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UNA SENTENZA ‘DI QUALITÀ’ - IL TAR DEL LAZIO HA DECISO CHE I FILM VINCITORI DEI PREMI QUALITÀ DEL 2006 DOVRANNO RESTITUIRE QUANTO INCASSATO (250 MILA €) - ACCOLTO IL RICORSO DELL’EX PRODUTTORE DI BENIGNI E TROISI, MAURO BERARDI, CHE CONTESTAVA AI CINQUE MEMBRI DELLA COMMISSIONE DI NON AVER VISTO INSIEME (MA OGNUNO A CASA SUA) GLI OTTANTA FILM IN CORSA PER IL RICONOSCIMENTO - UN MODO COME UN ALTRO PER SMUOVERE CARTE BOLLATE, TRIBUNALI E AVVOCATI PER LASCIARE TUTTO COM’È (TRA L’ALTRO I ‘PREMI DI QUALITÀ’ NON ESISTONO PIÙ)…

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1 - IL TAR A DIECI REGISTI: RESTITUITE I SOLDI
Valerio Cappelli per il "Corriere della Sera"

monicelli

È l'ultima «beffa» di Mario Monicelli. Nanni Moretti si ritrova appaiato, dopo il Festival di Cannes, a Paolo Sorrentino. Ma per tutt'altra vicenda, innescata dal produttore del maestro della Commedia all'italiana. Con loro due, altri otto colleghi del cinema d'autore. Tutti nella imbarazzante situazione di dover eventualmente andare in banca e fare un bonifico per un vecchio premio dato dal ministero dei Beni Culturali: 250 mila euro a testa. Con relativo adeguamento Istat. Il 71 per cento del riconoscimento andò ai produttori e il restante 29 per cento a registi, soggettisti, sceneggiatori, autori di musiche, fotografia, scenografia, montaggio.

NANNI MORETTI

Il Tribunale amministrativo del Lazio ha deciso che si dovranno restituire i premi di qualità che furono assegnati nel 2006 a dieci film. Il caimano di Moretti, La sconosciuta di Tornatore, Il regista di matrimoni di Marco Bellocchio, Centochiodi di Ermanno Olmi, L'amico di famiglia di Paolo Sorrentino, Nuovomondo di Emanuele Crialese, La stella che non c'è di Gianni Amelio, Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti, La terra di Sergio Rubini, Lettere dal Sahara di Vittorio De Seta.

paolo sorrentino

La sezione seconda quater (presidente Angelo Scafuri) del Tar ha accolto il ricorso presentato dalla casa di produzione Luna Rossa di Mauro Berardi, l'ex produttore di Massimo Troisi e di Roberto Benigni. Il quale si era visto negare il riconoscimento per Le rose del deserto, l'ultimo film di Monicelli. Alla base del ricorso, il fatto che i cinque membri della commissione non avessero seguito congiuntamente, nella penombra di una saletta e non col dvd, comodi comodi, ognuno sul divano di casa, gli ottanta film in lizza per il riconoscimento.

Giuseppe Tornatore

E dunque: «La visione individuale dell'opera da parte del singolo giurato determina una grave violazione dei generali principi in materia di procedure dei concorsi che impongono l'esame dell'oggetto di valutazione» , che va seguito «contestualmente e contemporaneamente» per esprimere la propria opinione. Il Tar parla di «irriducibile diversità» nel giudicare un film da soli o in compagnia.

Il ministero, valutate le venti pagine della sentenza, ha deciso che ricorrerà in appello ipotizzando l'happy end, peccato per il retrogusto ad alto tasso burocratico: «Si dovrà riunire la commissione, rivedere collegialmente gli ottanta film in questione e giungere nuovamente al verdetto, che non dovrebbe essere difforme da quello del 2006» . Il bello è che i premi di qualità non esistono più, insomma si ridiscuterà di vecchi film e di un'iniziativa fantasma.

MARCO BELLOCCHIO

Se poi nel corso degli anni il gusto dei giurati e i loro giudizi sono cambiati, si aprirebbe un altro contenzioso. Ma questo è uno scenario che rifiuta di considerare Riccardo Tozzi, presidente dell'Anica nonché produttore del film di Tornatore che si aggiudicò uno dei premi: «Una vicenda molto divertente è diventata un film comico -sorride Tozzi -tutto si risolverà con una gigantesca perdita di tempo da parte della commissione. Quando partì il ricorso, fu chiaro che sarebbe stata la fine dei premi di qualità, che infatti vennero prima sospesi dal ministero e poi eliminati.

E tanti saluti. Perché ogni volta ci sarebbe stata la possibilità di impugnare qualunque decisione. Hanno eliminato uno strumento che era di sostegno al cinema. I giurati degli Oscar possono vedere i film in qualunque modo» . Come definire l'iniziativa di Berardi? «Un gesto egoista e un po' distruttivo. Non era entrato tra i primi dieci e ha fatto il ricorso. Io dico che quando c'è una giuria, o la contesti prima; dopo... È un po' curioso, no?». Rai Cinema, coproduttrice di quattro dei dieci film, è la società maggiormente colpita.

ERMANNO OLMI

L'amministratore delegato Paolo Del Brocco fa sapere che all'epoca non c'era e non vuole commentare il danno alla sua azienda. Mentre Simone Bianchini, partner di Giorgio Diritti in Il vento fa il suo giro, dice che «è assurdo che i premi possano essere annullati per un vizio di forma. Quel premio era stato il giusto compenso per tutti» . Ma, evidentemente, il vento bizantino ha fatto un altro giro. Non ci resta che piangere, è il titolo dell'unico film in cui Troisi e Benigni recitarono insieme. Il produttore era Mauro Berardi.

 

2 - UN ASTRUSO CONTROSENSO
Paolo Mereghetti per il "Corriere della Sera"

bien07 emanuele crialese

I premi di qualità sono stati accompagnati dalle polemiche fin dalla loro creazione, voluta da Giulio Andreotti nel 1949 come ulteriore elemento di aiuto al cinema. Decidere della «qualità» non è mai stato facile, soprattutto in anni in cui le scelte estetiche nascondevano spesso prese di posizione ideologiche. Ma adesso la sentenza del Tar del Lazio introduce un elemento ancor più astruso.

5v16 gianni amelio

Teorizzare che tutti i film in gara devono essere visti contemporaneamente dalla commissione in una regolare proiezione cinematografica perché lo schermo «non è una mera modalità di fruizione ma essenza stessa dell'espressione artistica» , vuol dire non aver capito niente né del funzionamento di quelle commissioni, né soprattutto dell'evoluzione del cinema.

Mentre tutto il mondo passa al digitale (anche il regista Terrence Malick ha fatto vedere così il suo film, The Tree of Life, all'ultimo festival di Cannes), rivendicare la centralità del «cono di luce» che attraversa la sala buia è come voler amministrare la legge ancora con le pandette di Giustiniano. Un controsenso, che può innescarne altri ancora. Perché a qualcuno potrebbe venire in mente di stabilire la grandezza minima dello schermo o la luminosità massima del proiettore. E allora sì che voglio vedere le commissioni all'opera...

 


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