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FRIDUM’ FOR FRANZEN! - DOPO LE PERNACCHIE DELLA DISASTROSA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DELLO SCRITTORE AMERICANO ALL’AUDITORIUM, PIPERNO VA CON FRANZEN IN UN PUB E SUBISCE LA BEFFA DI ESSERE SCAMBIATO PER L’AUTORE DI \"FREEDOM\" PERCHÉ: “SEI CALVO, HAI L’ARIA DI UNO CHE STUDIA” (INSOMMA, UNO SFIGATO). QUELLO VICINO A TE IN JEANS (FRANZEN) AL MASSIMO PUÒ ESSERE IL TUO CUGINO IDIOTA” - SHOW DI LUCA GIURATO: “HAI SCRITTO FRIDUM… MA SEI FAVOREVOLE O CONTRARIO ALLA GUERRA IN LIBIA? ODISSI DON YESSS O ODISSI DON NO?”…

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1 - JONATHAN FRANZEN ALL'AUDITORIUM, FRA IMBARAZZI E SILENZI...
http://www.travirgolette.com/2011/03/22/jonathan-franzen-allauditorium/

Jonathan Franzen

Pubblico da grandi occasioni alla Sala Petrassi dell'Auditorium di Roma.
Lettori, curiosi, giornalisti, aspiranti scrittori, tutti presenti all'appello, pronti a godersi l'intervista di Alessandro Piperno allo scrittore americano Jonathan Franzen, in Italia per la promozione del suo ultimo romanzo "Freedom".

Grandi premesse, grandi attese, grande delusione per l'anteprima di Libri Come - Festa del libro e della lettura. La serata e, soprattutto, la conversazione, non è mai decollata.

piperno

Sin dai primi momenti, gli imbarazzi hanno preso il sopravvento. Quelli di Franzen nei confronti di Piperno, che parlava parlava parlava e non si decideva a venire al dunque, cioè a fargli le domande. Quelli del pubblico, preoccupato per Franzen, visibilmente spaesato e poco propenso a rispondere ad alcuni quesiti poco pertinenti e poco comprensibili. E infine, gli imbarazzi di Piperno infastidito dal pubblico, che dalla platea lanciava grida spazientite "e basta, fagli le domandeeee!".

Franzen-piperno LibriComeAuditorium

A un certo punto l'intervistatore ha perso la pazienza e, innervosito dal brusio della sala, ha esclamato: "Non è possibile!". Ma il rimbrotto non ha prodotto l'esito sperato, perché gli spettatori hanno continuato a reclamare la voce di Franzen (e il silenzio di Piperno...), fino a che lo stesso Franzen non ha messo fine allo scontro, facendosi fare le domande direttamente dal pubblico.

franzen

Oltre agli imbarazzi, c'è stato anche un episodio comico... Quello di Luca Giurato, che a un certo punto ha preso la parola e ha rivolto una domanda allo scrittore con la sua pronuncia (italiana e inglese) stentata, che suonava più o meno così "Hai scritto Fridum... ma sei favorevole o contrario alla guerra in Libia? Odissi don yesss o Odissi don no?". Uno scempio.

Comunque, venendo a Franzen, mi ha colpito molto per la sua semplicità (in senso positivo).

Antidivo, autoironico, diretto, lontano da atteggiamenti e vezzi da intellettuale snob. Da uno che scrive come lui (con intensità, intelligenza, lucidità, impegno, metodo, profondità) non me l'aspettavo. Anche perché ha raggiunto la fama internazionale e potrebbe ‘tirarsela' eccome. Invece nessuna posa e nessun facile entusiasmo. Uno coi piedi per terra, insomma.

E con pensieri concreti, interessanti: "Non sono un filosofo e non c'è nulla di filosofico nel mio libro. Ho scelto "Libertà" come titolo contro tutte quelle persone che in America usano in maniera impropria questa parola..." "In questo libro ho voluto rendere il linguaggio più trasparente per fare in modo che il lettore non si accorgesse di me".

franzen

2 - "HE COULD BE YOUR IDIOT COUSIN"...
Alessandro Piperno, dopo la fischiatissima presentazione del nuovo libro di Jonathan Franzen ieri all'Auditorimu di Roma, racconta sul suo blog come è andata a finire la serata:

È andata a finire che ieri sera, dopo la presentazione, ci siamo rifugiati in un pub scalcagnato dalle parti della Casilina, io di umore pessimo, lui rilassato con i gomiti appoggiati al bancone che chiedeva al barista cosa voleva dire "baffo d'oro". A un certo punto si avvicinano due ragazze italiane. Sono timide, visibilmente imbarazzate. Una delle due, la più carina, mi chiede con una pronuncia terrificante: «Are you Jonathan Franzen?» Io sorrido, ma in realtà ho solo una gran voglia di farmi gli affari miei.

Le dico: «No, I'm not» senza capire per quale motivo sto parlando anch'io inglese. Poi indico Jonathan, accanto a me, mentre fissa a bocca aperta un video di Alex Britti nella televisione appesa al soffito, sgranocchiando una quantità disumana di arachidi. Non si accorge delle due ragazze. «Jonathan Franzen is him» dico. La ragazza mi guarda con aria furbetta: «I'm not stupid» dice ridendo. «You are the writer, not him. He could be, I don't know, your idiot cousin.»

JONATHAN FRANZEN SU TIME

Comincio a innervosirmi, tiro fuori la pipa dalla tasca, ci armeggio un po'. Continuo a parlare in inglese, forse per evitare che si prendano troppa confidenza. «What you want?» le chiedo. Lei si mette a ridere, si gira verso alla sua amica e le dice: «È timido, sto Franze»

Poi si rivolge a me e mi indica un tavolo ad angolo dove sta seduto un ragazzo: «He is my boyfriend» dice. «He loves Franzen and when you two are came inside the pub he said "hey, that's Franzen, wow! I want his autograph!" I asked "Who is Franzen", he said "A writer". Then he said me: "If you understand who is Franzen of the two and you ask him an autograph I will offer you a Caipiroska".

I love Caiporoska, you know. So I look you and then I look your idiot cousin and I think that a real writer don't use jeans, but velluto a costine, you understand? And then I've seen that you have a pipe, the glasses, and you have not hair, without offense. And then you have an air of a person that studies a lot. So you are the writer, not him. And so please please please give me an autograph! Write best wishes to Mario Attilio Pugnazza.»

 


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