Marco Gasperetti per il "Corriere della Sera"
GIUSEPPE QUATTROCCHIC'era una cooperativa che in realtà non era una cooperativa. E che aveva acquistato il 51% di una società editoriale. Un modo ingegnoso, ma illegale secondo i magistrati, per truffare lo Stato e intascare ogni anno finanziamenti pubblici: tanti soldi, più di un milione di euro l'anno, oltre 17 milioni dal 1998 a oggi. Un «tesoretto» che sarebbe finito nelle casse della società proprietaria del Giornale della Toscana, (dorso locale del Giornale) e del settimanale Metropoli.
MASSIMO PARISIA dirigere le operazioni, secondo la Procura di Firenze, c'era Denis Verdini, 60 anni, coordinatore nazionale del Pdl, massimo azionista del quotidiano e proprietario del Credito cooperativo fiorentino, banca finita anch'essa nella bufera giudiziaria. Verdini, già nel mirino dei magistrati toscani per le inchieste sulla P3, sul Credito cooperativo e sui grandi appalti del G8, stavolta è indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato insieme ad altre diciotto persone tra le quali la figlia Chiara Diletta e la nipote Erika Bertini. Tra gli inquisiti il nome di un altro politico: il parlamentare Massimo Parisi, coordinatore del Pdl toscano. Insieme ad altre tre persone, in un altro filone dell'inchiesta, è sospettato di finanziamenti pubblici illegali che sarebbero andati a beneficio del settimanale fiorentino Metropoli.
Ieri mattina i finanzieri si sono presentati nella sede del Giornale della Toscana, con un decreto di sequestro preventivo firmato dal gip Paola Belsito su richiesta dei pm Giuseppina Mione e Luca Turco. Hanno acquisito carte e documenti amministrativi e notificato ad alcuni degli indagati il sequestro di dieci milioni e 982 mila euro, cifra corrispondente a parte dei finanziamenti pubblici che - secondo l'accusa - sarebbero stati illecitamente percepiti dopo il settembre del 2005. Data importante per l'inchiesta perché, anche se il presunto flusso illegale di finanziamenti sarebbe partito nel 1998, il periodo precedente è prescritto.
il-giornale-della-toscanaDunque, secondo il teorema della Procura fiorentina, la Ste (Società toscana di edizioni) editrice del Giornale della Toscana, avrebbe intascato finanziamenti illeciti perché quel 51% di proprietà della cooperativa Nuova Editoriale sarebbe stato fittizio. Un modo per aggirare la legge sui finanziamenti all'editoria. Come ha spiegato ieri mattina il procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi: «La normativa vigente prevede che per ottenere finanziamenti pubblici la società editrice debba essere partecipata almeno al 51% da una cooperativa». Secondo l'accusa, in questo caso, la cooperativa era di facciata e alimentata dai soli versamenti statali.
DENIS VERDINI«Sono offeso e costernato - ha commentato Denis Verdini -. Il risultato di questa "brillante" iniziativa, che ha portato al sequestro dell'intero immobile del Giornale della Toscana, è stato quello di rischiare di mandare in mezzo a una strada trenta lavoratori per un reato che non esiste, se non nella fervida immaginazione dei pm». Il gip Belsito invece è convinto che Verdini e soci avrebbero aggirato lo Stato «in maniera truffaldina attraverso operazioni bancarie apparentemente corrette che celavano in realtà dei fatti una cooperativa che esisteva solo sulla carta».
Denis Verdini