Gianfrancesco Turano per "l'Espresso"
GIANNI DE MICHELIS STEFANIA TUCCIBella donna con orecchini di brillanti o filo di perle grosse come biglie. Nelle poche foto in circolazione, Stefania Tucci sembra vestire in divisa. Il suo ambiente professionale impone regole di abbigliamento molto formali. Napoletana, 46 anni, ex amica e consulente di Luigi Bisignani, Tucci è esperta di sistemi fiscali internazionali. Mette a disposizione dei clienti reti societarie nei paradisi offshore e buone conoscenze nelle principali piazze finanziarie del mondo.
chcco52 stefania tucciEleganza e discrezione hanno fatto di lei un riferimento per quel mondo di affari e politica sfidato dalla Procura di Napoli ancora prima che Henry John Woodcock lanciasse il fenomeno P4. Al momento, per la verità, la sfida è stata quasi sempre favorevole alla signora dagli orecchini di brillanti.
Stefania Tucci e Gianni De Michelis - Copyright Pizzi"Sono sotto indagine dal 2003", dice Tucci, indicata erroneamente come commercialista: "Il pm è Vincenzo Piscitelli, che si dedica a me da otto anni, salvo una parentesi con un interrogatorio a Roma da Giancarlo Capaldo. Finora ho subito cinque procedimenti. Tre sono stati archiviati o prescritti. Uno è in corso. Uno si è concluso con una condanna a tre anni e tre mesi in primo grado per truffa. Ho chiuso i rapporti con Bisignani nel 2001. Dopo non l'ho mai più incontrato, né sentito. Fra me e lui non c'è una sola intercettazione. Né ho mai avuto a che fare con ufficiali della Finanza".
ctt26 gianni de michelis mo stefania tucciNiente P4, insomma, per Stefania Tucci. Lo conferma il suo avvocato Grazia Volo, il legale di Cesare Previti, Calogero Mannino, Raffaele Lombardo, Bianca Berlinguer, solo per citarne alcuni: "La mia cliente non è implicata nel processo di Woodcock e non ha ricevuto avvisi di garanzia".
ROSY GRECO E STEFANIA TUCCI DE MICHELISDal racconto di Bisignani ai giudici napoletani emerge una realtà diversa. Il faccendiere con la tessera P2 e una condanna per Enimont afferma di essersi interessato all'amica per tramite di Alfonso Papa, magistrato napoletano poi passato nei ranghi del Pdl a Montecitorio. La Procura di Nola voleva arrestare Tucci nel quadro del processo Italian Brakes, la società di Palma Campania amministrata da Giuseppe De Martino, partecipata dallo stesso Bisignani e interessata agli appalti delle Fs. Secondo Tucci, l'interessamento di Bisignani non era concordato. In realtà, la liaison affaristica fra i due è durata almeno fino al 2006. Ma procediamo con ordine.
STEFANIA TUCCI DE MICHELISA inizio carriera Stefania Tucci si occupa di consulenza e intermediazione finanziaria e immobiliare con le società del gruppo Finservice. A metà degli anni Novanta incontra Gianni De Michelis, maggiore di lei di 24 anni. L'ex ministro socialista delle Partecipazioni Statali mette da parte le discoteche e sposa la giovane consulente nel 1997. L'anno dopo lei fonda la Regent Promotions con sede londinese a Haymarket e filiale romana in via Montevideo.
BISINel 1999 Tucci conosce Bisignani. L'ex dirigente del gruppo Ferruzzi si affida a lei per completare un'operazione immobiliare avviata anni prima, nel 1991. Con i 4 miliardi di lire della liquidazione Enimont, Bisignani rileva una società da Simone Salini. Gli appartamenti, in via Trionfale, sono dentro la Antey, una società schermo. Tucci acquista un'altra scatola vuota in Belgio, la Codepamo, e compra Antey. Poi la società regolarizza gli appartamenti partecipando al primo scudo fiscale del 2001.
ALFONSO PAPAL'operazione consente a Tucci di investire parte dei guadagni professionali in quote della Motori Mentali-Incentive. La società di marketing è una creatura di Antonio De Martini, ex seguace del politico repubblicano Randolfo Pacciardi. Fra i soci figura anche Luca Danese, nipote di Giulio Andreotti. "La signora Tucci", dice De Martini, "non ha mai partecipato alla gestione. È un puro investimento finanziario". "Se potessi, venderei", aggiunge lei.
I rapporti fra Bisignani e Tucci, a quanto lascia intendere lo stesso Bisignani, non si fermano all'aspetto professionale. Fatto sta che il matrimonio della consulente con De Michelis finisce nel 2000, a pochi mesi dal primo incontro con Bisi e a tre anni dalle nozze. L'operazione Codepamo dura il doppio. Al lavoro dal 2000, la società belga viene liquidata soltanto nel dicembre del 2006 al termine dell'operazione sul tesoretto di via Trionfale pagato con i soldi del gruppo Ferruzzi. Secondo Tucci, dopo la fase iniziale Codepamo opera sotto il controllo esclusivo di Bisignani. Lei è già parecchio impegnata dalla raffica di inchieste della Procura di Napoli.
Luca DaneseI magistrati cercano informazioni sulle attività estere della consulente nei vari paesi europei dove esistono società o disponibilità bancarie riferibili a Stefania Tucci. Una decina di rogatorie spedite in Svizzera porta all'apertura di un'inchiesta per riciclaggio affidata al procuratore pubblico ticinese Andrea Maria Balerna e chiusa in nulla nel 2005. Stesso esito ha l'ispezione del Serious fraud office inglese negli uffici della Regent Promotions.
Luigi Bisignani con Giulio AndreottiMa dato che prevenire è meglio che reprimere, Tucci anticipa eventuali problemi cedendo nel 2006 la sua quota in Regent a Mario Cannizzaro, ex direttore finanziario del Banco di Santo Spirito, l'istituto più amato dal Vaticano al di qua del Tevere, poi incorporato nella Banca di Roma dal duo Pellegrino Capaldo-Cesare Geronzi, con Andreotti regista. Tucci continua a lavorare per Regent. Non da azionista, dice, ma da semplice dipendente. Per colmo di prudenza anche la proprietà della sede di Regent a Roma viene trasferita a un altro soggetto estero, il Langtry Trust dell'isola di Jersey.
SACCa'Il tentativo seguente di affondare Stefania Tucci è l'inchiesta sulle conversazioni del 2007 fra Silvio Berlusconi che raccomandava alcune attrici all'allora direttore di Raifiction Agostino Saccà. Di quell'indagine rimarrà indimenticabile quel "Lei è amato nel Paese, glielo dico senza piaggeria" di Saccà al premier. Ma l'accordo corruttivo del manager pubblico con Tucci non viene dimostrato.
Niente da fare neppure qualche mese dopo. Nel marzo del 2008, e sempre da Napoli, scoppia il caso dei conti segreti nel Liechtenstein. Ci sono quasi 400 nomi di italiani che hanno nascosto soldi nel Principato "offshore" stretto fra Austria e Svizzera. Il nome di Tucci emerge a proposito del conto di Vito Bonsignore. L'europarlamentare migrato dall'Udc al Pdl è anche imprenditore.
Bonsignore vitoLa sua Mec puntava a realizzare l'autostrada Orte-Venezia, un affaruccio da 9,5 miliardi di euro. La Regent è consulente di Bonsignore. Tucci è consigliere di amministrazione della Ili (gruppo Mec), incaricata dell'opera. Ma non ha soldi suoi a Vaduz. Di nuovo, ha solo fornito strutture societarie e riferimenti bancari. Quindi, archiviazione.
L'indagine più consistente, e anche l'unica che finora si sia conclusa con una condanna, riguarda gli appalti della Regione Campania, guidata al tempo da Antonio Bassolino. In ballo c'erano 2,5 milioni di finanziamento pubblico a una società di marketing turistico (Cosmofilm) che doveva lanciare il Man (Museo aperto Napoli) e che era stata coinvolta nello scandalo sulle spese pazze della sede regionale a New York: 500 mila euro buttati nell'affitto di un piano del Kiton Building, l'edificio dello stilista Ciro Paone a sei isolati da Central park. L'appello per questo procedimento non è stato ancora fissato a distanza di oltre due anni dal primo grado. Del resto, serve a poco. La prescrizione è sicura.
renato zeroDato, però, che la costanza non difetta ai magistrati napoletani, ecco arrivare un nuovo avviso di garanzia alla fine del 2010. Come sempre, si parla di problemi fiscali, fatture false per milioni, società e conti esteri. Qui i clienti di Tucci sono più glamour dei soliti politici e burattinai di politici. L'inchiesta riguarda i fratelli Fiacchini. Uno dei due è conosciuto con il nome d'arte di Renato Zero. In memoria del glorioso hit-single "il Triangolo", il suo conto alla Monégasque de Banque si chiamava Scaleno.
Riusciranno stavolta i magistrati a incastrare la dama di brillanti? C'è da dubitarne. La geometria non è un reato.