Marco Giusti per Dagospia
MARCO GIUSTI - Copyright PizziFestival di Roma. Secondo giorno. Vabbe'. "Il mio domani" di Marina Spada, primo film italiano in concorso, si segnala come grande ritorno ai bei tempi della sfiga e delle crisi delle donne in carriera milanesi. Serissimo, va detto, come è seria tutta l'opera di Marina Spada, già regista di un interessante e altrettanto triste "Come l'ombra" nel 2006 e di un documentario sulla poetessa milanese Antonia Pozzi. E' proprio una poesia della Pozzi, morta suicida nel 1938 a 26 anni, che chiude il nuovo film della Spada. Allegrissimo, va detto. La Spada non si fa mancare niente. Neanche una sequenza con un piccione morto.
Il mio domani di ilaria spadaCerto, con un cinema composto ormai unicamente da film comici e commedie (ma cosa avremo poi da ridere in italia?), un film drammatico diventa merce preziosa. Claudia Gerini, credeteci o no, è una manager milanese in carriera (lo so che non ci credete, ma lei è credibilissima...) con famiglia disastrata e una sua vita sentimentale ancora più disastrata.
Va a trovare ogni settimana in campagna il padre morente, un serissimo Raffele Pisu (si è lui, ma ce lo ricordiamo in pochi come comico degli anni '60), ha una storiella complessa con un capetto un po' stronzo che non le dice praticamente nulla, un'altra con un ragazzotto più giovane, rompe con la sorella quando si porta a casa sua il figlio di lei, un nerd bietolone senza mento. Come lavoro fa degli assurdi corsi a piccoli manager che stanno per essere licenziati ("una spruzzata di Chanel per coprire l'odore della merda", le dice cattivo un tipo appena cacciato).
il mio domaniCome hobby gira per Milano, vede il grosso buco dei lavori di Ligresti & Co. (è un film di sinistra nato prima della giunta Pisapia) e frequenta una scuola di fotografia dove le viene dato il compito di farsi un autoritratto nuda. Beh, almeno qui abbiamo un sussulto, sappiamo che la Gerini, per regola, in tutti i suoi film seri si è sempre spogliata (nelle commedie invece mai) e aspettiamo il momento buono. Niente, non ci fa vedere niente. Magari ci siamo addormentati nel momento buono...
A Few Best MenAlla fine si farà un autoscatto vestita e prenderà coscienza di tutto finendo in Grecia con dotta spiegazione (il mito di Athena, già battuto da Esther Williams) in una lunga sequenza antonioniana con tanto di musica di Paolo Fresu.
Serio, ma pesantissimo, con una grande Gerini, assolutamente credibile nel ruolo dell'intellettuale milanese. Certo, il piccione morto Marina Spada se lo poteva risparmiare.
Passo al secondo film. "A Few Best Men", fuori concorso, è una divertente commedia australiana scritta dall'inglese Dean Craig, autore di "Funeral Party", e diretto da Stephan Elliott, regista del supergaio "Priscilla", ma anche del più o meno identico "Un matrimonio all'inglese". Siamo infatti ancora una volta (no, basta!) di fronte a una wedding comedy (si dirà così), cioè una commedia dove due ragazzi si devono sposare, solo che stavolta lui è un ragazzo inglese e lei una ricca australiana con famiglia pesantissima. Cambia anche il set: l'Australia. E, magari, gli inglesi si divertono a sentire come parlano gli australiani.
il mio domani claudia gerini marina spadaIl tutto è rovinato dai tre testimoni dello sposo, che rendono l'allegro evento un megadisastro come fosse un qualsiasi film di Brizzi o Max Bruno. Sì, è scritto meglio, ma le gag sono un trionfo del già visto. C'e' un padre senatore, ricco e potente, una mamma fuori di testa, una grande Olivia Newton John che si fa di coca e inizia a cantare e a ballare al ritmo dei Village People (è il miglior momento del film), l'immancabile animale che verrà massacrato, in questo caso un pecorone australiano chiamato Ramsy, uno spacciatore fuori di testa che rivuole i suoi ovoli di coca finiti in bocca proprio a Ramsy e poi ricuperati proprio da dove pensate dai tre ragazzi. Rispetto alle nostre commedie osa molto di più sul sesso e sul linguaggio esplicito. E l'idea di Olivia Newton John che si fa di coca fa davvero ridere.
A Few Best Men posterMolto carini gli attori, l'australiano Xavier Samuel, lo sposo, Laura Brent, la sposa, Kim Marshall, Kevin Bishop e Tim Draxley, gli amici. Non ci sono né Isabelle Adriani né Raffaella Fico.
A Few Best Men