Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

STAMPA MARCIA - IL DIPARTIMENTO DELL’EDITORIA CHIUDE LA FLEBO DEI FINANZIAMENTI E ALCUNI GIORNALI FINISCONO IN MUTANDE - SIA GLI ANGELUCCI CHE BOCCHINO DOVRANNO RESTITUIRE FIOR DI CONTRIBUTI INCASSATI IRREGOLARMENTE (I PRIMI PER ‘LIBERO’ E ‘IL RIFORMISTA’, L’INCARFAGNATO PER IL ‘ROMA’ E ‘UMANITÀ’) - PER LA TOSINVEST DEGLI ANGELUCCI UN AMMANCO DI OLTRE 33 MLN € (IN ARRIVO PIANO LACRIME E SANGUE PER BELPIETRO) - BOCCHINO DOVRÀ RESTITUIRE 2 MLN E MEZZO €…

$
0
0
SILVIO BERLUSCONI

Marco Lillo per "il Fatto quotidiano"

Il giorno nero dei giornali finanziati dai contribuenti è stato il 28 giugno scorso. Il Dipartimento dell'editoria della Presidenza del Consiglio guidato da Elisa Grande quel giorno ha messo la parola fine alla grande abbuffata dei furbetti della stampa assistita. A farne le spese sono stati Il Roma e l'Umanità (incredibile a dirsi ma il glorioso ex organo del Psdi è esistito fino alla fine del 2010), vicini a Italo Bocchino, ma soprattutto Libero e Il Riformista facenti capo al gruppo guidato dal deputato eletto nel Pdl Antonio Angelucci.

Italo Bocchino

Il Dipartimento non ha fatto distinzioni tra nemici di Berlusconi e amici del premier. Anche Tempi di Luigi Amicone, venduto in abbinamento con Il Giornale dei Berlusconi, è finito nel mirino per una fattura che insospettisce gli occhiuti controllori del Dipartimento editoria. E anche l'amico di Berlusconi, Valter Lavitola, sarà presto sottoposto con il suo Avanti (insieme ad altri giornali) a un controllo per verificare se le copie dichiarate per ottenere i contributi sono reali.

Gli accertamenti su Tempi e L'Avanti però sono agli inizi e potrebbero concludersi con un nulla di fatto. Quelli su Libero e il Riformista; Roma e Umanità invece sono conclusi. Sia Tonino Angelucci che la società partecipata con una quota del 37,4 per cento dalla (ormai ex) moglie di Italo Bocchino, Gabriella Buontempo, controllavano - secondo il Dipartimento editoria - non una ma due testate e hanno chiesto i contributi per entrambe facendo finta che non avessero nulla in comune dal punto di vista societario.

ANGELUCCI

Dopo una lunga indagine però la Guardia di Finanza e l'Autorità Garante delle Comunicazioni hanno scoperto l'inghippo: Umanità (Edizioni Riformiste Società Cooperativa in liquidazione) e Roma erano controllati entrambi dalla società Edizioni del Roma Spa partecipata dalla (ex) moglie di Bocchino. Allo stesso modo sia la Editoriale Libero Srl sia la Edizioni Riformiste società cooperativa (quasi omonima di quella dell'Umanità ma editrice del Riformista) facevano capo alla persona fisica di Antonio Angelucci.

Dopo una deliberazione unanime della Commissione consultiva del Dipartimento editoria, presieduta dal sottosegretario Paolo Bonaiuti e alla quale partecipano anche i rappresentanti della Fieg (editori) e Fnsi (giornalisti) il direttore generale Iannelli del dipartimento editoria, guidato dalla dottoressa Grande, ha emanato una raffica di una mezza dozzina di decreti contro i quattro giornali per chiedere indietro i contributi degli anni già pagati e per bloccare quelli ancora da erogare.

Lavitola e L'Avanti

Il conto più salato lo dovrà pagare il gruppo Tosinvest che controlla Libero e Il Riformista. Libero si è visto riconoscere 7 milioni e 953 mila euro per il 2006 e altri 7 milioni e 794 mila per il 2007 ed era in attesa di altri 12 milioni per il biennio 2008-2009. Il Riformista invece ha avuto 2 milioni e 530 mi-la euro per il 2006 che diventano 3 milioni e 382 mila euro nel 2007. Sommando i contributi già percepiti per il 2006 e per il 2007 (da restituire) a quelli da incassare per il 2008 e il 2009, già iscritti a bilancio, l'ammanco supera i 28 milioni di euro.

Un vero salasso che rischia di imporre in particolare al direttore Maurizio Belpietro, già consigliere e ora anche socio della Editoriale Libero, una dolorosa ristrutturazione annunciata dalla chiusura della cronaca di Roma, contestata dal Cdr del giornale.

Bonaiuti

Per mantenere gli organici attuali di Libero, che si aggirano sui cento dipendenti, Il gruppo Angelucci dovrà tirare fuori subito 16 milioni di euro per restituire il maltolto e poi dovrà immediatamente reperire altri 12 milioni per chiudere il bilancio in pareggio. Non basta: gli Angelucci dovranno tirare fuori anche i 5,8 milioni che la Presidenza chiede indietro al Riformista.

Tutto parte dagli accertamenti dell'Autorità Garante delle Comunicazioni . All'esito di un'indagine dell' apposito nucleo della Guardia di Finanza, su iniziativa del relatore Sebastiano Sortino, l'Agcom ha ravvisato sia per Angelucci sia per Il Roma il controllo di due testate. Conseguentemente Agcom ha deliberato sia per la società Edizioni del Roma (vicina alla famiglia Bocchino-Buontempo) sia per Antonio Angelucci una multa da 103 mila euro. A questo punto il Dipartimento della Presidenza del Consiglio ha fatto proprie quelle conclusioni.

Una scelta ovvia dal punto di vista giuridico ma per nulla scontata sotto il profilo politico. Anche perché la slavina che ha investito i giornali vicini politicamente a Bocchino e a Silvio Berlusconi ora potrebbe proseguire la sua corsa in Procura. I pm di Roma hanno aperto un fascicolo nel 2010 e, dopo avere ricevuto le carte della Presidenza del Consiglio, potrebbe ravvisare anche un versante penale nell'indebita percezione di decine di milioni di euro da parte di giornali che non hanno detto la verità quando hanno chiesto i contributi. Angelucci spera nella giustizia amministrativa.

LIBERO-BERLUSCONI il riformista

A maggio ha impugnato la delibera dell'Agcom davanti al Tar chiedendo la sua sospensione cautelare. I magistrati romani però non l'hanno concessa e hanno solo fissato l'udienza per discutere il merito in tempi record, a ottobre. Il Dipartimento Editoria a questo punto avrebbe potuto cedere alle pressioni politiche aspettando la decisione del Tar e invece ha preferito applicare la legge annullando subito i contributi del 2006 e 2007 e decretando il blocco per il 2008 e il 2009.

Se i magistrati non ribalteranno il verdetto della Presidenza del Consiglio, anche la società della moglie di Italo Bocchino (Gabriella Buontempo) che edita il Roma dovrà restituire 2 milioni e 530 mila euro già erogati con riserva dalla Presidenza del Consiglio per il 2008 e non incasserà mai il contributo per il 2009.

3ca05 corrado calabro

Per capire l'impatto catastrofico sui bilanci dei giornali basta leggere la relazione della società di revisione BDO che ha certificato l'ultimo bilancio di Libero con questa postilla: "i crediti al 31 dicembre 2009 includono 12 milioni di euro a fronte dei contributi all'editoria ex legge 250/90 equamente attribuiti agli esercizi 2008 e 2009 ... al riguardo gli amministratori anche sulla base del parere dei propri consulenti ritengono che la società abbia pieno diritto al loro riconoscimento. L'equilibrio economico e finanziario della società è strettamente legato all'ottenimento dei suddetti contributi".

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

Trending Articles