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DA STREHLER A GINO PAOLI, GLI AMORI E LE PASSIONI DI ORNELLA VANONI RACCONTATI A GIANCARLO DOTTO

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Da "Sette" del "Corriere della Sera"

ORNELLA VANONI LE MANTELLATE COVER SETTE - CORRIERE DELLA SERA 3 Novembre


"Sono una signora di 77 anni che non ha mai avuto così tanta voglia di fare felice la gente e se stessa con il suo canto".
Questo è l'autoritratto di Ornella Vanoni oggi. Quel che è stata la sua vita finora lo racconta, invece, a Giancarlo Dotto in "Una bellissima ragazza", da ieri in libreria per Mondadori. ‚
"Sette" ha scelto in esclusiva alcuni brani del libro dedicati agli uomini che hanno costellato la vita di questa grande protagonista della musica. E segnato un periodo della storia italiana

STREHLER, E LA MIA VITA NON FU PIÙ LA STESSA
Per andare da casa mia, a Porta Venezia, al Piccolo, io prendevo il tram, l'11. Strehler, che era timido anche lui, seguiva il tram con la sua orrenda millecento amaranto col tetto bianco. Sembrava una ciliegia con la panna. Mi aspettava e mi seguiva con la sua ciliegia. Non poteva essere un caso. Non era un caso. Mi seguiva, ma senza mai avvicinarmi.

Scendevo dal tram e lui si era volatilizzato. Poi, finisce l'anno, supero l'esame e lui ci porta tutti a casa dell'architetto Marco Zanuso, tutti pigiati nella sua macchina. Al ritorno, l'ultima da accompagnare a casa ero io. Anche questo non poteva essere un caso. Non lo era. Mi dichiarò il suo amore.

Lucio Ardenzi e Ornella Vanoni giorgio strehler

Avevo diciannove anni e non chiedermi cosa mi ha detto o cosa abbiamo fatto. Non me lo ricordo. Anzi, sì. Mi ha baciata, ci siamo abbracciati e abbiamo fatto anche l'amore. Sono tornata a casa che ero in estasi. Lui mi telefona, eccitatissimo, alle quattro del mattino: "Adesso faccio El nost Milan e sarà uno spettacolo stupendo perché ora ci sei tu vicino a me. Te lo dedico".

Per una ragazza incontrare un uomo di quel calibro è una cosa che ti schianta la vita. Se oggi mi chiedi se l'ho amato, ti dico di sì, ma ti dico anche che ero probabilmente molto innamorata dell'amore che lui provava per me. Lui aveva trentadue anni, tredici più di me. Ai miei occhi, una figura mitica e il mio amore era, forse, anche un riflesso di quel mito che si umanizzava fino al punto di dichiararsi cotto di me. La mia vita non fu più la stessa. Il maestro finto burbero e la studentessa vera timida diventarono una cosa sola. (...)

Non sapevo che Giorgio fosse un erotomane. Non l'avevo sospettato nemmeno quando, mentre lui lavorava e io gli ronzavo intorno, commentava pieno di ammirazione le qualità del mio culo. Non mi sono mai sentita intimorita all'idea di congiungermi carnalmente con un mito. Di lui mi sono sempre fidata, anche troppo, e comunque io ero molto sicura del mio bellissimo corpo, anche se questo non mi aiutava psicologicamente, perché io di base non mi piacevo. Non facevo una vita da ragazza normale, questo sì, e pensavo ormai che quello fosse il mio mondo. Dove andavo, del resto? In via Montenapoleone a fare le vasche?

DISCO DI ORNELLA VANONI E GINO PAOLI

Cominciai a capirlo, che era un sex addicted, come si dice oggi, quando andammo per la prima volta insieme all'Elba. Io ero timidissima, adorante, mi pettinavo in continuazione per l'insicurezza. Scoprii in quei giorni che si era fatto una sveltina con la proprietaria dell'albergo. Perché, mi chiedevo? Se sei innamorato, perché? Non capivo. Ero straziata. Non c'era una vera ragione. Lo faceva così per assecondare la libidine del momento. Mi ritrovai coinvolta in situazioni che non ero psicologicamente pronta ad affrontare. Incontri orgiastici, sfrenate partouze. Strehler dettava le regole. Non voleva assolutamente che qualche uomo mi sfiorasse. Solo lui poteva toccarmi. Lui non aveva limiti, poteva toccare chi voleva, lui era il sultano. Meno male, mi sono detta col senno di poi, che non c'era l'Aids.

Gino Paoli e Ornella Vanoni

Se mi chiedi perché l'ho fatto, non lo so. L'ho lasciato anche per quello, Strehler. Non si può, non fa bene. A un certo punto, una ragazza di vent'anni vuole anche concedersi svaghi innocenti, ogni tanto andare al mare, divertirsi, ballare. E invece era tutto molto pesante. Si prendeva anche molta cocaina, che è mortale perché quando finisce l'effetto ti viene un down che ti vuoi suicidare. Notti di eccessi che si prolungavano fino all'alba. (...)

La mia storia con Strehler non è finita in modo indolore. Lui diceva: "Con te non posso vivere più, senza te non vivo più". Io l'avevo tradito con Renato Salvatori. Nel letto me lo aveva messo Luchino Visconti, che aveva questa passione di fidanzare i suoi uomini. (...)

GINO PAOLI, UN VERO COLPO DI FULMINE
Quello, per Gino Paoli, fu un vero colpo di fulmine. Era il 1960. Stavo nella sede milanese della Ricordi con Leo Chiosso e Mariano Rapetti, il padre di Mogol. Vedo passare questo tipo smilzo, lugubre, con gli occhiali da cieco. Stava insieme a Ricky Gianco. Sai, quando stai in mezzo a tanta gente e senti una presenza, la senti tra tanti, e non puoi fare a meno di sentirla? Si chiama magnetismo. Gino va in uno studio, lo sento che suona qualcosa al piano. Orrendo. Suonava malissimo. Ma suonava "Il cielo in una stanza".

hugo pratt

"Chi è quello?", faccio. "Uno che scrive canzoni tremende, mi sa che è anche un po' culattone", mi risponde uno. Ho saputo poi da Gino che, nello stesso esatto istante, lui chiedeva di là: "Chi è quella rossa?". "La cantante della mala. Dicono sia lesbica". Per un po' ci siamo frequentati convinti l'uno dell'omosessualità dell'altro. Facevamo lunghe camminate, io con le caviglie gonfie, lui con il suo montgomery che gli aveva regalato la mamma triestina per proteggerlo dal freddo.

Finché una sera, stremati, ci siamo seduti in un caffé, quello per l'appunto della canzone di Paoli "In un caffè", e ci siamo svelati. "Tu sei gay?". "No, e tu?". "Io nemmeno". Fu il nostro coming out al contrario. Non ci restava che amarci. Abbiamo fatto l'amore e ho detto: "è stato bellissimo!". E lui: "Lo sapevo benissimo". In seguito, mi confidò" di avere imparato l'amore da me. Io per lui ero una donna di mondo. Venivo dai fasti molto chiacchierati di Strehler. (...)

ORNELLA VANONI

Per togliermelo dalla testa ci ho messo un sacco di tempo, diciamo anni. Frequentavo altri uomini ma la sua faccia da gatto sornione mi passava sempre davanti. Posso dire che l'ho amato, ma posso dire anche che è stato un amore che non si è consumato, interrotto traumaticamente, un amore troppo difficile. Lui era ‚"troppo" sposato per i miei gusti. E allora mi sposai anch'io, con Lucio Ardenzi, impresario teatrale. Ma ero ancora innamorata di Paoli.

Il giorno delle nozze non mi sarei dovuta presentare, avrei dovuto dire a Lucio la verità, sarebbe stato più leale. Ma non ho trovato il coraggio. Gino mi aveva detto che sarebbe venuto in chiesa a suonare per noi "Il cielo in una stanza". Mi mandò invece il giorno del matrimonio un album di fotografie con alcune sue didascalie. In una foto si vedeva lui di spalle e sotto la chiosa: "Oggi sono infelice". In un'altra c'eravamo io e Lucio Ardenzi, lui mi teneva in braccio e io ridevo. La didascalia di Gino: "Questo è davvero troppo per me". La nostra storia continuò. E il mio matrimonio con Lucio finì, mentre aspettavo nostro figlio Cristiano. (...)

ORNELLA VANONI

HUGO PRATT, UN AMORE PERDUTO
"Hugo Pratt è stato un amore perduto. L'amore perduto. Volevo finire la mia vita raggomitolata al suo fianco, sentirlo parlare, raccontare, con il suo veneziano avvolgente, perché lui non era solo un uomo, lui era un mondo intero, era il mondo. Un irresistibile affabulatore. Era come Borges: tu ti sedevi, lui parlava e non sapevi mai dov'era il confine tra verità e finzione. Ascoltare Hugo mi dava la stessa emozione. Borges ha fatto sette conferenze a Buenos Aires e io sono andata a tutte e sette. Era un incantatore. (...)

Ho sempre pensato che Hugo e Vinicius de Moraes fossero profondamente simili. Hugo la vita l'ha vissuta e l'ha disegnata. Vincius l'ha vissuta e l'ha scritta. Entrambi amavano le donne, l'essenza della donna, la differenza della donna. Il sesso veniva dopo. Hugo mi raccontava di una sua amica con cui parlavano e ridevano così tanto, che non sono mai riusciti a fare l'amore. La parola, il racconto, non erano l'antefatto, per lui erano già carne, sesso alla massima potenza.

Ornella Vanoni

È successo così in fondo anche tra di noi. Non sono mai finita in un letto con lui. Non abbiamo mai fatto l'amore. Era la sua testa che m'interessava. Entrarci dentro e restarci a vita. Ci sentivamo quasi tutti i giorni, ma non abbiamo fatto in tempo a diventare amanti. Se gli fossi stata più vicino, forse un giorno sarebbe successo. Mi manca la controprova, ma continuo a pensare che al suo fianco e acquattata nella sua grande testa avrei passato degli anni sereni e belli. (...)

LA MUSICA, CRAXI E IL SUO DELFINO SILVIO
Non posso dire di essere stata intima con la famiglia Craxi. Però, li frequentavo spesso, ricordo un bellissimo viaggio in Senegal. Bettino era sicuramente un leader, ne aveva la statura e la vocalità. Questa voce ben timbrata, le pause giuste. Quando parlava, lo si ascoltava con attenzione, aveva carisma. Nessun leader può essere tale senza una voce convincente. Qualche volta sono stata a casa sua, con Caterina Caselli, la figlia Stefania, il figlio Bobo. Era un uomo eccezionalmente simpatico, adorava la musica come il suo delfino Silvio Berlusconi.

Ornella Vanoni

Gli amici di Craxi si dividevano in due gruppi ben distinti, quello romano e quello milanese, che tra loro non avevano alcun contatto. Era così anche per le donne. Bettino aveva a Milano la donna cui voleva bene, la moglie Anna, e a Roma la donna per cui aveva perso la testa, Ania Pieroni. Donna molto sensuale, spesso veniva ai miei concerti. Io non ho mai chiesto niente a Craxi che potesse essere utile al mio lavoro. Non mi sono piuttosto accorta di essere stata usata io dal Partito socialista.

Una volta venne l'ex sindaco Tognoli (che mi è sempre molto piaciuto) per offrirmi di presentarmi alle elezioni, nella lista civica. "Lasciami pensare", risposi. Il giorno dopo uscì sul giornale la notizia. Mi seccai molto. E risposi che Milano era in overdose di socialismo. Pillitteri replicò: "Se la Vanoni è in overdose, posso darle degli ottimi indirizzi di centri di disintossicazione". So per certo che anche Craxi s'incavolò a morte con me. Disse a una nostra amica comune: "Ha attaccato il partito e il partito sono io. Non la ostacolerò, ma non l'aiuterò mai". (...)

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LUCIO ARDENZI, IL PADRE DI MIO FIGLIO
Ardenzi era un grande impresario, fin troppo compreso nel suo ruolo. S'inventò attori importanti, produsse grandi spettacoli, si batté da privato come un leone contro lo strapotere del teatro pubblico. Era la sua vanità, che diventava arroganza. Un giorno mi confidò che a lui, più che la coppia Lucio-Ornella, lo eccitava la ditta Ardenzi-Vanoni. Quando mi volle come protagonista de L'idiota di Achard e io fui una rivelazione, lui era al settimo cielo. Capii che, in fondo, era un problema tra lui e Strehler. Una roba tra uomini. Lucio, in realtà, come protagonista pensava a Monica Vitti o a Lea Massari, ma voleva dimostrare che lui aveva visto più in là di Strehler, che poteva fare di me una grande donna. (...)

Non parlo volentieri di Lucio Ardenzi. L'ho sposato che avevo ventisei anni, l'età giusta, ma non l'uomo giusto. Non l'ho mai amato. Ero una donna sperduta. Avevo lasciato Strehler, mi ero ammalata di tisi, c'era Paoli di mezzo e lui, Lucio, era un uomo così vanitoso. Una vanità sproporzionata. Abbiamo avuto un figlio che amo, Cristiano, e questo giustifica ampiamente la nostra storia. (...)

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DANILO SABATINI, SPUDORATO TRADITORE
Parlavo prima delle corna che m'infliggeva Gino Paoli. Un altro che mi tradiva spudoratamente era Danilo Sabatini, un maremmano gigantesco, l'uomo con cui sono stata più a lungo. Più che un marito. Era così giocoso con le donne, così ilare e sboccato con il sesso, così esplicitamente mascalzone, che non riuscivo mai a prenderlo veramente sul serio. Le sue corna mi facevano più ridere che soffrire. Era un tipo molto disinibito. Insomma, non ti veniva proprio di fargli una scenata di gelosia. Mi diceva: "Sai Ornella, io quella là non mi ricordo se l'ho scopata, ci ho ballato o ci ho mangiato". L'incontro con il maremmano fu molto importante per me. Mi restituì equilibrio e fiducia in me stessa.

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MICHELANGELO, IL GRANDE ABBAGLIO
Il grande abbaglio invece fu Michelangelo Romano, un produttore discografico che aveva quattordici anni meno di me. Una storia strana, d'incantamento. L'ho conosciuto e ci siamo come reciprocamente stregati. Vivevamo sospesi su una nuvola rosa. Due angeli caduti dal cielo, Ornella e Michelangelo. Frequentavamo i più bei ristoranti della riviera e nessuno ci faceva mai pagare. Una specie di magia anche questa, se consideriamo la parsimonia dei liguri. Ma le magie durano poco. Tornati a Milano, fu la catastrofe (...). L'accanimento terapeutico c'è anche in amore. Quel tipo aveva la vitalità del lago di Massaciuccoli. Lui è rimasto lago, io oceano.

 


BUSI IN DIFESA DI BERLUSCONI, ACCUSATO SUL SITO DI “REPUBBLICA” DI RUBY-PEDOFILIA

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Lettera di Aldo Busi a Dagospia

aldo busi

Ci risiamo: quando sarà chiaro una volta per sempre che chi di pedofilo ingiustamente ferisce, di pedofilo giustamente perisce? Stavolta tocca al Primo Ministro Silvio Berlusconi essere difeso da me a tal proposito, ed è la prima volta solo per iscritto. Quindi mi tocca ripetermi.

RUBY a

Io, che non ho mai avuto rapporti sessuali con minorenni se non da minorenne e solo una volta venti anni fa nel modo più blando possibile perché ingannato sull'età del minaccioso giovane in calore e nel panico di avere a che fare con uno psicopatico armato, so bene cosa significa sentirsi dare del pedofilo ingiustamente, fuori cioè da ogni realtà probatoria di fatti, azioni, testimonianze e scritti letterari di pubblico dominio, o addirittura sentirsi dare dell'apologeta della pedofilia - e nella mia famosa puntata al Costanzo show di "Uno contro tutti" del 1996 (le cui affermazioni ribadisco oggi ancora più fortemente di allora a monito dei bacchettoni e a difesa della teoria della sessualità "seduttiva" dei bambini esposta da Freud - oltre un secolo fa!), io non ho mai raccontato e giustificato una storia di pedofilia, bensì una di gerontofilia e nella fattispecie la mia propria di bambino e poi di adolescente che piegava alle sue splendide e legittime curiosità uomini adulti molto meno innocenti di me dai quali non ho mai e poi mai subito alcuna violenza o partecipazione penetrativa o buccale, e raramente di contatto fisico manuale.

ruby rubacuori

Era una storia ancora quasi da dopo guerra, quando il maschio era considerato adulto allorché "aveva fatto lo sviluppo" e anche prima se andava a lavorare, un resoconto spassoso di argini di fiume dove tanti facevano il bagno nudi perché non avevano le mutande e di campagne con i cessi di frasche, una memoria collettiva sanamente pagana, per intenderci, dove se il più piccolo non faceva davanti a tutti gli altri una sega al più grande che si vantava di essersi "sviluppato" prendeva pure due sberloni e altri quattro se andava a casa a lamentarsi dai suoi.

Ruby lapdance

Nessuno mi ha mai fatto del male e io, né allora né in seguito, l'ho mai fatto a nessuno, coetaneo o più vecchio di me che fosse, e la gente era molto più sana mentalmente di ora e a nessuno sarebbe mai venuto in mente di associare alla parola "omosessualità" e tanto meno alla parola "pedofilia" quei palpeggiamenti e quei vanti pubblici dell'uomo in crescita in mezzo ad altri uomini.

E, fermo restando che a me nessuno ha mai dato due sberloni perché sono sempre riuscito a scappare via prima, visto che mi piaceva troppo farmi le mie seghine in compagnia per mia libera scelta anziché essere forzato a farla a un altro, per quel po' che può importare, ricordo (senza ricorrere a ‘'Seminario sulla gioventù'') che la mia prima vera esperienza sessuale esistenzialmente indimenticabile l'ho fatta da diciassettenne a Milano: avevo inculato un quarantenne e, essendo lui architetto di interni, avevo preso lo scolo. Passarono ancora un buon paio di anni prima che mi arredassi anch'io e, eventualmente, qualcuno lo potesse ostentare grazie a me.

Ruby al palo

Ora leggo, tra i più recenti commenti sul sito di "Repubblica" dove, giustamente, non si lesinano ingiurie e minacce a Berlusconi e a Bossi che ancora non se ne vogliono andare, la più ingiusta e ingiustificata di tutte, "pensare che un intero paese sia tenuto in scacco da un pedofilo e da...".

Ora, si sa cosa io penso di Berlusconi, che per questo Paese è stato e a lungo sarà il terminal della lebbra istituzionale, culturale, economica, politica e civile più devastante da Mussolini in qua, ma tutto si può dire ad accusa di questo "ometto dentro" meno che sia un pedofilo, poiché per esserlo non basta andare con una minorenne all'anagrafe (e per giunta per pochi giorni o settimane).

Ruby

Oggi, anche nei tribunali, il termine anagrafico tecnico per valutare un rapporto pedofilo su una vittima non parte dai tredici anni in giù come suggerivo io rivoluzionariamente e sensatamente quindici anni fa, bensì dai dodici anni in giù, affermazione prodotta dalla dottoressa Simonetta Martone del Tribunale dei minori di Roma in una non lontana puntata di "Porta a porta", (e la dottoressa Martone in fatto di valutazione di abomini veri e presunti e millantati - per estorcere denaro o rovinare la reputazione di un nemico o per una messa in scena con capro espiatorio - ha certamente più esperienza e ha filtrato più contraddittori e miserie e crudele dolore dissimulato e simulazioni di me - da qui, per velare la pallida malinconia da nausea di banalità del Male, suppongo, il liner agli occhi talvolta più marcato del mio).

Ruby

Certo, Berlusconi avrebbe potuto cambiare la legge (almeno quella parte sull'induzione alla prostituzione: aggravando le pene al massimo, secondo me, se davvero di induzione si tratta, perché qui ormai fanno le troie e i tronisti direttamente sul cazzo a tredici anni per conto loro perché è trendy farsi dare un regalino: più che i loro approfittatori dementi, bisognerebbe mettere in galera i loro genitori) e adeguarla a un dovuto abbassamento di età come in tutti gli altri paesi europei allorché non venga inficiato il libero arbitrio del minore su documento, sì, ma da anni maggiore di fatto per comportamenti e abitudini sessuali pregressi, e vecchi e da vecchio-subito come il suo look.

Ruby

Se, ripeto, è vero che tutti i bambini sono minori, non tutti i minori sono bambini, e se, perché obbligata da genitori-vampiri o da magnaccia schiavisti, una ragazza comincia a "fare la vita" a quattordici, il cliente va perseguito penalmente e civilmente senza sconti e distinguo, ma non può essere considerato reato se un uomo, di qualsivoglia età, oggi va con una ragazza di quattordici anni (figuriamoci di una di diciassette e trecentoquaranta giorni) che dispone liberamente del proprio corpo anche se, purtroppo per lei e per tutti, a fini di sfizio economico, come succede ormai in milioni e milioni di casi di adolescenti, controllati da Internet, troppo presto fuori da ogni controllo genitoriale e istituzionale - io sono il solo a notare indignato che ci sono in giro per il mio paese gruppi di adolescenti non solo a mezzanotte, ma anche alle ore 10 dei normali giorni di scuola.

Silvio Berlusconi

Io Berlusconi, per questa accusa gratuita che ha sempre l'aria di essere lanciata a bomba da qualcuno che col polverone moralistico vuole distogliere l'attenzione su di sé per la stessa immonda causa, negli ultimi tempi l'ho dovuto difendere al bar, dal tabaccaio, dal giornalaio, per difendere il principio civile di non fabbricare colpevole di reati chi semmai andrebbe stigmatizzato solo per il pessimo gusto, l'ho difeso faccia a faccia con i soliti fanatici disintegrati cattolicanti che strombazzano un'infamia indiscriminata sempre più spesso per far vedere che prendono in tempo, solo secondo loro, le distanze dal Pdl o dalla Lega Nord dopo esserne stati per tre lustri gli stornellatori a gloria imperitura. I peggiori fascisti stanno diventando daccapo tutti partigiani.

BERLUSCONI CON FRANCESCA ROMANA IMPIGLIA A VILLA CERTOSA

Eh sì, se è dubbio che non ci sono più i vecchi di una volta, di certo sono finiti da un bel po' e per sempre i minori di una volta. La consapevolezza manifesta e manifestata è l'unica arma del saggio e del giusto e del probo. Sarà meglio aggiornare le misure legislative al moderno comune buon senso e diventare adulti nel senso etico del termine per concentrarsi sulla tutela assoluta più imprescindibile a ogni consorzio umano: l'inattingibile sacralità del bambino. Dare del pedofilo a chi non lo è significa farsi correi di chi lo è e la fa franca.

Berlusconi, quando gli danno del pedofilo, faccia come me quando mi danno del pedofilo o del mangiatore di figa o addirittura del cristiano: è tutta pubblicità, per quanto immeritata. Una scrollatina di spalle, e via.
Invece, per tutti gli altri casi suoi, ogni altra pubblicità regge: se l'è cercata, se la merita, non è giusto sottrargli anche quella.

 

BONCOMPAGNI SULLA TV - “MEDIASET HA FORMAT DA DENUNCIA. LA CUCCIARI E LA DANDINI NON FANNO RIDERE. FACCHINETTI È PRIVO D

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Michela Auriti per "Oggi"

serena dandini

Gianni Boncompagni, maestro di spensieratezza televisiva e cinico provocatore; socio di Arbore nelle goliardate radiofoniche di Alto gradimento; ex compagno di vita e lavoro della Carrà; talent scout, ci accoglie nel suo attico pieno di luce e colore. Il pianoforte, le sedie di design, il terrazzo e quei buffi fiori finti: è subito chiaro che qui, la tristezza, rimane fuori dalla porta. «Vuole un caffè?». Sì, grazie. Ed eccoci a chiacchierare senza censure (e molta ironia) di una vecchia compagna in crisi: la televisione.

Boncompagni, che fine farà la tv?
«Una brutta fine. Ormai i programmi li fanno i politici, che spingono i loro protetti, e gli agenti. Non quelli di pubblica sicurezza, eh, ma i procuratori dei personaggi televisivi: più questi lavorano, più loro guadagnano. E sono talmente bravi da decidere tutto: cachet, durata degli show, palinsesti. Se potessero anche l'Auditel, e infatti io all'Auditel non ci credo come non credo in Dio. Ma così non va, i palinsesti devono farli quelli della Rai. Risultato: ascolti medi crollati e abbonati in via di estinzione. Non so come facciano, ma quelli che il canone non lo pagano sono sempre di più».

Paolo Bonolis

Mediaset invece?
«Peggio. La Rai non è mai stata altrettanto volgare. Mediaset ha imposto format da denuncia penale come il Grande Fratello, diseducativo e col cattivo gusto berlusconiano, lombardo, che arriva dal Drive in. I ragazzi si rifanno a quei modelli, infarciti di ignoranza crassa e gossip morboso. Ma per fortuna sono rimasti in pochi a guardare la tv, io ho quattro nipoti...».

... che guardano il Grande Fratello?
«Nooo, sono stati educati come "odiatori del Grande Fratello"! Loro la tv non la guardano proprio, come la stragrande maggioranza dei ventenni. Il mezzo è vecchio, passato di moda. Sostituito da quel veicolo sorprendente che è Internet, dunque questo è il vero nodo della crisi. La tv generalista ha un pubblico affezionato che invecchia sempre di più, perché la vita dura di più. Telespettatori che compiono 70-80 anni e sono ancora lì. Io li chiamo i tele-morenti».

GEPPI CUCCIARI

Lei vuol rimanere fedele alla sua reputazione di cinico.
«L'anziano non trova i canali. Li ha memorizzati sulla tv fino al 6, a La7 neanche ci arriva: è difficile anche per me, figuriamoci! Poi vuole quella tal trasmissione sul digitale, al canale 128 o 505, e chiama il nipote per farselo cercare. Il nipote molla un attimo Facebook o YouTube, ma neanche lui lo trova perché la tv non la guarda».

E lei la guarda?
«Poca. Sono uno di quelli che, la sera, ancora preferisce leggere. La tv è noiosa, vecchia, ripetitiva. Fatta con la carta carbone: stessi programmi, stessi titoli, stesse facce. I bravi professionisti, da Frizzi in poi, che non lasciano spazio al nuovo. E Vespa con la criminologa. E sempre quelle povere bambine morte, e i processi. E Sabrina, Cosima e lo zio Michele. Melania e Amanda, che almeno è tornata in America e speriamo non se ne parli più. Ma confesso: sono attratto dal trash e ogni tanto Vespa lo guardo. Come se non bastasse, continuiamo a celebrare i riti di Sanremo e Miss Italia. Il giorno dopo, però, nessuno ricorda chi abbia vinto».

Victoria Cabello - Copyright Pizzi

Il rimedio?
«Un virus che attacchi gli studi televisivi, generi una morìa dei soliti noti e costringa a trovare facce nuove e giuste».

Ci sarà pur qualcosa da salvare.
«I documentari di History Channel su Sky. E poi... Qualche sera fa, perché sono appassionato d'opera, mi sono fermato sulla Violetta di Rai 1, riedizione della Traviata. Era fatta proprio bene».

Si sforzi ancora un po'.
«Seguo il tg di Mentana, l'unico, che non è invadente e conosce il mestiere. Il Tg 1 di Minzolini? Per carità, lo posso guardare solo con un'ordinanza del pretore! Mi piace Lilli Gruber: tutti la prendono in giro, ma ha ospiti importanti e non sbaglia. E Fazio, ormai un'istituzione come la santa messa».

Veniamo all'intrattenimento, lei è il maestro della leggerezza.
«Fiorello è bravissimo, per carità! Anche più estroso di Walter Chiari. Una buona mossa quella della Rai: riprendere in prima serata Fiorello, che è caro ma buono. Poi mi piace Crozza. Su La7 fa ottimi ascolti e perché? Perché è nuovo. L'Eredità di Carlo Conti la guardo mentre sto sul tapis roulant: indovino quasi sempre, lo sa?».

E le donne? La Cabello, per esempio, a Quelli che il calcio.
«Cabello, Cabello... no, non mi fa ridere, non so perché. Ma è un mondo che non mi appartiene, mi sembra che al Nord si prendano troppo sul serio. Non mi entusiama neanche la ragazza che viene prima di Mentana, come si chiama... Geppy Cucciari, ecco. Ma con le donne è difficile: la Dandini e il suo gruppo devono averlo scritto sul loro statuto, "vietato far ridere"».

PIPPO BAUDO

La Marcuzzi?
«Superflua o irrilevante, faccia lei. Una di quelle che non lascia tracce».

Maria De Filippi.
«Siamo nati nello stesso millennio, non posso parlare di una coetanea».

So che sbircia, con tenerezza, i bambini di Ti lascio una canzone: la Clerici.
«I ragazzini sono bravissimi. E lei va bene, fa quei programmi lì... non è grave».

Baudo è amareggiato per l'indifferenza della Rai. Ha un contratto e non lavora.
«Io, Arbore e Baudo abbiamo iniziato insieme. È un professionista appassionato e ignora l'avidità di alcuni colleghi. Sa tutto, ha fatto tutto. Non ce ne sono tanti come lui e l'età conta poco. C'è chi pensa che dovrebbe lasciare spazio. Ma dopo 50 anni, il video diventa una specie di malattia».

Su Dagospia, lei ha massacrato Bonolis e il suo Avanti un altro.
«Più che un presentatore, Bonolis è un aggettivatore. E poi urla di continuo, insopportabile. Andrebbe mandato a Guantanamo ma con il 41 bis, in isolamento».

Star Academy, il clone di X Factor, ha chiuso dopo sole tre puntate. Su Dagospia lei è stato cattivissimo con Facchinetti.
«Da fucilazione. Del tutto privo di talento».

A proposito di tv tutta uguale. È una vittoria di Milly Carlucci aver difeso in tribunale il suo Ballando con le stelle contro Baila. Un precedente importante?
«Mah... La Carlucci è una professionista seria, parla le lingue, il suo è un bel format. Ma la Rai, con tutte le strutture e i mezzi di cui dispone, dovrebbe mostrare fantasia e osare l'originalità. Ripeto, però: nonostante la vasta offerta del satellite e del digitale, la tv è un mezzo superato. Tanto che la pubblicità ora investe su Internet».

Fiorello bacia la moglie

Il suo Non è la Rai, sulla Fininvest di Berlusconi dal 1991 al 1995, è considerato l'antesignano del velinismo. Ambra con l'auricolare aveva 15 anni, il programma era attaccatissimo.
«E noi ci siamo tanto divertiti! Ambra era sveglia già allora. Io le suggerivo cose indicibili, lei ridacchiava ma in diretta non si tradiva. Era un'altra epoca, pulita. La mia amica e autrice Irene Ghergo, una specie di kapò, metteva in riga le ragazze: chi aveva il rossetto, veniva cacciata via. C'era un grande stanzone, per i genitori che accompagnavano le minori. Andavano a scuola e poi in tv si divertivano, come fosse la ricreazione».

Dopo vent'anni, sarebbero arrivate schiere di olgettine.
«Non l'avrei potuto neanche immaginare».

Mai ricevuto o raccolto raccomandazioni?
«Robetta, magari qualche ragazza in qualche coro. Sono noto per non essere uno yesman, ma un rompicoglioni. Le sceglievo per la simpatia e l'allegria. Grimaudo, Impacciatore, Gerini, Ocone vengono da Non è la Rai. Mosetti, Quaranta e Merz sono poi state scelte come veline. Molte si sono sposate, hanno avuto una vita normale. Ai provini intuivo subito chi aveva un atteggiamento arrivistico, e passavo oltre».

Ha citato Claudia Gerini, che con Isabella Ferrari fu una delle sue giovani fidanzate. L'accusavano anche di amare, spesso, donne molto più giovani di lei.
«Be', le mie coetanee o sono morte o parlano di bombardamenti, partigiani e malanni, che dovevo fare? Sono rimasto amico di entrambe. Claudia porta spesso le sue figlie in piscina da me ed è una donna molto divertente, una comica nata. Isabella è diventata colta, ora va in tournée con Travaglio».

Francesco Facchinetti

Con la Carrà, che per dieci anni fu la sua compagna, portò in tv quello che oggi sarebbe un format: Pronto, Raffaella?
«Una cosa idiota, ma funzionò come poche al mondo. Con Raffaella abbiamo diviso un pezzo di vita e di carriera insieme; quando finì, mi trasferii in questa palazzina che è di fronte alla sua. Più Rai della Carrà non c'è. Ma una volta esisteva un rapporto diretto con i dirigenti, oggi mancano gli interlocutori e non si capisce chi fa cosa».

Disse una volta che è più difficile fare la tv stupida.
«Farla intelligente è facile: basta parlare di cose incomprensibili. Anch'io ne ho firmate di cosacce, ma avevo dei pregi: in tre giorni, realizzavo quello che agli altri costava tre mesi. E portavo grandi ascolti a costi bassi. Per le mie quattro Domenica In, ho usato sempre lo stesso fondale con le palme. Per me non era mai questione di soldi, tanto che l'impiegato alle scritture Rai una volta mi disse: "Dottore, perché lei non chiede mai un aumento?". Avevo altre occupazioni e risposi: "Dovrei pagare io, per fare questo mestiere". Comunque... ci illudiamo che la tv di una volta fosse migliore, ma era brutta anche quella. Con la differenza che allora la gente la guardava, oggi no».

Lei lo ha conosciuto. Cosa ricorda di Berlusconi?
«Quando iniziai Non è la Rai, faceva ancora l'imprenditore. Mi ha sempre trattato più che bene, con compensi che ancora oggi non ci credo. Venne al Palatino e, in mezzo a quel centinaio di ragazze, esclamò beato: "Io il paradiso terrestre me lo immagino così". Era spiritoso, allora».

 

“WIRED”! COME DIVENTARE MAURIZIO CATTELAN IN 16 MOSSE - OGGI AL GUGGENHEIM DI NEW YORK APRE LA SUA RETROSPETTIVA “ALL” E IL CRITICO D'ARTE FRANCESCO BONAMI SALE IN CATTEDRA: CATTELAN SI NASCE O SI DIVENTA? MAESTRO O CAZZONE? - IL VERO PROBLEMA È COME SI FA A DIVENTARE MOLTO CATTELAN, SUPER CATTELAN, CATTELAN XL, ÜBERCATTELANSCH. ECCO ALLORA 16 REGOLE DA SEGUIRE PER DIVENTARE UN MACRO CATTELAN, MAESTRO ASSOLUTO DELL’ARTE PARACULOIDE…

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Francesco Bonami per "Wired"

WIRED CATTELAN

1 CAPITOLO
Prima di tutto bisogna essere capaci d'inventarsi una propria storia. Una storia che stia in piedi, ma che sia quasi impossibile da verificare.
Non è difficilissimo.
È sufficiente cambiare i nomi alle persone e ai luoghi, oppure mescolarli. Esempio. Il compagno di scuola Luigi non è nella prima elementare di Padova ma in quella di Treviso, e non è nemmeno più un compagno di scuola ma un semplice benzinaio. Bisogna rendere irrintracciabile Luigi e anche la sua pompa di benzina.

Se poi capiamo che qualcuno vuole mettersi sulle tracce di Luigi ecco che il poveraccio muore, meglio se schiantandosi contro un camion con un motorino 50, che ai tempi di Luigi non avevano targa e quindi non era possibile rintracciarli. Se il reporter è un vero rompiscatole e cerca la tomba di Luigi a Treviso ecco che il nostro gigetto era figlio d'immigrati e una volta morto lo hanno riportato al paesello natale che, questo davvero, non sappiamo proprio come si chiamasse. Pensiamo sia in Calabria ma forse era Basilicata. L'importante è costruire la storia partendo dalla pura verità trasformandola in un'enorme bugia.

MAURIZIO CATTELAN LA RIVOLUZIONE SIAMO NOI

2 CAPITOLO
Le bugie sono un'arma essenziale per diventare Super Cattelan.
Se non sei bugiardo di natura, devi allenarti.
Tutti siamo bugiardi alla nascita, solo che poi ci insegnano che mentire è un peccato e dimentichiamo come si fa. Le bugie sono un gesto di gentilezza verso il prossimo: invece di dirgli che è troppo noioso, gli diciamo che nostra zia si è buttata sotto un treno.
Dalle bugie, se vuoi diventare un Cattelan artista, nascono i lavori.

Per esempio, se ti invitano a una Biennale in Bulgaria, tu come opera metti un manichino di una povera vecchietta in mezzo alle rotaie del treno. Se il treno si ferma il manichino diventa una scultura in tre esemplari che poi venderai a circa due milioni di dollari ognuna.

MAURIZIO CATTELAN LA NONA ORA

Se il treno non si ferma la scultura si raddoppia. Dall'ombellico in su è un'opera d'arte, dall'ombelico in giù un'altra. Sei sculture moltiplicate per due milioni fanno 12 milioni. Un bugia detta gratis ti ha fruttato un bel po'. Se non le sai dire devi allenarti. Tre bugie al giorno per sei mesi di fila.

3 CAPITOLO
Diventare dei Cattelan implica anche fare il voto della povertà apparente. Cattelan potrebbe essere, per quello che ne sappiamo, anche il figlio del proprietario della birra Whurstel. Nessuno ha mai visitato la casa dei genitori.

MAURIZIO CATTELAN IL DITO

In Veneto c'è una grande impresa di costruzioni che si chiama proprio Cattelan; potrebbe comodamente appartenere a Maurizio Cattelan, non l'artista, ma suo nonno. L'importante però, per avere il successo del nostro artista contemporaneo ed estemporaneo, è apparire come dei figli di nessuno.

Per riuscire in questo intento devi passare almeno un anno a New York vivendo in una stanza in affitto semivuota e spendendo non più di tre dollari al giorno. Devi essere rigoroso, quasi maniacale. Se un giorno sei costretto a cacciare quattro dollari, il giorno dopo non puoi spenderne più di due.

CATTELAN MOSTRA AL GUGGENHEIM

4 CAPITOLO
Questa abitudine a spendere poco, oltre che a farti sembrare povero anche se non lo sei, ti consentirà, anche quando i soldi ti usciranno dalle orecchie, di mantenere le spese di artista basse. Non avrai mai bisogno di uno studio come Jeff Koons o Damien Hirst o Takashi Murakami con 30 assistenti e otto segretarie. Il voto di povertà - senza ridurti nelle condizioni di un artista povero o poveraccio come magari è Jannis Kounellis - ti darà la possibilità di goderti la vita e l'arte come Paperon de' Paperoni e la sua montagna di monete d'oro.

5 CAPITOLO
Importantissimo, per diventare un Cattelan Doc, il mezzo di trasporto: mai pubblico, ma nemmeno la macchina con l'autista, sempre e soltanto la bicicletta. Anche se, una volta che ci sei montato sopra e tutti ti hanno visto girare l'angolo, puoi salire su un taxi. La bicicletta deve anche lei seguire una sua evoluzione particolare. Mai iniziare con una bici supertecnologica, superleggera.

La prima deve essere, infatti, possibilmente rubata. L'ultima deve essere pieghevole, ma sotto tono, anche se ti è costata come una Ferrari. La bici deve rimanere il tuo mezzo di trasporto simbolico, mai un segnale per dimostrare uno status sociale.
Mai una mountain bike. Mai una bici da corsa Campagnolo. Deve essere quasi un triciclo da circo.

borsa cattelan pp

6 CAPITOLO
Per cattelanizzarti, devi anche convertirti allo "zen da tinello". Lo zen da tinello è una filosofia di vita che vede nel tinello o nella cucina di casa il proprio tempio o il proprio altare. Le regole sono ferree. Mai avere ospiti per pranzo o cena, figuriamoci per colazione. In certi periodi dell'anno addirittura sono vietati ospiti per tutte le 24 ore, una sorta di Ramadan inventato dal profeta Cattelametto. Se non hai il carattere giusto e hai paura di sentirti solo, lascia perdere, non diventerai mai un vero Cattelan.

Maurizio Cattelan

7 CAPITOLO
È importante anche la dieta nel processo di trasformazione da persona normale a genio dell'arte. Un luogo comune da sfatare è la sregolatezza del genio. Nel caso di Cattelan sono le regole applicate allo stile di vita, magari anche sregolato, che gli hanno consentito di diventare quello che è. Mai far capire cosa ci piace o non ci piace a tavola. Non bisogna essere anoressici o bulimici ma nemmeno smodati nel nostro appetito.

Se uno viene a pranzo con te, quando si alza deve ricordarsi solo quello che gli hai detto e non quello che ha mangiato. Mai farsi vedere ubriachi anche se bevete come degli squali. Cattelan è una spanna al di sopra di molti suoi colleghi contemporanei perché non ha mai rivelato i propri eccessi. Disciplina, disciplina. Disciplina sfacciata, anche se solo di facciata.

Cattelan ombrello

8 CAPITOLO
Essenziale rimanere, apparentemente, celibi, preti dell'arte, molestatori occulti ma colti. L'obiettivo è quello di diventare figli di se stessi. Come se fossimo nati, come i lombrichi, da partenogenesi, ovvero da uova dentro noi stessi, non fecondate. Insomma, diciamo che per essere dei Cattelan Doc è necessario trovare il lombrico dentro di noi.

9 CAPITOLO
Una volta diventati Cattelan Uomini, dobbiamo rimboccarci le maniche e seguire le regole per diventare Cattelan Artisti. Prima regola, ascoltare il prossimo tuo come se fosse te stesso. Ovvero risucchiare le idee degli altri come una pompa per le fosse biologiche. La maggior parte di quello che ci entrerà in testa sarà cacca, ma ogni tanto troveremo qualche diamante che poi diventerà un opera d'arte.

Cattelan

10 CAPITOLO
Seconda regola, cattelinare le idee, ovvero lasciarle uscire molto lentamente dalla nostra testa, senza fretta. Magari lasciando passare anche un anno da un'idea, un'opera e l'altra.

11 CAPITOLO
Terza regola, avere sempre presente che nel mondo non ci siamo solo noi, i nostri amici e il mondo dell'arte. Le opere che creiamo per motivi economici devono arrivare prima ai collezionisti ma, per motivi democratici, devono poi arrivare come immagini al resto del mondo. Un'opera che non può essere riprodotta bene in una rivista o in un quotidiano o in un catalogo non è una buona opera. Ci sono addirittura opere pessime nella realtà che funzionano benissimo sulle pagine di una rivista, tanto da diventare mitiche. Pensiamo ai bambini impiccati a Milano: una vera troiata che ha fatto però il giro del mondo.

Cattelan

12 CAPITOLO
Quarta regola, al solido mettere accanto l'effimero. Per dire, ai cadaveri di marmo mettere accanto il certificato dell'opera invisibile. Al capolavoro affiancare la presa di culo. Il nemico, come nel jujutsu, non deve sapere mai dove guardare, deve sempre trovarsi senza equilibrio. Le domande devono sempre essere: "Gigante o snervante?", "Maestro o cazzone?".

13 CAPITOLO
Quinta regola, essere cinici e cinofili. Ammazzare i cani ma poi imbalsamarli come se fossero le cose più care che mai avevi avuto, eroi della tua vita domestica, divinità del tuo cortile. In generale, avere un rapporto sado-maso con gli animali.

Cattelan

14 CAPITOLO
Sesta regola, chi trova un buon titolo è a metà dell'opera. L'arte di Cattelan è 47 per cento titolo. Pensate a Mini Me, il micro autoritratto da mettere sulla libreria di casa come il Grillo Parlante di Pinocchio. Oppure HIM, l'Hitler nano con gli occhi dolci. Mai, dico mai, provare a dare a un lavoro un titolo un po' intellettuale, o difficile da tradurre in inglese. HIM dice tutto, così come dice tutto FLAG di Jasper Johns.

15 CAPITOLO
Settima regola, essere sempre traducibili. Non solo nel titolo, ma anche nelle opere fisiche. Nel senso che quando uno vede una scultura di Cattelan non ha dubbi, magari dice "che stronzata" ma non dice mai la frase classica del neofita dell'arte contemporanea: "Ma che significa?". No, davanti a Cattelan ci troviamo sempre davanti a un'epifania. Come ho detto, è probabile che la reazione sia: "È nato un idiota !", ma non avremo mai il dubbio di ciò che stiamo guardando.

Cattelan

La tua idiozia deve essere sempre leggibile, comprensibile, traducibile per gli occhi di un americano come per gli occhi di un cinese. Se, davanti a un'opera, il turco capisce e lo spagnolo no, vuol dire
che nell'opera c'è qualcosa di sbagliato. Magari il turco ride e lo spagnolo piange, ma entrambi hanno una reazione
diretta e immediata.
Non fare il furbo.
L'arte che non si capisce, come le bugie, ha le gambe corte.

cattelan

16 CAPITOLO
Ottava e ultima regola, avere sul tetto di casa l'antenna "paraculoide".
Per essere artisti del calibro di Cattelan bisogna essere capaci di rimanere sospesi nell'aria davanti al paraculismo come
dei colibrì. Succhiare il nettare dai fiori del paraculo senza mai toccare le sue foglie. L'architetto Borromini ha inventato il Barocco, l'artista Cattelan ha inventato il Paraculesimo, un'epoca della storia dell'arte destinata a durare a lungo.

Riassumendo, affinché la nostra mutazione cattelanlogica avvenga: prima si deve diventare un umano a forma di Cattelan, poi si deve diventare un Cattelan a forma di artista, infine dobbiamo diventare artisti capaci di trasformarsi in Cavalieri della Legione del Sudore. Eh sì, perché come direbbe l'Omino Bialetti "Sembra facile". Diventare dei Maurizi Cattelan come si deve non lo è per niente. Infatti, per ora, non ne abbiamo visto nessuno nemmeno simile a quello originale. Il segreto, difficile da insegnare, è infatti quello del sudore e della sfrontatezza. Se vuoi diventare Cattelan non smettere mai di sudare e di farneticare.

Cattelan _la donna crocifissa_Cattelan _la nona ora_

 

IL “J’ACCUSE” DELLA SOCIOLOGA IDA MAGLI: L’ALTERNATIVA AL BARATRO? USCIRE SUBITO DALL’EURO!

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Lettera di Ida Magli a "il Giornale"

Ida Magli

Caro direttore, nel momento in cui scrivo (1˚ novembre) la Borsa perde quasi il 7%.Cosa c'è di diverso da ieri? L'Italia è la stessa, anzi. Approfittando del giorno festivo, molti sono andati fuori città mentre Berlusconi, Bersani, Vendola e compagni litigano come al solito, anzi, data la festività, forse un po' meno del solito. I commentatori affermano che: «La Grecia ha terrorizzato i mercati annunciando l'intenzione di indire un referendum sui nuovi prestiti concordati con l'Ue». Cosa significa? Semplicemente che, nella democraticissima Ue, chiedere un parere al popolo su ciò che decidono i governanti, dovrebbe essere proibito (come ha già rilevato Angela Merkel): il loro no, è sicuro.

EURO

Non c'è dubbio che le cose stiano così. Se, però, noi, cittadini privi di potere, non troviamo il modo per far ragionare i governanti, andremo tutti a fondo. La debolezza dell'Ue, causa prima della mancanza di fiducia dei mercati, dipende prima di tutto da questo: non esiste la comunità dei popoli, non esiste nessuno Stato a nome Ue. D'altra parte, però, i singoli Stati hanno rinunciato a battere moneta, per cui a garantire la moneta europea non c'è nessuno: né gli Stati nazionali né lo Stato Ue. Né si dica che allora bisogna rafforzare i legami politici unendosi di più perché la comunità dei popoli non si crea a tavolino.

Si sono create le istituzioni che avrebbero dovuto costituire l'ossatura dello Stato,ma talmente vuote che giunti a dar loro un'anima, neanche i politici più ostinati sono riusciti a farle indossare l'essenza e dei simboli di uno Stato: l'Ue non possiede né Costituzione né bandiera né inno. Al posto di una Carta c'è un trattato fra Stati; l'inno è stato eliminato e la bandiera la si può esporre soltanto il giorno della festa dell'Europa,cosa che nessuno fa. Solo i governanti italiani sono ostinati a farla sventolare.

SARKOZY MERKEL

Ora, però, di fronte al baratro in cui stiamo sprofondando dobbiamo trovare il modo per costringere i politici a riappropriarsi della sovranità monetaria e nazionalizzare la Banca d'Italia. Lo diciamo anche solo in nome del buonsenso. Si parla di «contagio»: dalle malattie ci si salva scappando lontano dalla fonte. Il premier greco sicuramente ha parlato di un referendum pensando di poter portare, con l'avallo dei cittadini, Atene fuori dall'euro.

draghi trichet

Il nostro governo non ha bisogno di referendum: esiste già da molto tempo una maggioranza di parlamentari, economisti e semplici cittadini che è convinta non vi sia altro da fare. Inutile scaricarsi le colpe gli uni con gli altri: il gravissimo errore è stato compiuto quando è stato deciso di entrare nell'euro. Perciò la situazione rimarrebbe la stessa anche se si cambiassero i governanti.

Si pensa di far andare al governo un economista o un banchiere? Sarebbe la decisione peggiore perché il potere racchiuso nelle mani dei banchieri sancirebbe formalmente la fine della democrazia e della forza degli Stati. I politici italiani se ne convincano: uscire dall'euro sarà un atto di forza, non di debolezza.

 

SALVAGENTE OBAMA PER IL BANANA: “SE L’ITALIA CAMBIA GOVERNO, NON CAMBIANO I PROBLEMI” - BRUNETTA E CICCHITTO FANNO QUADRATO SULLE MACERIE: “NO AI GOVERNI TECNICI, BERLUSCONI NON HA ALTERNATIVE” - PANIZ LA SPARA A SALVE: “IL GOVERNO MANGERA' IL PANETTONE FINO A 2013” (MA LA LEGISLATURA SCADE AD APRILE 2013, AL LIMITE REGGE PER LA COLOMBA) - CADUTA PEONES: IANNACCONE-PORFIDIA-BELCASTRO LASCIANO ‘POPOLO E TERRITORIO’ PER IL GRUPPO MISTO - MOFFA FA IL POMPIERE: “RESTANO NELLA MAGGIORANZA” MA L’ON. PIPPO GIANNI SI DEFILA (“ALL’80% VOTO CONTRO”) - STORACE, Dì QUALCOSA DI DESTRA: “I VOLTAGABBANA MERITEREBBERO LA FUCILAZIONE”…

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Barack Obama

1 - G20:USA;SE ITALIA CAMBIA GOVERNO NON CAMBIANO PROBLEMI ++
(ANSA)
- Nessun bilaterale tra Barack Obama e Silvio Berlusconi. Lo dice uno dei consiglieri del presidente Usa, Ben Rhodes. Alla domanda se gli Usa siano preoccupati da un eventuale caduta del governo Berlusconi, Rhodes ha detto: "Per l'Italia vale il discorso della Grecia. Se ci sono cambiamenti di governo non cambiano i problemi del Paese".

2 - CRISI: BRUNETTA, NO AI GOVERNI TECNICI
(ANSA)
- "No ai governi tecnici": lo afferma il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta. In un intervento sul sito della Free Foundation, Brunetta sottolinea come "in tre anni e mezzo, le riforme strutturali realizzate dal governo Berlusconi hanno prodotto risultati evidenti: risanamento dei conti pubblici, avanzo primario record in Europa (0,9% nel 2011 e, in previsione, 5,7% nel 2014), anticipazione del pareggio di bilancio al 2013 e debito pubblico ricondotto sul sentiero di progressiva riduzione".

cicchitto foto mezzelani gmt

3 - GOVERNO: CICCHITTO, BERLUSCONI NON HA ALTERNATIVE
(ANSA)
- "Questo governo non ha alternative. Sul terreno dei contenuti, perché per realizzare la lettera all'Ue certamente non può agire il centrosinistra, visto che metà Pd l'Idv e Vendola hanno parlato di macelleria sociale. E poi perché noi siamo alternativi al Pd e non è ipotizzabile un governo tecnico insieme. I nostri voti non ci saranno mai". Lo dice il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto in conferenza stampa con Alfano, il capogruppo al Senato Gasparri dopo aver incontrato al Quirinale Giorgio Napolitano.

4 - GOVERNO: PANIZ,BERLUSCONI MANGERA' PANETTONE FINO A 2013
(ANSA)
- "Berlusconi? Mangerà il panettone, e anche la colomba, fino al 2013": lo ha detto Maurizio Paniz, deputato Pdl, che oggi è stato ospite del programma di Radio2 'Un Giorno da Pecora'. Lei smentisce le voci secondo cui, ieri, avrebbe chiesto a Berlusconi di fare un passo indietro? "Si - è la risposta - io non sono mai stato indeciso". Voterà la fiducia al Governo ancora una volta, quindi.

"Certamente sì". A chi gli chiede cosa ne pensi della lettera, firmata da alcuni deputati del Pdl, in cui si chiede al Premier di fare un passo indietro Paniz risponde: "Ognuno fa le sue scelte, se loro hanno ritenuto opportuno utilizzare quel mezzo, hanno fatto bene". Alla domanda se sia stato contattato da qualcuno di loro per fargli firmare il documento l'esponente del Pdl afferma: "Mi ha chiamato Giustina Destro ieri sera per chiedermi se ero disponibile a firmare, e ho risposto di no", conclude.

MAURIZIO PANIZ

5 - CRISI: PIPPO GIANNI, FIDUCIA? ALL'80% VOTERO' CONTRO
(ANSA)
- "Voterò la fiducia solo dopo aver visto il decreto. Se conterrà delle norme sull'occupazione nel meridione e nel centro Sud lo voterò, altrimenti non lo voterò. Io non sono stato nominato da Berlusconi e non vengo dalla maggioranza...". Lo afferma Pippo Gianni, deputato di Popolo e Territorio ospite della trasmissione Un giorno da Pecora, ospite della trasmissione Radio2. Che percentuale c'é, ad oggi, che lei voti contro la fiducia, se questa verrà posta alla Camera? "Molto alta, direi al 75-80%".

6 - GOVERNO:BONCIANI,MIA SOFFERENZA ANTICA, ALLARGARE MAGGIORANZA (ANSA) - "Le ragioni per cui ho deciso di lasciare il Pdl sono tante, la mia sofferenza è antica. Credo che sia arrivato il momento di allargare la maggioranza, anche in chiave elettorale quando ci saranno le elezioni". Lo afferma Alessio Bonciani, a proposito della decisione di lasciare il Pdl e aderire all'Udc, una scelta aggiunge il deputato "in linea con i valori in cui credo" e cioé "quelli del Ppe". Il parlamentare ex Pdl spiega di aver incontrato nei giorni scorsi Angelino Alfano, segretario del Pdl: "Mi ha chiamato lui - precisa - ma non abbiamo parlato di questo. La mia non era una trattativa, non ero in cerca di prebende, non avrò nulla e non mi è stato promesso nulla. Tant'é - sottolinea ancora - che sono passato dalla maggioranza all'opposizione".

RENATO BRUNETTA

7 - IANNACCONE-PORFIDIA-BELCASTRO LASCIANO PT PER MISTO
(ANSA)
- I deputati di Popolo e territorio Amerigo Porfidia, Elio Belcastro e Arturo Iannaccone lasciano il gruppo, per costituire una componente autonoma nel Misto, dal nome 'Noi per il partito del Sud-Lega Sud'. "Confermiamo la fiducia al governo", dice Iannaccone raggiunto al telefono.

8 - GOVERNO: MOFFA, FUORIUSCITI GRUPPO PT RESTANO IN MAGGIORANZA
(ANSA) -
I tre fuoriusciti? "Nessun commento. Hanno dichiarato che restano in maggioranza. Credo che tutto nasca dall'idea di fare un movimento del Sud". Silvano Moffa, capogruppo di Popolo e Territorio alla Camera, minimizza il passaggio di Arturo Iannaccone, Elio Belcastro e Americo Porfidia dal Pd al gruppo misto. "Non ci siamo sentiti, ma ci sentiremo - prosegue - Non si tratta di questioni personali. Non capisco l'agitazione".

9 - CRISI: RUTELLI, MI ASPETTO ALTRE DEFEZIONI DA MAGGIORANZA
(ANSA)
- "Mi aspetto ulteriori defezioni nei prossimi giorni da una maggioranza che non è in grado di governare il Paese": lo dichiara il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli. "Le prescrizioni che vengono dal vertice di Cannes del G20, ulteriormente rafforzate sul fronte del debito, impongono una nuova leadership e una larga maggioranza per affrontare le tempeste che abbiamo di fronte e che una maggioranza ormai in pezzi non è più assolutamente in grado di affrontare", conclude Rutelli.

Arturo_Iannaccone

10 - GOVERNO: STORACE, VOLTAGABBANA MERITEREBBERO FUCILAZIONE
(ANSA) -
"Quei deputati che in queste ore cambiano partito mentre Berlusconi è a Cannes per l'Italia, meriterebbero di essere fucilati alla schiena". E' quanto dichiara Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra.

11 - G20: FIDEL CASTRO, RIUNIONE DI OLIGARCHIA MULTIMILIONARIA
(ANSA)
- Fidel Castro, in un articolo pubblicato dalla stampa ufficiale cubana definisce il G20 di Cannes una riunione "dell'oligarchia multimilionaria". Il lider maximo accusa i Paesi più ricchi, con gli Stati Uniti in testa, di cercare di "monopolizzare le tecnologie ed i mercati attraverso i brevetti, le banche, i mezzi più moderni e costosi di trasporto, il dominio cibernetico dei processi produttivi complessi, il controllo delle comunicazioni e dei mezzi di informazione di massa, per ingannare il mondo". E aggiunge: "Ora che gli abitanti del pianeta sono 7 miliardi, gli stati che partecipano al summit rappresentano solo una ogni sette persone, che a giudicare dalle imponenti proteste in Europa e negli Stati Uniti non sono molto felici, mettendo a rischio la sopravvivenza della nostra specie".

Silvano Moffa

12 - G20: AGENZIA VESCOVI; NESSUNO HA IDEE CHIARE, ITALIA VA A VISTA
(ANSA) -
"L'impressione è che nessuno abbia le idee chiare, cioé abbia soluzioni: si naviga a vista con grande incertezza". Così il Sir, l'agenzia dei vescovi, vede sia il panorama internazionale che la situazione italiana di fronte alla crisi economica, nei giorni del G20 di Cannes. "L'impressione - scrive il Sir - è che, al di là delle micro-decisioni che potranno venire da questo come dagli infiniti vertici internazionali che segnano in particolare l'area euro, oggi la più esposta, dalla crisi non si esce se non con idee nuove e forti di politica globale. E di conseguenza con comportamenti coerenti".

FRANCESCO RUTELLI

D'altra parte, aggiunge, "le difficoltà economico-finanziarie della leadership americana, il difficile sviluppo politico dell'area euro e le grandi contraddizioni sociali delle economie emergenti disegnano una fase, non si sa quanto lunga, di riassetto globale". A proposito del quadro nazionale, poi, "anche qui l'incertezza regna dominante". "Se infatti i maggiori leader dell'area euro, Merkel e Sarkozy, sono in attesa di elezioni cui si presentano con sondaggi non favorevoli - sottolinea -, in Italia la navigazione politica è sempre più a vista".

Secondo il Sir, "d'altra parte dalla politica in senso stretto gli italiani si aspettano sempre di meno, salvo alcuni buoni esempi e alcune buone pratiche, sempre annunciate, ma ancora non attuate". E proprio per questo "é ancor più necessario concentrarsi sui punti strutturali dell'agenda". Per l'agenzia dei vescovi, "la sola cosa certa è che le uniche politiche che potranno avere successo saranno quelle che aumenteranno la coesione attraverso la responsabilità. Questo vale in tutti i sensi e in tutte le prospettive. Nessuna categoria o nessun gruppo può farla franca, da solo".

 

AL BANANA LA NOTIZIA DELLA MAGGIORANZA FINITA ARRIVA DA LETTA VIA SMS DURANTE IL G20: DUE PDL VERSO L'UDC

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Bigador per Dagospia

BERLUSCONI ARRIVA AL G VENTI

1- Al Banana la notizia dello sfratto da palazzo Chigi arriva via sms. Il cavalier Patonza è svegliato durante la riunione del G20 da un messaggio dell'eminenza azzurrina Letta che gli comunica l'uscita dei deputati Alessio Bonciani e Elda D'Ippolito verso l'Udc di Pierfurby. La maggioranza ormai si è liquefatta o sciolta (dipende dal materiale organico che si vuole utilizzare come esempio).

2- Duro. Deciso. Sicuro. Il Banana risponde al capo dello Stato a testa alta: "Chiederò la fiducia, abbiamo i numeri". Alla notizia, anche a Ghedini è comparso un sorriso. Peccato che non ci crede neanche Angelino Alfano, che ai suoi ha detto: "Preparatevi per gennaio"...

GHEDINI

3- "Oh, ma perché c'è anche lui? Ma ci possiamo fidare?" Il soggetto è Giorgio Stracquadanio, gli intimoriti sono i neo-frondisti del Pdl, stupiti dalla presenza del signor Predellino nella cena della congiura. "Stiamo attenti, perché ci sono delle spie che vogliono infilarsi", il refrain di tutti. "Magari è proprio lui"

4- Tacciati di infamia, questi frondisti. O recuperati come "compagni che sbagliano". Il più feroce è Enrico La Loggia, che attraverso Radio Radicale ha dichiarato: "Sono sconcertato dalla iniziativa di alcuni irresponsabili all'interno del Pdl che, forse animati dalle migliori intenzioni, creano un problema aggiuntivo. E' sconcertante, se ci fosse un po' più di buona fede e lealtà nei rapporti umani oltre che politici sarebbe meglio". Sereno il buon Fabrizio Cicchitto.

ANGELINO ALFANO

5- La più preoccupata dei frondisti è la modenese Isabella Bertolini, poco abituata al ruolo di ribelle: è più a suo agio nei panni ufficiali. E' convinta di tranelli predisposti dai più stretti collaboratori del Banana. Sul suo cellulare stanno arrivando telefonate trasversali, da uomini del Pdl, di Fli, ma c'è anche qualcuno del Pd. Una volta dei Radicali disse: "Sono da sempre i paladini della morte a tutti i costi". Falso!

6- E proprio i Radicali sono pronti a stampellare il Banana. In cinque hanno dato l'ok per l'appoggio al Governo. Certo, a patto dei soldini per sostenere la loro radio. Briciole in tempi di guerra...

GIORGIO STRACQUADANIO

7- Per i veneti Giustina Destro e Fabio Gava la garanzia di Montezemolo: "Tranquilli, sarete con me". Loro ci credono!

8- Chi è uscito dal suo notorio stato di pigrizia, è Gianfranco Fini. Interviste. Dichiarazioni. Incontri. Messo sul seggiolone il beganizzato Bocchino, si è scatenato. Del suo ruolo da presidente se ne frega "tanto oramai manca poco alla fine", dice. Quindi presenzia ovunque e chiama di persona tutti i frondisti "affidabili", in particolare la Bertolini.

ber74 enrico la loggia

9- Mara Carfagna non sa cosa fare. E' in crisi. La soluzione? Chiamare il suo primo consigliere politico: Italo Bocchino. Lui felice, ha risposto...

10- Neo intesa tra Renata Polverini e Gianni Alemanno, sotto la regia di Andrea Augello. Insieme pensano di avere il sessanta per cento dell'elettorato di centro-destra del Lazio, e vogliono fondare un loro partito.

11- Alterato Matteoli cerca casa. Ci riprova. Fa sondaggi con Enzo Raisi per capire se (finalmente) le porte di Fli si possono aprire per lui. La riposta è stata: noooo!

 

ROMA GODONA NON PERDONA, NEMMENO LA MITTELEUROPA DELL’AMBASCIATA AUSTRIACA

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Reportage di Mario Pizzi da Zagarolo

VALERIA MANGANI

DAGOREPORT

Chiusura con gran ballo al Grand Hotel St. Regis di Roma per la settimana gastronomica viennese organizzata dall'Ambasciata austriaca. Cena dopo cena, la Roma godona si è ingozzata di Sacher, palle di Mozart e gli altri piatti tipici della tradizione mitteleuropea. L'ambasciatore austriaco Christian Berlakovits ha accolto nei saloni dell'albergo (pochi) volti noti e molti resi ignoti dal botox.

UN QUARTETTO CLASSICO

Tra tutti, gli immancabili classici della Romanella nobiliare e alemanna: la marchesa Dani del Sacco d'Aragona con la figlia Ludovica, Valeria Mangani col marito Adolfo Panfili (trainer di Ale-danno), Domitilla e Andrea Meschini, e il duo meravigliao Guglielmo Giovanelli e Giuseppe Ferrajoli, il cui ultimo pasto consumato a casa risale al 1984. Il marchese Ferrajoli ha roteato per in pista con la Dani, mentre una povera ballerina veniva fatta zompettare per i saloni sventolando una bandiera italiana, come dopo la vittoria dei Mondiali.

STRAVOLTI DALLE DANZE

In mezzo ai tavoli imbanditi spuntano anche il poeta erotico (e per hobby presidente dell'AgCom) Corrado Calabrò, Patrizia de Blanck, Silvana Augero, soprannominata Madame Picasso da Chiambretti, mentre una sfilza di meravigliose carampane in lungo applaudiva gli sbandieratori e l'orchestra viennese.

 

SBANDIERATORI

SUPERSILVIO - IL BANANA È CONVINTO DI ESSERE IL NUMERO UNO E NON PUÒ AMMETTERE LA SCONFITTA

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Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera"

Berlusconi e le vittorie col Milan

«Ghe pensi mi». «No, per favore: no!». Mettetevi al posto del Cavaliere: è dura, per chi è convinto di essere «di gran lunga il miglior presidente del Consiglio che l'Italia abbia avuto nei 150 anni della sua storia», sentirsi assediato dalle invocazioni a farsi da parte. Non è solo una questione politica: è una pugnalata al suo amor proprio. Sono anni che il Cavaliere batte e ribatte: «In Italia nessuno può dire di aver fatto quanto ho realizzato io. Nemmeno in Europa c'è uno che abbia una caratura paragonabile a quella di Berlusconi. E in America solo Bill Gates mi fa ombra. Adesso direte che sono presuntuoso, che ho un complesso di superiorità. Ma parlano i fatti».

Una convinzione radicata: «Non c'è nessuno sulla scena mondiale che può pretendere di confrontarsi con me, nessuno dei protagonisti della politica che ha il mio passato, che ha la stessa storia che ho io. Quando mi siedo a fianco di questo o quel primo ministro o di un capo di Stato, c'è sempre qualcuno che vuol dimostrare di essere il più bravo e questo qualcuno non sono io. La mia bravura è fuori discussione: la mia sostanza umana, la mia storia, gli altri se la sognano».

prw2 00 berl cactus

Lui, spiegò al Senato, fece finire decenni di conflitto tra i blocchi mondiali: «Abbiamo ottenuto risultati straordinari. Ricordo che nel 2002, quando facemmo il vertice a Pratica di Mare, per la prima volta la Russia entrò nell'Occidente ponendo fine a quella guerra fredda». Lui mise in riga i litigiosi Obama e Medvedev: «A loro ho intimato, come presidente per la terza volta del G8, di non presentarsi da noi in Italia senza avere almeno siglato il Trattato per la riduzione degli arsenali nucleari, delle bombe atomiche». Lui fermò la guerra nel Caucaso salvando Mikhail Saakasvili dopo che i russi avevano deciso «di attaccare la Georgia, di arrivare a Tbilisi e, parole che cito testualmente, attaccare all'albero più alto il presidente georgiano».

Silvio Napoleone

Lui, ancora, fermò la crisi planetaria: «E quando l'amministrazione repubblicana non mosse un dito e lasciò fallire Lehman Brothers, questo signore andò a Washington e spese un giorno intero col presidente americano e venne fuori la decisione: destinare 700 miliardi di dollari affinché le banche americane non fallissero altrimenti sarebbe stato il disastro».

Silvio Berlusconi con George Bush

Tutti trionfi guadagnati grazie ai legami amichevoli stretti con i leader del pianeta attraverso «la diplomazia del cucù»: «Prendi uno sotto braccio e con tutti stabilisci un ruolo preferenziale. Siamo o no il Paese più autorevole e più simpatico nel Mediterraneo? E allora dobbiamo contare di più». Ovvio che tutti lo adorassero: «Ovunque mi trovi la gente mi si fa d'intorno, mi incoraggia e mi festeggia, confermandomi così quel 68,4% di stima e apprezzamento che è rivelato dai sondaggi e che rappresenta il record di tutte le democrazie occidentali».

Un delirio di amore che, stando ai numeri che forniva, crebbe fino a coinvolgere evidentemente una buona fetta dell'opposizione, dei comunisti, dei disfattisti e perfino dei «professionisti dell'odio»: «Ieri i sondaggi mi davano al 75% di popolarità, gli ultimi di stamattina sono al 77%». Al che Fabio Mussi tornò a ridacchiare su una sua vecchia battuta: «Quando arriverà al 100% ci faccia un fischio».

Berlusconi e Putin Berlusconi chansonnier sulle navi

Sempre primo, primo, primo. Primo alle elementari quando faceva i compitini agli altri in cambio delle merendine. Primo nella tesi di laurea sulla pubblicità. Primo a «portare in Italia le canzoni di Aznavour e di Becaud». Primo per coppe e scudetti: «Il 27° trofeo conferma il Milan come il club più titolato al mondo e fa di me il presidente che nella storia del calcio internazionale ha vinto di più. Bernabeu, il numero due, ha vinto la metà...».

Primo nel pianeta per la collezione di cactus. Primo a fare un'intera legislatura da premier. Primo per numero di giorni a Palazzo Chigi. Primo per new-town tirate su dopo un sisma. Primo per numero di donne: «Non è colpa mia se tutte si innamorano di me e non sono neanche colpevole del fatto che anche in questo campo sono il numero uno».

E poi primo contribuente d'Italia. Primo «perseguitato dalla magistratura di tutte le epoche, nella storia degli uomini, in tutto il mondo». Primo erede di De Gasperi, ma meglio: «Sono assolutamente certo d'essere l'uomo più democratico mai giunto a essere primo ministro d'Italia». Il giorno in cui Enzo Biagi gli chiese chi gli venisse in mente quando pensava «a un grande uomo di stato», rispose: «Direi Adenauer, Churchill, De Gaulle... Ma siccome siamo in campagna elettorale dico Silvio Berlusconi». Convinzione granitica: «Passerò alla storia», disse a Renato Farina, «preparate il monumento». Equestre, si capisce: «Solo Napoleone ha fatto più di me».

Berlusconi e Don Verzé Foto di gruppo - Berlusconi in mezzo ai leader del G20 posa con Obama

Una fiera delle vanità che per anni, fino a qualche mese fa, ha fatto sorridere non solo chi detesta il Cavaliere ma anche quanti gli sono amici. Il guaio è che le cose sono drammaticamente cambiate. E il peso di questo ego spropositato e titillato da laudatores come Don Luigi Verzé («Berlusconi è stato mandato dalla divina Provvidenza per salvare questo Paese. E lo sta facendo molto bene») rischia di pesare sul destino del Paese. «Da quando siamo al governo», disse anni fa, «è successo di tutto, dall'11 settembre, alla stagnazione, ad alluvioni e terremoti, dunque mi sta venendo un complesso di superiorità: meno male che ci sono io, perché un altro che avrebbe fatto?».

Berlusconi Obama i B Brothers silvio BerlusconiBERLUSCONI-CORNA

Ecco il tema: lasciare, per un combattente come lui che ha «sempre vinto», non sarebbe solo una sconfitta politica. Sarebbe una disfatta personale. Umana. Esistenziale. Come può andarsene da vinto? Come può immaginare che forse, chissà, magari, altri possano fare meglio di lui? Eppure potrebbe essere questa l'ultima scommessa del Cavaliere: dare torto a chi rifiuta perfino di immaginare che lui possa avere la generosità istituzionale di farsi da parte. E dimostrare al mondo intero che, anche per lui, l'Italia viene prima di lui.

 

BORSE RINGALLUZZITE DALLA BCE, MILANO +3,2% - SPREAD A 430 - FIELE DI MERKEL PER LA GRECIA

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1 - BORSA MILANO BALZA SU TAGLIO TASSI BCE, MINORI TENSIONI GRECIA...
Reuters - Piazza Affari chiude in rialzo una seduta movimentata dagli sviluppi attorno all'ipotesi del referendum della Grecia e dalla decisione a sorpresa della Bce di tagliare i tassi nel primo consiglio mensile di politica monetaria presieduto da Mario Draghi.

Il neo-presidente della Banca centrale europea ha spiegato che la decisione di tagliare il costo del denaro di 25 punti base, presa all'unanimità dal board, è legata al fatto che i rischi al ribasso dell'economia si sono aggravati e pertanto tassi più bassi sosterranno l'economia.

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Ad offrire spunti alla giornata odierna sono state inoltre le crescenti speranze che in Grecia non si faccia più ricorso al referendum popolare sulle misure anti-crisi, allentando le paure che avevano affossato i mercati ad inizio settimana.

Intanto a Cannes i membri del G20 hanno raggiunto un accordo per il varo di un piano d'azione per la crescita e l'occupazione, mentre secondo un funzionario indiano si starebbe discutendo l'ipotesi di costruire una rete di protezione per Italia e Spagna.

"La mossa di Draghi è stata certamente determinante per il rialzo della borsa oggi, anche se le varie voci sulle sorti del governo greco e quindi sull'abbandono del referendum hanno contribuito a sostenere il sentiment sui mercati", dice un'operatrice.

"Rimane ancora un quadro incerto e fino a quando la situazione sulla Grecia non si stabilizza è difficile dire quanto durerà il recupero", aggiunge un gestore. In una seduta molto volatile il differenziale tra Btp e Bund decennali scende in area 430 punti dopo l'impennata ad inizio seduta ai livelli record di 462 pb.

Tornando sull'azionario l'indice FTSE Mib chiude in rialzo del 3,23% mostrando la migliore performance d'Europa, mentre l'Allshare sale del 2,988% e il paniere delle Mid cap avanza del 2,79%. Il benchmark europeo FTSEurofirst 300 cede due punti percentuali.

GIUSEPPE MUSSARI FEDERICO GHIZZONI GIOVANNI BAZOLI resize

I bancari proseguono il rimbalzo della vigilia con INTESA SANPAOLO in rialzo del 3,68%, UNICREDIT del 4,33%, dietro a UBI e BPER che salgono rispettivamente del 4,96% e del 5,82%. Caso a parte POP MILANO che cede il 2,45% a 0,39 euro con volumi sopra la media mentre i diritti dell'aumento di capitale perdono il 36,56% a 0,242 euro: è ancora conveniente comprare i diritti piuttosto che le azioni Bpm. A brillare nella seduta sono tuttavia i titoli industriali tra i quali svetta TENARIS che balza del 14,63% sulla scia della trimestrale sopra le attese e delle positive prospettive.

"L'unica ragione (del rialzo) sta nei numeri. Sono migliori delle attese. Il trend dei prezzi e dei volumi sta recuperando rapidamente, questo non accadeva da qualche trimestre", dice un broker. Tra gli altri industriali in spolvero FIAT e FIAT INDUSTRIAL che salgono rispettivamente del 5,59% e del 6,83%. Forte anche FINMECCANICA che balza del 9%. Ieri, in una seduta pesante per il titolo dopo le parole dell'AD su Ansaldo Breda, la società ha annunciato l'aggiudicazione di nuove commesse per un valore totale di 147 milioni.

Bene anche STM in rialzo del 7,3%, mentre LOTTOMATICA sale del 4,6% circa in vista dei risultati annunciati a borsa chiusa.

BORSA

2 - BTP MIGLIORA IN CAUTO OTTIMISMO SU G20,BCE, SPREAD CALA A 430 PB...
reuters - E' certamente presto per dire che il mercato obbligazionario italiano è diventato più ottimista, ma gli eventi della giornata di oggi quanto meno hanno ridotto le più cupe previsioni. Sono cauti i dealer stasera anche vedendo lo spread stringersi di 40 punti base dal picco di stamane, ma ammettono "che il nero pessimismo dell'inizio della settimana sembra essersi attenuato".

"I fatti di oggi mostrano che ci sarà davanti un periodo molto difficile, ma forse, e ancora sottolineo fortemente forse, non più drammatico" dice un dealer.

Le seduta non ha mancato di stupire più volte. A partire dalla mossa di Mario Draghi, attesa solo da una parte del mercato, di ridurre di 25 pb il tasso di riferimento, alle dichiarazioni del premier greco che ha gettato acqua sul fuoco quell'ipotesi di referedum che ha messo nel panico i mercati, fino all'ipotesi di una rete di protezione per Italia e Spagna di cui si sta discutendo al G20. Davanti, ci sono prospettive di misure di austerità da parte dei paesi sotto attacco, compresa l'Italia, e un'economia che lo stesso Draghi vede in prosepttiva andare in recessione.

NAPOLITANO VISCO DRAGHI

"Sono ancora convinto che sia e soprattutto sarà un momento difficile, ma almeno ora sembra che ci sia la volontà di non far crollare tutto" dice un altro. La sintesi di tutto ciò è uno spread Btp/bund che, dopo aver saggiato stamane un nuovo massimo dall'introduzione dell'euro a 462 pb, ha visto un minimo di seduta a 424 pb dopo il taglio dei tassi, per chiudere a 430 pb dalla chiusura ieri a 438 pb. Il rendimento del Btp a 10 anni chiude a 6,21% dopo un minimo di 6,16% toccato dopo il taglio dei tassi e un nuovo massimo dall'introduzione dell'euro al 6,40%, dopo una chiusura ieri a 6,20%, secondo dati Tradeweb. Il tasso del due anni quota 5,22%, da 5,35% ieri con un differenziale con la Germania a 483 pb da 493 pb ieri. Martedì aveva toccato un massimo a 515 pb.

3 - BORSE EUROPEE: CHIUDONO IN RIALZO DOPO TAGLIO TASSI BCE...
(AGI) - In attesa di segnali piu' chiari dal G20 di Cannes, le borse europee chiudono in forte rialzo. Il Dax di Francoforte guadagna il 3,11% a 6.151,18 punti, l'Ftse 100 di Londra sale dell'1,25% a 5.552,83 punti, il Cac 40 di Parigi avanza del 3,03% a 3.204,87 punti, l'Ftse Mib di Milano cresce del 3,23% a 15.766,16 punti, l'Ibex di Madrid si issa dell'1,83% a 8.731,0 punti. Bene anche Atene, che segna +2,83% .

BERLUSCONI ARRIVA AL G VENTI

4 - G20, STASERA NUOVO INCONTRO LEADER EUROZONA...
(LaPresse/AP) - I leader dell'eurozona si incontreranno nuovamente oggi, a margine del summit del G20 a Cannes. Lo ha fatto sapere un funzionario europeo, aggiungendo che al meeting parteciperanno i leader di Francia, Germania, Italia e Spagna, insieme con i rappresentanti di Banca centrale europea, Unione europea e Fondo monetario internazionale. Il funzionario ha parlato con la condizione dell'anonimato per la sensibilità dell'argomento.

OBAMA E SARKOZY AL G VENTI

5 - G20: SARKOZY, HO FIDUCIA NELL'ECONOMIA ITALIANA...
(ANSA) - "Ribadisco la mia fiducia nell'economia italiana, che è una delle più forti del mondo": lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy dopo la prima giornata di Cannes aggiungendo che si tratta della "terza economia d'Europa, forse la 7/a 8/a nel mondo ed ha una grande tradizione di imprenditori".

6 - MERKEL: EURO STABILE PIU' IMPORTANTE DI APPARTENENZA GRECIA
(AGI) Cannes - La stabilita' dell'euro e' piu' importante della permanenza della Grecia nell'eurozona. Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco Angela Merkel al G20 di Cannes. Merkel ha ribadito che la nuova tranche di aiuti non verra' versata ad Atene finche' non avra' appoggiato il piano di salvataggio in modo inequivocabile. "Per noi contano i fatti, non le parole" ha affermato il cancelliere .

IL MEETING DEGLI EUROPEI AL G VENTI

7 - CRISI: VENIZELOS, GLI 8 MLD DI AIUTI A GRECIA SERVONO ENTRO 15 DICEMBRE...
(ASCA-AFP) - La Grecia ha bisogno della tranche di aiuti da 8 miliardi entro il 15 dicembre prossimo. Lo ha detto il ministro delle Finanze greco, Evangelios Venizelos, intervenendo a un meeting del partito socialista Pasok. Il paese, ha detto il ministro, ha bisogno di liquidita' ''prima del 15 dicembre, in accordo con gli impegni finanziari della Grecia''.

evangelos-venizelos

8 - PASSERA: PRIMA MOSSA DRAGHI ALLA BCE È SEGNALE A FAVORE CRESCITA...
(LaPresse) - "E' un segnale a favore della crescita, positivo. Per essere la prima mossa di Draghi è una bella prima mossa". E' questa l'opinione di Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa San Paolo, in merito ai tagli dei tassi operati da Mario Draghi, appena insediato al vertice della Bce (Banca centrale europea), rilasciata a margine dell'inaugurazione del nuovo polo museale Gallerie d'Italia, in piazza della Scala a Milano.

BILL GATES

9 - G20, OXFAM E ALTRI GRUPPI CHIEDONO AI LEADER DI IMPORRE ROBIN HOOD TAX...
(LaPresse/AP) - Attivisti di numerose organizzazioni internazionali stanno facendo pressione sui leader del G20 a Cannes perché impongano tasse maggiori sulle transazioni finanziarie, da cui ottenere milioni di dollari con cui combattere la povertà e la fame nel mondo. Tra i gruppi ci sono Oxfam, World Wildlife Foundation e altri. Hanno organizzato numerosi eventi in occasione del summit di Cannes in Francia, per portare l'attenzione sulla Robin Hood Tax. Anche il fondatore di Microsoft, Bill Gates, si è recato a Cannes per chiedere alle potenze mondiali di considerare la tassa e altri modi per aiutare i Paesi poveri.

10 - EDISON: SOCI ITALIANI PRONTI A PARTECIPARE ALL'OPA EDF...
Radiocor - Anche i soci italiani sono pronti a scendere in campo, seppure in misura limitata, nella partita dell'Opa su Edison. Negli accordi di Parigi concordati con Edf, secondo quanto risulta a Radiocor, Delmi si e' infatti riservata la facolta' di acquistare azioni di Foro Buonaparte, nell'ambito dell'eventuale Offerta obbligatoria, per un corrispettivo di massimi 50 milioni di euro. Una cifra limitata che tuttavia, se l'Offerta avverra', come richiesto dai francesi, al prezzo medio degli ultimi 12 mesi (circa 0,84 euro) corrisponde all'1,1% del capitale.

Zuccoli e Lescoeur

Un pacchetto che andrebbe ad aggiungersi al 30,6% che verrebbero a detenere i soci italiani (A2A, Iren, Sel, Dolomiti Energia, Mediobanca, Crt e Bpm) dopo la scissione proporzionale della holding italo-francese Transalpina di Energia cui attualmente fa capo il 61,2% di Edison. Edf ha condizionato la validita' dell'intera operazione su Foro Buonaparte alla conferma, da parte della Consob, circa l'applicabilita' in caso di Opa obbligator ia della metodologia di determinazione del prezzo pari alla media dei 12 mesi precedenti. Una decisione che, secondo alcuni osservatori, non tutelerebbe a sufficienza le minoranze poiche' i soci italiani di Delmi godono anche di una put a tre anni sul titolo Edison.

11 - TERMINI IMERESE, INVITALIA: CONFIDIAMO IN ACCORDO DOMANI...
(LaPresse) - "Abbiamo fatto un altro passo avanti. Ci sono le condizioni per arrivare entro domani a un accordo condiviso tra Governo, Dr Motor e sindacati, ma subordinato alla condivisione di Fiat, con la quale ci confronteremo subito dopo". Così l'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, in merito alla trattativa tra sindacati e Dr Motor per la riconversione dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, dove il Lingotto cesserà la sua produzione a fine anno, parlando a conclusione di un incontro tra le parti al ministero dello Sviluppo economico.

Fiat TERMINI IMERESE

12 - LOTTOMATICA: UTILE DI 58,5 MILIONI NEL Q3 2011 (DA -13,2 MILIONI), CONFERMATI TARGET 2011...
Finanza.com - Lottomatica primi nove mesi dell'anno ha registrato un utile netto di 126,6 milioni di euro, in forte crescita rispetto ai 51,1 milioni del corrispondente periodo 2010. Salgono anche i ricavi, che con un +28,4% annuo si portano a 2.145,6 milioni. Per quanto riguarda il terzo trimestre, l'utile si è attestato a 58,5 milioni (da -13,2 milioni) ed i ricavi a 740,9 milioni (da 552,2 milioni).

lottomatica

Nel Q3 l'Ebitda è cresciuto del 18,7% a 237 milioni mentre l'utile operativo con un +15,9% si è attestato a 129,4 milioni. L'indebitamento del Gruppo a fine settembre era pari a 2,8 miliardi, dai 2,98 miliardi di fine 2010 . "Le performance registrate dal Gruppo fino ad oggi ci permettono di riconfermare la nostra guidance per l'intero anno", ha detto Alberto Fornaro, CFO di Lottomatica Group.

13 - AL VIA 'VODAFONE NEWS', LA PRIMA TESTATA D'INFORMAZIONE DI VODAFONE...
Primaonline.it - Vodafone Italia sta per lanciare la sua prima testata d'informazione registrata. Si chiama 'Vodafone News' ed è un giornale on line multimediale diretto da Matteo Vitali, un giovane giornalista freelance, autore e videomaker, che già si occupava del blog di Vodafone Lab (lab.vodafone.it). Vodafone News parlerà ovviamente delle novità del gruppo telefonico, ma non solo. Allargherà infatti il discorso a tutto il settore delle telecomunicazioni e di Internet, con un taglio giornalistico, affiancando agli articoli molti contributi video.

Bertoluzzo AD di Vodafone Italia

 

 

GREGGIO ALLA BIENNALE, BRIGNANO AL REGIO, MEDIASHOPPING AL LUCE: UN PAESE GIÀ FALLITO

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Riceviamo e pubblichiamo:

Lettera 1
Gentile Franz Brambilla Perego,
Gentile redazione di Dagospia,

permettetemi di fare alcune precisazioni in merito all'articolo "Podestà Metropolitano", pubblicato sul vostro sito. Se leggerete le poche righe che seguono sono certo che comprenderete perché il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale adottato martedì 25 ottobre dalla Giunta della Provincia di Milano è assolutamente nuovo se confrontato con quanto era stato proposto, e mai portato a compimento, dall'Amministrazione precedente.

expo milano

In primis, ci tengo a sottolineare che è stato fatto un paragone tra un documento ampiamente articolato e idee frammentarie, senza alcuna strategia di sviluppo metropolitano, annunciate durante la scorsa campagna elettorale. La Giunta Penati, infatti, in cinque anni di mandato, non ha mai approvato il Piano, che è stato ritirato mestamente dall'ordine del giorno del Consiglio dallo stesso Penati. L'Amministrazione Podestà, invece, a poco più di due anni dall'insediamento, ha già adottato in Giunta la proposta di adeguamento.

PODESTà E LA MOGLIE NOEVIA ZANELLA

L'accento, comunque, si deve porre sulle differenze di tipo contenutistico. Per la prima volta, infatti, abbiamo individuato le strategie territoriali per il futuro sviluppo del milanese, con lo scopo di rendere il territorio maggiormente competitivo rispetto ai principali centri urbani europei, da Parigi a Londra, da Monaco a Barcellona a Madrid.
Abbiamo elaborato un Piano innovativo: il PTCP, infatti, presenta contenuti unici, dal momento che si basa sulla costruzione dal basso di una Città Metropolitana di nuova generazione, caratterizzata da una struttura di tipo policentrico, in cui la Città Centrale, costituita dal capoluogo e dai 24 comuni limitrofi, è interconnessa ai 13 poli attrattori attraverso un fitto reticolato infrastrutturale.

Abbiamo definito un PTCP essenziale, riducendo il più possibile la parte normativa e semplificando di conseguenza la burocrazia.

Il nuovo Piano è, inoltre, completo perché contempla sia tematiche paesaggistico ambientali sia lo sviluppo infrastrutturale: dal policentrismo alla riduzione del consumo del suolo, dal potenziamento della rete ecologica all'housing sociale.

Berlusconi - Draghi

Nel dettaglio, abbiamo vincolato 162 km quadrati di ambiti agricoli, pari quasi all'intera città di Milano, senza contare i Parchi, già preservati da un proprio Piano. Abbiamo previsto, inoltre, la riduzione del consumo del suolo, passando dal 6- 8% attuale (Penati aveva proposto il 5%) allo 0- 2% all'interno della Città Centrale e al 2- 4% nei poli attrattori.
Noi, a differenza della precedente Amministrazione, non abbiamo fatto propaganda, ma elaborato un progetto concreto per la Grande Milano e contiamo di approvarlo definitivamente in Consiglio provinciale entro l'autunno 2012.
L'occasione mi è gradita per porgervi cordiali saluti.

Fabio Altitonante
Assessore alla Pianificazione del Territorio, Programmazione delle Infrastrutture, Piano Casa/Edilizia, Housing Sociale, Rapporti con la Conferenza dei Sindaci, Sportello Unico
Milano

ANNA FALCHI EZIO GREGGIO A VENEZIA

Lettera 2
Draghi abbassando i tassi alla Bce ha ridato una botta di Cialis al Cavaliere.
Matteo Renzi: siamo talmente messi così male che ci potrebbe servire anche una copia in sedicesimo di Berlusconi.
jfp

BRIGNANO TRA IL PUBBLICO

Lettera 3
Ezio Greggio apre il festival del Cinema di Venezia, Brignano reciterà al Teatro Regio di Torino e l'a.d. di MediaShopping va a dirigere l'Istituto Luce. Questo paese è già fallito senza bisogno degli indici di Borsa.
Luca Cassano

Lettera 4
Ancora con questa storia del "noi non vogliamo mettere le mani nelle tasche degli italiani" senza accorgersi che con questa immobilità di fronte ad un dogma sacro, la patrimoniale, le mani nelle tasche le mettono sempre più in fondo e con l'aggravante che le mettono sempre più anche nelle tasche degli italiani che devono ancora nascere. Io, da italiano, se è la soluzione per salvare me, i miei figli ed i futuri nipoti, le metto volentieri le mani in tasca, ma le voglio anche mettere sapendo di farlo, una volta per tutte, senza subire spigolature, stillicidi di aumenti tra IVA, accise, ecc. ecc. come se questo non fosse "mettere le mani nelle tasche degli italiani". Meglio pagare subito 100 in cambio almeno l'orgoglio di dire "ho fatto un sacrificio per l'Italia" che continuare a pagare aumenti vari comunque per arrivare a 100 e non avere neppure quel minimo di orgoglio.
Audacecipiace

MATTEO RENZI

Lettera 5
Carissimi, a volte i contenuti delle vostre analisi eco-socio-politiche sembrano attenere più a scenari auspicati che a reali sottostanti. Assomigliate sempre più a dei subprime d'informazione tarocca. In genere, specialità della capacità manipolatoria del sinistro pensiero. Ve ne siete accorti?
Max

Giorgio Gori

Lettera 6
Caro Dago c'eravamo abituati al binomio inscindibile Letta-Banana...che adesso se ne sta delineando uno nuovo: Gori - Renzi...lo schema funzionerà nello stesso modo, il primo dei due intelligenza, conoscenze e mediazione, il secondo testa d'ariete che prende di pancia gli elettori con le parole...e la nuova forza italia è servita...verrà colto di sorpresa anche il duo Montezemolo-DieguitoLaqualunque che politici non sono e non saranno mai vedrai...

Lettera 7
Il SuperMinistro Tremonti ha sempre detto che i conti erano a posto rispetto agli altri paesi UE. Adesso l'Italia rischia il fallimento, nonostante le due Manovre del Governo e votate dalla Lega Nord. Ma siamo sicuri di avere a Roma dei politici in grado di sanare quello che NON può essere sanato? Il debito pubblico è salito ma stipendi e pensioni d'oro, insieme ai tanti privilegi, NON sono scesi, e così il Paese rischia il collasso economico. Siamo alla frutta e il popolo è sempre più incazzato!!
Bertolino Marino

Che e Castro MONTEZEMOLO E DELLA VALLE

Lettera 8
Farebbe buon sangue raccogliere in un'antologia tutta da ridere esternazioni e scritti di due-tre anni fa da parte dei Soloni patentati, degli editorialisti pontificatori, dei signori Monti ed Amato, i nuovi Tejero, per certificare la loro turbinosa capacità di non prevedere mai alcunché, neppure per sbaglio, in campo economico e sociale.
Giancarlo Lehner. P.T.

Lettera 9
Qualcuno dica a Matteo Renzi che l'autore materiale dei suoi 100 punti (Gori secondo quanto risulta dalle informazioni dei file) ha deciso di rottamare come prima cosa l'italiano.
Tra piccoli refusi, imprecisioni, incurie del documento vi segnalo, in particolare, il punto 78 che contiene un errore da matita rossa! ("anno" invece di "hanno")
L'approssimazione delle idee politiche si riflette anche nella qualità dei documenti.

Giuliano Amato Yves Leterme Mario Monti Sarah Varetto

Lettera 10
Caro Dago,
nessun problema per i 6 dissidenti del PDL.. Lavitola rientra da Panama e voterà al loro posto..!

Lettera 11
Caro Dago,
due domande al Dott. Avv. Maria Elena Valanzano.
La prima: cosa significa la frase "si è ritrovato spesso nelle cronache giudiziarie, sui giornali e in report televisivi, inerenti all'inchiesta a cui Lei fa riferimento e che mi vede come "super-testimone?"
La seconda: ella dice "che lavora da diversi anni per e nelle istituzioni." Ricordando l'art. 97 della Costituzione che dice: "Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge." può dirci, dato che lavora nelle istituzioni, che concorso ha superato?
Roland Delmay

maria elena valanzano

Lettera 12
Essere segretario o segretaria di un politico è un posto di responsabilità, poco visibile, ma di potere, ruolo spesso ricoperto da laureati, raramente assurto alla cronaca giudiziaria. Ad esempio la mitica segretaria di Andreotti - la signora Vincenza Enea - la Segretaria con la "esse" maiuscola -. Segretaria NON è soltanto quella che scrive le lettere o risponde al telefono -ma questo bisogna essere in grado di capirlo-. Viceversa, la figura dell'assistente, magistralmente tratteggiata da Nanni Moretti, nel film "il portaborse", ha in se qualcosa di meno apprezzato dall'opinione pubblica, forse perché collegato più al politicante che al politico. Quindi, partendo da questa oggettiva disanima, è difficile comprendere come qualcuno possa offendersi se definita segretaria. Che vuoi, ad ognuno la definizione che preferisce. Vittorio pietrosanti
Gianni Morgan Usai

MARIO BALOTELLI E HOLLY HENDERSON

Lettera 13
Dago, viste le frequentazioni di Balotelli, tra la Fico e la pornazza inglese, non e' che il giovane si stia preparando al salto in politica?!?!?
Un abbraccio
Lo scrondo

Lettera 14
"La Grecia ha risorse finanziarie solo fino a meta' dicembre"...anche la Grecia non arriva alla quarta settimana!!! ciao
gianluigi

Lettera 15
Caro Roberto, la famiglia Cucchi al completo. Mi piacerebbe che la stessa attenzione venisse riservata all'anziana mamma del giovane Franceschi morto in carcere in Francia in circostanze altrettanto misteriose e i cui resti non sono mai stati restituiti alla famiglia Margherita - Venezia

Lettera 16
Caro Dago, chissà se anche questa volta il "MAXIEMENDAMENTO" uscirà dal Consiglio dei Ministri in una versione ed entrerà in firma a Napolitano con qualche curiosa aggiunta...

IL TELETHON DI PAPANDREOU

Che so, un condono fiscale tombale per iperbotulinizzati, o l'abolizione totale del 41bis...
E chissà poi di chi sono, quelle abili manine. A saperlo, gli darei 2 dolci colpettini come fai con i bambini. "Eh Eh Eh... Non si fa....".
Prima di lanciarlo in galera e buttare le chiavi, che son soldi di tutti e questi li stanno rubando e buttando.
PotereAiPiccoli

Lettera 17
Per la festa di Halloween Stracquadanio ha scelto il costume da Spartacus. E ha intenzione di tenerlo addosso fino a carnevale
Pietro

Lettera 18
Caro Dago, ormai Berlusconi deve essere rottamato per manifesta incapacità decisionale e politica. Cordialmente
Frenand

Stracquadanio Nonleggerlo banner

Lettera 19
Voi non siete preoccupati per la situazione economica mondiale, voi non siete tristi per il momento buio dell'economia italiana (simile a quella del resto dell'Europa e degli USA): gioite come maiali nella melma solo perché Berlusconi è in difficoltà, il despota, il tiranno, il nano, il banana sta male. Che bello, che gioia, facciamo festa, balliamo sul ponte del Titanic. Dopo di lui, finalmente scompariranno i disoccupati, torneremo tutti ricchi, andremo in pensione a 25 anni con un minimo di 5.000 euro al mese, ricominceranno gli spettacoli al Teatro Valle, la Fiat finalmente andrà a fare le auto in Romania, così finirà di inquinare. Ah, dimenticavo: non ci saranno più inondazioni e terremoti.

Lettera 20
Dago,
propongo una discontinuita' anche per i banchieri che stanno affondando le banche italiane. Specie per quello che aveva gia' fatto perdere migliaia di miliardi di lire a Olivetti come amministratore delegato e che ora cerca di volare alto. Senza contare le migliaia di licenziati che ora non sanno proprio dove svolazzare avendo finito la cassa integrazione per scoprire che non li vuole piu' nessuno.
Ti ringrazio di cuore
Mario (uno dei licenziati)

Lettera 21
Caro Dago,
l'ineffabile Enzo Iachetti, manda a fare in culo il povero La Russa perché acquista 19 italianissime Maserati blindate. Perché questo coraggiosissimo "comico" non manda a fare in culo con altrettanta foga il suo padrone che ha decine di AUDI blindate?
E che dire di Montezemolo, che si vanta del suo patriottismo avvalorato da "cospicui investimenti per portare sui binari dell'alta velocità un'impresa privata. "
Sapete chi farà arricchire Montezemolo, oltre che sé stesso e Della Valle, ebbene sì i francesi, nostri famigerati concorrenti, produttori dei treni ad alta velocità AGV.

tg28 greggio iacchetti

E sapete chi è il concorrente dell'AGV francese? Proprio il mitico l'ETR500 della FIAT.
Ma Montezemolo non è uomo FIAT? Perché non ha acquistato i treni italiani? Ma perché i francesi gli hanno regalato la Legion d'Onore? Perché ha un bel ciuffo? Ovvio che no.
Montezemolo ha contraccambiato i francesi una commessa da 1 miliardo di euro, 1
miliardo di euro, altro che le 19 Maserati del povero La Russa, questa operazione consentirà ai nostri avversari commerciali di entrare nel mercato italiano del l'alta velocità che ci è costato miliardi e centinaia di morti sul lavoro, pagando una misera concessione annua di 140 milioni di euro.

Consapevole delle motivazioni commerciali che spingono i francesi a ricompensare con la Legione d'Onore gli stranieri che tutelano i loro interessi, il Generale Leonardo Tricarico ha restituito l'onorificenza a Sarkozy, dopo che quest'ultimo aveva canzonato il Berlusca.

Col bel gesto Tricarico ha preso due picconi con una fava: ha onorato la Patria e visto che era considerato un uomo in mano alle lobbies industriali francesi, fin dai tempi di Chirac, ha voluto dimostrare autonomia. Non solo, Tricarico è un generale dell'aeronautica e secondo Cossiga, quelli dell'aeronautica dovrebbero sapere quello che i francesi hanno combinato ad Ustica. (Ma i francesi sono nostri concorrenti commerciali o nemici? Dopo i fatti di Libia e lo scippo delle nostre commesse petrolifere il dubbio mi viene). Iachetti, lo vedi, tu che sei coraggioso, quanta gente potresti mandare a Fanculo?
Delirium

EMMA MARCEGAGLIA E CORRADO PASSERA

Lettera 22
Caro Dago,
nella patria di Omero, Ulisse e Achille, l'Unione Europea è considerate una nemica. Una "Troia". Dal numero uno di Banca Intesa, pollice verso per il Governo. Povero Cavaliere, anche la Passera lo tradisce!
Ciao
Natalino Russo Seminara

Lettera 23
Caro Dago,
Sono un abituale lettore del Vs sito, molto spesso brillante, spiritoso ...y finàl : alcuni Vs "sgub" sono fantastici, in particolare queli nel mondo dello show business. Ma in politica non sembra siate molto indovini: per l'ennesima volta ( la quarantesima ? ) ho letto, su Dagospia, a proposito del governo italiano: "Ultimi giorni di Pompei". Non succede niente di quello che Voi prevedete, e il giorno dopo siete a: " Penultimi giorni di Pompei", e così via. Non sarebbe meglio un po' più di pazienza (tipo aspettare un altro giorno! ) nelle previsioni?
Cordialmente,
Vito Patella

Lettera 24
Per il sognatore Natalino Russo Seminara che in una lettera tratta dal sito il 2 novembre sognava una volontaria dazione del 50% dei loro redditi per i prossimi 2 anni da parte di tutti coloro che guadagnano, viste le categorie, direi più di 150/200.000 euro l'anno.
Comunico a lui che, ammesso che denuncino tutto e non eludano, costoro già danno allo Stato direi ben di più del 50% del loro reddito in imposte dirette, fiscalità contributiva, fiscalità regionale e comunale, nonché la fiscalità indiretta attraverso i consumi. Direi che se non fossero dei super avari finirebbe alla fiscalità generale non meno del 75% del totale del reddito percepito.

Gad Lerner e Santoro Rai per Una Notte La presse

Quindi a costoro converrebbe dare il 50% dei loro redditi ben oltre i due anni ipotizzati se fossero esentati da altre tasse. Se invece si immagina che sul rimanente 50% dovrebbero pagare tutte le tasse di cui sopra allora poveretti verrebbero ridotti alla fame e dovrebbero ricorrere ai loro risparmi per la sussistenza. Infatti per come so che si comporta il fisco sicuramente dovrebbero versare gli importi relativi all'intero importo dei loro introiti annuali, quindi al lordo delle dazioni, per le tasse dirette, contributive, regionali, comunali oltre ovviamente a quelle indirette.

Non vorrete mica che grazie ad un banale impeto di generosità a rimetterci siano l'Erario, l'Inps, la Regione, la Provincia, il Comune. E poi come si pagherebbero i servizi per tutti i cittadini? La verità è che abbiamo una normativa fiscale che rastrella in mille modi già molto, direi troppo. Ma purtroppo questo non ha generato una gestione solida e sana ma ha anzi indotto comportamenti ancor più sconsiderati e inefficienti (ovviamente mi esprimo in modo molto eufemistico!) da parte di legislatori e amministratori pubblici.
E adesso non sappiamo come venirne fuori.

I politici in carica tutti, Governo, Opposizione, terzi Poli e Indipendenti, non possono ammettere di avere preso decisioni scellerate e aver gestito in modo pessimo e/o truffaldino quindi, non sapendo cosa fare, continuano sfacciatamente a prenderci in giro.
La soluzione è una sola cambiare classe dirigente in libere elezioni, cioè in elezioni dove a scegliere i candidati da inserire nelle liste non siano proprio i responsabili di questo disastro ma i cittadini che dovranno poter scegliere delle persone di loro fiducia attraverso un sistema rigorosamente trasparente e democratico. Altrimenti fra non molto saremo condannati ad essere sottomessi a Stati stranieri, potentati economici ecc. o costretti ad una selvaggia guerra civile.
Liberbrio - Roma

SPOSINI

Lettera 24
''Ormai pare non esistere più nemmeno quel rispetto per la vita umana e per chi soffre" scrive la Sassone a proposito delle foto scattate a Lamberto Sposini. Parla dello stesso rispetto che lo stesso Sposini provava per le vittime di cronaca nera (chi stabilisce i limiti? IPSE DIXIT) durante la conduzione de La vita in Diretta? E poi chi l'ha detto che Belen rappresenta "un oggetto del desiderio dei maschi di mezzo mondo"?
Honeybump

Lettera 25
Dago,
Giorgio Gori che si impegna per il bene comune?????
D'accordo chiunque può redimersi, ma da quello che ha rincoglionito una generazione di giovani italiani con il Grande Fratello ci si aspetterebbe almeno un mea culpa prima.
Bye
Luigi A

ANNA MARIA BERNINI

Lettera 26


Toh! si è rivista sugli schermi di Ballarò, dopo un paio di mesi di assenza dalla tv, la Bernini con la stessa la faccia paralizzata dal botulino e la bocca fissa sulla stessa smorfia a reiniziare a buttare fumo sulle faccende del pornopuffo di Arcore e imitare le scimmie urlatrici. Che è diventato sinonimo di "difendere le ragioni della maggioranza".
Honeybump

 

 

DRAGHI SI PRESENTA CON IL TAGLIO DEI TASSI - ALTRI 5 VIA DAL PDL, LA MAGGIORANZA NON C’È PIÙ

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IL CORRIERE DELLA SERA - In alto: "Draghi si presenta con il taglio dei tassi. La Ue: bene il piano italiano, va attuato". Al centro: "La maggioranza perde pezzi". L'editoriale di Antonio Polito: "Una terra sconosciuta". Ancora al centro, la fotonotizia: "Maltempo, i tre giorni dell'ansia". Di spalla: "Paracadute dall'Fmi (ma Roma lo aprirà?). Al centro, intervista a Casini: "Subito un governo di larghe intese". In basso: "Il ritorno di Santoro, moderno, a ritmo lento".

SARKOZY BERLUSCONI E MERKEL AL G VENTI

LA REPUBBLICA - In apertura: "Ultimatum dei Grandi all'Italia". Al Centro: "Altri cinque via dal Pdl, la maggioranza non c'è più". L'analisi di Curzio Maltese: "La frana che travolge il muro di Arcore". Ancora al centro: "A Cannes va in scena il dopo Cavaliere". Di spalla: "Il processo online, show finale di Jacko". In basso: "La tratta dei cuccioli, così diventano cavie".

NAPOLITANO VISCO DRAGHI

LA STAMPA - In apertura: "Draghi taglia i tassi, Borse ok". Editoriale di Stefano Lepri: "Il pragmatico ha convinto i tedeschi". Al centro: "Fiducia sulle norme anti-crisi". Di spalla: "Fecondazione, un diritto poco europeo".

IL GIORNALE - In apertura: "Nessun passo indietro". Al centro: "Quel mercato che non scandalizza". Ancora al centro: "Atene ha soldi per un mese, e la colpa è delle Olimpiadi". Di spalla: "Meglio le urne della melina per far ripartire l'economia".

IL SOLE 24 ORE - In apertura: "Draghi taglia i tassi, volano le Borse". Editoriale di Alessandro Merli: "Un banchiere per la crescita". Al centro: "Fiducia sul piano per lo sviluppo". In basso: "Le banche e il dovere di investire nella cultura".

BERLUSCONI ARRIVA AL G VENTI

IL MESSAGGERO - In Alto: "Tassi giù volano le Borse. G20: richiamo all'Italia". Al centro: "Berlusconi, maggioranza a rischio". L'editoriale di Marco Conti: "Il premier sempre più stretto". Al centro la fotonotizia: "Studenti in corteo a Roma, cariche e polemiche". Di spalla, intervista a D'Alema: "Subito il governo d'emergenza". In basso: "Richard Gere conquista il Festival".

borse gg

IL TEMPO - In apertura: "Berlusconi ritrova l'amico americano". L'editoriale di Mario Sechi: "La Casa bianca e il caos italiano". Al centro la fotonotizia: "Mossa di Draghi, SuperMario taglia i tassi". In basso: "Un bando per cercare l'assessore"

L'UNITA' - In apertura la fotonotizia: "Titoli di coda". In alto: "L'esordio di Draghi, giù i tassi". L'editoriale di Paolo Soldini: "Il coraggio di Papandreou". In basso, intervista a Sergio Cofferati: "Giovani e lavoro, la vera riforma".

IL FATTO QUOTIDIANO - In apertura: "Maggioranza addio". Marco Travaglio di spalla: "Noi stiamo col cainano". Al centro: "L'intruso di Cannes". Ancora al centro: I soldi ce li prestano, Italia sotto tutela".

 

SE VI SIETE PERSI LA PRIMA PUNTATA DI SANTORO NON VI SIETE PERSI NIENTE: PERCHÉ SEMBRAVA UNA CODA DI ‘ANNOZERO’

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1 - SANTORO CONQUISTA IL WEB E SI LIBERA DELLA PAR CONDICIO - PARTE "SERVIZIO PUBBLICO" SENZA OSPITI DI CENTRODESTRA
Mattia Feltri per "La Stampa"

SANTORO A SERVIZIO PUBBLICO

Che c'è di meglio di due santi borghesi, Enzo Biagi e Indro Montanelli, per il soffritto di questa stupenda ribollita? Quale più alta protezione, laicamente parlando, e pure per un fuoriclasse come Michele Santoro, arrampicato da ribelle in cima alla gru del giornalismo, era dato invocare?

La nuova avventura è partita ieri sera, dalle 21 in multipiattaforma - per usare la neolingua di Sandro Parenzo, il coproduttore - e cioè raggiungibile in network sul digitale terrestre, sul satellite di Sky, ai migliori indirizzi web, con l'ambizione un po' annunciata e non del tutto mantenuta, di una tv che è l'avanguardia dei movimenti o la sponda mediatica degli Indignati.

MICHELE SANTORO

So che siete in apprensione per me, ha detto Santoro riferito alle due buonanime, e riservando ai primissimi secondi il colpo di teatro, se così lo si può definire. "Servizio Pubblico", che infatti è scritto con gli stessi caratteri con cui si scriveva "Annozero", e persino le musichette sono le medesime delle edizioni scorse, offre un sottosopra che si esalta con la comparsa di Vauro all'inizio, anziché alla fine: a piedi nudi, vestito da monaco poiché gli "girano i cordoni".

Sempre che non si voglia considerare una primizia uno studio privo di contraddittorio (e sempre che non si voglia considerare contraddittore l'eroico Franco Bechis, vicedirettore di Libero, comparso al minuto ottanta), ora che il timoniere, liberato dai vincoli del servizio pubblico, quello scritto minuscolo, non deve obbedire alla lagna della par condicio.

Travaglio

E' infatti un pochino una moda, e nemmeno tanto recente, quella di dirsi né di destra né di sinistra, persino se ci si chiama Santoro: "Né di destra né di sinistra, è una rivoluzione civile e democratica", ha detto il conduttore unico battezzando - ed era un vero sacramento - la sua creazione. Che bisogno c'è di dibattito? Qui c'è un punto di vista, finalmente liberato dalla burocrazia fatta norma.

E' un punto di vista secco, prendere o lasciare, la "balla della settimana" è la rubrica d'apertura di Marco Travaglio (si ringrazi il Fatto Quotidiano, capolavoro contemporaneo che nell'avventura santoriana ci ha messo parte dei denari che arrivano copiosi nella cassa del giornale), ieri dedito a un'amorosa difesa di Antonino Ingoia, il pm partigiano della Costituzione.

Vauro Senesi

Per essere una rivoluzione (coraggiosa: anche Santoro e moglie ci hanno messo soldini veri) è partita un po' in discesa, un bel volo d'uccello sulla maledetta casta, i politici che non lavorano, i loro manicaretti a basso costo, le bocche sbrodolose, gli sbadigli in aula - come per altro già testimoniavano i cronisti di centocinquant'anni fa - certi asciugamani ricamati e deputati (deputati?) a carezzare le sole mani dei senatori.

E poi - a proposito di borghesia, e altissima - si è trattato di una rivoluzione col certificato di garanzia: Diego Della Valle, di solito così plumbeo quando si tratta di parlare di Silvio Berlusconi, finalmente sollevato e quasi sorridente alle facezie di Travaglio; e poi Paolo Mieli, l'ex direttore del Corriere della Sera, che da un altare non rivoluzionario pronostica la fine del governo, a giorni, o a settimane, o a mesi, comunque fine sarà.

Della Valle

Ecco, se vi siete persi la prima puntata non vi siete persi niente: non perché non meritasse, ma perché sembrava una coda di Annozero, oppure Annozero era un prologo di Servizio Pubblico. C'erano le intercettazioni telefoniche, qualche bella intervista in esclusiva, Mieli che nega di essere il complottatore capo (accusa di Giuliano Ferrara), un millenaristico Luigi De Magistris che dichiara morto il capitalismo, un sondaggio a cui rispondono in 48 mila, e si sottolinei 48 mila. Giulebbe, giulebbe: la rivoluzione ha (o è, dipende dai gusti) un mattone.

2 - IL RITORNO DI SANTORO: MODERNO, A RITMO LENTO
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

Santoro è tornato, con passo lento e solenne, deciso a durare. Vecchio nella struttura (il celebrante di una messa laica), ma nuovo nella distribuzione multipiattaforma, là dove tv-web-radio allegramente convergono. «Centomila persone hanno accesso le luci di stasera». Centomila persone hanno versato dieci euro di sottoscrizione per il progetto «Servizio pubblico». Più il supporto ideologico ed economico del «Fatto», più la rete di tv locali di Sandro Parenzo e ieri sera Michele Santoro ha dimostrato che si può fare tv al di fuori dei grandi network. Il medium è il messaggio, diceva qualcuno.

Santoro è sempre Santoro, in Rai come su Sky o su TeleNorba. È fazioso, populista, presuntuoso («Madame tv c'est moi!»), ma la televisione la sa fare. Ragion per cui la Rai avrebbe fatto bene a tenerselo. L'incongrua espulsione e il costringerlo a ruolo del reietto lo hanno caricato ancora di più. Così, nel nome di Biagi e Montanelli, suffragata da poteri paranormali («So che siamo molto diversi, ma so che ci seguite»), è iniziata la «piccola rivoluzione civile e pacifica» della tv italiana.

de magistris

Lo studio 3 di Cinecittà richiama la piazza di «Raiperunanotte» e soprattutto «Tuttinpiedi»: niente tavolo con schermo stile «Annozero», ma due grandi maxischermi sulle gradinate in metallo. I ritmi sono lenti, troppo lenti, ma qui non ci sono problemi di tempo. Travaglio massacra i privilegi dei parlamentari, fingendo di essere uno di loro e non c'è nemmeno una Santanchè a contraddirlo. La tira un po' alla lunga e perde in efficacia. Gli ospiti sono di lusso, da Paolo Mieli (parla del «senso morale relativo» di molti parlamentari) a Diego Della Valle (forse è in overdose di visibilità, non può andare a farsi prendere in giro da Crozza e subito dopo da Santoro), da Luigi de Magistris (vuole trasformare l'indignazione in rivoluzione, nientemeno) a Franco Bechis (un agnellino nella fossa dei leoni), da Stella a Rizzo.

Santoro durante Servizio Pubblico

Da un programma così i Lavitola, gli Scilipoti, gli Scajola ne escono stritolati, ma forse si sono già stritolati da soli, almeno per i fan di Santoro. Oggi controlleremo gli ascolti (ieri sera in concorrenza c'erano «Piazzapulita», «La versione di Banfi», «Mi manda Raitre», l'impressione è che «Don Matteo» faccia incetta di spettatori), ma ormai «Servizio pubblico» è a tutti gli effetti un appuntamento del giovedì. In genere, i talk politici riparano agli errori degli altri scambiando i medesimi con una loro verità. Perciò, per ora, la rivoluzione può attendere.


3- SANTANCHÉ: «INELEGANTE E NOIOSO: HA PERSO FORZA»
Francesca Schianchi per "La Stampa"

«Sulle tv private si trovano trasmissioni molto più interessanti. Questa la trovo financo un po' noiosa».

LUISELLA COSTAMAGNA

Addirittura noiosa, sottosegretario Santanchè?
«Ha perso tutta la sua forza. Quello che funzionava, in "Annozero", non era quello che Santoro diceva, ma il fatto che lo dicesse sulla Rai. Era la provocazione: il fatto di fare una tv partigiana sulle reti di tutti. E poi ho fatto una riflessione su quello che ha detto».

santanche

Cosa?

«Ha iniziato il programma dicendo che la tv pubblica è spenta sulla crisi, dopodiché ha proposto Travaglio che parla dell'amico Ingroia, Lavitola e i servizi segreti, Scilipoti, la casa di Scajola: tutto legittimo, ma che c'azzecca con la crisi? E poi ha portato a testimoni del fatto che lui è libero Montanelli e Biagi, giornalisti morti, non mi sembra elegante. Siamo agli effetti paranormali».

Non le è piaciuta, insomma. Ad «Annozero» lei è stata spesso ospite: andrebbe anche a «Servizio pubblico»?
«Certo, se m'invitano perché non dovrei andare? Non avrei nessun problema, ma non credo voglia invitare un esponente del centrodestra, considerando il parterre di stasera».

Valter Lavitola

Sottolinea che c'è uno di voi?
«Si chiama "Servizio pubblico", sarebbe grave se lo fosse, visto che non è rappresentata la maggioranza di questo Paese. Ma siccome è un servizio privato, fa benissimo a invitare i suoi amici. Su una tv privata è legittimo: l'importante è che un programma così di parte non sia sulla Tv che paghiamo tutti».

Che ne dice della proposta di Ferrara al posto di Santoro il giovedì sera?
«Benissimo. Abbiamo Floris, la Gabanelli; Ferrara è un ottimo giornalista».

Non rischia di essere di parte pure lui?
«Come Santoro la vedo difficile: è insuperabile».

SCILIPOTI

 

EURO-CAOS! GRECIA RITIRA REFERENDUM - B. SOTTO SORVEGLIANZA - BCE TAGLIA TASSI - UK, ALLARME BIG BROTHER

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Dagoreport

WELT WSJ

1 - THE NEW YORK TIMES - In apertura, "Papandreou accantona l'idea del referendum sulle misure di austerity" - "Secondo gli esperti, lo scioccante ritratto della povertà negli Stati Uniti pubblicato a settembre è imperfetto" - "Mentre le autorità di regolamentazione premevano per attuare cambiamenti, Corzine (Mf Global) gli remava contro. E vinceva" - Al centro, "Per Perry l'uso dei jet privati è parte integrante del lavoro"

2 - THE WALL STREET JOURNAL - In apertura, "La Grecia fa un passo indietro dall'orlo del burrone" - In basso, "La Bce interviene con un taglio dei tassi a sorpresa"

3 - THE WASHINGTON POST - In apertura, "I leader greci si compattano intorno al piano di salvataggio" - In basso, "I dossier Usa sulle cyber-spie puntano contro Cina e Russia"

4 - THE GUARDIAN - In apertura, "Un altro giorno di caos, i leader europei ammettono che la Grecia potrebbe uscire dall'euro"

MIRROR WASH POST

5 - THE INDEPENDENT - In apertura, "Euro-caos: l'inghilterra si prepara al peggio" - In alto, "Ah, Mr Bond, sei tornato. Il ritorno di 007"

6 - THE TIMES - In apertura, "La Ue si confronta con lo spettro dell'uscita della Grecia dall'euro"

7 - THE DAILY TELEGRAPH - In apertura, "L'Inghilterra potrebbe dover tirar fuori miliardi con la crisi dell'euro che peggiora" - Fotonotizia con Berlusconi, "Il ritorno di colui che guarda con malizia" - "Il premier inglese rischia di dimenticare le donne, avvisano i tories" - In basso, "Un nuovo farmaco allunga la vita di chi ha il cancro alla prostata"

8 - FINANCIAL TIMES - In apertura, "Il premier greco rinuncia al referendum" - Di spalla, "Draghi segna il suo ingresso in Bce con un taglio dei tassi" - In basso, "L'intelligence sostiene che spie informatiche cinesi e russe minaccino gli Stati Uniti"

9 - DAILY MAIL - In apertura, "Tre milioni di persone controllate dall'occhio del Grande fratello. Notevole aumento della sorveglianza selvaggia da parte dei ficcanaso di Stato" - "La madre della Winehouse: La mia Amy si vergognava di essere alcolizzata"

FIGARO LIBE

10 - DAILY MIRROR - In apertura, "Boss terrorista bloccato con un divieto di volo. L'uomo, che pare organizzasse un attentato, è un algerino arrivato in Inghilterra come rifugiato"

11 - LE MONDE - In apertura, "G20, tragedia greca a Cannes" - Al centro, "Ecco ciò che si delinea dietro la guerra del Kenya in Somalia"

12 - LE FIGARO - In apertura, "Dopo l'ultimatum a Papandreou l'Europa mette Berlusconi sotto sorveglianza" - Al centro, "Rifiutando le dimissioni Guérini sfida la direzione del Ps" - "Londra e Washington progettano attacchi contro il nucleare iraniano" - "Gruppo di ricercatori blocca l'invecchiamento dei topi"

13 - LIBÉRATION - In apertura, "Crisi greca, Europa alla deriva"

14 - LES ECHOS - In apertura, "Bce: Mario Draghi attiva la sua arma antirecessione" - In basso "Groupon, simbolo di un'America del web che non esita"

GUARDIAN

15 - LA TRIBUNE - In apertura, "Tre crisi (politica, economica, finanziaria) e un G20" - In alto, "Bnp Paribas riduce la sua esposizione sui debiti sovrani" - "Microsoft perde terreno tra i browser web"

DAILY MAIL

16 - LA CROIX - In apertura, "La Grecia con le spalle al muro" - In alto, "L'opposizione siriana non crede a un piano arabo di risoluzione del conflitto"

17 - EL PAIS - In apertura, "La Grecia accantona il referendum" - In basso, "La crisi assedia la campagna elettorale" - Di lato, "Washington accusa Pechino di rubare tecnologia per crescere" - "Gli indignati prendono il quinto porto degli Usa"

18 - EL MUNDO - In apertura, "Il ministro Blanco accusato di corruzione è nelle mani della Cassazione" - In basso, "Papandreou ritira il referendum e tratta per un governo di unità nazionale" - Di spalla, "Il pessimo dato sull'occupazione segna l'inizio della campagna elettorale"

CROIX

19 - PUBLICO - In apertura, "Crisi dell'euro, la Bce taglia i tassi e la Grecia rinuncia al referendum"

20 - BILD - Al centro, "Un governo di unità nazionale dovrebbe salvare i greci"

21 - DIE WELT - In apertura, "Papandreou ritira il referendum. Governo di unità nazionale in Grecia"

ECHOS

 

LE BORSE RESTANO POSITIVE, MILANO +1,5% (L’ASIA CORRE SUL TAGLIO DEI TASSI DRAGHESCO), SPREAD A 422

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1. BUND IN RIBASSO, SPREAD CON BTP CALA A 422...
(RFI)
- Lo spread BTp/Bund e' su quota 422, in lieve calo sul closing di ieri (428). L'agenda macroeconomica prevede per oggi dall'eurozona l'indice Pmi di ottobre e i prezzi alla produzione di settembre, dalla Germania gli ordini all'industria di settembre e dagli Stati Uniti il dato sui nuovi lavoratori dipendenti non agricoli in ottobre, i salari contrattuali di ottobre e il tasso di disoccupazione, sempre riferito al mese scorso. fil

Cattelan Milano foto Walter Rovere Borsa close

2. BORSA:EUROPA IN RIALZO CON BANCHE E COSTRUZIONI,MILANO +0,5%...
(ANSA)
- Borse europee in rialzo con l'indice d'area che sale di quasi mezzo punto all'indomani della decisione della Grecia di rinunciare al referendum sul salvataggio con concordato con l'Unione Europea. Milano, dopo aver toccato un punto e mezzo di crescita, contiene i guadagni attorno allo 0,5 per cento. Gli acquisti, nel dettaglio, valorizzano Intesa SanPaolo (+2,2%), Unicredit (+2,1%), Mediolanum (+2,3%), FonSai (+3,25%).

A livello settoriale corrono, per l'appunto, i bancari (sottoindice dj stoxx +2,19%) dove, oltre agli istituti italiani, corrono le francesi Bnp Paribas (+4,9%) e Credit Agricole (+4,2%). Bene anche le costruzioni (+2,23%) con lo strappo di Lafarge (+7,6%).

Di seguito l'andamento delle principali borse europee: - Londra +0,60% - Parigi +0,98% - Francoforte +0,41% - Madrid +0,89% - Milano +0,55% - Amsterdam +0,49% - Stoccolma +0,12% - Zurigo +0,48%.

MARIO DRAGHI

3. BCE; DEPOSITI OVERNIGHT AI MASSIMI DA GIUGNO 2010
(ANSA)
- Toccano i massimi da 16 mesi a questa parte i depositi overnight presso la Banca Centrale Europea. Francoforte ha reso noto che ieri le banche dell'eurozona hanno parcheggiato nell'istituto 275 miliardi di euro, la somma più alta dal 30 giugno 2010. I prestiti overnight concessi dalla Bce, invece, sono saliti a 1,3 miliardi da 1,2 miliardi del giorno prima.

4. BORSA: ASIA CORRE IN SCIA EUROPA DOPO TAGLIO TASSI BCE...
(ANSA)
- Borse di Asia e Pacifico in rialzo, per la prima volta in cinque sedute, in scia ai guadagni delle Piazze europee. L'indice d'area Msci che guadagna il 3,5 per cento. A spingere il listini le buone indicazioni dagli ordinativi industriali e la decisione della Bce di tagliare i tassi. Corre ad Hong Kong Hsbc che sale del 3,4%. E' poi in evidenza China Petroleum & Chemical (+8,6%) sulle speculazioni che il governo potrebbe consentire ai produttori un adeguamenti dei prezzi. Bene anche il produttore di macchine movimento terra Komatsu (+6,5%).

Cade, invece, a Tokyo Sony (-7,8%) sulle previsioni di perdite nell'esercizio in corso. Vola Sidney con le materie prime: Alumina (+5,6%), Rio Tinto (+5,3%), Bhp Billiton (+3,8%).

BERLUSCONI ARRIVA AL G VENTI

Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse di Asia e Pacifico: - Tokyo +1,86% - Hong Kong +3,29% (seduta in corso) - Shanghai +0,81% (seduta in corso) - Taiwan +1,92% - Seul +3,13% - Sidney +2,62% - Singapore +0,44% (seduta in corso) - Mumbai +0,56% (seduta in corso) - Kuala Lumpur +0,56% - Bangkok +0,95% - Giakarta +2,19% (seduta in corso).

5. G20: FONTI ITALIA, NO MONITORAGGIO MA OK 'CONSIGLI' FMI...
Radiocor
- Non monitoraggio, ma solo 'consigli' del Fondo monetario internazionale all'Italia. E' questa la linea scelta dal governo italiano. Fonti ufficiali di Palazzo Chigi hanno smentito che ci sara' il 'monitoraggio' dell'Italia da parte del Fmi, ma hanno aggiunto che 'i consigli Fmi si potranno affiancare alle indicazioni emerse dal vertice Eurogruppo del 27 ottobre'. Le stesse fonti rilevano come 'l'intera zona Euro si trovi sotto stress, Spagna e Italia comprese'.

Marco Tronchetti Provera

6. MORNING NOTE: ECONOMIA E FINANZA DAI GIORNALI
Radiocor
- BCE: nella prima riunione sotto la presidenza di Mario Draghi la Bce ha ridotto i tassi di interesse dall'1,50% all'1,25%. Borse in risalita. Per la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia e' un forte aiuto alla crescita (dai giornali). Con Draghi l'Eurotower sara' meno prevedibile. L'analisi (Il Sole 24 Ore, pag. 3). Tassi e misure per l'Italia. Le ricadute sull'economia (Il Sole 24 Ore, pag. 5) 'Le imprese non ci credono. La leva dei tassi non basta'. Intervista all'economista Fabrizio Onida (La Stampa, pag. 5). 'Draghi mostra un eccesso di disciplina' (Financial Times pag.10)

CRISI: la Grecia ha rinunciato al referendum (dai giornali). Governo italiano lavora al maxiemendamento (dai giornali). G20: piu' risorse dal Fmi per la crisi dell'Eurozona, Roma attui le riforme. Il nuovo governatore di Bankitalia, Ignazio Visco: fondamentale abbattere il debito (dai giornali) 'Diamo piu' poteri alla Bce per difendere i Paesi fragili'. Intervista all'economista Jean-Paul Fitoussi (QN - Il Giorno - Il Resto del Carlino - la Nazione pag.2-3)

Fulvio Conti

GOVERNO: Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, valutero' i voti in aula. Per il Governo maggioranza a rischio (dai giornali)

PMI: effetto spread si riflette sulla raccolta delle banche e fa salire del 4% negli ultimi mesi i costi di finanziamento per le imprese (Il Sole 24 Ore, pag. 27)

BANCHE: meno Italia per gli istituti di credito esteri (Il Sole 24 Ore, pag. 37)

INTESA SANPAOLO: 'cresce all'estero'. Intervista al direttore generale, Gaetano Micciche' (Il Sole 24 Ore, pag. 38) Tranquilli sulla cedola, afferma Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, azionista di Intesa San Paolo (dai giornali)

BPM: dimezza esposizione sulla Grecia (dai giornali)

UNICREDIT: l'aumento di capitale la cda del 14 novembre (dai giornali) I fondi del Qatar e della Cina disposti a entrare nel capitale (Il Messaggero, pag.25). Nodo cashes per l'aumento (Il Sole 24 Ore, pag. 37)

BANCO POPOLARE: Un miliardo dal bond. Le strade allo studio dell'istituto scaligero Saviotti e l'ipotesi conversione: 'Niente aumenti' (Il Corriere della Sera, pag. 35)

COMMERZBANK

BNL: migliora utili e impieghi nel terzo trimestre (dai giornali)

AXA: 'L'Italie n'est pas un probleme'. Intervista al numero uno della compagnia francese, Henri de Castries (Il Mondo pag.10-11

BENZINA: record, al Sud sfiora 1,7 euro. Coldiretti: costa piu' del vino (dai giornali)

EDISON: Delmi va a sostegno di Edf nell'opa francese su Edison (dai giornali). Iren vuole avere voce in capitolo nei colloqui con Consob per l'opa (Il Messaggero, pag. 27) 'Dal 2012 bollette meno care. Piu' competitivi con l'idroelettrico di Edipower. Chiuderemo in linea con il 2010'. Intervista a Roberto Bazzano, presidente di Iren (Il Secolo XIX pag. 15)

ENI: gas, riparte la piattaforma in Libia (dai giornali)

TELECOM: in Argentina cresce a due cifre (Il Sole 24 Ore, pag. 42) La Francia ora sogna Telecom (Il Mondo pag. 8-9)

ENDEMOL: cordata tra Mediaset e Clessidra (La Repubblica, pag. 29)

NTV: conto alla rovescia, avviera' il servizio a inizio 2012 (dai giornali)

Bank Of Scotland

ALENIA: verso un piano da 300 assunzioni (Il Sole 24 Ore, pag. 28)

SEA: il presidente della societa', Giuseppe Bonomi, frena la quotazione, il Comune perderebbe il 51% (dai giornali)

BORSA: da Consob sanzioni ai flash trader (dai giornali)

VALTUR: diffida Grandi Viaggi, e' un concorrente sleale. Via a piano industriale con un socio entro Natale (La Stampa, pag. 34) INDIA: prioritario per l'Italia il piano infrastrutture. Intervista al vicepresidente di Confindustria per le Infrastrutture, Cesare Trevisani (Il Sole 24 Ore, pag. 27)

7. MORNING NOTE: L'AGENDA DI VENERDI' 4 NOVEMBRE...
Radiocor
- Milano - 'Joint Labs' Pirelli e Politecnico di Milano per la presentazione e firma dell'accordo di collaborazione per lo sviluppo di iniziative congiunte di formazione e ricerca nel settore pneumatici. Partecipa, tra gli altri, Marco Tronchetti Provera, presidente e a.d. Pirelli & C.

Roma - convegno 'Smart Grids, architettura per lo sviluppo dell'Europa' con la partecipazione di Fulvio Conti, Antonio Tajani, Stefano Saglia, Giampaolo Galli, Anna Maria Bernini

Roma - conferenza stampa per la presentazione dei domini fondamentali per la misurazione del benessere organizzata da Cnel e Istat con Antonio Marzano ed Enrico Giovannini

google

Roma - Ansaldo Sts diffonde i conti del terzo trimestre e li presenta agli analisti

8. COMMERZBANK: ROSSO III TRIM A 687 MLN, SVALUTA BOND GRECI PER 800 MLN...
Radiocor
- Commerzbank ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta di 687 milioni di euro, rispetto all'utile di 113 milioni dello stesso periodo del 2010, a causa di una svalutazione sui bond greci di 798 milioni di euro. Il risultato operativo e' negativo per 855 milioni, rispetto all'utile di 116 milioni del 2010. Nei nove mesi la banca ha registrato un profitto operativo di 344 milioni (1,1 miliardi nel 2010), con un core tier ratio al 9,4%. L'istituto tedesco ha rinunciato per il prossimo anno all'obiettivo di un utile operativo a 4 miliardi di euro, a causa della condizione del mercato.

9. RBS: -63% UTILE TRIMESTRE, DIVISIONE FINANZA PAGA DEBITO UE...
(ANSA)
- Royal Bank of Scotland paga a caro prezzo la crisi del debito europeo, che colpisce in modo particolare la sua divisione di intermediazione mobiliare. La principale banca britannica a controllo statale vede scendere l'utile operativo del 63% a 267 milioni di sterline, contro i 726 milioni dello stesso periodo del 2010. Gli analisti di Bloomberg attendevano un utile di 343 milioni. I ricavi della divisione 'investment-banking' sono crollati del 29% rispetto al periodo precedente.

10. EDF AL GIOCO DELL'OPA IN PRIMA PERSONA...
R. Sa. per "Il Sole 24 Ore"
- Sembra un'Opa per procura. Edf, gigante francese in procinto di assumere il controllo di Edison, ha prima dichiarato che avrebbe chiesto un'esenzione dall'offerta. Poi è ammutolito e, in sua vece hanno parlato soci di Delmi (la cordata italiana che finora ha gestito Edison in comproprietà con Edf). Da A2A il mercato ha appreso che l'Opa ci sarà, ma a un prezzo allineato a quello corrente.

Groupon

Ieri è stato aggiunto che Delmi rileverebbe fino al 10% dei titoli oggetto dell'Opa, mentre allo stesso tempo ha in mano una «put» per cedere a termine le sue azioni a un prezzo presumibilmente maggiore. Ma un'offerta obbligatoria non dovrebbe essere totalitaria? Se la Consob ritoccherà all'insù il corrispettivo, tenendo conto della «put», gli interessi di tutti i soci verranno allineati, finirà la convenienza per questi giochi e, chissà, Edf comincerà finalmente a parlare in prima persona.

11. I BIG DEL CEMENTO ALLA PROVA DEL DEBITO...
R. Fi. per "Il Sole 24 Ore"
- Tempo di bilanci per i big del settore dei materiali da costruzione e dalle prime analisi che accompagnano i conti presentati da Cemex e Heidelberg Cement non emergono segnali incoraggianti, almeno nel breve. La prossima settimana sarà il turno di Italcementi. Dai dati a fine settembre si capirà anche se la stabilità finanziaria e patrimoniale del gruppo sarà confermata: il gearing del 47% registrato a metà anno sarà ancora il livello migliore fra i principali operatori mondiali? I circa 2,9 miliardi di indebitamento lordo (2,2 miliardi l'indebitamento netto) hanno una duration media di 4,6 anni.

A fronte di queste scadenze Italcementi può contare su linee di credito contrattualizzate ma non ancora utilizzate per oltre 2 miliardi di euro: un backup - con un orizzonte temporale di circa 5 anni - fissato per tempo, prima che la crisi spingesse gli spread sui finanziamenti agli attuali livelli.

12. GOOGLE SFIDA GROUPON ALLA VIGILIA DELL'IPO...
B. Ce. per "Il Sole 24 Ore"
- Oltre alla volatilità e all'incertezza di mercati, ci mancava Google a far salire l'ansia a Groupon, che proprio oggi debutta a Wall Street. Il colosso di Mountain View ha infatti lanciato ieri il suo primo servizio di sconti online, entrando direttamente in concorrenza con Groupon. Le offerte di sconti saranno disponibili inizialmente in 15 città degli Usa. E il modello è lo stesso di Groupon: l'utente clicca su un coupon virtuale che può essere impiegato in un negozio fisico per ottenere uno sconto.

VITO GAMBERALE

Insomma, un nuovo concorrente - e che concorrente! - è arrivato proprio un giorno prima di un appuntamento cruciale per il futuro di Groupon: lo sbarco la Nasdaq. L'Ipo punta a raccogliere 540 milioni di dollari e valuterebbe la società oltre gli 11,4 miliardi di dollari. Insomma Google rischia proprio di rovinare una festa al sito di sconti online.

13. LA CRISI SCIVOLA SU ESTÉE LAUDER...
St. Ar. per "Il Sole 24 Ore"
- Estée Lauder viaggia a vele spiegate, nonostante la crisi. Nel primo trimestre fiscale del 2012 l'utile netto è cresciuto del 46% e il fatturato del 18,4% (e dovrebbe aumentare tra l'8 e il 10% nell'intero anno, con profitti tra i 4,25 e i 4,45 dollari per azione). Abbastanza per parlare di "un trimestre eccezionale, nonostante la forte volatilità dei mercati e la difficile congiuntura economico-politica", come ha sottolineato l'ad Fabrizio Freda. Positiva la reazione del titolo, che è arrivato a guadagnare più del 18% a oltre 120 dollari per azione, il massimo dal 1995.

Il colosso americano dei cosmetici ha registrato profitti netti per 278,6 milioni di dollari, 1,40 dollari per azione, il 46% in più rispetto ai 191,1 milioni di dollari, 95 centesimi per azione, dello stesso periodo dell'anno scorso. Il giro d'affari è salito del 18,4% a 2,48 miliardi di dollari, mentre Wall Street attendeva profitti per 1,18 dollari per azione su un fatturato di 2,41 miliardi.

14. QUOTAZIONE FUORI PISTA...
Luca Pagni per "la Repubblica"
- Sarà stato più il timore che la quotazione, al momento rimandata all´anno prossimo, non si faccia più, oppure il desiderio di marcare il territorio nei confronti di un socio non gradito? Come che sia, impossibile non notare la presa di distanza del presidente di Sea, la società di gestione di Linate e Malpensa, Beppe Bonomi dalla proposta presentata dal fondo F2i di Vito Gamberale di partecipare a una eventuale gara per aggiudicarsi il 20% della società.

Bonomi teme che non ci sia più spazio per la quotazione in Borsa del 25% di Sea, perché il sindaco Pisapia ha garantito che il comune di Milano non scenderà sotto il 51% del capitale. Il fatto è che Sea girerà 135 milioni di dividendo straordinario al Comune, affamato di fondi, e sperava di rientrare con la quotazione. Che ora rischia di rimanere a lungo nell´hangar.

VLADIMIR PUTIN

15. MOSCA SI SCOPRE CAPITALE MONDIALE DELLA CORRUZIONE...
Nicola Lombardozzi per "la Repubblica"
- Né gas né petrolio. Il prodotto maggiormente esportato dalla Russia nel mondo è più che altro una filosofia di vita, uno stile imprenditoriale: corruzione a piene mani, di funzionari pubblici, politici di tutti i livelli, dirigenti di aziende concorrenti. In questa specialità la Russia può vantare da ieri un sinistro primato dopo un lungo testa a testa con altri grandi corruttori come Cina e Messico.

La classifica è di fonte più che autorevole, un´organizzazione no profit che si chiama Transparency International, fondata nel 1993 da alti vertici della banca Mondiale. Da anni mette in fila aziende esportatrici di 28 paesi, (tutti quelli del G 20 più altri otto), studiando quante bustarelle, tangenti, gratifiche illegali, versano per rendere più veloci e redditizi i loro affari all´estero. La graduatoria del 2011 vede russi, cinesi e messicani sul podio. Fanalini di coda, dunque migliori per correttezza, Belgio, Svizzera e Olanda.

La considerazione di fondo è inevitabile: il ruolo in forte espansione di Russia e Cina minaccia un contagio sempre più elevato. Abituati, nel proprio Paese, a pagare sempre e comunque per l´avvio di ogni pratica, russi e cinesi si presentano all´estero con le bustarelle in mano senza nemmeno tentare una via legale alla soluzione di ogni problema. E in qualunque Paese lo facciano, anche nel più rispettoso delle regole, trovano sempre chi si lascia tentare. Del resto molte grandi aziende di mondi meno corrotti, si comportano bene in casa ma pagano tangenti di tutti i tipi in Russia. Come ha rivelato di recente un´inchiesta moscovita su Hp e Daimler. E l´Italia? Nemmeno noi stiamo molto bene: undicesimo posto, ex aequo con Malaysia, Sud Africa e Hong Kong.

 

 


BERLUSCONI È FELICE: MARTEDÌ, HA TANTISSIME PROBABILITÀ DI ESSERE SFIDUCIATO DALLA SUA MAGGIORANZA

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Adalberto Signore per "Il Giornale"

SILVIO BERLUSCONI GIANNI LETTA

«Non ci posso credere...». Scartabella una ad una le agenzie di stampa che gli consegna Paolo Bonaiuti appena conclusa la riunione dell'Eurogruppo del G20. E quasi sembra non credere ai suoi occhi nel leggere le dichiarazioni di dissidenti e frondisti. Tra addii veri e minacciati e preoccupanti distinguo e prese di distanza sono decisamente troppe.

Quanto basta, è la sensazione che ha sin dall'inizio Silvio Berlusconi, per riportare la maggioranza sotto la fatidica quota dei 316 voti alla Camera. Ecco perché il summit di Cannes il Cavaliere lo passerà per buona parte con la testa a Roma e l'orecchio attaccato al telefono a fare i conti con Denis Verdini. Che sì lo rassicura, ma fino a un certo punto.

GIORGIO NAPOLITANO

L'appuntamento che fa paura, infatti, è in calendario già martedì prossimo quando la Camera dovrà votare il Rendiconto generale dello Stato su cui il governo era andato sotto di un voto neanche un mesetto fa. Allo stato, pallottoliere alla mano alle dieci di sera, la maggioranza infatti non sarebbe più tale. C'è chi la conteggia a 310, i più ottimisti a 312. Comunque sotto la soglia della sopravvivenza politica. E qui sta il punto.

Perché anche a Berlusconi è stato detto chiaramente che i riflettori sono puntati su martedì. E che sarebbe stupido interpretare come un salvacondotto il fatto che Napolitano ha chiesto e preteso dall'opposizione di non affossare una seconda volta il Rendiconto con il rischio di bloccare il Paese e anche le nuove misure promesse all'Ue. Già, perché l'idea su cui si sta lavorando è quella di limitarsi all'astensione in modo da «salvare» il provvedimento ma di certificare nero su bianco i numeri della maggioranza.

PIERFERDINANDO CASINI PIERLUIGI BERSANI

A quel punto, se davvero si andasse sotto la soglia dei 316, potrebbe essere lo stesso Quirinale a chiamare Berlusconi e chiedergli conto dell'accaduto. Oppure le opposizioni potrebbero decidere di fare il passo successivo e presentare una mozione di sfiducia, magari tirando fuori dal cappello qualche altro deputato «dormiente» in attesa di fare il salto del fosso.

Già, perché il punto è che se anche Verdini sta facendo quanto possibile per cercare di rimettere a posto i conti del pallottoliere (ci sarebbero stati contatti anche con la pattuglia dei Radicali) il problema vero è le garanzie concrete che può offrire. Casini, anche lui a caccia grossa, ha decisamente più strumenti visto che il suo gruppo parlamentare è destinato ad allargarsi in caso di elezioni, al contrario di quello del Pdl.

VERDINI gmt

Ecco anche una delle ragioni dell'addio formalizzato ieri da Ida D'Ippolito e Alessio Bonciani non solo lasciano la maggioranza, ma passano direttamente nel gruppo Udc. Il che vuol dire non solo due voti in meno per il governo, ma anche due in più per l'opposizione. Ma non finisce qui. Perché i sei frondisti che hanno firmato la lettera in cui chiedono al premier un passo indietro a favore di Gianni Letta e l'allargamento della maggioranza tengono duro.

ANGELINO ALFANO

Mentre aumentano gli scontenti come Roberto Tortoli («ora non lascio, ma il disagio è enorme») o Pippo Gianni («all'80 per cento non voterò la fiducia»). Ma il salto diretto nell'Udc avrà conseguenze fin dalla prossima settimana, quando saranno rivisti gli equilibri nelle commissioni parlamentari. Con la maggioranza che non sarà più tale (dovrebbe finire sotto di uno) in commissione Bilancio. Quella, per capirci dove arriverà la legge di Stabilità con l'emendamento illustrato ieri da Berlusconi al G20.

Un appuntamento, quello di martedì, che vanifica anche il tabellino di marcia con cui il Cavaliere si presenta a Cannes (fiducia sulla legge di Stabilità al Senato dopo il 20 novembre e solo dopo nella ballerina Camera). Con il premier che dovrà aspettare fino all'ultimo minuto prima di verificare il pallottoliere. Perché andare al voto in aula sicuro di farsi impallinare non avrebbe molto senso. E perché già per stasera, quando rientrerà dalla Francia, è pronta una fitta pattuglia di ministri e dirigenti Pdl pronti a consigliargli di valutare un passo «a lato» a favore di Letta.

BERLUSCONI-MERKEL-OBAMA-SARKOZY

Così resterebbe un anno per gestire la transizione, rinforzare Alfano e, magari, riagganciare l'Udc in vista del voto del 2013. Ma ogni decisione è rinviata a martedì.

 

ARRESTATE LAVITOLA - SCONFESSATI I PM: “ELEVATISSIMO” IL RISCHIO CHE COMMETTA ALTRI REATI

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1 - «LAVITOLA VA ARRESTATO, LA SUA RETE ANCORA PERICOLOSA»...
Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"

lavitola-berlusconi

La «rete» di contatti di Valter Lavitola è tuttora in grado di «condizionare le attività investigative» e per questo il faccendiere deve essere arrestato per l'accusa di induzione a mentire. Venti giorni dopo la decisione del gip di Bari di firmare l'ordinanza di cattura accusandolo di aver influito sulle scelte processuali dell'imprenditore Gianpaolo Tarantini per conto del premier Silvio Berlusconi, le motivazioni rivelano quanto attuale sia per il magistrato «il pericolo di inquinamento delle prove».

Ma soprattutto il rischio «elevatissimo» che commetta altri reati «tenuto conto della personalità spregiudicata e aggressiva, come attestato dal materiale raccolto e dalle esibizioni mediatiche notorie in quanto veicolate da canali televisivi nazionali di larga diffusione».

Il direttore del quotidiano «L'Avanti!» si conferma dunque il perno dell'inchiesta sui soldi versati dal presidente del Consiglio all'uomo finito sotto inchiesta a Bari per aver portato donne a pagamento alle sue feste. Le intercettazioni telefoniche hanno mostrato quanto forte fosse il legame che Lavitola aveva con il capo del governo, la sua dimestichezza con lo staff di palazzo Grazioli. Ma soprattutto la sua capacità di «agganciare» Tarantini e la moglie Nicla, mediare i loro rapporti con il premier e le loro richieste di denaro.

FRATTINI-LAVITOLA

E in questo modo, come raccomandava durante le conversazioni, «mettere sotto pressione» lo stesso Berlusconi riuscendo a farsi elargire grosse somme delle quali tratteneva la maggior parte. Come accadde nel marzo scorso, quando il premier gli consegnò 500 mila euro destinati a Tarantini e lui ne prese 400 mila. Un ricatto, secondo i pubblici ministeri di Napoli che sollecitarono la cattura di Lavitola e dei coniugi Tarantini per estorsione.

Gli arresti scattarono il 30 agosto scorso ma gli accertamenti successivi convinsero l'accusa che in realtà sotto inchiesta dovesse finire proprio Berlusconi, per aver costretto Tarantini a mentire ai magistrati baresi quando aveva affermato che il premier ignorava di aver ricevuto nelle sue residenze ragazze a pagamento. E per averlo tenuto «sotto controllo» provvedendo al suo mantenimento, alla scelta degli avvocati difensori, alla ricerca di un lavoro quando era agli arresti domiciliari.

Un'impostazione fatta propria dai giudici del tribunale del Riesame di Napoli che decisero di trasferire il fascicolo per competenza a Bari evidenziando come il premier avesse «piena e indiscutibile consapevolezza della qualità di "escort" delle ragazze che gli erano state presentate da Gianpaolo Tarantini». E dunque come quest'ultimo avesse mentito «determinando la consumazione del reato 377 bis posto in essere da Silvio Berlusconi».

La Procura di Bari ha disposto nuovi accertamenti sulla posizione del presidente del Consiglio e aveva deciso che non ci fossero gli elementi per confermare la richiesta di arresto per Lavitola. Ma il giudice ha invece obbligato il pm a formulare il capo d'imputazione ritenendo «gravi» gli indizi raccolti.

giancarlo-capaldo

E nel provvedimento di cattura sottolinea non solo «la solare evidenza del pericolo di fuga», visto che Lavitola continua a essere latitante all'estero grazie alla «fitta rete di rapporti che gli consentono agevoli e frequenti spostamenti tra più Stati del continente americano».

Ma anche la possibilità di commettere altri reati e di inquinare le prove «avendo a disposizione risorse finanziarie rilevanti e collegamenti con soggetti e organizzazioni in grado di influire agevolmente nel condizionare le attività di indagine».

Per ribadire la pericolosità del faccendiere il giudice scrive che «è sufficiente rammentare le continue attenzioni di Lavitola nel regolare i rapporti di comunicazione con altri indagati, nel procurare a sé e ad altri mezzi di comunicazione di difficile individuazione e monitoraggio» facendo riferimento ai cellulari con scheda estera consegnati a Berlusconi attraverso il maggiordomo Alfredo e utilizzati in svariate occasioni.

2 - PRANZO CON MILANESE, IL CSM CONVOCA CAPALDO...
Dal "Corriere della Sera"
- Parte l'indagine del Csm sul procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, titolare fra le altre dell'inchiesta su Finmeccanica, e che riguarda la sua partecipazione al pranzo del 16 dicembre scorso con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il deputato Marco Milanese, all'epoca indagato dalla Procura di Napoli e il cui nome era stato fatto qualche giorno prima dall'imprenditore Fabrizio Testa, nelle sue dichiarazioni spontanee ai pm della Capitale.

Marco Milanese

Sulla vicenda la prima commissione ha convocato per l'8 novembre prossimo il procuratore di Roma Giovanni Ferrara: Capaldo è anche uno dei candidati alla sua successione.

 

A CANNES, BRUTTO RISVEGLIO DEL PATONZA - ‘LE FIGARO’ IN PRIMA TITOLA "L'EUROPA METTE SOTTO CONTROLLO BERLUSCONI"

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1- DAGOREPORT
A Cannes il risveglio del Patonza senza patonze è stato tra i peggiori. A fargli salire la pressione non è stata la lettura dei giornali italiani ai quali ormai è abituato ma quella della stampa straniera. A mandarlo su giri ‘Le Figaro' che a tutta pagina in prima titola "L'Europa mette sotto controllo Berlusconi". Apriti cielo! le urla del re del Bunga Bunga si sono sentite fino a Roma.

BERLUSCONI-TREMONTI

"Chiamatemi subito Ventura " ordina il Cav. Ma Marco Ventura non è a Cannes perché un mese fa è stato segato dalla sua poltrona di capo ufficio stampa di palazzo Chigi. Visto come è trattato dai giornalisti stranieri al G20 è molto probabile che il Cavalier Pompetta richiami Ventura alla guida dell'ufficio stampa della dependance di palazzo Grazioli anche perché Ventura è l'unico giornalista in servizio permanente effettivo a parlare correttamente tre lingue straniere.

2- SILVIO E GIULIO, DUELLANTI AL VERTICE COME SE NULLA FOSSE
Amedeo Lamattina per "la Stampa"

BERLUSCONI ARRIVA AL G VENTI

I duellanti si presentano insieme al G20 come se nulla fosse. Qui a Cannes tutti sanno che Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti sono costretti ad una burrascosa convivenza, da separati in casa. Un rapporto fatto di sospetti e sgambetti, con il ministro dell'Economia che non perde occasione per sottolineare il problema di credibilità internazionale del premier e quest'ultimo che lo accusa di remare contro. Un contrasto che di fatto mina alla radice la credibilità del nostro Paese di avere un unico timone.

BERLUSCONI G20

Eppure ieri mattina, dopo una nottata di trattative infuocate, si sono presentati insieme alla scaletta dell'aereo. Il Cavaliere appena visto Giulio, ha prima finto la «mossa del boxeur», poi ha messo la sua mano sulla spalla del ministro. Infine si sono seduti nel salottino l'uno di fronte all'altro e il «clima era addirittura zuccheroso».

Così almeno hanno raccontato gli uomini di Palazzo Chigi. I quali hanno precisato che Tremonti si è messo a scrivere di suo pugno la traccia dell'intervento che il presidente del Consiglio da lì a qualche ora avrebbe dovuto fare al G20. Durante l'esposizione di Berlusconi «ai grandi», Tremonti gli è stato seduto accanto tutto il tempo, mettendoci la faccia.

IL MEETING DEGLI EUROPEI AL G VENTI

La versione «zuccherosa» che viene data lascia stupiti visto che il Cavaliere e il ministro hanno un rapporto da cane e gatto. Ma dovendosi presentare in un consesso internazionale di tale rilievo, hanno dovuto deporre le armi. Almeno per l'occasione. E fare buon viso a cattivo gioco.

rep22 silvio berlusconi paolo bonaiuti

Pure i loro capi ufficio stampa, Fabrizio Ravoni e Filippo Pepe, si sono presentati in sala stampa insieme come due fratelloni per dimostrare che si fila d'amore e d'accordo. «Sono qui con Filippo..., così non scrivete che facciamo a botte», ha ironizzato Ravoni. Mentre Pepe, scherzando, faceva il gesto dell'ombrello ai giornalisti che avevano dato il suo ministro per tagliato fuori.

Insomma, i panni sporchi si devono lavare in famiglia. Intanto Tremonti non ha resistito alla punzecchiatura. E' accaduto sull'aereo quando ha ricordato che il maxiemendamento alla legge di stabilità è stata la migliore soluzione. Altro che decreto come volevano i vari Sacconi, Brunetta e Romani! E' passata la sua linea, come ai vecchi tempi. Ma adesso Tremonti non è più il dominus, tuttavia questa partita l'ha vinta lui anche grazie alla sponda del capo dello Stato.

fd12 filippo pepe

E nel suo entourage non si finisce di sottolineare questo passaggio, e il fatto che l'altro ieri l'inquilino di via XX Settembre è rimasto a colloquio con Napolitano per un'ora. Anche l'Europa lo ha chiamato in cattedra. Ha partecipato coi colleghi tedesco, francese e americano, alla riunione di crisi sul fondo salvastati, il gabinetto dei maghi dei conti pubblici che deve costruire il muro di protezione per l'Eurozona. E' la prima volta.

MARCO VENTURA

 

PASINI CONTINUA AD ACCUSARE PENATI: PAGAVO LE COOP PERCHÉ LUI MI “INVITAVA CALDAMENTE” A FARLO

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Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"

PENATI

«Era gente che arrivava tutta insieme e si attaccava all'osso perché era un osso abbastanza grosso che volevano rosicchiare»: e «un dato assolutamente certo è che» questo «rapporto con le cooperative emiliane ci venne suggerito da Penati e Vimercati (ex braccio destro di Penati, ndr), che ci hanno caldamente invitato a scegliere loro anziché Auprema (coop di Cinisello Balsamo, ndr) che io preferivo».

Appena un mese fa, il 4 ottobre, in un nuovo interrogatorio a Monza, l'imprenditore Giuseppe Pasini torna a chiamare in causa l'ex vicepresidente pd del consiglio regionale lombardo ed ex sindaco ds di Sesto San Giovanni, che a suo dire per l'ex area Falck 10 anni fa avrebbe preteso una tangente di 4 miliardi di lire (acconto su 20) e l'inserimento delle cooperative rosse.

GIORDANO VIMERCATI E FILIPPO PENATI

Già nel noto verbale del 26 maggio, circa le consulenze per 2,4 milioni di euro alle società Aesse e Fingest srl riconducibili ai professionisti vicini alle coop rosse Francesco Agnello e Giampaolo Salami, Pasini aveva dichiarato di essersi «determinato a versare questo denaro» perché «le cooperative emiliane sono il braccio armato del partito».

Adesso rincara: «Ho conosciuto prima Agnello, a seguito di una presentazione da parte dell'ingegner Achille Colombo (gruppo Falck, ndr), e poi Omer Degli Esposti (n.2 del Consorzio cooperative costruzioni di Bologna, pure indagato per concussione con Agnelli e Salami, ndr) tramite Penati e Vimercati (...). Era gente che arrivava tutta insieme e si attaccava all'osso perché era un osso abbastanza grosso che volevano rosicchiare (...). Non so come si dividessero i soldi, per me era un blocco di gente tutta uguale».

Giuseppe Pasini

A dispetto del teorico contratto con i consulenti vicini alle coop rosse, «non li ho certo scelti per la "particolare esperienza nella commercializzazione di aree industriali dismesse"». Al contrario, «tutte le fatture si riferiscono a prestazioni fasulle», e «in sostanza il contratto è falso: ho pagato questi qui perché le cooperative se ne andassero fuori dai piedi (in quanto volevano fare la parte del leone senza averne i mezzi) o comunque riducessero le loro pretese nell'affare, forti del "caldo invito" del sindaco Penati a essere presenti nell'iniziativa».

Il nuovo interrogatorio di Pasini compare fra gli atti dell'indagine chiusa non ancora su Penati per concussione, ma per corruzione su altre 6 persone tra cui Pasini, l'immobiliarista Zunino, l'ex assessore Di Leva e l'architetto Magni (ai quali ieri la gip Anna Magelli ha concesso gli arresti domiciliari dopo due mesi).

AREA FALCK SESTO SAN GIOVANNI

E in uno dei vecchi verbali di Pasini (26 maggio) cade ora anche l'omissis che copriva l'accenno, non chiarissimo nei dettagli e nel contesto, ad altri asseriti approcci politici: «Mi sono recato a Roma due volte ma non a Botteghe Oscure. La prima volta ho parlato con un onorevole socialista di cui non ricordo il nome. La seconda volta a Sviluppo Italia, associazione (in realtà un'agenzia controllata dal Tesoro, ndr) vicina a D'Alema, alla quale nel 2000-2001 ho pagato le fatture emesse in forza di un contratto per lo sviluppo delle aree. Al socialista non ho dato niente perché mi è parso uno che voleva intrufolarsi senza frutto».

MASSIMO DALEMA

 

IL CDR DEL TG4 S’INCAZZA: “CI FATE SAPERE PERCHÉ LA IMPIGLIA È IN ASPETTATIVA DA QUATTRO ANNI?”

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A cura di Enrico Arosio e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

dalema berlusconi

1. SILVIO SPODESTA I ROSSI...
Da D'Alema a Berlusconi: in effetti è un déjà vu. Questa volta non per passaggi politici ma logistici. È successo che Red Tv, canale satellitare di orbita dalemiana, ex Nessuno tv che era invece di stampo veltroniano, con la mission sbaragliatrice di diventare l'emittente generalista del Pd e di tutto il centrosinistra, ha chiuso i battenti con strascico di polemiche per licenziamenti e cassa integrazione. La sede della tv rossa era niente di meno che nel seminterrato di Palazzo Grazioli, con un via vai di "comunisti" ronzanti intorno alle nobili mura arrischiando persino un faccia a faccia con l'inquilino numero uno dell'immobile.

FRANCO FRATTINI

Più volte, Berlusconi aveva manifestato il malcontento per una vicinanza con "rivoluzionari" perdipiù giornalisti e linguacciuti e per la necessità di proteggere la sua privacy (e si capisce bene il perché). Risultato, dopo la chiusura e qualche mese di stand by sull'affitto, il presidente del Consiglio ha affittato anche il seminterrato. L'entrata è secondaria, ottima per cene eleganti e sobrie e quattro salti innocenti. Grazie Max. D. P.

2. SI SVILUPPANO SOLO I DEBITI...
Ottocento milioni di euro. È il debito che l'Italia ha accumulato nei confronti della cooperazione internazionale allo sviluppo. La brutta notizia è stata fornita al Parlamento dal ministro degli Esteri Franco Frattini che ha elencato anche le inadempienze in corso: Fondo globale per la lotta all'Aids, tra l'altro, e poi impegni verso Senegal, Mozambico, Balcani, eccetera. L'Italia è lo Stato Ue che più ha tagliato l'aiuto alla cooperazione: dai 732 milioni del 2008 (governo Prodi) ai soli 175 milioni di quest'anno. Inadempienze e tagli che non aiutano a tenere alte la credibilità e l'immagine dell'Italia presso la comunità internazionale. O. P.

3. TG1 A SCOPPIO RITARDATO...
Giovedì 27 ottobre, il Tg1 apre l'edizione serale con un'intervista a Silvio Berlusconi. Il premier è reduce dalla missione a Bruxelles durante la quale ha consegnato ai capi di governo dell'Unione la lettera che impegna l'Italia a realizzare riforme lacrime e sangue. Quello che serve per convincere il tandem Sarkozy-Merkel, che qualche ora prima ha sghignazzato di lui. Seduto al tavolo delle conferenze della sala stampa di Palazzo Chigi, un Cavaliere raggiante risponde alle domande della giornalista che, nelle immagini proiettate dal tg, gli siede di fronte. Sembra proprio un faccia a faccia. Ma non lo è.

minzolini

Qualche ora prima, solerti funzionari hanno sgombrato la sala stampa, invitando i cronisti accreditati a uscire. Mentre da un ingresso laterale entra l'inviata di Minzolini che registra, in perfetta solitudine, le domande per Berlusconi. Il quale, un'ora dopo, raggiunge il set, per rispondere in differita alle puntigliose ma pre-registrate curiosità della giornalista Rai, che assiste alla scena da un angolo della sala. Quando si spengono le telecamere, intervistato e intervistatrice possono finalmente scambiare qualche convenevole. M. D. B.

4. FORMIGONI NON RIFIUTA MAI...

Proteste e polemiche in Lomellina contro l'ennesimo mega-impianto di trattamento di rifiuti speciali. L'ha autorizzato la Regione Lombardia, a maggio, nonostante l'opposizione di tutti i Comuni interessati, della Provincia di Pavia e lo stop dei tecnici dell'Istituto Negri. A Lomello, cuore di un territorio famoso per il riso doc e l'agricoltura di qualità, sono già pronti i capannoni da 15 mila metri quadrati dove una ditta privata progetta di disinquinare i fanghi di depurazione di mezzo Nord Italia.

Comuni e Provincia sono ricorsi al Tar, ma la giunta Formigoni tiene duro. Sotto accusa c'è anche l'opacità della società interessata, la Cre di Milano: il capitale è intestato a una fiduciaria, i veri proprietari sono anonimi. Ma a esasperare i cittadini è anche uno storico legame con il governatore lombardo. Il manager della Cre, Rodolfo Verpelli, è l'erede di Ambrogio, il fondatore dell'azienda che negli anni Novanta incappò in un fallimento. Indagando sul crac, la Gdf scoprì che il gruppo Verpelli aveva pagato per quattro estati, come "spese di rappresentanza", gli affitti di una villa a Punta Lada in Sardegna. Beneficiario, il turista Roberto Formigoni. P. B.

5. TG MEDIASET, DESAPARECIDE...

Malgrado il rinvio a giudizio per induzione e sfruttamento della prostituzione, Emilio Fede continua tranquillo a dirigere il Tg4, incurante delle voci sulla sua sostituzione e dello share che a settembre è sceso al 5,7 per cento. Intanto, redattori suoi e di "Studio Aperto" continuano a essere spostati verso Tgcom24, il canale all news di Mario Giordano.

Roberto Formigoni

Anche alla luce di questi movimenti, il comitato di redazione ha chiesto lumi all'editore sul caso di Francesca Impiglia, la desaparecida del Tg 4, in aspettativa a Roma da quattro anni.

È l'ex amichetta di Berlusconi a cui dal conto del Montepaschi operato dal ragionier Spinelli furono versati nel 2007 50 mila euro. La Impiglia, sposatasi nel 2006, non è più rientrata in redazione. Un secondo caso riguarda Silvia Trevaini, redattrice di "Studio Aperto", finita nell'inchiesta Rubygate con il solito obolo Montepaschi (nel 2009 sette bonifici, totale 520 mila euro). Sparita pure lei. T. M.

6. PARLAMENTO IN CIFRE...
Una legge al mese. È la media dei provvedimenti di iniziativa parlamentare approvati da inizio legislatura. Dal maggio 2008 all'ottobre 2011, Camera e Senato sono stati impegnati per lo più a votare atti del governo, come la conversione dei decreti, la ratifica di accordi internazionali e le mozioni di sfiducia. Le leggi di iniziativa parlamentare approvate sono state solo 52.

7. CENTO MILIONI E IL TRAM NON VA...

Tutta colpa di Giorgio Guazzaloca. A Bologna il contestato Civis, tram a guida ottica che avrebbe dovuto attraversare la città, va in soffitta, silurato dal sindaco Virginio Merola. A volerlo fu l'ex sindaco del centrodestra, con un contratto con la Irisbus del gruppo Fiat (che oggi sta chiudendo lo stabilimento di Avellino). Un accordo poi finito sotto la lente della magistratura che, con accuse che vanno dalla corruzione alla frode, ha messo sotto inchiesta 17 persone, tra cui lo stesso Guazzaloca.

BERLUSCONI CON FRANCESCA ROMANA IMPIGLIA A VILLA CERTOSA

Un'eredità ancora più pesante dopo la bocciatura della commissione Sicurezza interministeriale, come sottolinea Andrea Colombo, assessore alla Mobilità. Su un costo totale di 122 milioni (tra opere civili, impianti e mezzi), ne sono già stati spesi 102, tra finanziamenti statali e di Comune, Regione e Atc, l'azienda di trasporto pubblico: di questi, 34,8 per ben 49 Civis, da quasi due anni parcheggiati. Merola e Irisbus hanno proposto i mezzi alla Provincia di Trento: si aspettano risposte. N. R.

8. GIORNALI: IL FOGLIO DIVENTA COOP...

Il Foglio Quotidiano, la società cooperativa che possiede la testata diretta da Giuliano Ferrara, entro la fine dell'anno si trasformerà in una vera e propria cooperativa di giornalisti. Una formula simile a quella del "manifesto" (nei corridoi, al paragone, toccano ferro). Come altri, dopo il taglio del finanziamento pubblico ai giornali espressione di partiti politici, anche "Il Foglio" soffre di qualche affanno economico.

Giorgio Guazzaloca

A Milano non c'è più redazione, e per l'amministrazione si cercherà un appartamento meno caro. A Roma si resta nella bella sede di Lungotevere Sanzio, dove si è finito di pagare il leasing. La diffusione, che nel 2010 l'editore dichiarava in 16 mila copie, sarebbe calata ben sotto le 10 mila. E. A.

9. SFIDE IMPOSSIBILI - I SOCIALISTI VANNO AVANTI...
Allarme, tornano i socialisti. A vent'anni dall'estinzione del Garofano craxiano, dopo mille travagli e scissioni, i socialisti del centrosinistra, guidati da Riccardo Nencini, si ritrovano a Fiuggi ai primi di dicembre. Rimasti fuori dal Parlamento nel 2008, oscurati dagli ex compagni entrati nel governo Berlusconi, da Sacconi alla Boniver, si preparano alle elezioni. Immagine rinnovata, invitati speciali come Vito Gamberale, Pietro Ichino e Alessandro Cecchi Paone, slogan patriottico e ottimista "Io amo l'Italia" e totem disseminati nelle stazioni italiane che recitano "Avanti, una nuova Italia". Sperando di non essere confusi con l'"Avanti!" di Lavitola. S. Cer.

10. OPERAIO BATTE GOVERNO 1 A 0...

Da tempo il fiorentino Marco Bazzoni, 37 anni, operaio metalmeccanico iscritto alla Cgil, conduce una personale battaglia contro le morti sul lavoro a forza di mail di denuncia e proposte inviate ai giornali e ai partiti. Due anni fa ha spedito un argomentato ricorso all'Unione europea contro il decreto legge 106/9 del governo Berlusconi. Motivo? Sarebbe peggiorativo della precedente legge del governo Prodi e in contraddizione con la normativa europea.

GIULIANO FERRARA

Sorpresa: l'Ue ha dato ragione a Bazzoni, aprendo un procedimento di infrazione nei confronti dell'Italia per non aver rispettato le disposizioni in materia di sicurezza. Una vittoria che ha il sapore della sfida biblica tra Davide e Golia. Ma quello che dispiace a Bazzoni è il silenzio della Cgil e della sinistra: "Ho chiesto che facessero loro la denuncia all'Ue, ma nessuno mi ha risposto". M. La.

11. SCOMPIGLIO A CAMPIGLIO...
E come faranno, adesso, i sedicenti vip da "Vacanze di Natale"? La Zangola, malga trasformata in discoteca appena fuori Madonna di Campiglio, ha i conti in rosso e quasi certamente non riaprirà. Era un emblema della mondanità alpina di questi tempi: Barbara Berlusconi, Geronimo La Russa, Valeria Mazza, Simona Ventura e altri nuovi ricchi e figli di soliti noti. Più i piloti Felipe Massa, Michael Schumacher e Valentino Rossi, portati a Campiglio, in presenza di Luca Cordero di Montezemolo, per "Wrooom", l'evento show di Ferrari e Ducati.

Tutti di casa alla Zangola che pure, al contrario del Billionaire, pare non sfornasse euro a palate. Qualcuno sta pensando di riconvertire la malga in un night. Nel frattempo, più di un presenzialista potrebbe spostarsi in un'altra location mondana (extra Cortina) delle Dolomiti, il Moritzino sopra La Villa, in Alta Badia. P. C.

12. QUANTI BUCHI NEL PARMIGIANO...
Per i faraoni della finanza pubblica alla parmigiana è arrivato il momento del conto. Azioni di responsabilità per 30 milioni hanno raggiunto dieci ex amministratori del gruppo Stt, controllato dal Comune emiliano. Il mittente è Gustavo Ghidini su incarico di Massimo Varazzani, presidente di Stt e plenipotenziario di Giulio Tremonti con incarichi in Fintecna, Sogei, Enav e commissario al debito del Campidoglio.

Massimo Varazzani

"Se avessi immaginato quello che c'era a Parma, non avrei accettato l'incarico", dice il parmense Varazzani. Se Stt è, grosso modo, risanata a prezzo di rinunce da parte dei creditori, lo stesso non si può dire delle altre avventure inaugurate dai sindaci di centrodestra Elvio Ubaldi e Pietro Vignali, dimessosi a fine settembre per fare posto al commissario Anna Maria Cancellieri. Stu Pasubio, Parma Infrastrutture, Stu Authority, le altre subholding comunali attendono una severa ricognizione dopo anni di finanza creativa. Gli amministratori si sono indebitati come fossero al fantacalcio, fra denaro pubblico e banche che hanno aggiunto finanziamenti fino a un'esposizione, tra debito del Comune e delle 32 partecipate, stimata in un miliardo di euro. Non male, per una città di 100 mila abitanti.

Il catalogo delle follie è sterminato. Si va dalla nuova Questura con un immobile rilevato dal Demanio a prezzo insensato, alla Scuola Europea da realizzarsi su un terreno ipotecato da Cariparma per 4 milioni di euro a fronte di un mutuo non pagato. I rogiti di Spip 2 per 500 mila metri quadrati di terreni comprati dal 1998 al 2007 al prezzo di 7 milioni di euro. A questi vanno aggiunti altri 75 mila metri quadrati acquistati nel 2008 per 8 milioni da una famiglia con un rappresentante nella commissione urbanistica. La gemella Spip 3 ha preso a debito terra per 68 milioni di euro con fondi Unicredit. Oggi la proprietà è svalutata di un terzo. G. T.

13. PAPERONE IN PARLAMENTO...
Il Parlamento fa bene alla salute... del 740. Specie per gli avvocati, che non sono costretti a lasciare la professione. Lo spiega una stakanovista del Senato come Silvia Della Monica, ex consigliere di Cassazione. Un esempio? Maurizio Paniz (Pdl). La dichiarazione dell'avvocato bellunese, noto per aver difeso Unabomber, è letteralmente esplosa da quando è sbarcato in Parlamento. Nel 2001, quando venne eletto alla Camera, il suo 740 si attestava su 2,183 miliardi di lire (1,127 milioni di euro) di reddito complessivo.

MARIA STELLA GELMINI

Sei anni dopo, nel 2007, lievitava già a 1,312 milioni di euro, per decollare definitivamente a 1,801 milioni nel 2010, quando ancora non era salito alla ribalta delle cronache sostenendo che Silvio Berlusconi credeva davvero che Karima El Mahroug, più nota come Ruby Rubacuori, fosse la nipote dell'ex presidente egiziano Mubarak. A. B.

14. UNIVERSITÀ - FUORI CONCORSO...
Si deve ad Alessandro Schiesaro, capo della segreteria tecnica del ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, se all'Università La Sapienza sta partendo un concorso per un posto di ricercatore di Filologia classica nel dipartimento di Scienze Documentarie della facoltà di Lettere: è stato lui a insistere perché fosse indetto nel suo ex dipartimento.

Qualche perplessità è stata suscitata dai nomi dei commissari di valutazione: un professore di Messina, Vincenzo Fera, indicato come membro interno anche se non insegna alla Sapienza; un pensionato, sempre messinese, Giacomo Ferraù, coinvolto in passato in discussi concorsi.

Molti malumori sta invece provocando il fatto che tra i diciotto candidati c'è anche la moglie del più stretto collaboratore universitario di Schiesaro, Giorgio Piras, ricercatore di Filologia classica e ora membro del Senato accademico della Sapienza. L. I.

 

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