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P4, SEI GRANDE, GRANDE, GRANDE! - Nel progetto di Bisignani l’agenzia di stampa il Velino doveva diventare la grancassa degli amici del lobbista nel governo, in testa Franco Frattini - per ulteriori stanziamenti pubblici bussare a Elisa Grande, capo del Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio che gestisce i contributi per i giornali e le convenzioni con le agenzie di stampa...

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1- IL VELINO DI FRATTINI - ELISA GRANDE, DIRIGENTE DI PALAZZO CHIGI PER L'EDITORIA, CONCESSE PIÙ FONDI ALL'AGENZIA DEGLI AMICI DI BISIGNANI
Marco Lillo per "il Fatto quotidiano"

BISIGNANI

La collana di perle spunta a sorpresa alla fine della testimonianza della dottoressa Elisa Grande. Il capo del Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio che gestisce i contributi per i giornali e le convenzioni con le agenzie di stampa, una delle donne più potenti d'Italia, imbarazzata ammette di fronte a una domanda secca di Henry John Woodcock di averla ricevuta dall'editore del Velino, Luca Simoni. Il Velino non è un'agenzia di stampa qualsiasi.

Nel progetto di Luigi Bisignani - secondo gli investigatori- il Velino doveva diventare la grancassa degli amici del lobbista nel governo, in testa Franco Frattini. Per rinforzare l'agenzia amica, l'ex giornalista iscritto alla P2 aveva sponsorizzato - secondo gli investigatori - la pretesa di ulteriori stanziamenti pubblici per il Velino andando a pranzo con il ministro Frattini, premendo sulla sua amica Elisa Grande. Simoni il 5 giugno 2010 parla al telefono con Giorgio Stracquadanio, che promette il suo impegno.

Elisa Grande (Capo dipartimento per l informazione e l editoria) insieme a Paolo Bonaiuti

Anche Bisignani si dà da fare. Le indagini rilevano: "Numerosi incontri avvenuti anche in forma privata, tra il Bisignani, il Simoni, gli onorevoli Frattini e Gelmini, nonché il viceministro Romani e finalizzati ad assicurare alla società, in parola, cospicui finanziamenti da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri". Simoni il 9 giugno spiega a un suo collaboratore la strategia: "Intervistare, prima a livello nazionale e poi regionale, Franco Frattini (sulla politica interna), Mario Valducci".

Un capitolo dell'informativa è dedicato al pranzo del 12 maggio 2010 con il ministro Frattini. Bisignani e Simoni sono ospiti del ministro nel suo appartamento alla Farnesina: "Simoni fa predisporre egli stesso un ‘passi' per entrare all'interno del ministero con la propria autovettura con a bordo Bisignani". Alla fine i soldi arrivano: nel 2010 Agi e Velino percepiscono un milione in più (due terzi all'Agi) per i loro servizi esteri.

John Henry Woodcock

Di fronte alle intercettazioni imbarazzanti, i magistrati di Napoli convocano il 22 febbraio del 2011 a Roma la dottoressa Grande. Dopo avere ricostruito la storia del primo aumento da 400 mi-la euro ottenuto nel dicembre 2009 dal Velino, a sorpresa arriva la domanda velenosa del pm: "Lei ha mai ricevuto regali dal dottor Luca Simoni, editore del Velino?". In realtà Woodcock conosce già la risposta.

Sul suo tavolo c'è l'informativa della Guardia di Finanza di Napoli: "in data 21 dicembre 2009", scrivono le Fiamme gialle, "Luca Simoni chiede alla segretaria di Bisignani ‘un suggerimento su cosa fare', in quanto afferma di aver avuto notizie ‘veramente molto negative' verosimilmente - annotano le Fiamme Gialle - relative all'incontro fissato il giorno successivo con Elisa Grande, capo del Dipartimento Informazione Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, per ‘firmare una serie di cose'". Simoni punta su Bisignani per ribaltare la situazione.

FRANCO FRATTINI

"Il giorno seguente, 22 dicembre 2009, sarà la stessa Grande a contattare Rita Monteverde, segretaria di Bisignani, comunicandole che si trova in compagnia del Simoni e che ha bisogno di parlare urgentemente col Bisignani. L'esito positivo dell'incontro e dell'intermediazione di Bisignani", conclude la Finanza, "è stato rilevato in data 23 dicembre del 2009, allorquando la Grande comunica al Bisignani che "sono tutti contenti ... ho parlato con Luca (Simoni, ndr) ... era felice".

Subito dopo la Guardia di Finanza registra una telefonata nella quale "Simoni riferisce alla Monte-verde che tra il 28 e il 30 dicembre dovrà ‘firmare la nuova convenzione con la Presidenza'". Le Fiamme Gialle annotano: "Fuori campo viene captata una conversazione tra Luca Simoni e una terza persona, verosimilmente un suo collaboratore, e dal contenuto della stessa si rileva che i due stanno preparando ‘un pacchetto' da inviare alla Grande; in particolare il Simoni invita il suo interlocutore a porre particolare attenzione, asserendo testualmente che non intendeva rimetterci ‘una piotta'".

Quando Woodcock chiede conto alla dottoressa Grande del regalino lei spiega: "Luca Simoni, è il direttore responsabile del Velino, che non fa mistero di essere legato a Gigi Bisignani; Bisignani in un paio di occasioni mi ha chiesto cosa succedesse in relazione alla convenzione con la Presidenza del Consiglio, del Velino".

Giorgio Stracquadanio

Poi Grande aggiunge: "A dicembre - quando c'ero io - il Velino ha avuto un ulteriore aumento dell'ammontare in ragione dell'aumento di postazioni di notiziari a disposizione dei Carabinieri; il Simoni al riguardo è stato davvero pressante. Vi dico che la collana di perle che indosso oggi me l'ha regalata Simoni. L'ho accettata perché ritengo che fosse di modico valore analogamente ad altri regali che ho ricevuto da altre agenzie di stampa, tutti in occasione delle festività natalizie".

Al Fatto, Simoni spiega: "Era una collana di bigiotteria di Chanel. L'ho pagata se non ricordo male 450 euro". Comunque il pranzo con Frattini ha avuto un riscontro. Così Elisa Grande spiega al pm l'aumento di un milione: "Recentemente, il ministro Frattini ha chiesto una implementazione della convenzione riferita ai servizi fomiti dal Velino, unitamente all'Agi, nonché di altra convenzione riferita alla AdnKronos, entrambe alla firma; nello specifico l'aumento in favore del Velino/Agi è pari a circa un milione di euro (due terzi per l'Agi, ndr) di cui 800-900 mila euro li metterà il ministero degli Esteri e 85 mila euro li metterà la Presidenza del Consiglio dei ministri".

2- VITA PERICOLOSA DI UN'AGENZIA STAMPA, DA GERONZI ALLE SOCIETÀ OFFSHORE
Vittorio Malagutti per "il Fatto quotidiano"

Il Velino? Per Capitalia era una fonte d'informazioni preziosa. Una vera garanzia. Sarà per questo che la banca romana, ai tempi di Cesare Geronzi, finanziava alla grande l'agenzia di stampa legata a filo doppio a Luigi Bisignani. I soldi però non andavano solo al Velino. Centinaia di migliaia di euro sono finiti anche sui conti di agenzie pubblicitarie come la Hetman e la Planmax 2000. Queste ultime, così come Il Velino, facevano riferimento a Stefano De Andreis, il navigato giornalista (classe 1942) già iscritto alla loggia P2, che compare più volte nelle carte dell'inchiesta napoletana su Bisignani, anche lui piduista.

MARIO VALDUCCI

De Andreis nel frattempo ha passato la mano. Tra il 2009 e il 2010, così come viene ricostruito nell'indagine dei pm Francesco Curcio e John Woodcock, la proprietà dell'agenzia è passata nelle mani di Luca Simoni, uomo d'affari romano che a giudicare dalle intercettazioni passava le sue giornate al telefono con Bisignani.

Uscito di scena De Andreis, resta la testata giornalistica, Il Velino, che oggi come allora è ben conosciuta in quel mondo romano che naviga tra la politica e gli affari. E la banca di Geronzi, anche lui da tempo in rapporti con Bisignani, negli anni scorsi si è segnalata come uno dei principali clienti dell'agenzia d'informazione romana a lungo diretta da Lino Jannuzzi.

I numeri, innanzitutto. Nel 2005 Il Velino ha ricevuto da Capitalia 216 mila euro, saliti l'anno dopo a 241 mila. I compensi per Planmax hanno invece toccato i 548 mila euro nel 2005 per poi ridursi a 168 mila euro nel 2006. In quell'anno la banca allora presieduta da Geronzi ha versato 216 mila euro alla Hetman in cambio di consulenze pubblicitarie.

luca simoni

A prima vista non sembrano esattamente grandi cifre per un colosso come Capitalia, che nel 2007 è stata assorbita da Unicredit. L'istituto romano disponeva di un budget faraonico, pari a svariate decine di milioni di euro, destinato alle relazioni esterne, alla comunicazione e alla pubblicità. Le stesse somme, però, rapportate al giro d'affari del Velino, rappresentano una quota rilevante del giro d'affari.

Nel 2006, per dire, il fatturato dell'agenzia diretta da Jannuzzi superava di poco 1,6 milioni. Poi ci sono Planmax 2000 ed Hetman, pure loro finanziate da Capitalia. I rapporti tra queste società, tutte a vario modo appartenenti alla galassia della famiglia De Andreis (oltre a Stefano compare anche il figlio Giorgio), compongono un puzzle difficile da ricostruire. Tra il 2004 e il 2006 gli azionisti del gruppo cambiano più volte in una girandola di nomi e di indirizzi che portano fino a Londra e addirittura in Israele.

Vediamo. Nel 2004 Il Velino faceva capo alla Planmax 2000 a sua volta controllata da un'omonima società inglese insieme a Giorgio De Andreis. A fine 2005 la Planmax, quella italiana, si fa da parte. Al suo Posto, sempre dall'Inghilterra, arriva la finanziaria Fieldgoal investments. Altro giro altra corsa: nel 2006 anche la Planmax cambia azionisti.

CAPEZZONE

Da Israele spunta la Freedown ventures, che diventa il socio di maggioranza dell'azienda di consulenze pubblicitarie finanziata da Capitalia. La Hetman invece, da principio controllata da Giorgio De Andreis, viene trasferita a un'altro veicolo societario londinese, la Review trading.

CESARE GERONZI

In questo frenetico carosello di sigle e compravendite si fa fatica a capire esattamente chi tira le fila del gruppo. L'unico nome che compare è quello di Giorgio De Andreis. Ma non è finita qui, perchè a un certo punto, alla fine del 2006, la società Il Velino viene sostituita dalla quasi omonima Il Velino Multimediale. La prima delle due arriva presto al capolinea travolta dalle perdite. Nel 2008 viene dichiarato il fallimento della società.

Ma anche la seconda non va lontano. Il Velino multimediale, di cui risultava azionista di maggioranza la Review trading, è fallita pochi mesi fa, per la precisione il 6 aprile scorso. Nel frattempo però ha fatto in tempo a trasferire la testata Il Velino alla società Impronta. Proprio quest'ultima è quella che finisce nelle carte dell'inchiesta giudiziaria napoletana, con Simoni che si dà un gran da fare, con l'aiuto di Bisignani, per prendere il controllo dell'agenzia. A uscire di scena, almeno formalmente, sono il deputato Pdl Daniele Capezzone e l'avvocato Marco Rago. Che però, secondo gli investigatori, non erano altro che prestanome di Stefano De Andreis.

 


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