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1- DIAVOLO DI UN BISI. LA PROCURA PENSAVA DI ESSERE RIUSCITA A FREGARLO IN MATERIA DI TECNICHE DI SPIONAGGIO ELETTRONICO E INVECE IL LOBBISTA LI HA ANTICIPATI 2- BISIGNANI AVEVA ATTIVATO NEL SUO COMPUTER UN PROGRAMMA DI SPIONAGGIO GEMELLO DI QUELLO USATO DAI PM WOODCOCK E FRANCESCO CURCIO PER INTERCETTARE MAIL, DOCUMENTI E PERSINO LE TELEFONATE. NON SOLO: BISIGNANI, ALMENO STANDO ALLA DATA RIPORTATA SUL DESKTOP DEL SUO PC, AVEVA ATTIVATO QUESTO SOFWARE, CAPACE DI INTERCETTARE ANCHE SKYPE, TRE MESI PRIMA DELLA PROCURA 3- CHIESTA UNA "ROGATORIA" A GOOGLE PER CONOSCERE IL CONTENUTO DEI DATI SPIATI WOODCOCK NON VEDE L’ORA DI SAPERE CHI FOSSERO GLI OBIETTIVI SPIATI DA BISI

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Marco Lillo per Il Fatto

BISI

Diavolo di un Bisignani. La Procura pensava di essere riuscita a superarlo e sorprenderlo in materia di tecniche di spionaggio elettronico e invece il presunto capo della P4 li ha anticipati. Bisignani aveva attivato nel suo computer un programma di spionaggio gemello di quello usato dai pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio per intercettare mail, documenti e persino le telefonate. Non solo: Bisignani, almeno stando alla data riportata sul desktop del suo pc, aveva attivato nel suo arsenale questa arma informatica tre mesi prima della Procura.

La sorprendente novità della preda che si fa cacciatore con le stesse armi impugnate dai suoi segugi, prima ancora di finire nel loro mirino, emerge dagli atti depositati ieri dalla Procura di Napoli davanti al Tribunale del Riesame per convincere i giudici a trattenere nel suo appartamento romano il lobbista accusato di associazione a delinquere (semplice e "paramassonica") e finito ai domiciliari "solo" per rivelazione di segreto e favoreggiamento.

BISIGNANI

Come è noto la Procura di Napoli ha usato ai danni di Bisignani una tecnica di intercettazione modernissima: la società informatica CSH & MPS di Palermo ha fornito a Woodcock e Curcio l'arma letale per riuscire ad ascoltare in diretta le trame ordite nel suo ufficio di Piazza Mignanelli dall'ex piduista già condannato per la tangente Enimont, grazie a una mail civetta che una volta aperta trasformava il suo computer in una sorta di cimice in grado di captare e trasmettere in diretta agli investigatori le conversazioni che si svolgevano nelle immediate vicinanze.

BISIGNANI

Oltre a questa funzione però il software infilato di nascosto il primo dicembre del 2010 nel computer di Bisignani era in grado di compiere "l'estrapolazione in copia del contenuto dei files e di ogni altro dato prodotto o già memorizzato sui personal computers di Luigi Bisignani e della sua segretaria Rita Monteverde". E proprio studiando il contenuto dell'archivio, Salvatore Macchiarella della Csh & Mps di Palermo, ha fatto un salto sulla sedia: il computer di Bisignani era dotato di un software gemello di quello usato per spiare Bisignani stesso.

Il 30 giugno Macchiarella è volato a Napoli e nel corso di una riunione in Procura ha spiegato ai magistrati, più sorpresi di lui, che "l'applicativo informatico è in sostanza un sistema di intercettazione telematica ‘gemello' a quello fornito dalla società Csh & Mps" e ha aggiunto che "questo programma è a sua volta idoneo alla captazione e trasmissione di tutti i dati presenti sui computer ove venga installato".

La Guardia di Finanza riporta in una sua informativa, depositata ieri al Tribunale di Riesame dal pm Woodcock, le considerazioni del perito sulla "insidiosità e pericolosità di tale software anche con riferimento alla capacità di captare sia eventuali chiamate effettuate a mezzo Skype, sia i dati audio delle conversazioni effettuate tra i soggetti presenti nelle vicinanze, fungendo in tal modo da vera e propria microspia ambientale.

I pm Woodcock e Francesco Curcio

Tutti i dati raccolti da tale applicativo", prosegue la Guardia di Finanza, "vengono raccolti e spediti automaticamente in appositi spazi web e in particolare verso account di posta elettronica appositamente creati che interessano principalmente il dominio ...@ googlemail.com   del provider Google".

Non ci sono molti dubbi su chi fosse l'utilizzatore del software spione. Il programma era posto in un file zippato in bella vista sul desktop del computer di Bisignani, e si chiamava Bisignani25092010_001.zip. I consulenti informatici della Procura sono poi andati avanti nel loro lavoro e hanno smontato il software decompilandolo. Questo è il risultato: "Dalla lettura del codice si evincono determinate transazioni di raccolta dati che vengono automaticamente spediti in spazio web e/o email su ‘gmail.com'.

PIAZZA MIGNANELLI

Siamo riusciti ad identificare", proseguono i tecnici informatici di Woodcock e Curcio, "le email che fungono da recipiente di dati. ...da queste email sicuramente ci saranno tracce di collegamenti esterni che prendono questi dati e vengono decriptati in formato leggibile. Si allega ovviamente ciò che è stato decompilato per evidenziare le email recipienti" e giù una lista di decine e decine di stringhe con collegamenti internet che potrebbero corrispondere ciascuno a un'intercettazione effettuata.

google

Il 30 giugno stesso è partita dal Comando Tutela Mercati di Napoli della Guardia di Finanza una lettera urgentissima diretta al Legal Investigation Support della Google Inc, a Anphiteatre Parkway Mountain View, California. Nella lettera il comandante del Gruppo, Claudio Gnoni chiede: "Per lo svolgimento di urgentissime indagini relative ad un procedimento penale di rilevante sensibilità, si richiede a codesta Società di voler provvedere al congelamento dell'intero contenuto delle seguenti caselle di posta elettronica: pur  ge626@googlemail.com; guess515@fastmaiLfm; tim11235@googlemail.com  ".

Skype

Il 4 luglio scorso Henry John Woodcock ha spedito a Roma al Ministero di Grazia e Giustizia in via Arenula (dove lavorava come direttore generale, per ironia della sorte, l'attuale indagato Alfonso Papa) una richiesta di assistenza giudiziaria urgente per l'Autorità giudiziaria statunitense, perché in applicazione del trattato di mutua assistenza, conceda "l'acquisizione e la trasmissione a questo Ufficio del contenuto attuale e completo (snapshot) dei dati contenuti in tutte le directory di sistema create dall'utente delle caselle di posta elettronica, fisicamente ubicate in territorio statunitense presso la società Google Inc". Woodcock non vede l'ora di sapere chi fossero gli obiettivi spiati da Luigi Bisignani, che da cacciatore è tornato preda.

 


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