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REVOCATO, SCUCITO O SDRUCITO? IL DESTINO DELLO SCUDETTO 2006, ASSEGNATO ALL’INTER, SI GIOCA IN UN DEDALO DI CAVILLI - C’È CHI PREME PER L’ANNULLAMENTO MA I LEGALI DELLA FIGC STUDIANDO UN’ALTRA L’IPOTESI: IMPUGNARE IL PARERE DEI ‘TRE SAGGI’ CHE, CINQUE ANNI FA, PARLARONO DI ‘NON ASSEGNAZIONE’ IN CASO DI COMPORTAMENTI POCO LIMPIDI SCOPERTI IN SEGUITO - LUNEDÌ, SUBITO DOPO LA DECISIONE, PARTIRÀ LA GUERRA DEI RICORSI - L’INTER HA BUONE PROBABILITÀ DI TENERE IN CASSAFORTE IL TITOLO MA LA JUVE NON MOLLA: PRONTO IL RICORSO ALL’ALTA CORTE DI GIUSTIZIA AL CONI…

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Guglielmo Buccheri per "la Stampa"

GIANCARLO ABETE

Ora che l'ufficio legale della Federcalcio ha terminato il proprio lavoro, la via dello scudetto 2006 si fa molto più stretta. Revoca o solo censura per l'Inter di Massimo Moratti? Gli avvocati di via Allegri hanno pochi dubbi: manca l'atto formale alla base dell'assegnazione, nell'estate di 5 anni fa, del tricolore alla truppa nerazzurra.

Tradotto: il consiglio federale non ha la competenza per decidere con una revoca le sorti dello scudetto dei veleni perché non si configurano gli estremi per un atto amministrativo in quanto l'allora commissario straordinario Guido Rossi si limitò a varare la nuova classifica con l'Inter prima dopo le penalizzazioni inflitte a Juve e Milan. In sostanza, sostengono gli avvocati federali, se lo scudetto finì sulle maglie nerazzurre come semplice frutto dello «scorrimento» della classifica è evidente come l'atto di «autotutela» (la revoca) non sia percorribile.

GUIDO ROSSI SOGNA

Giochi finiti, o quasi. Così la pensano i legali Figc a cui il presidente Giancarlo Abete aveva chiesto una valutazione in punta di diritto. La «stampella» interna al governo del calcio, quindi, ha emesso il suo verdetto e questo pomeriggio - dalle 15 saranno i presidenti delle varie componenti del consiglio a confrontarsi sulla nuova svolta.

Negli uffici della Federcalcio andrà in scena un vero e proprio consiglio informale, un summit propedeutico all'appuntamento di lunedì quando verrà scritta la parola fine all'interminabile vicenda. I consiglieri si siederanno attorno al tavolo argomentando posizioni diverse fra loro, ma, alla fine, tutto lascia pensare che sarà la traccia giuridica a fare da stella polare.

lapr massimo moratti 03

C'è chi come il numero uno della Lega di serie B Andrea Abodi si dice «pronto a prendere una decisione perché spetta comunque al consiglio intervenire». E chi come il presidente della Lega Pro Mario Macalli che si schiera fra gli interventisti. All'incontro di oggi parteciperanno anche Carlo Tavecchio, vertice dei Dilettanti e già da una settimana allineato sulla linea di quanti si sono dichiarati incompetenti.

Sullo stesso fronte ci sono anche gli arbitri (sarà presente Marcello Nicchi, gran capo dell'Aia) e l'associazione allenatori (Renzo Ulivieri si è già espresso in tal senso), mentre indecisi appaiono la Lega di A e l'associazione calciatori. «Nell'incontro di questo pomeriggio - così Abete - emergeranno gli orientamenti per, poi, decidere il 18. Sono molto soddisfatto dell'iter che stiamo seguendo: abbiamo fatto tutti gli approfondimenti tecnici senza avvalerci di saggi esterni...».

La sfida sul futuro dello scudetto del 2006, da ieri, appare meno incerta. Ma il partito di chi sostiene con forza la revocabilità del titolo da parte del governo del calcio si difende: non di revoca, ma di annullamento e, quindi, di un atto amministrativo, si deve parlare, è la tesi sostenuta. E gli stessi legali della Figc fanno trapelare l'ipotesi di una seconda, e contraria, strada percorribile, ovvero appellarsi al parere dei tre saggi del 2006 quando parlarono di non assegnazione in caso di «comportamenti poco limpidi» scoperti in seguito.

Andrea Agnelli in cantiere

A quest'ultima tesi giuridica, però, l'ufficio legale investito del parere da Abete non crede fino in fondo. Cosa accadrà una volta che, lunedì, arriverà la sentenza sul tricolore del 2006? Immediata sarà la sfida dei ricorsi. Più numerosa è la squadra di giuristi che indicano nelle possibili contromosse dell'Inter quelle destinate al maggior successo in quanto Moratti avrebbe legittimazione a veder tutelati i suoi interessi. La Juve, qualora tutto rimanesse come prima, affilerebbe comunque le armi: prima tappa l'Alta Corte di Giustizia presso il Coni.

 


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