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FATTA LA TASSA, TROVATO L’EVASORE – LA CGIL IMMAGINA UNA PATRIMONIALE PER I SUPER RICCHI (REDDITI A PARTIRE DAGLI 800 MILA €) PER CONSEGNARE AL FISCO 18 MLD € - IN TEORIA LA PAGHEREBBE SOLO IL 5% DEGLI ITALIANI, IN PRATICA NESSUNO SGANCERà UN EURO (SI PREVEDE FUGA DI CONTRIBUENTI IN SVIZZERA) - L’ITALIA È UNO DEI POCHI PAESI SENZA UNA TASSA SUL PATRIMONIO MA IN COMPENSO HA IL RECORD DELL’EVASIONE FISCALE (IL 10% DELLE FAMIGLIE DETIENE CIRCA IL 45 % DELL´INTERA RICCHEZZA)…

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Roberto Mania per "la Repubblica"

SUSANNA CAMUSSO

Tassare i super ricchi. La Cgil lancia la sua proposta: un prelievo sui grandi patrimoni (a partire dagli 800 mila euro) che potrebbe far incassare al fisco fino a 18 miliardi di euro l´anno. Pagherebbe non più del 5% della popolazione e non più di mille euro l´anno. Tutti gli altri ne sarebbero esclusi.

Il pacchetto fiscale della confederazione di Corso d´Italia, preparato anche in vista dello sciopero generale del 6 maggio, si colloca decisamente più a sinistra rispetto a quello presentato qualche giorno fa dal Pd, nel quale veniva esclusa l´introduzione di una patrimoniale, e si richiama all´impostazione di chi vede nella leva fiscale uno strumento chiave per la redistribuzione delle risorse a vantaggio delle fasce sociali più basse.

In più si muove decisamente controcorrente rispetto non solo al dibattito italiano, dove le posizioni a favore di una patrimoniale sono minoritarie, ma anche rispetto a ciò che sta avvenendo in Francia, dove l´"impôt de solidarité sur la fortune" (Isf), alla quale la Cgil si ispira, è stata messa in discussione da Nicolas Sarkozy. Introdotta nel 1982 dal socialista Francois Mitterand, l´"imposta sulla fortuna" è finita a Parigi sul banco degli imputati.

GIULIO TREMONTI

Sostiene l´attuale governo di destra che quella tassa non abbia prodotto il gettito atteso (4,2 miliardi nel 2010 da parte di poco più di 500 mila ricchi), abbia penalizzato i proprietari di immobili, e, infine, abbia favorito la fuga all´estero (Svizzera e Belgio) di decine di migliaia di contribuenti. Ma su come riformare la tassa la maggioranza è divisa.

Sarkozy

Resta il fatto che l´Italia, detentrice, tra l´altro, del record dell´evasione fiscale che indirettamente pesa sulla tassazione del lavoro e delle imprese, e che ha anche accresciuto negli ultimi decenni il tasso di diseguaglianza sociale (il 10 % delle famiglie più ricche detiene circa il 45 % dell´intera ricchezza), è uno dei pochi paesi a non avere nel suo ordinamento una tassa generale sul patrimonio immobiliare (le case) e mobiliare (le attività finanziarie).

La Cgil non propone di tassare le famiglie proprietarie di abitazioni o i piccoli risparmiatori che hanno investito in titoli di Stato (a cominciare dai Bot). La soglia che - nell´impostazione del Dipartimento economico del sindacato di Susanna Camusso - bisogna superare per dover pagare è effettivamente molto alta: 800 mila euro complessivi di patrimonio familiare (a prescindere dal reddito imponibile ai fini dell´Irpef) al netto delle detrazioni. A quel punto scatterebbe l´"imposta sulle grandi ricchezze" (Igr), così l´ha battezzata la Cgil. Che ha ipotizzato l´applicazione di due aliquote: 1% e 0,55%. Nel primo caso l´incasso arriverebbe a 17,9 miliardi di euro l´anno, nel secondo a 9,8 miliardi.

euro

Non poco se si considera, tra le altre cose, che con le nuove regole sul patto di stabilità europeo già a partire dal 2012 bisognerà correggere il deficit dello 0,5 % del Pil ogni anno (pari a non meno di 7 miliardi). Grazie ai cosiddetti "fattori mitiganti" (l´innalzamento dell´età pensionabile, il basso indebitamento privato, la stabilità del sistema bancario e la composizione del debito pubblico) la correzione non dovrebbe tradursi in manovre lacrime e sangue. Ma si vedrà.

Comunque è interessante vedere l´identikit del super ricco "colpito" dall´Igr pensata dalla Cgil: una famiglia di imprenditori e liberi professionisti proprietari di una casa dove abita con un valore di 500 mila euro, di un´altra casa con un valore di 300 mila euro e che detiene 100 mila euro in depositi, titoli di Stato, obbligazioni e azioni per un totale di 900 mila euro di ricchezza netta. Con queste caratteristiche c´è il 5% della popolazione italiana. E pagherebbe solo mille euro l´anno in più.

 


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