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1- MALGRADO UNA STERMINATA LETTERA AL \"CORRIERE\" SERENA DANDINI NON RIVELA IL VERO motivo PER cui LADY LEI NON CI PENSA PROPRIO A FIRMARE IL RINNOVO DEL SUO CONTRATTO 2- IL CASUS BELLI SI CHIAMA FANDANGO. LA RAI PAGA E LA SOCIETÀ MULTIMEDIALE DI PROCACCI CONFEZIONA IL TALKSHOW. BENE, QUAL È IL PROBLEMA? ANCHE FABIOLO FAZIO SI AVVALE DELL’ENDEMOL COME PRODUCER E NESSUNO HA MAI AVUTO DA RIDIRE 3- IL MOTIVO È SEMPLICE: A DIFFERENZA DI ENDEMOL, IL FORMAT \"PARLA CON ME\" NON È DI PROPRIETÀ DELLA FANDANGO, BENSÌ DI VIALE MAZZINI 14. QUINDI LORENZA LEI VORREBBE PRODURLO INTERNAMENTE, MAGARI POTREBBE ANCHE RISPARMIARE SUL BUDGET 4- NON È FINITA. IN CASO DI APPALTO ESTERNO, COME ENTE DI DIRITTO PUBBLICO LA RAI È OBBLIGATA PER LEGGE A UN BANDO DI GARA. MA SE LA DANDINI HA UN CONTRATTO IN ESCLUSIVA CON LA FANDANGO, È EVIDENTE CHE LA COSA NON È POSSIBILE. TUTTO QUI

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serena dandini

1- DAGOREPORT
Il vero motivo del contendere sul programma di Serena Dandini non riguarda ovviamente la tutela legale come nel caso della Gabanelli né tantomeno problemi riguardanti l'esborso destinato alla conduttrice romana. Malgrado una sterminata lettera al Corriere della Sera (vedi a seguire), la conduttrice e autrice (in duplex con l'ex dirigente veltroniano di Rai3 Andrea Salerno) non rivela il vero perché Lady Lei non ci pensa proprio a firmare il rinnovo del suo contratto.

Il casus belli si chiama Fandango. La società multimediale in mano a Domenico Procacci produce il talkshow ed ha in mano l'esclusiva su Serena. La Rai paga e la Fandango confeziona. Bene, qual è il problema? Anche Fabio Fazio si avvale dell'Endemol come producer di "Che tempo che fa" e nessuno ha mai avuto da ridire.

SERENA DANDINI E DOMENICO PROCACCI

Il motivo è semplice: a differenza dell'Endemol, il format "Parla con me" non è di proprietà della Fandango, bensì di Viale Mazzini 14. Quindi il Dg Lei vorrebbe produrlo internamente, magari potrebbe anche risparmiare sul budget.

Non è finita. In caso di appalto esterno, un ente di diritto pubblico come la Rai è obbligata per legge a un bando di gara. Ma se la Dandini ha un contratto in esclusiva con la Fandango, è evidente che la cosa non è possibile. Tutto qui.

2- DANDINI NESSUNO SA DIRMI SE CE LA FARÒ
Lettera di Serena Dandini al "Corriere della Sera"

Santoro Dandini A PARLA CON ME

Jaafate o Gnaafate? Ovvero Tornate in onda la prossima stagione o no? Questa è la domanda che si sentono porre svariati conduttori e giornalisti Rai in questo periodo. L'inquietante interrogativo viene declinato in vari dialetti e in tutte le latitudini dell'italico stivale. È avvenuto anche la scorsa stagione e quella precedente e quella prima ancora e anche prima e prima... A Roma e provincia il quesito a volte si sintetizza in un più confidenziale: «Ve la fanno fa'?» (sottinteso la trasmissione).

Frase che nasconde un chiaro riferimento a forze superiori che ormai tutti danno per scontate, poteri che alitano sulle decisioni delle alte sfere televisive, inutile ricordare che questo sarebbe impensabile nell'austera «Bbc» o nel libero mercato dei media americani o in qualunque altro network del mondo conosciuto, ma noi ormai ci siamo abituati a tutto, non ci spaventa neanche che una importante dirigente del marketing Rai spifferi in anteprima la programmazione alla concorrenza per farla vincere meglio e oscurare le trasmissioni scomode o sgradite al manovratore.

dandini PARLA CON ME

Roba da far drizzare i capelli ad un calvo. Ah dimenticavo, la signora in questione era una ex-dipendente del presidente del Consiglio, ora deputata del Pdl! «Embè che c'e» ? Risuonava saggiamente il ritornello della celebre canzone «Una zebra a pois» . Questa bizzarra e oscura situazione della tv pubblica italiana si è trasformata in una lotteria nazionale, ci si chiede se permetteranno alla Gabanelli di fare il lavoro per cui tutti l'apprezzano; se Santoro potrà tornare a fare Annozero a costo zero.

Saviano ormai è fuori, questo è sicuro, ma Fazio è ancora a «bagno maria » e forse resterà, della serie... «Vieni via con me di qua o di la?!» . La Rai si è trasformata in un Bingo, ci si affida alla fortuna, al caso, qualcuno cerca di interpretare i fondi di caffè o le previsioni astrologiche studiando gli ascendenti e le case astrali dei vari conduttori, purtroppo non c'è più nessuno che sia in grado di leggere il futuro dalle interiora degli uccelli come facevano una volta gli aruspici.

Ma la realtà, al di là di ogni salutare ironia, è ben diversa. Dietro all'immagine dei volti noti in palio si nascondono collaudati gruppi di lavoro, programmi di successo che hanno dato lustro e introiti pubblicitari ad un'azienda che oggi sembra navigare a casaccio, senza una guida manageriale se non quella eterna della politica. Dobbiamo rimpiangere la lottizzazione precisa e puntigliosa che assegnava fettine di visibilità con un perfetto calcolo proporzionale? Mi auguro proprio di no.

dandini

Lasciateci sognare, assieme al pubblico che paga il canone, una Rai totalmente liberata dalla politica, che rappresenti tutti i gusti e le preferenze possibili, senza piegare autori e programmi ai voleri del reuccio dell'ultima tornata elettorale. Ma purtroppo tira una brutta aria, anche la gloriosa La7, fino a ieri avamposto di ogni libertà, sembrerebbe colpita dallo stesso implacabile virus che debilita ogni autonomia.

Certo in tv nessuno è intoccabile e tutti sono sostituibili, ma sempre se si lotta ad armi pari, lealmente, usando come criteri la meritocrazia e il libero mercato. Ma che fiducia si può avere in un sistema minato alle radici, che prende ordini dalle sue misteriose logge P2, P3, P4, ormai più inquietanti di quelle dipinte dal talento di Corrado Guzzanti nel suo personaggio del massone che oggi va in onda, non a caso, su Sky, anche se è uno dei più grandi attori che la Rai ha allevato... «Sì, ho capito, Guzzanti sta a Sky e pure la Ventura ma tu jaa fai o gnaafai quest'anno?» .

DANDINI parla con me

Mi piacerebbe rispondere a questa semplice domanda, ma sinceramente non so cosa dire. Per quel che mi riguarda non ho contratti, né contatti. Non ho ricevuto telefonate simboliche o sostanziali da nessun presidente o direttore generale (parlo degli ultimi in carica, visto che ne ho conosciuti un numero spropositato da quando sono al servizio in Rai.) Neanche un sms, che oggi non si nega a nessuno. In compenso il mio faccione è stato inserito negli spot che l'azienda offre agli inserzionisti per stimolare gli investimenti pubblicitari, ossigeno agognato da ogni tv.

A questa festa patronale organizzata per «lo spot che verrà» non sono stata neanche invitata... No, mi correggo, il mio direttore di rete ci ha invitato tutti ma, farsi imbucare da un mezzo imbucato, si può fare solo da adolescenti. Visti i risultati dell'ultima stagione, RaiTre ci ha riconfermato con gioia nel suo palinsesto che pare però non sia lo stesso palinsesto della direzione generale. Colpo di scena nell'azienda pubblica: c'è il palinsesto civetta e quello che va in onda davvero! Anche il direttore di RaiDue pare che non sia stato avvertito quando gli hanno fatto sparire sotto al naso i conduttori del programma della domenica.

CONTRATTI IN BILICO A RAI TRE

Sto dicendo «pare» , «sembra» , «si dice» , perché notizie certe non arrivano mai dalle alte sfere. Anzi, lì vige il silenzio più totale, animato solo dai soliti gossip. Un programma tv è una fucina di persone, un gruppo affiatato di professionisti, autori, redattori che avrebbero diritto di conoscere il proprio destino. A me dispiace lasciare l'azienda dove siamo cresciuti e dove abbiamo avuto, in passato, la possibilità di sperimentare nuovi linguaggi e far crescere tanti talenti.

fabio fazio chetempochefa002 lap

Con un po' di Rai Pride penso che nel mio piccolo ho contribuito alla costruzione di programmi che sono entrati nel cuore del pubblico italiano. Se l'azienda vuole disfarsi della nostra collaborazione sarebbe se non altro corretto farcelo sapere, perché tenere il nostro programma e quello di altri validi collaboratori nel limbo dell'incertezza fino all'ultimo? L'anno scorso abbiamo firmato la mattina stessa della nostra prima puntata. Non è un po' troppo?

CORRADO GUZZANTI IN "ANIENE"

Verrebbe da pensar male come le famose e onnipresenti voci di corridoio suggeriscono a più riprese, «stanno cercando un cavillo legale per bloccarvi definitivamente» , «aspettano un lasciapassare dall'alto» o «ho sentito che vi tolgono i martedì, no i mercoledì, no il lunedì...» . Ma il lunedì non siamo mai andati in onda!... «Ah, è vero, quello l'hanno tolto a Fazio... comunque la Gabanelli la mandano allo sbaraglio senza copertura legale e poi si vede...».

Sarebbero solo i soliti innocui gossip ma purtroppo nel nostro Paese vengono puntualmente confermati dalla pubblicazione di intercettazioni telefoniche che fanno accapponare la pelle o almeno la faranno accapponare ancora per poco, fino a che passerà la legge che ne limiterà l'utilizzazione... «Embè che c'e...? Una zebra pois... a pois...» .

 


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