1 - FINI? BOSSI? NON È RIMASTO PIÙ NESSUNO DA DIFENDERE...
Filippo Facci per "Libero"
Io non voglio difendere Fini, io non voglio difendere Bossi o sua moglie, ecco, siamo al punto: non è rimasto più nessuno da difendere. E' vero quello che ha detto Fini sulla moglie di Bossi? Sì, è vero. Ma è vero che la moglie di Bossi ha solo fruito dei trattamenti pensionistici in vigore all'epoca? Sì, è vero. E' vero che però Fini ha avuto una caduta di stile nel coinvolgere la moglie di Bossi? Sì, è indubbio.
GIANFRANCO FINIMa è vero che Fini potrebbe ricordare le cadute di stile che coinvolsero la moglie sua? Sì, è indubbio anche questo. E' normale che un presidente della Camera vada a Ballarò a sparare bombe? No, anche se nessuna regola lo vieta. Ma è probabile che un presidente della Camera, che frattanto ha fondato un partito ed è passato all'opposizione, rimanga ingessato in una funzione notarile per tutta la legislatura? No, pare improbabile. Eccetera eccetera.
Potremmo proseguire e contestare tutto, anche le mie domande: tanto, nei meandri di questa millesima polemica, ritroveremmo soltanto la demarcazione che separa il torto dalla ragione nell'Italia del bipolarimo marcio, cioè la botteguccia nostra, la fazione per cui tifiamo, l'antipatia che accende il nostro riflesso. Lo so, non scopro nulla, e però vi chiedo lo stesso: voi non siete stufi? Io sì. Sono anche stufo che le risatine proibite a Sarkozy le facciamo noi tutti, tutte le sere, guardando la tv e questo strazio.
UMBERTO BOSSI2 - SOLIDARIETÀ DI FELTRI AI BABY-PENSIONATI...
Da "Il Fatto Quotidiano"
Inviperito. Ma tanto! Vittorio Feltri, nel suo editoriale di ieri, si cimenta in un duro attacco contro Gianfranco Fini, reo di aver attaccato la moglie di Bossi e la sua baby-pensione. Scrive: "Un politico serio non fa la morale a chi, in base alle regole, sfrutta un'occasione per andare prematuramente in pensione, ma critica chi quelle regole ha vergognosamente inserito nel nostro sistema previdenziale. Comodo svillaneggiare i baby pensionati e risparmiare i politici che hanno consentito loro di esserlo".
FELTRI VITTORIOParole talmente sentite da sembrare parte in causa, ben oltre l'appartenenza al centrodestra. Cerca. Cerca. Cerca. Ecco la risposta: Feltri è andato in pensione a 53 anni, nel 1997. Per lui 347 milioni di lire l'anno, poi diventati 179 mila euro. Da allora ha continuato a scrivere e dirigere i giornali. Insomma, altro che Manuela Bossi e i suoi 800 euro.
3 - ROMA IN TILT PER L'IPHONE IN SALDO QUANDO LE ILLUSIONI CREANO L'INGORGO...
Dario Di Vico per il "Corriere della Sera"
L'assalto romano allo smartphone al tempo della Grande Bufera Finanziaria qualche interrogativo a economisti e sociologi lo pone. C'è innanzitutto la registrazione fattuale di come sia profondamente cambiata la nostra gerarchia dei consumi. Molto probabilmente per nessun altro tipo di merce si sarebbero create le code e la frenesia di ieri a Roma.
Ormai consideriamo gli iPhone e gli apparecchi simili come beni irrinunciabili, per certi versi identitari della nostra epoca e del nostro modo di vivere la modernità. Quando poi si intravede la possibilità di lucrare uno sconto si è disposti a qualsiasi sacrificio e tanto più a passare sul corpo dei rivali pur di arrivare per primi al bancone.
FOLLA IMPAZZITA AL TRONY DI PONTE MILVIO ROMAÈ vero, dunque, che i consumi sono in contrazione ma, attenzione, non crollano e comunque la ritirata non vale per tutti i beni. Una buona parte degli italiani riesce a tener fermo il suo abituale standard di vita grazie a un meccanismo lineare, sposta risorse dal risparmio agli acquisti. Aggiungono gli statistici che il reddito medio disponibile si è certamente contratto rispetto anche solo allo scorso anno ma in una proporzione (-0,4%) non così elevata da imporre un'immediata inversione a U.
Del resto, secondo una recentissima ricerca della Swg condotta per conto della Coldiretti, l'89% degli intervistati giudica negativamente la situazione economica dell'Italia e il 62% ritiene che in futuro sia persino destinata a peggiorare. Ma il medesimo panel posto davanti alla richiesta di valutare la sua situazione economica e quella della propria famiglia dà una risposta sorprendente: i giudizi negativi riguardano solo il 21% dei casi mentre il 53% degli interpellati la giudica discreta/buona/ottima. Che vuol dire? Una cosa molto semplice: l'Italia va malissimo ma io me la cavo.
DARIO DI VICO - copyright PizziQuindi, ad onta di tutte le esternazioni catastrofiste che ascoltiamo al bar, in ufficio o in tram sullo stato dell'economia e della finanza pubblica nazionale i cittadini del Belpaese continuano a pensare che la crisi sia transitoria e se ne possa andare così come è arrivata. La dirigenza dell'Istat sostiene che questo convincimento dopo l'estate è meno saldo e condiviso, che sta maturando la percezione di un cambiamento profondo dei meccanismi di funzionamento della nostra società. L'assalto all'hi-tech di ieri a Roma ci segnala però come il senso di realtà fatichi a imporsi. Anche le illusioni, a modo loro, creano ingorghi.