1 - RIESPLODE LA TESI-COMPLOTTO "È STATO L'ELISEO. NO, I RUSSI"...
Alberto Mattioli per "la Stampa"
Sono stati i servizi segreti francesi, mandante Nicolas Sarkozy. No, gli americani, per sbarazzarsi di un direttore del Fondo monetario internazionale deciso a salvare la Grecia e, con lei, l'euro. Macché, è un tiro mancino di Putin. No, del ministro degli Interni francese, il sulfureo Claude Guéant.
Nell'affaire di Dominique Strauss-Kahn c'è stato sempre chi ha creduto alla teoria del complotto. E non solo nelle chiacchiere sul Web. Nella prima dichiarazione post Sofitel, il luogotenente di Dsk, JeanChristophe Cambadélis, l'aveva detto chiaro e tondo: «Non sono per nulla un adepto dei complotti, ma ricordo ancora che gli era stato promesso il fuoco nucleare se si fosse candidato». Adesso si scopre che una macchinazione per farlo fuori se l'aspettava lo stesso Dsk.
François Pupponi, successore di Dsk come sindaco di Sarcelles e deputato socialista, racconta a Le Monde che Dominique, normalmente disinvolto fino all'imprudenza, era diventato di colpo «paranoico», tanto da intimare al vecchio amico, per non farsi localizzare, di togliere la batteria al cellulare «come fanno quelli del Flnc», gli indipendentisti corsi. Risposta di Pupponi: «Dominique, non vogliamo scassinare la Banca di Francia, ma solo prendere l'Eliseo!».
claude-gueantMolti testimoni ricordano lo strano comportamento di Dsk il 28 e 29 aprile scorsi, all'ultimo passaggio parigino prima del patatrac newyorchese. Due giornalisti di Libération fanno colazione con lui e Dsk spiega di usare solo il telefonino criptato del Fmi, non quello personale francese, che potrebbe essere intercettato «da Guéant». Poi immagina che per eliminarlo potrebbe essere accusato di stupro «in un parcheggio» da una donna «cui si prometterebbero 500 mila euro o un milione per inventare la storia»: parcheggio o suite 2806 del Sofitel, cambia poco.
Passa un giorno e Dsk si confida a un altro deputato ultra strauss-kahniano, Claude Bartolone (i fedelissimi di Dsk hanno dei nomi davvero curiosi). Racconta di voler lasciare il Fmi subito dopo aver regolato la crisi greca, tanto più che «certuni hanno interesse a che io sia eliminato dal Fmi. I russi sono i più interessati, e Putin è vicino a Sarkò...». Bartolone esce «traumatizzato» dall'incontro, con l'impressione «di essere entrato in una società segreta». Con il senno di poi, forse più che di paranoia si trattava di lucidità: «È incredibile. Ci aveva quasi descritto lo scenario del film», dice Pupponi.
SARKOZY E STRAUSS KAHNMa, a scandalo scoppiato, proprio il fatto che Dsk se l'aspettasse depone a favore della sua innocenza: «Come un tipo che ha così l'impressione di essere sorvegliato potrebbe essere così imprudente?», ragiona Bartolone. E, aggiungiamo pure, come ha potuto essere così imprudente anche la giustizia americana, esibendo con tanta plateale messinscena mediatica un colpevole che, a quanto pare, colpevole non era affatto. Da qui la pista americana, una trappola per quel boss del Fmi troppo preoccupato delle sorti dell'euro...
Poi, naturalmente, c'è la strana profezia riportata da Michel Taubmann nel suo libro su Dsk, con quell'alta funzionaria parigina che, il 6 aprile, dice al giornalista che il suo biografato «non potrà neanche partecipare alle primarie del Ps. Dsk esploderà in volo. Sarà polverizzato da una bomba atomica, una deflagrazione, uno tsunami. Succederà in maggio». Detto fatto.
Chissà. Di certo, dalle parti dell'Eliseo ci si è ben guardati dal commentare l'inizio dei guai giudiziari di Dsk e nemmeno la loro probabile fine. E la consegna è stata estesa a tutta l'équipe di governo. Tuttavia il giorno dopo la quasi resurrezione di Dsk di indiscrezioni ne sono filtrate lo stesso, rigorosamente anonime. Mentre Sarkozy partiva per il matrimonio di Alberto di Monaco, un suo fedele sussurrava al Figaro che «non è perché Nafissatou Diallo non è credibile che non è successo nulla», e che l'opinione pubblica ha assolto Dsk un po' troppo in fretta.
Sarkozy e Obama in corsa verso i microfoni per la conferenza stampa alla Casa BiancaQuanto a un eventuale ritorno nella gara per l'Eliseo, un consigliere del suo attuale inquilino spiega: «O Dsk è completamente scagionato e decide di tornare in corsa, e allora lo aspettiamo a piè fermo, o è rilasciato senza essere stato lavato da ogni sospetto, e allora è molto imbarazzante per il Ps». E poi i francesi non eleggeranno Presidente qualcuno «che ha avuto rapporti sessuali con una cameriera in un hotel». Morale: quanto a veleni della politica, tutto il mondo è paese.
2 - GIORNALISTA DENUNCIA PER TENTATO STUPRO...
(ANSA) - La scrittrice e giornalista francese Tristane Banon, che dice di aver subito un tentativo di stupro da Dominique Strauss-Kahn nel 2003, ha deciso di sporgere denuncia contro l'ex-direttore generale del Fondo monetario internazionale (Fmi). Lo dice al sito internet del settimanale L'Express l'avvocato della scrittrice, David Koubbi.
"La mia cliente Tristane Banon - afferma il legale - sporge denuncia per tentativo di stupro nei confronti di Dominique Strauss-Kahn. Domani depositerò la denuncia in tribunale, che la riceverà mercoledì mattina. Banon ha realmente subito ciò di cui accusa Strauss-Kahn, ciò significa che in qualità di vittima la legge le consente di esercitare i suoi diritti (...) chiedendo un risarcimento davanti alla giustizia francese. I fatti non riguardano un'aggressione sessuale ma di un tentativo di stupro, per il quale la prescrizione è di dieci anni".
VLADIMIR PUTINLa Banon, 32 anni, aveva già raccontato in una trasmissione televisiva, nel 2007, come Strauss-Kahn avesse tentato di aggredirla sessualmente durante un'intervista, cinque anni prima. In quell'occasione, però, il nome dell'uomo politico era stato coperto da un 'bip'. Un resoconto a tratti violento, in cui la donna ricordava di "essersi battuta" con l'aggressore, di avergli "tirato dei calci" mentre lui "mi ha sganciato il reggiseno, e ha cercato di aprirmi i jeans". L'Express pubblicherà domani sulla sua versione cartacea un'intervista esclusiva della donna.
3 - LEGALE GIORNALISTA, NOSTRO DOSSIER E' SOLIDO...
(ANSA) - "Ciò che succede negli Stati Uniti non ci riguarda, lo ribadisco. Se (negli Usa, ndr) il dossier dell'accusa contro Strauss-Kahn è vuoto, il nostro non lo è affatto. E' estremamente solido e documentato".
Lo dice al sito internet del quotidiano L'Express, David Koubbi, il legale di Tristane Banon, la giornalista e scrittrice francese di 32 anni che ha deciso di sporgere denuncia contro Dominique Strauss-Kahn per un presunto tentativo di stupro nel febbraio 2003. "Che sia ben chiaro, sono stato contattato da nessuna personalità di destra, non sono al soldo di nessuno", sottolinea ancora il legale, aggiungendo: "Il timing mediatico non è il nostro timing giudiziario".
4 - «LA CAMERIERA ERA UNA PROSTITUTA»: NUOVE ACCUSE DEMOLISCONO LA VERSIONE DELL'ACCUSATRICE DI STRAUSS-KAHN...
Guido Olimpio per il "Corriere della Sera"
La colpiscono con verità taglienti e anonimi «si dice» . Per Nafissatou Diallo, l'accusatrice di Dominique Strauss-Kahn, non c'è scampo. Non è più solo una bugiarda, ma è diventata una prostituta. L'ultima zampata arriva dal New York Post. Una fonte ha rivelato al tabloid che la cameriera arrotondava facendo la squillo con i clienti del Sofitel. Sembra anche che fosse molto richiesta. «C'erano uomini che le pagavano il parrucchiere e tutto quello che le serviva» , è la confidenza raccolta dal giornale.
Nafissatou DialloLei sarebbe riuscita ad ottenere il lavoro all'albergo perché ha una banda alle spalle che la gestisce. Dunque l'incontro sessuale con il politico francese sarebbe stato consenziente. Le fonti del Post hanno aggiunto altro. Nafissatou e i suoi amici sarebbero coinvolti in truffe ai danni degli immigrati africani a New York.
Dei poveracci spennati fino all'ultimo centesimo. Il presunto scoop del quotidiano- se fondato- accrescerà la rabbia del procuratore Cyrus Vance jr che, giorno dopo giorno, ha visto evaporare la sua formidabile teste d'accusa. Questa la ricostruzione di quanto è avvenuto dall'arresto di Strauss-Kahn, avvenuto il 14 maggio all'aeroporto di New York.
28 ORE DOPO
La polizia intercetta una telefonata tra un detenuto in Arizona e Nassifatou. Il dialogo è in Fulani, il dialetto guineiano. Serve tempo per tradurlo. O meglio, questa è la versione ufficiale.
16 MAGGIO
Tra la presunta vittima e gli investigatori si stabilisce un buon rapporto. Il procuratore è convinto di avere elementi per inchiodare Strauss Kahn. C'è un racconto dettagliato, le tracce del Dna, i comportamenti del politico francese.
21 MAGGIO
Primi dubbi. In un'indagine della Narcotici è spuntata una telefonata tra un trafficante e un amico della cameriera. La Special Victim Unit scava a fondo. Chiedono alla donna di ricostruire «frammento dopo frammento» non solo quanto avvenuto al Sofitel ma anche nel suo passato. Ci sono cose che non tornano.
9 GIUGNO
Gli assistenti di Vance procedono ad un nuovo interrogatorio. Il confronto è teso. Hanno trovato discrepanze in quello che la ragazza ha dichiarato nella richiesta d'asilo. Lei ha parlato di aver subito stupro di gruppo, poi di mutilazione genitale e dell'uccisione del marito per mano dei soldati guineiani. Tutte frottole. Davanti alle contestazioni piange e riconosce di aver mentito. La figlia, in attesa nel corridoio, sente il magistrato esplodere: «Via di qua, via di qua» .
17 O 18 GIUGNO
Nassifatou subisce un terzo grado. Gli investigatori la incalzano, le rinfacciano le bugie. Lei reagisce in modo scomposto. Si dispera, nega e poi si getta sul pavimento. L'interrogatorio viene sospeso. Vance vede sfuggire di mano il caso. Per una decina di giorni la cameriera non risponde alle convocazioni. «Stava recuperando per una ferita alla spalla riportata durante l'aggressione» , spiega il suo legale.
28 GIUGNO, ORE 11
Nassifatou siede nella sala conferenze della Public Integrity Unit. Davanti a lei un tavolo ovale e il team del procuratore Vance. Gli inquirenti calano i quattro assi: versamenti per 100 mila dollari su diversi conti, le 5 utenze telefoniche che fanno ipotizzare legami con il racket della droga, i rapporti con personaggi pericolosi, le contraddizioni su quanto è avvenuto dopo la presunta aggressione. La chiave elettronica dimostra che la donna, dopo la presunta aggressione, ha continuato a fare le pulizie in una suite vicina. E solo dopo ha denunciato lo stupro. Non sarebbe grave, ma unita alle altre bugie lo diventa. Nassifatou è con le spalle al muro. Cerca con gli occhi il suo legale in cerca di un aiuto. Ma lui è sotto shock.
29 GIUGNO
All'ufficio del procuratore arriva, finalmente, la traduzione della telefonata tra Nassifatou e l'amico detenuto. Lei dice: «Non ti preoccupare, quest'uomo è pieno di soldi. So cosa faccio» . Parole che fanno pensare ad un ricatto. È l'ultimo colpo alla credibilità della grande accusatrice e alle ambizioni del procuratore Vance. Pensava che la storia potesse servire per la sua futura carriera politica, invece ha contribuito alla resurrezione del suo bersaglio.