1 - PRESSING DI BERTONE, MURO DI TETTAMANZI - IL DUELLO SANTA SEDE-CURIA PER IL TONIOLO - IL SEGRETARIO DI STATO CHIEDE AL CARDINALE DI DIMETTERSI PRIMA DELL'ARRIVO DI SCOLA...
Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"
Il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone che, dopo la nomina del patriarca Angelo Scola ad arcivescovo di Milano, torna a chiedere al cardinale Dionigi Tettamanzi di dimettersi dalla presidenza dell'istituto Giuseppe Toniolo e liberare tre posti nel comitato permanente; il cardinale che mantiene le sue posizioni per poter discutere la faccenda col successore, in arrivo a settembre; e la Chiesa che si ritrova lacerata- da una parte la Terza Loggia del palazzo apostolico, dall'altra la Cei e la Curia di Milano- per la solita ragione, la stessa da almeno dieci anni: il controllo del potentissimo ente che fa da «cassaforte» e gestisce l'Università Cattolica e il Policlinico Gemelli.
Il cardinale Bertone aveva già chiesto le dimissioni di Tettamanzi a metà febbraio e vorrebbe che alla presidenza fosse nominato l'ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick. Sembrava che la faccenda fosse «congelata» fino all'ingresso ufficiale in città del nuovo successore di Ambrogio, invece no. E ora, nella massima riservatezza - da Roma a Milano, ufficialmente nessuno ne sa niente- trapela un'iniziativa tanto clamorosa quanto rivelatrice del clima.
ARCIVESCOVO DIONIGI TETTAMANZIIl cardinale Bertone preme per un «rinnovamento» dell'istituto che dal 2002, dopo la nomina di Lorenzo Ornaghi a rettore della Cattolica, è stato guidato da una maggioranza vicina all'allora presidente della Cei, Camillo Ruini. Già a quel tempo, del resto, si era parlato di uno scontro tra Ruini e l'allora segretario di Stato Angelo Sodano e di una sconfitta del gruppo «romano» che faceva capo ad Oscar Luigi Scalfaro ed Emilio Colombo, presidente del Toniolo fino al 2003.
E in quell'anno fu Giovanni Paolo II a volere che il Toniolo fosse presieduto dall'arcivescovo di Milano, il cardinale Tettamanzi, proprio per comporre i dissidi che avevano paralizzato il comitato permanente. E così il cardinale Tettamanzi, sia nell'udienza privata alla vigilia della beatificazione di Wojtyla sia in pubblico, nella festa del 21 maggio per i 90 anni della Cattolica, ha difeso davanti a Benedetto XVI la gestione dell'istituto - Bertone era perplesso sulla direzione amministrativa di Enrico Fusi- e il «coraggioso cammino di rinnovamento» degli ultimi anni: dalle 350 borse di studio del 2011 alla riqualificazione dei collegi universitari che ospitano 1.400 studenti.
Lo stesso «rinnovamento» in nome del quale il segretario di Stato, in una lettera del 18 febbraio, aveva sollecitato l'arcivescovo di Milano a lasciare la presidenza e a non rinnovare il mandato in scadenza di tre degli undici membri del comitato permanente: Paola Bignardi, Felice Martinelli e Cesare Mirabelli. In particolare, il cardinale Bertone chiedeva fosse favorito l'ingresso nel comitato del professor Flick, in vista della presidenza.
Cardinale ScolaTettamanzi ha resistito, all'inizio di aprile il comitato permanente del Toniolo ha confermato i tre componenti a dispetto della richiesta di Bertone e alla fine del mese l'arcivescovo di Milano ha chiesto e ottenuto un'udienza con Benedetto XVI: dicendosi disposto a dimettersi da presidente dopo aver lasciato la guida della diocesi. Nel senso che il cardinale intendeva passare la pratica al nuovo arcivescovo, Angelo Scola, mentre il segretario di Stato è tornato ad intervenire nel periodo di «interregno» , all'indomani della nomina dell'ormai ex patriarca di Venezia.
Nei giorni scorsi, del resto, a chiedere se la vicenda del Toniolo fosse rinviata a settembre, fonti vicine alla segreteria di Stato parlavano di «umane resistenze» e rispondevano sibilline: «Non è detto» . In ballo c'è pure l' «autonomia» , almeno formale, dell'istituto. Il cardinale Tettamanzi non è tenuto a dimettersi da presidente, anche se ha lasciato la guida della diocesi e oggi ne è soltanto l' «amministratore apostolico» : il Toniolo è una «persona giuridica di diritto privato» , gli undici membri del comitato permanente restano in carica 5 anni e sono chiamati per cooptazione.
DINO BOFFOChe il referente ultimo sia poi la Santa Sede, tramite la segreteria di Stato, o la Cei, è appunto la storia di scontri e veleni degli ultimi anni. La stessa «velina» che calunniava il direttore di Avvenire Dino Boffo, tuttora membro del comitato permanente, fu collegata negli ultimi mesi del 2009 agli scontri interni al Toniolo.
Di lì a poco, nel febbraio dell'anno scorso, una lettera del professor Alberto Crespi, grande penalista, denunciava la «mala gestio» dell'istituto: accuse che all'interno del Toniolo sono state viste come ispirate dall'ex direttore amministrativo Carlo Balestrero, potente braccio destro di Emilio Colombo prima che i «ruiniani» prendessero il controllo.
E così via, in un groviglio inestricabile di accuse e controaccuse sull'esercizio «spregiudicato» del potere e l'evocazione reciproca della «sporcizia nella Chiesa» denunciata da Ratzinger durante la Via Crucis del 2005. Quanto all' «autonomia» del Toniolo, e al duello tra Roma e Milano, il tema si incrocia alla vicenda del San Raffaele: la Santa Sede ha iniziato a valutare il piano di salvataggio, allo Ior era stato chiesto da una decina di giorni di approfondire la faccenda, gli esperti della banca vaticana sono al lavoro per esaminare con cura bilanci e debiti.
Ma intanto già si mormora di una sorta di polo sanitario che vedrebbe collegati l'ospedale Vaticano Bambin Gesù, il San Raffaele e il Policlinico Gemelli controllato dal Toniolo. E a Milano nascono preoccupazioni, ancora una volta, per il «controllo» romano. L'unica cosa certa, a questo punto, è che il debutto ambrosiano del cardinale Angelo Scola non sarà facile. Ancora una volta, come a Wojtyla nel 2003, toccherà al Papa cercare un punto di equilibrio: Benedetto XVI ha Bertone come suo braccio destro e coltiva un rapporto speciale sia con il cardinale Scola sia con il presidente della Cei Angelo Bagnasco.
CAMILLO RUINIE pensare che la Chiesa si prepara a beatificare il grande economista Giuseppe Toniolo, ispiratore dell'istituto che padre Agostino Gemelli fondò nel 1920. L'essenziale, di là dalle questioni di potere, è guardare alla «vocazione originaria» , ha sospirato il pontefice poche settimane fa: «L'atteggiamento di fede deve animare e accompagnare ogni verifica sul passato, ogni impegno nel presente e ogni progetto per il futuro» .
3 - IL CORRIERE CAMBIA ROTTA E NEL MIRINO METTE IL VATICANO...
Paolo Rodari per il suo blog, "Palazzo Apostolico - www.paolorodari.com"
Oggi il Corriere della Sera esce con due pezzi importanti.
Nel primo racconta dell'entrata del Vaticano nel San Raffaele, il colosso milanese della sanità gravato da quasi un miliardo di debiti. Quattro consiglieri su sette saranno indicati dalla Santa Sede ed entreranno così a far parte della Fondazione Monte Tabor che governa l'impero sanitario. I nuovi arrivi sono il presidente dell'ospedale Bambin Gesù di Roma Giuseppe Profiti, il presidente dello Ior Ettore Gotti tedeschi, l'imprenditore Vittorio Malacalza e il giurista Giovanni Maria Flick.
Ad uscire di scena, tra gli altri, è Giuseppe Rotelli che fa parte del Cda di Rcs.
Nel secondo si racconta dello scontro tra Vaticano e Curia milanese per il controllo del Toniolo, la cassaforte dell'Università cattolica.
L'attuale presidente è il cardinale Dionigi Tettamanzi che vuole rimanere in carica fino a che il nuovo arcivescovo Angelo Scola non sia insediato. Il cardinale segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone, invece, vorrebbe le dimissioni immediate per mettere al posto di Tettamanzi un suo uomo di fiducia, in passato si diceva Giovanni Maria Flick.
I due pezzi, uno a pagina 24, l'altro a pagina 25, impressionano.
Anzittuto c'è da annotare che per la prima volta il Corriere entra a gamba tesa su Bertone, mostrando il suo progetto di fare proprio il Toniolo, un ente che nulla c'entra col Vaticano e che nella gestione Tettamanzi ha visto crescere investimenti e utili in modo significativo.
Emilio ColomboPerché questo cambio di rotta del Corriere? A una prima lettura dei fatti verrebbe da legare l'uscita del Corriere dedicata allo scontro al Toniolo con la resa di Rotelli dal San Raffaele. I due pezzi sembrano una sorta di bilanciamento: il Vaticano vince su Rotelli al San Raffaele, il Corriere ricorda al Vaticano che non può fare ciò che vuole al Toniolo.
Ma senz'altro la vicenda è più intricata di quel che sembra. Sullo sfondo c'è il caso Boffo, la velina fatta arrivare sulla scrivania di Vittorio Feltri per far fuori un uomo chiave della chiesa italiana (e del Toniolo stesso). Ci sono i dissidi tra Milano e Roma, ben presenti dai tempi di Ruini ma anche prima. C'è la nomina di Scola che, nonostante quel che si dice, è stata voluta solo dal Papa e per questo ha scombinato i piani di molti. E poi ci sono le imminenti dimissioni del cardinale Attilio Nicora da presidente dell'Apsa. Al suo posto arriva il numero due, l'arcivescovo Domenico Calcagno, voluto in questo posto a tutti i costi da Bertone.
Ne vedremo delle belle, nelle prossime ore. Intanto il cambio di rotta del Corriere deve far pensare.
3- DON VERZÈ RESTERÀ A CAPO DELLA FONDAZIONE MONTE TABOR - IL VATICANO SALVA IL SAN RAFFAELE - GOTTI TEDESCHI E MALACALZA NEL CDA
Andrea Tornielli per "la Stampa"
Il Vaticano salva il San Raffaele di Milano, e il Segretario di Stato Tarcisio Bertone nomina uomini di sua fiducia nel nuovo board dell'ospedale fondato da don Verzé. Lo ha comunicato con una nota l'istutituto milanese. Don Luigi Verzè rimane presidente della fondazione Centro San Raffaele Monte Tabor e da venerdì nel cda entreranno il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, l'ex ministro della Giustizia nel primo governo Prodi, Giovanni Maria Flick; il presidente dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, Giuseppe Profiti e l'imprenditore genovese Vittorio Malacalza, vicepresidente di Pirelli, che investirà nell'ospedale.
POLICLINICO GEMELLICon questa mossa la Segreteria di Stato vaticana controllerà di fatto il San Raffaele, gravato da quasi un miliardo di debiti. Nei giorni scorsi il Vaticano aveva manifestato «vivo interesse» a sostenere l'ospedale «nel processo di risanamento in corso e nella gestione delle attività ospedaliere, sanitarie e di ricerca». I nuovi membri del Cda sono tutti uomini di fiducia del cardinale Bertone.