1 - UNA FAMIGLIA SPECIALE «MARCO CI SARÀ SEMPRE...»
PAPÀ SIMONCELLI SMONTA IL CASO BARELLA: «ERA GIÀ MORTO»
Alessandro Pasini per il "Corriere della Sera"
«L'ho chiamato, gli ho preso la mano: ciao Marco... Ma lui era già morto. I soccorsi? Non c'era niente da fare, non sarebbe cambiato niente. E comunque quella è tutta gente che cerca di fare del suo meglio».
LA BARA DI SIMONCELLI VIENE TRASPORTATA DALL AEREO A FIUMICINOEcco perché Marco Simoncelli era come era, e perché è così amato. Perché aveva questo papà, un grande uomo pieno di dignità, di amore, di voglia di raccontare del suo figliolo «onesto e puro, un grande», di umano stupore di fronte a ciò che non si accetta («Un padre non dovrebbe mai sopravvivere ai figli, per questo eravamo d'accordo con Marco che mi avrebbe cremato e messo sul comodino. Non avremmo mai pensato che sarebbe finita all'inverso»), di disponibilità a dire una parola buona a tutti, agli amici, agli sconosciuti e anche a quei soccorritori che, secondo un filmato amatoriale spuntato ieri, hanno fatto cadere il pilota dalla barella mentre cercavano di portarlo all'ambulanza.
LA BARA DI SIMONCELLI VIENE TRASPORTATA DALL AEREO A FIUMICINOPapà era lì, a bordo pista, come sempre il più vicino a Marco, e aveva visto subito tutto. Sa che non serve cercare il retroscena perché «è stata una coincidenza: bastavano dieci centimetri e gli prendevano la spalla. Invece lo hanno preso proprio fra il collo e la testa...».
Facciamo tutti del nostro meglio, poi ogni tanto ci chiediamo se sia abbastanza. «Gli avevo insegnato a essere un guerriero, a non mollare mai. Non so se ho fatto bene o male. Forse se avesse lasciato andare la moto... Forse è morto per quello. Gli volevo bene e lui me ne voleva. Prima di partire in gara lo abbracciavo. L'ho fatto anche domenica, si vede che qualcosa non ha funzionato...».
IL PADRE DI SIMONCELLIAnche l'amico Valentino ha parlato ieri, rientrato in Italia sullo stesso aereo dei Simoncelli. Sfatto dal viaggio, un sorriso nervoso, l'aria quasi distante per dissimulare il dolore, sicuro nel dire ciò che direbbe anche il Sic: dalla moto non si scende mai, per nessuna ragione. «Ho tanti ricordi. Stavamo insieme quasi tutti i giorni, andavamo in palestra e in giro col motore... Paura per il futuro? Noi lo sappiamo già che può succedere, una cosa così non ci cambia tanto. Smettere? Non l'ho mai detto. È una notizia che serve solo per far vendere i giornali...».
SIMONCELLI IL PADRE MENTRE LA BARA VIENE MESSA SULL AUTOPaolo e Valentino si sono riuniti più tardi a Coriano, dove sono arrivati gli amici e i colleghi piloti di Marco e dove papà ha incontrato finalmente mamma Rossella, forte anche lei, fedele al manifesto di vita di questa famiglia bella, asciutta, esemplare: «Noi lo abbiamo accompagnato in quello che gli piaceva fare. La vita, se non facciamo quello che ci piace, diventa un rimpianto. Lui sicuramente non ne avrà».
Le scelte e la conoscenza delle conseguenze. La vita sta tutta qua. E, per un pilota, anche la morte. «Se qualcuno si faceva male in gara Marco diceva eh, oh, sono le corse, se non vuoi fare niente stai a casa'' - racconta la fidanzata Kate, ragazza forte e decisa anche lei -. Ora penso che vorrebbe che finissi l'intervista dicendo eh, oh, sono le corse''».
Sono le corse in moto. Chi non le conosce non capisce, sorride oppure inorridisce della retorica dell'eroe guerriero e cinico. Chi le conosce sa che finita una corsa ne riparte un'altra. Semplice e banale come il ciclo della natura: «La vita deve andare avanti - dice mamma -. Marco ci sarà sempre». Insieme a tutta quella gente già arrivata e quella che arriverà per salutarlo. «Alla fine del funerale saremo soli - sospira papà - ma adesso ho voi». Che non si andrebbe mai più via, se servisse a farti soffrire di meno.
IL SALUTO DI PETRUCCI ALLA BARA DI SIMONCELLI
2 - L'ULTIMA POLEMICA SUI SOCCORRITORI IMPREPARATI "SE LUI FOSSE STATO VIVO, SI SAREBBE AGGRAVATO"
Valentina Arcovio per "La Stampa"
La caduta Uno dei barellieri inciampa facendo cadere Simoncelli appena soccorso in pista Secondo il padre però il pilota a quel punto era già privo di vita
La barella Ci va qualche minuto prima che la barella arrivi in pista per soccorrere Simoncelli Nel frattempo, in basso a sinistra, il padre del pilota ha raggiunto il figlio
«Se Simoncelli non fosse morto sul colpo, quel tipo di soccorso avrebbe probabilmente contribuito ad aggravare la sua situazione clinica». È duro il commento di Luigi Fuggiano, anestesista rianimatore, membro della commissione Sportiva Automobilistica Italiana. «Dalle immagini - dice - è evidente che non sono state rispettate le regole elementari del primo soccorso. Prima fra tutte quella di immobilizzare il pilota». La caduta della barella con i soccorritori che inciampano è tragica e grottesca.
«È antiquata - sottolinea Fuggiano - l'idea stessa di usare la barella. Nel settore automobilistico ci sono da anni le fast car, grazie alle quali si arriva a soccorrere il pilota in 30 secondi. In incidenti simili la rianimazione sul campo è tutto». Poi solo dopo aver immobilizzato il paziente, con collare cervicale, si può procedere con il trasporto. «Un soccorso come quello effettuato su Simoncelli - sottolinea il medico - anziché aiutare il pilota può addirittura danneggiarlo».
MARCO SIMONCELLIIn moto GP non è la prima volta che i soccorritori fanno confusione. «Nell'incidente in cui ha perso la vita Daijiro Kato nel 2003 - aggiunge Fuggiano - i soccorritori sono stati maldestri. Il pilota in quell'occasione è stato preso in braccio». Secondo il medico, il problema riguarda un po' tutto motociclismo: «È uno sport a rischio, per questo è necessario migliorare il primo soccorso e soprattutto addestrare bene gli operatori».
3 - LA FIDANZATA: SPERO MI SUCCEDA COME IN GHOST...
Da "Il Messaggero"
«Dimenticare non si può, posso solo conviverci con questo dolore. All'inizio credevo di non farcela ma in queste ore ho pensato di non poterci convivere con questo dolore, per me, per i genitori di Marco, ora sono quasi convinta di potercela fare». Così Kate Fretti, la fidanzata di Marco Simoncelli intervistata stasera a Matrix.
IL PADRE DI SIMONCELLI A FIUMICINOLa fidanzata di «Sic» ha raccontato: «oggi sono andata nella nostra casa, ho provato a dirgli che mi aveva detto che non ci saremmo mai lasciati, e invece si è sbagliato. Ci ho provato a dirglielo, e ho pensato che magari mi succede come in Ghost, lo avete visto il film? Penso che magari quando sarai pronto fai così...che mi dia un segnale per continuare...tutti dicono che sono giovane, ma non sono fortunata: ho ancora settant'anni davanti prima di raggiungerlo, è lunga».
A proposito dell'incidente di domenica Kate ha aggiunto: «quando ho visto che non aveva il casco ho capito che non c'era niente da fare, ho pregato, e mi sono venute in mente le parole del suo capotecnico che gli aveva detto di non mollare mai. Speravo che anche in quel momento lo stesse ascoltando ma invece non era così». Kate ha concluso: «lui in ogni gara diceva, se qualcuno si faceva male, diceva e oh sono le corse, se non vuoi farti niente stai a casa. E ora penso che vorrebbe che finissi quest'intervista dicendo e oh sono le corse».
4 - CORIANO SI SCOPRE TROPPO PICCOLA...
Dal "Corriere della sera"
Non potranno esserci tutti. Coriano è troppo piccola per ospitare le decine di migliaia di persone che vorrebbero partecipare al funerale di Marco domani alle 15 (diretta su Raidue, Italia1, SkyTg, SkySport24). Nella chiesa di Santa Maria Assunta entreranno al massimo 500 persone tra parenti e amici di Sic. La bara del pilota, che sarà cremato, sarà collocata fra due moto (una portata da Valentino Rossi, l'altra da Mattia Pasini) e all'uscita del feretro sarà suonata «Siamo solo noi» di Vasco Rossi, che potrebbe anche essere presente.
SIMONCELLI PETRUCCI E KATEIl centro del paese è interdetto al traffico da ieri sera e già oggi, giorno della veglia alla camera ardente (dalle 9 alle 22) nel teatro comunale, il centro storico è raggiungibile solo a piedi. L'ufficio stampa del Comune ha fissato in 10 mila il numero massimo di persone ospitabili in paese. Il pubblico potrà seguire la funzione attraverso due maxischermi in piazza don Minzoni e davanti al Comune in piazza Mazzini.
Intanto il team Honda Gresini San Carlo per il quale correva Marco ha deciso di essere presente al prossimo Gp di Valencia del 6 novembre per onorare la memoria del pilota ricostruendo il suo box con la Honda RC212V numero 58. Resta comunque difficile che il compagno di Sic, Hiroshi Aoyama, e i due piloti del team Gresini di Moto2, Michele Pirro e Yuki Takahashi, partecipino alla gara.
SIMONCELLI IL TRIBUTO DI CORIANO