Francesco Moscatelli per "la Stampa"
mar32 michele adinolfi pippo marra maurizio tucci«In riferimento ad alcune notizie di stampa destituite di fondamento ribadisco ancora una volta che il ministro Giulio Tremonti non risulta assolutamente iscritto nel registro degli indagati di questo ufficio».
Nino Di PaoloCon queste parole - affidate nella serata di ieri a un comunicato - il procuratore capo di Napoli Giovandomenico Lepore conferma l'estraneità di Tremonti all'inchiesta sugli appalti truccati che, nei giorni scorsi, ha portato il pm partenopeo Vincenzo Piscitelli a chiedere l'arresto di Marco Milanese, il deputato del Pdl e braccio destro del ministro, accusato di aver ricevuto regali, favori e denaro in cambio delle nomine nelle società controllate dal ministero dell'Economia. Lepore smentisce inoltre le indiscrezioni secondo cui Tremonti avrebbe dovuto essere ascoltato nei prossimi giorni a Napoli come persona informata sui fatti.
adinolfi-milaneseIl titolare del ministero di via XX Settembre ha subito espresso alle agenzie di stampa la sua soddisfazione per le parole di Lepore: «La notizia è per me molto positiva, tanto sul piano personale quanto sul piano istituzionale - scrive Tremonti-. Ho, come sempre, fiducia nella giustizia». Quasi contemporaneamente il ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato che la maggioranza dei consiglieri di amministrazione di Sogei ha rassegnato le dimissioni dalla carica con effetto dal termine della prima assemblea utile della società.
Tremonti E MILANESELa Sogei è l'azienda di information technology controllata al 100% dallo stesso ministero dell'Economia, che avrebbe assegnato vari appalti alla «Edil Ars» di Angelo Proietti, la ditta che eseguì «gratuitamente» i lavori di ristrutturazione nella casa di via Campo Marzio 24, nel pieno centro di Roma, che Marco Milanese metteva a disposizione di Tremonti. «È intendimento del ministero - aggiunge il Tesoro procedere al più presto alla ricostituzione dell'organo amministrativo di Sogei».
"LA VOCE DELLE VOCI" - TREMONTI-MILANESENelle stesse ore, sempre sul fronte delle inchieste aperte in questi mesi dalle procure di Roma e di Napoli, arriva anche un'altra smentita. È quella del Comando generale della Guardia di Finanza che bolla come «assolutamente infondate» le voci riguardanti le dimissioni del capo di stato maggiore generale Michele Adinolfi, indagato per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento nell'inchiesta sulla P4 condotta dai sostituti procuratori Henry John Woodcock e Francesco Curcio.
mar25 marra elia valori cossiga michele adinolfi«Adinolfi è stato promosso con decorrenza 1 luglio 2011 al grado di generale di corpo d'armata - spiegano dal Comando generale delle Fiamme gialle - . La procedura amministrativa prevede che il verbale della commissione superiore di avanzamento venga inviato per il visto al ministro dell'Economia. Successivamente il Consiglio dei ministri delibera l'assunzione del grado. Il Presidente della Repubblica emana infine un proprio decreto di nomina. Terminato questo iter, una volta assunta la qualifica di generale di corpo d'armata, Adinolfi assumerà una nuova funzione coerente con il nuovo grado».
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