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BIRIGNAO BIGNARDI IN OSTAGGIO DEL VECCHIO SGARBONE: PIÙ CHE INVASIONI BARBARICHE, INVASIONI PSICHIATRICE - IL QUARTO D’ORA DI CELEBRITÀ DELLA SIGNORA CINZIA CRACCHI. LA FAMA È UNA SINDROME CHE NON CONOSCE CURA - E’ TUTTO UN PARTIAM, COLPIAM, BOMBARDIAM. CAPITO CHE EFFETTONE, SU QUESTI PACIFISTI, NOMINARGLI PER UN GIORNO LA PATRIA?...

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1 - LA BIGNARDI IN OSTAGGIO: URLA E SGARBI LE INVASIONI PSICHIATRICHE...
Da "Il Fatto Quotidiano"

rif61 daria bignardi

Che Vittorio Sgarbi sia uomo televisivamente violento lo sanno tutti. Leggendarie le sue aggressioni verbali con urla belluine spesso al limite dello scontro fisico. Del resto, da quando a furia di strilli paonazzi è diventato il più efficace difensore del premier Bungabunga, nessun conduttore osa minimamente contraddirlo. In un paese normale uno così verrebbe accompagnato fuori da due robusti infermieri e ricoverato per accertamenti. Qui da noi ogni schiamazzo sgarbesco, adeguatamente compensato, suscita gridolini di ammirazione.

Vittorio Sgarbi

È con viva sorpresa, dunque, che venerdì sera abbiamo visto il suo ingresso trionfale alle "Invasioni Barbariche" de La7, in un ambiente normalmente soporifero e poco adatto alle risse di osteria. Infatti, quando ha notato che l'esagitato aveva la giugulare in fermento, la povera Daria Bignardi ha prudentemente preferito posizionarsi nel ruolo di bella statuina.

Tenendo lungamente in ostaggio la ragazza, Sgarbi ha potuto dire qualunque cosa, alternando scoppi di egolatria a raffiche di insulti con la bava alla bocca (bersaglio preferito, "il Fatto"). Con grave sprezzo del pericolo, la Bignardi ha provato a sussurrare un "mi dissocio", ma un urlaccio l'ha dissuasa da ulteriori atti di eroismo. "Ditegli sempre di sì", si chiamava una famosa commedia di Eduardo De Filippo, finto matto. Ma forse, prima di invitare certi personaggi, sarebbe meglio munirsi di una camicia di forza.

CINZIA CRACCHI

2 - IL QUARTO D'ORA DI CELEBRITÀ DELLA SIGNORA CINZIA CRACCHI. È UNA SINDROME, LA FAMA, CHE NON CONOSCE CURA...
Michele Serra per "la Repubblica"

La signora Cinzia Cracchi salì agli onori delle cronache per via del suo movimentato fidanzamento con l´ex sindaco di Bologna Delbono; e di alcune vacanze a spese delle casse pubbliche. Ora ha deciso di candidarsi per le elezioni comunali, in una lista civica, a nome delle "donne maltrattate" (?!). Ben al di là della sua vicenda, tutto sommato trascurabile, viene da domandarsi sulla base di quale equivoco una persona già esposta a poco piacevoli vicende intenda replicare la sua faticosa esposizione allo sguardo pubblico. Una campagna elettorale non è davvero il massimo per chi volesse recuperare serenità ed equilibrio, e come si suole dire: farsi dimenticare.

Del bono Flavio

La signora non è sola. Incarna, anzi, una diffusa tendenza: quella di chi diventa famoso non per merito o talento o impegno civico, e di questa fama così opaca e discutibile si innamora al punto da volerla mettere a profitto. È come se una foto sul giornale, una ripresa televisiva, insomma il famoso quarto d´ora di celebrità, fosse una droga. Salvarsi sparendo, e dunque riconsegnando a se stessi la propria vita, è evidentemente una via preclusa ai contemporanei. Una volta esposti, non importa se per meriti o demeriti, si cerca di mantenere la scena a tutti i costi. È una sindrome, la fama, che non conosce cura.

michele serra 03

3 - E' TUTTO UN PARTIAM, COLPIAM, BOMBARDIAM. CAPITO CHE EFFETTONE, SU QUESTI PACIFISTI, NOMINARGLI PER UN GIORNO LA PATRIA?
Andrea Marcenaro per "Il Foglio"

Dice la Cgil che quando ci vuole ci vuole, e se bisognerà sganciare qualche bomba, pazienza. Per Veltroni, i presupposti per un'azione militare in Libia ci sono tutti. Anche per Marina Sereni: l'Italia operi immediatamente per l'intervento. Di Pietro ha tirato fuori l'anima del sergente: attaccare! Attaccare! Attaccare! Francesco Boccia ha lanciato il cuore oltre l'ostacolo. Dice che non ci si può sottrarre, anzi, che la concessione delle basi è il minimo, bisogna mettere a disposizione dei bombardamenti tutto ciò che è possibile. Chi avesse una sorella, la porti.

antonio di pietro idv

E così Tonini, e D'Alema, ma nel Pd è tutto un coro di battaglia, senza correnti né litigi. Anche Nichi sé messo l'elmetto, sentite che sta a di': "L'operazione militare ci vuole, anche se bisogna stare attenti che non diventi un pantano". E Rutelli si assume le sue responsabilità di fronte al battaglione. E Vernetti muore dalla voglia. E Bersani scandisce: "Alla buon'ora", anzi, manco avrebbe mai lasciato Tobruk, fosse stato per lui. E Napolitano in testa, con gli alamari d'oro e la sciabola sguainata. E' tutto un partiam, colpiam, bombardiam. Capito che effettone, su questi pacifisti, nominargli per un giorno la patria?

 


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