allora non abbiamo capito niente del senso delle crisi?
"L'uomo è un animale inquieto ma capace di rigirare in positivo i suoi flop. Faccio due esempi. Osip Mandelstam (uno dei più grandi poeti russi, ammazzato da Stalin nel 1938, ndr.) e Antonio Gramsci. La loro grandezza sta nel fatto che, nonostante i tentativi d'ucciderli, Mandelstam è riuscito a scrivere poesie nel gulag e Gramsci i suoi "Quaderni dal carcere". Non dimentichiamoci mai che, al confronto delle catostrofi dei sistemi totalitari, le crisi che attraversiamo oggi sono paradisiache. Io la ricordo la Germania a pezzi dopo il nazismo, e so quel che dico".

Il confronto con le crisi degli anni Trenta può consolare chi oggi non ha lavoro?
"Il punto non è come consolare la gente. Ma come affrontare le crisi. I grandi artisti traggono profitto dalle realtà più desolanti. Ma sono gli scienziati i migliori ad affrontare le crisi. Nella comunità scientifica è la cosa più normale spingersi alle frontiere del sapere, al limite dell'ignoto. Oggi i giovani più brillanti fuggono dalla politica e dai media, attratti dai nuovi confini delle bio-ingegnerie o dai labirinti del cervello. Vivere nell'insicurezza, compiere fecondi errori è nella scienza un punto d'onore".

A proposito di insicurezze e abitudini: c'è un popolo che più dei tedeschi ha bisogno di sicurezze?
"Effettivamente, per noi tedeschi la sicurezza è una mania ancestrale. Qui a Monaco, a due passi da casa mia, c'è la centrale di Allianz. Sarò blasfemo: ma le compagnie di assicurazioni mi sembrano le chiese più frequentate dai tedeschi. Siamo così abituati a voler prevedere danni che non ci basta assicurare il posto di lavoro o la vita, ma ogni carie dei denti e diottria degli occhi".

Ma la crisi economica non è immaginaria. O crede che, più che in una stretta economica, ci troviamo in una crisi morale?
"Quando leggo il classico, Adam Smith, ho l'impressione di trovarmi in ambito scientifico. Mentre gli economisti di oggi si danno invece a pratiche esoteriche: come quantificare rendite e derivati".

Beckett

Saranno esoteriche, le pratiche, ma procurano redditto, oppure fanno crollare i mercati.
"Certo. Però durante la maggior parte della nostra vita svolgiamo attività non quantificabili, che non procurano né utili né rendite. E allora, mi pongo la domanda: è la vita che non è economica o l'economia oggi non è una scienza? Perché c'innamoriamo e perché, nonostante la crisi, all'ultimo Capodanno abbiamo sparato più fuochi d'artificio che mai?".

Eppure, negli ultimi anni, abbiamo assistito a un ritorno di fiamma di Marx.
"Non ci trovo nulla di male nella rinascita di Marx. Non conosco inno più accorato al capitalismo di quello che lui ha cantato nella prima parte del "Manifesto comunista". Il grande filosofo Walter Benjamin è stato uno dei pochi a percepire in Marx "l'artista della demolizione". Come profeta del futuro però non funziona".

Profetico sulla catastrofe del consumismo è stato un poeta: Pier Paolo Pasolini.
"Sì, Pasolini ha svolto mansioni profetiche nell'Italia degli anni '60 e '70. Oltre a quelle però è stato poeta e romanziere, regista e giornalista. Sinceramente, non so se questo modello di intellettuale interventista e pronto a tutto, così onnivoro, sia ancora oggi possibile, auspicabile ed esportabile al di fuori di quel contesto storico specifico dell'Italia".

Torniamo allora al sistema capitalistico oggi.
"Agli inizi del 21 secolo abbiamo a che fare non con un sistema, ma con molti modelli, divergenti, di capitalismi. Il modello scandinavo non ha nulla in comune con quello sudamericano né questo con quello asiatico, per non parlare delle differenze tra il sistema nipponico e il gigante cinese. Se aguzziamo la vista e notiamo le differenze, vediamo i grandi sistemi e le definizioni astratte sgonfiarsi come palloncini: giocattoli belli, ma inutili a capire la realtà".

Ma non c'è un minimo tratto comune ai vari mondi capitalistici?
"Sì, l'energia prometeica al fondo d'ogni modello capitalistico, che gli consente di sopravvivere mutando forma a ogni crisi. Ecco perché come sapevano bene i nostri padri spirituali, crisi e fallimenti sono le medicine più importanti della nostra vita".

Chi sono questi padri ?
"I nostri patroni dell'illuminismo: l'acuto Voltaire, lo scettico Montaigne; il curioso Diderot o il materialista illuminato Leopardi. Loro sapevano che ogni impresa umana, soprattutto l'impresa economica, è un rischio. Per condurla in porto, oltre a una dose di razionalità e di sano scetticismo, ci vuole entusiamo, coraggio e un pizzico di fortuna. Tutte virtù che nell'Europa di oggi, innamorata dei facili successi, tendiamo purtroppo a dimenticare".

A proposito di insuccessi: l'Europa è un flop?
"Se qualcuno con un paracadute mi buttasse da qualche parte in Africa, America o Europa, intuirei subito, riaprendo gli occhi, dove sono atterrato. So cosa significa essere nato e cresciuto in Europa. Ma il senso dell'idea europea o, peggio, di una elefantiaca costruzione burocratica di nome Ue mi sfugge. L'unica certezza che ho, è che si tratta di un giocattolino politico piuttosto costoso".

 

MONTEZEMOLO S’È DECISO A SGUINZAGLIARE “ITALIA FUTURA” ALLA CONQUISTA DELLA CLOACA DEI MODERATI

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Elisa Calessi per "Libero"

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO Luca-Cordero-di-Montezemolo

La prudenza, come sempre, è massima. E molto dipenderà dalla legge elettorale con cui si andrà a votare. Ma le elezioni amministrative appena passate, con il crollo del Pdl, a cui non ha corrisposto un successo del Pd e men che meno del Terzo Polo, hanno convinto Luca Cordero di Montezemolo che le «condizioni» ci sono. Per lanciare quell'«offerta nuova», rivolta a «liberali, riformisti e moderati», che Italia Futura va teorizzando da tempo.

A confermare quest'analisi si è aggiunto un recentissimo sondaggio che ha fatto andare su di giri il gotha della fondazione montezemoliana. Risulta che se alle elezioni del 2013 si presentasse una lista Italia Futura, guidata da Montezemolo, arriverebbe al 24%. E prenderebbe a destra, al centro e a sinistra. Lo studio è girato anche in Confindustria, dove si guarda con attenzione alle mosse dell'ex presidente di viale dell'Astronomia.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

ALTERNATIVI AL PD
Ma c'è un'altra novità. Il presidente della Ferrari si è convinto che il nuovo contenitore dovrà, necessariamente, avere come «competitor» la sinistra. Ovvero quel Pd che, con Pier Luigi Bersani, ha deciso di «seguire le orme di Hollande». Anzi, «di collocarsi persino più a sinistra di Hollande», come riflette uno dei collaboratori del think tank. «Queste elezioni», spiega a Libero Marco Simoni, giovane professore di Economica politica alla London School of Economics e membro del comitato direttivo di Italia Futura, «hanno confermato un vuoto di rappresentanza.

Non c'è solo il crollo del Pdl. Se è vero che il Pd mantiene consensi, in alcune aree del Paese ha perso una valanga di voti». C'è, insomma, «una gigantesca domanda di politica che non trova sbocco». A destra o a sinistra? Simoni, che viene dal Pd, rifiuta queste categorie. «Io non so se cambiare la struttura dello Stato, rivedere la spesa pubblica, modernizzare il Paese, vincere le tante consorterie sia di destra o di sinistra. Ma serve questo».

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Fatto sta che, nei giorni scorsi, Montezemolo ha incontrato Silvio Berlusconi. Certo, si è visto (o sentito) anche con altri leader. Tra cui Matteo Renzi, con cui da mesi è avviato un dialogo. Ma, rebus sic stantibus, Montezemolo ha capito che il «vuoto» da riempire è lì. Dove si trovano quegli elettori moderati, liberali e riformisti che, orfani di Berlusconi, in queste elezioni o sono rimasti a casa o hanno votato Grillo.

SILVIO BERLUSCONI jpeg

Il progetto non è certo di mettersi alla guida del Pdl. Piuttosto di lanciare un soggetto nuovo, con classe dirigente nuova, età media bassa e pochi politici di professione, che si rivolga a quel target. Ma senza - questa è la svolta - chiudere le porte a pezzi di classe dirigente del Pdl. Le porte d'Ercole separeranno a sinistra dal Pd, a destra dalla Lega e da eventuali partiti di destra. Ma se pezzi del Pdl più liberali volessero aderire, non ci saranno preclusioni. Così come per quel che resta del Terzo Polo, ormai sciolto da Pier Ferdinando Casini.

PIERLUIGI BERSANI

Spiega a Libero un dirigente di Italia Futura: «Potranno esserci anche singoli esponenti del Pdl. Certo, chi ha avuto un peso in questi anni, chi ha ricoperto ruoli di primo piano, dovrà fare un passo indietro. Ma chi non è stato nella stanza dei bottoni, potrà far parte del progetto». Magari con una formula che mantenga la freschezza dell'offerta, nello stesso tempo consentendo un approdo alla parte più liberale e riformista del centrodestra. L'idea su cui si ragiona è di dare vita a una federazione di moderati che abbia come perno principale la lista di Italia Futura e come satelliti i liberali del Pdl e quel che resto del Terzo Polo. Non, però, un'operazione che fonda stati maggiore esistenti. Piuttosto il lancio di un «cantiere» guidato da una classe dirigente nuova, ma a cui possano aggregarsi esponenti che ora militano in altri partiti.

I CONTATTI CON SILVIO
Il piano di Montezemolo si incrocia coi progetti di Berlusconi, ansioso di archiviare il marchio Pdl per dare vita a un soggetto più snello e 2.0. Formato dai berlusconiani più stretti, da under 30 e con un modello di partecipazione basato sui social network. L'operazione mette in conto una scissione dell'attuale Pdl, con gli ex An a creare un un altro partito. L'ex premier pensa a nuova Casa delle Libertà, ma guidata da Montezemolo.

MATTEO RENZI

Ciò su cui la visione del presidente della Ferrari non collima con quella di Berlusconi è dove fissare i confini. Il primo vorrebbe lasciar fuori Lega e ex An. Il secondo vorrebbe tenere dentro tutti. Ma questo dipenderà dalla legge elettorale e da quello che si aggregherà attorno a Italia Futura. Molto probabilmente saranno della partita anche alcuni esponenti del governo (per esempio Corrado Passera). L'importante, si dice in Italia Futura, è che non si dia l'impressione di una fusione di nomenclature.

DOPO I BALLOTTAGGI
I tempi, comunque, non saranno lunghissimi. Già per la prossima settimana Montezemolo ha convocato una riunione con i vertici della fondazione. Poi vedrà i referenti regionali. Quindi i parlamentari, sparsi un po' in tutti i partiti, che sono interessati al progetto. Subito dopo i ballottaggi dovrebbe poi presentare una legge di iniziativa popolare sul finanziamento dei partiti. Le associazioni territoriali di Italia Futura spingono perché si faccia il salto verso un movimento politico vero e proprio. Il vero freno è capire con quale legge elettorale si voterà. «Per questo», spiegano, «Luca vuole aspettare l'estate».

CORRADO PASSERA

Ma la crisi del Pdl potrebbe risolvere anche quel problema. Come riflette un dirigente di Italia Futura, «si sta consolidando una destra perdente e una sinistra maggioritaria. Ma nessuna delle due risponde all'elettorato moderato. E nemmeno il terzo polo. C'è una prateria da conquistare, tanto più ora che la sinistra (cioè il Pd, n.d.r.) ha deciso di andare per conto suo, riproponendo lo schema di Vasto». Ma non sarà il nuovo terzo polo. La logica in cui Montezemolo si muove è bipolarista.

PIERFERDINANDO CASINI FRANCESCO RUTELLI GIANFRANCO FINI

Naturalmente questo progetto potrebbe entrare in collisione con il Partito della Nazione che Casini vuole costruire. E che punta allo stesso obiettivo: conquistare i voti in libera uscita dal Pdl. A meno che i due non decidono di lavorare insieme. Forse anche per questo il leader dell'Udc ha deciso di liquidare in tutto fretta gli altri due azionisti del Terzo Polo, Fini e Rutelli. Se c'è da trattare con Montezemolo, meglio essere da soli.

 

 

CERCHEZ LA STECCA - “A SIENA FINIRÀ L’ERA DI BABBO-MONTE” DICE IL PRESIDENTE TOSCANO ENRICO ROSSI

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ENRICO ROSSI

1- MPS: ROSSI, FINIRA' L'ERA DI 'BABBO-MONTE'
(ANSA) - "A Siena finirà l'era di babbo-Monte": né è convinto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, riferendosi alle recenti vicende che hanno coinvolto il Monte dei Paschi di Siena. "Siena per prima e la Toscana a seguire - ha detto Rossi parlando con l'ANSA - hanno bisogno di una moderna impresa finanziaria. Questo chiediamo di essere al Monte. Gli chiediamo anche che resti fortemente impegnato sul territorio regionale. Ma anche qui chiarendo che poi spetta al Monte decidere come, quando, dove e se impegnarsi".

mps

"Quanto alle riorganizzazioni interne, se saranno necessarie, è competenza del management decidere. Io mi limito a dire che in questa regione l'esperienza dei fatti ci dice che sempre sulle ristrutturazioni aziendali si è trovato il punto di equilibrio e che mai è accaduto che per l'opposizione dei lavoratori dipendenti siano state impedite azioni di rigore e prospettive di sviluppo", ha proseguito Rossi riferendosi poi all'inchiesta della procura di Siena.

"Quanto alle indagini - ha infatti detto Rossi - mi limito ha rilevare che esse riguardano non certo solo il Monte dei Paschi di Siena, ma un po' tutto il sistema bancario del Paese che, in ogni caso, si rivela più solido di quello di altri Paesi". "La verifica di legittimità - ha concluso il presidente della Toscana - è un atto dovuto da parte della magistratura e, di questi tempi, direi addirittura fisiologico. Se poi saranno accertate eventuali responsabilità, chi ha sbagliato dovrà pagare".

FRANCO CECCUZZI


2- CECCUZZI E BEZZINI,VALUTARE MODIFICHE STATUTO FONDAZIONE

(ANSA) - Modificare lo Statuto della Fondazione Mps. Lo hanno proposto Franco Ceccuzzi e Simone Bezzini, sindaco e presidente della Provincia di Siena, nel corso di una conferenza stampa. "Dobbiamo valutare l'opportunità di una discussione su uno statuto che ormai ha 17 anni" ha proseguito Ceccuzzi. I due enti nominano complessivamente 13 dei 16 membri della Deputazione della Fondazione Mps (8 il Comune e 5 la Provincia). "Credo che tutta l'architettura vada un po' sottoposta a verifica: è un tema che deve interessare una larga discussione - ha aggiunto - per vedere quando sarà maturo il tempo".

3- COMUNE E PROVINCIA, SE DANNEGGIATI PRONTI AD AZIONI
(ANSA) - Se dall'inchiesta aperta dalla procura senese sulla acquisizione di banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi dovessero emergere responsabilità e danni nei confronti delle istituzioni e della città, Comune e Provincia di Siena valuteranno "azioni" e anche iniziative come la costituzione parte civile. Lo hanno detto il sindaco Franco Ceccuzzi e il presidente della Provincia Simone Bezzini.


4- SI DISSOLVE IL POTERE DELLA BANCA-CITTÀ - DAL PD ALLA MASSONERIA, CACCIA AL COLPEVOLE DEL TRACOLLO DEL MONTE
Alberto Statera per "la Repubblica"

hpa10 giu mussari maurizio cenni

Sembra lacrimare stamane l´arcidiacono senese Sallustio Antonio Bandini "che la dottrina della libertà economica insegnò prima per la prosperità".

Così recita l´iscrizione ai piedi della sua statua eretta dinanzi al castellare duecentesco dei Salimbeni, dove ha sede la Banca-Città della Città-Stato. Decine di finanzieri, nel senso di uomini della Guardia di Finanza, hanno violato mercoledì la "Scala d´Oro" di cemento armato costruita su progetto dell´architetto Pierluigi Spadolini, così chiamata per il numero di miliardi di lire costata a suo tempo, che conduce nel Sancta Santorum dirigenziale sotto l´affresco della Madonna della Misericordia dipinto da Benvenuto di Giovanni del Guasta.

Là dove il nuovo presidente Alessandro Profumo, che da ieri è qui a rispondere a domande che un banchiere non vorrebbe mai sentirsi rivolgere, vedrà scorrere ancora lacrime e forse sangue. Perché il "groviglio armonioso" che il capo della massoneria toscana Stefano Bisi, prossimo Gran Maestro del Grande Oriente d´Italia, ci magnificò qualche anno fa raccontandoci la "grazia" della Banca-Città, è ormai ridotto a un groviglio "bituminoso" o "fangoso", come ha biascicato qualche giorno fa in piena assemblea un ex dipendente-azionista che ha perso il 70% dei suoi risparmi investiti nella Rocca franante.

«Io - si giustifica oggi il presidente del Collegio dei venerabili - intendevo parlare di un groviglio che viene da secoli, da quando il Monte esiste». Un groviglio millenario di cui Profumo dice di non avere idea, perché - novello Alice nel paese delle meraviglie - di massonerie nulla dichiara di sapere, certificando la santità dei banchieri, che - dice - non sono brutti, sporchi e cattivi.

DAlema e Casini

I senesi, si sa, sono gente di contrada un po´ anarchica e un po´ spocchiosa che finché le cose sembrava andassero bene nello scrigno bancario cittadino, unico esempio al mondo di un paradiso terreno costruito intorno a risparmio raccolto ovunque e speso qui, avrebbero offerto il petto a chi osava discutere il Monte. Noi qui, bonini bonini - dicevano parafrasando l´ex sindaco Pd Maurizio Cenni - abbiamo due o tre cose su cui non ci si divide mai: la banca, il palio e la nostra indipendenza.

Ma ora che la Fondazione è alla frutta per aver dovuto far fronte alle ricapitalizzazioni seguite al trangugio del boccone Antonveneta e che rischiano di diventare un ricordo i quasi 200 milioni all´anno distribuiti tutto intorno a piazza del Campo per il benessere di 55 mila abitanti, cambia la musica. Niente più squadrone di calcio in A, Basket, Volley e aeroporto internazionale ad Apugnano, clone di Firenze e di Pisa, che sarebbe come mettere una pista per Jumbo tra piazza Venezia e palazzo Grazioli. Ora suona la canzone della "stecca". Sì, perché lo spiegamento di forze in tutta Italia per dimostrare un possibile reato di aggiotaggio - che forse nessuno è mai riuscito a provare in tribunale - non convince una città dove tutti lavorano, hanno lavorato e forse non lavoreranno mai più per il Monte.

Cerchez la stecca, non una cosuccia, ma un miliardo e mezzo di extracosto sull´acquisto di Antonveneta dagli opusdeisti del Santander, che in pochi giorni lucrarono 3 miliardi e passa, parte dei quali chissà in quali tasche è finito. Fantasie, allo stato degli atti. Ma qui le leggende metropolitane sono dure a morire. Fin da quando fu acquistata per 2.500 miliardi di lire la Banca del Salento e il dominus dalemiano dell´operazione Vincenzo De Bustis venne a sedersi a Rocca Salimbeni con la sua corte.

AZZURRA CALTAGIRONE

D´Alema e la banca rossa? Macché. Siena sarà pure rossa da sempre, ma il potere forte e compatto è eternamente arcobaleno, in un compromesso politico ben più che storico, multicentenario. Pci, Pds, Ds, i democratici governano, comunque si chiamino, la città e fanno tutti felici nel codice che - bonini bonini - funziona da secoli e che ha garantito la "centralità millenaria", come qui la chiamano, della banca.

A palazzo Salimbeni sono tutti equamente rappresentati su designazione politica locale e nazionale: partiti, Chiesa, Opus Dei, Massoneria, che qui è gran parte della borghesia, ma anche del ceto medio impiegatizio e commerciale, a sostegno di entrambe le tesi, quella di Benedetto Croce e quella di Antonio Gramsci. Mancano soltanto i gay, che infatti più di una volta hanno protestato: a Siena siamo più noi dei cattolici, allora perché la Curia ha un posto in Fondazione e noi no? Sessuofobi. Ma per il resto...

Denis Verdini, plenipotenziario del partito di Berlusconi ancora forte prima del terremoto Grillo, si sbraccia l´anno scorso - così narrano - per sostenere la candidatura perdente a candidato sindaco e favorire la già scontata elezione del Pd Franco Ceccuzzi. Ma se l´ex macellaio di Campi Bisenzio ha bisogno di qualche milione per fronteggiare la precaria situazione della sua ex banchetta personale e della sua famiglia appassionata di ville, Rocca Salimbeni non fa una piega e nella sua millenaria centralità fa il suo dovere.

Il direttore della Nazione è costretto per non fare la figura del peracottaro a dare qualche notizia sulle vicende della Banca-città e in un sospiro viene silurato dalla famiglia Monti-Riffeser, proprietaria del giornale, che ha in corso una bella speculazione edilizia nella tenuta di Bagnara, dove convolarono a nozze Casini e Azzurra Caltagirone. Il papà della sposa ha speso qualche centinaio di milioni nella Rocca ma, sempre il più furbo di tutti, si è sfilato appena ha potuto quando ha visto la malaparata.

Simone Bezzini

I furbetti del quartierino alla scalata Antonveneta furono l´inizio di tutto. Fu poi, in onore alla vocazione trasversale che vide passare la banca veneta dei preti cattolici dai calvinisti olandesi dell´Abn-Amro agli opudeisti spagnoli del Santander e infine, a prezzi d´affezione, ai "comunisti" senesi che il presidente uscente, oggi presidente dell´Associazione bancaria, ci garantì con mani giunte sotto la Madonna della misericordia: «La nostra operazione su Antonveneta è stata fatta senza furbi, furbetti e furbacchioni».

E la storia dimostra che i furbacchioni latitarono proprio, perché come dice Profumo «meglio veloci che grossi», soprattutto se è vera la tesi di un banchiere importante, ma non quotabile, che allora seguì la vicenda da un osservatorio privilegiato. Oggi ci garantisce che, secondo lui, il Monte mangiò l´Antonveneta non per produrre "stecche", ma per velleitarismo da piccola capitale bancaria del mondo, per evitare di essere mangiato da Unicredit o da Intesa-San Paolo e per garantire alla Banca-Città la sua "centralità millenaria", scalando la terza posizione tra le banche nazionali.

Ce lo ha sempre teorizzato, alla senese, anche Maurizio Cenni, allora sindaco e oggi vicedirettore generale, guarda un po´, del Monte: «Noi siamo lupi, non pecore o orsacchiotti, come diceva Troisi. Non ci facciamo mangiare, semmai mangiamo». I lupi del Pd intanto, per contrastare l´onda dell´antipolitica grillina, hanno già cominciato il banchetto. Mangiandosi tra loro.

 

AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DI PASSERA LA TRASPARENZA NON SANNO COSA SIA

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Provenzano, tentato suicidio con sacchetto plastica? Gli inquirenti propendono per una messinscena. Equitalia conferma che le riscossioni sono regolari.
Max

SAVIANO medium

Lettera2
Buongiorno,
Leggo sul Corriere della Sera che "la cena di Clooney per Obama - Incasso boom di 15 milioni di dollari". Ecco spiegato perché Obama si è dichiarato favorevole alle nozze gay. Cordialmente
Mario Eberle

Lettera 3
Caro DAGO
Antipolitica: conquista o mantenimento della poltrona parlamentare o governativa con l'insulto, il cazzeggio, le promesse mirabolanti, le ideone, la candidatura di personaggi impresentabili ma accattivanti per qualcuno, ecc.La Santanchè: "potrei candidarmi premier". Obama che alla vigilia delle elezioni riscopre i diritti negati ai gay e si taglia del 30% lo stipendio. La Bindi che non se lo taglia. "Abbiamo una banca!!!" Cicciolina. Quello della bomba di via Rasella, premiato con un posto in parlamento. .I manganellatori e oliatori di ricino. Potrei andare avanti un bel po'. E sarebbe Grillo l'antipolitica? saluti BLUE NOTE

MATTEO GARRONE

Lettera 4
Renzo Bossi è laureato in Albania a sua insaputa ,la Carfagna (si propria lei, quella dei calendari hot e dei programmi con Magalli) che dichiara a Piazza Pulita che il PDL doveva selezionare meglio la classe dirigente : la seconda generazione del PDL riesce nel miracolo di essere ancora più ridicola della prima. Altro 10% per Grillo
Sanranieri

Lettera 5
Caro Dago,
molti, tra cui lo scrivente, non hanno dimenticato i pesanti attacchi del "campione dell'Anti-mafia", dura e pura, Orlando-Cascio, chez Sant'oro-allora, il programma del tele-tribuno, Michele, da Salerno, si chiamava "Samarcanda"- al presunto "traditore", dottor Falcone, "che nascondeva nei polverosi cassetti del "Palazzo dei veleni" di Palermo i fascicoli sui politici collusi".

Perchè, on.Leoluca, arrampicarsi, 20 anni dopo, in una penosa retromarcia, come quella tentata, ieri, sul "Corriere della sera" ? La memoria di un eroe, autentico, Falcone, non andrebbe rispettata, senza tentare, goffamente, di nascondere il suo dissenso di 20 anni fa con le posizioni del magistrato, stimato e rimpianto ? Non si tratta di cose ben più importanti e serie rispetto a una manciata di voti ?
Un cordiale saluto
pietro mancini

Lettera 6
Ciao Dago, chiedo lumi ai tuoi lettori e partecipanti al forum, ogni tanto un po' di
interazione ci starebbe bene...Ma le ultima esternazioni dei Tedeschi sul destino della Grecia (se vuole uscire dall'Euro che esca), supportate anche da Monsieur Barroso, avvengono solo dopo che hanno venduto agli Ellenici mezzi da guerra, e dopo avere messo in sicurezza le proprie banche dal rischio Grecia?
Per amor di patria tralasciamo quali investimenti possano essere stati Effettuati o quali cessioni o partecipazioni imposte sulle attività pregiate ancora esistenti
Silvius

obama barak

Lettera 7
Dago darling, vista l'approvazione quasi bulgara degli elettori di Sesto San Giovanni al "Sistema Sesto", vien da chiedersi se presto tale sistema euromilionario (altro che Eurojackpot!) diventerà materia di studio alla benemerita Università Bocconi nella "normalizzata" Milano del "caro leader" Pisapia. E poi, Dago caro, sembra proprio che non ci facciamo mai mancare nulla.

Prima avevamo le "convergenze parallele", poi il "compromesso storico", poi il (o i) banchiere (i) di Dio, ora abbiamo i banchieri delle Frattocchie (un po' alla chetichella mediatica). Alla "disinformacija" non abbiamo mai rinunciato, perché sono impetiture le "buone" abitudini dei giornalisti che lo (il culo) darebbero anche a John Holmes se servisse per ricchi stipendi, privilegi vari, abitazioni nelle "gated communities" (non ufficiali, per carità, ai sudditi non far sapere) o per diventare bestselleristi come giornalisti-scrittori del "dèja vu" o del copia e incolla.
Natalie Paav

Lettera 8
Caro Dago,
Hollande in Francia si è ridotto lo stipendio del 30%, in Italia i nostri politici continuano ad avere tutti i privilegi e non vogliono rinunciare ai finanziamenti per i partiti,
nonostante che vi siano persone che non arrivano a fine mese e non riescono a pagare il mutuo. Qualcuno osa anche mettere in dubbio il boom di Grillo?
Il comportamento dei nostri politici ci fa, oltremodo, incavolare.
Annibale Antonelli

LEOLUCA ORLANDO

Lettera 9
Dago,
hai notato la nuova locuzione : 'sono parte lesa'. La TIM mette sul mercato centinaio di migliaia di SIM false ed è parte lesa; Rossignolo , a TO x la DeTomaso, presenta documenti falsi e si dichiara 'parte lesa'. Bossi Jr. gli affibbiano una laurea falsa ed è 'parte lesa'.
Bye
Luigi A

Lettera 10
Caro Dago
riguardo all'articolo dei tedeschi, credo che loro non abbiano ancora capito una cosa...che noi come paese siamo molto più ricchi di loro: coste meravigliose, turismo, fetta di arco alpino più grande d'europa, turismo invernale, tesori e città d'arte, più sole di loro per produrre energia pulita, un terra più generosa per produrre cibi e prodotti agricoli di qualità, e pare pare ultimamente anche un po' di petrolio, vedere la voce basilicata e mar di sicilia...

se tirano troppo la corda la ricetta secondo me è: ci stacchiamo, facciamo un default programmato, e poi facciamo diventare l'italia un paradiso fiscale con tasse bassissime e miliardari di tutto il mondo con i loro yacht ville e conti corrente in italia...e vediamo se poi si azzittiscono...così per certi versi mettendoci alla pari di loro ma anche di paesi come la romania, la polonia, l'ungheria che hanno poco e niente stiamo facendo anche noi un favore a loro...
ma bisognerebbe che qualcuno queste cose prima o poi gliele dicesse a loro (per quello grillo sta prendendo voti adesso: è l'unico che certe cose un po' le ha capite)
Alessandro

Giovanni Falcone

Lettera 11
Caro Dago
è meravigliosa la faccia da c@@o degli inglesi sempre pronti a darci addosso, si sono certamente scordati di quando venivano a Roma col cappello in mano per implorarci di intercedere con De Gaulle che non li voleva nel Mec. Sarebbe il caso di rendergli pan per focaccia, ma ci vorrebbe una cosa di cui siamo privi: una classe politica con gli attributi.

Lettera 12
Egregio Direttore,
Faccio fatica a togliermi dalla testa un'idea: molti tipi di reato sono frutto di esaltazione, mania di protagonismo o spirito di emulazione. Prendiamo il caso dell'attentato Adinolfi di Genova: dopo giorni viene fuori la rivendicazione e la minaccia di altri attentati in preparazione. Quando fu delle Br, scoprimmo poi, alla fine, che a contarli erano in tutto qualche decina e sembravano diffusi in tutta Italia! Fecero un casino mondiale e bloccarono il Paese per anni!

Ora ci risiamo: Adinolfi gambizzato ed il solito comunicato terrorista! Se avessimo seguito la strada del silenzio, prima le indagini, l'arresto e poi la comunicazione ad operazione compiuta non sarebbe stato meglio? Cosa avremmo perso, con un silenzio temporaneo ed una diffusione della notizia alla fine? Ne risentiva la scarsa occupazione, il Pil, la regressione o cosa altro? Non sono d'accordo sul fatto che tutte le notizie debbano essere date in contemporanea: alcune darebbero altri risultati con percorsi differenti, ma, dicono, è la democrazia! Serve questa forma di democrazia esasperata?
Grazie per l'attenzione e buon lavoro
L. C. G.
Montepagano (Te)

Lettera 13
Grillo ricorda tanto Berlusconi quando vuole evitare il dialogo televisivo. Speriamo che la comunanza si fermi a ciò.
Lvkas

Lettera 14
Caro Dago,
Saviano chiederà i danni a Matteo Garrone per il pizzo pagato ai camorristi?
L'eterogenesi dei fini è sempre in agguato. Fai un film contro la Camorra, e paghi il pizzo alla Camorra e assoldi come attori dei camorristi. Le strade dell'inferno sono lastricate da buone intenzioni. L'antimafia in questo Paese non esiste, aveva ragione Travaglio.
L.C.

ANGELA MERKEL

Lettera 15
Dagomalconciati, ho letto l'intervento di Vittorio Feltri pro gay. E' dunque vero che quando uno è stato iscritto al Partito Comunista è capace di tutto. Può diventare socialista, può diventare democristiano (no, questo no perchè non faceva tendenza), liberale, liberaleggiante, indipendente, finiano, leghista, belusconiano. Può insomma diventare tutto e nessuno può mettrere in dubbio il suo percorso: uno così non cambia idea, sono gli altri che hanno cambiato le cose. Lui è coerente. E' la verità.

Mancava solo l'ultimo passaggio, quello dell'adozione del mondo gay. Prima fa il solito pistolotto per prendere la rincorsa - cose che fanno desolazione, come il tirare in ballo i suoi quattro figli, oppure la grande sentenza che la persona si valuta dalla cintola in su, insomma cazzate tremende, roba da pensionati al girdinetto. Poi arriva l'ultima illuminazione: la Concia - insieme con la Meli del Corrierone, antico amore etero del nostro, mai del tutto corrisposto con la direzione dello stesso - che con i suoi capelli bianchi fa colpo.

E Feltri si illumina d'immenso: vede amori saffici con l'occhio del vecchio romanticone appassionato che, comunque, tra una visione di fanciulle che si desiderano, vogliono toccarsi, baciarsi, non la smette di cazziare i benpensanti. Quello è nel suo dna: prima da comunista, poi da socialista, etc. Cazziare è la sua passione, tanto in Italia ognuno può dire quello che vuole.

evangelos venizelos

Li catechizza anzi a dovere, questi dementi benpensanti, molti dei quali purtroppo lettori del Giornale. siete cretini. Di più: siete ignoranti. Siete pigri. Dimentica di dire, il nostro, preso dalla fregola dell'ars amatoria saffica che siamo ancora in tanti. Tanti cattolici che non vedono per nulla bene questo tipo di amori, che si rifanno al Magistero della Chiesa Cattolica, assolutamente convinti che l'omosessaulità è contro natura, che due donne che si sposano compiono un atto contro Dio e Gesù Cristo. Dio? Ma chi è? dice il nostro baldo editorialista ormai da giardinetti pubblici che però non molla la cadrega. Io, Vittorio Feltri, ho scoperto, grazie alla Concia, la verità dell'amore. Voi siete cretini. Però fieri di esserlo.E di non comprare più il Giornale.
Luciano

Lettera 16
Caro Dago,
sono passati oramai quasi 6 mesi da quando Corrado Passera è diventato il Ministro dello Sviluppo Economico. Persona seria si dice in giro, predicatore di slide e di buoni propositi anche se poco o nulla è stato fatto fino ad oggi. Ma la mia mail non è politica né polemica. Voglio segnalarti come da 180 giorni l'operazione trasparenza al Ministero dello Sviluppo Economico con in testa capo di gabinetto, Mario Torsello, non sanno cosa sia.

silvius degaulle

Ho controllato ancora oggi e non riusciamo a capire quanto guadagnano quelli dello staff della diretta collaborazione. Strane note n.1,n.2, n.3, n.4 come in un quiz televisvo (!) stanno vicino ai vari profili ma non dicono l'importo del loro stipendio. Ad esempio Torsello che ci tiene a far capire che è capo di gabinetto sia allo Sviluppo Economico che alle Infrastrutture che fa guadagna il doppio???? Non credi che sarebbe un diritto dei cittadini saperlo???

La mia è una battaglia insieme a cittadinanza attiva e, devo dirti, che quasi tutti gli altri ministeri da me contattati hanno adempiuto alla trasparenza. Ma non lo fa quello di Passera che verrebbe da dire predica bene, ma razzola male. per inciso ho contattato via mail anche i giornalisti anti casta, tipo Sergio Rizzo che ovviamente non ha scritto una riga. Vedi, caro Dago, mi affido a te, ti inoltro le mail mandate nelle scorse settimane. E' tutto sul sito del ministero. La mancata trasparenza in barba alle leggi e ai cittadini è tutto ancora sfacciatamente online.
Arturo Celletti Treviso

 

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