Amedeo La Mattina per "la Stampa"
SILVIO BERLUSCONISilvio Berlusconi è arrivato a Bruxelles per il vertice europeo sotto la nuvola nera delle intercettazioni che a suo parere sono «una scatola vuota» dal punto di vista penale. Ed è quello che ripetono tutti nel governo, anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano. Eppure questa «scatola vuota» preoccupa, e non solo per questioni di violazione della privacy. L'ossessione del premier è leggere sui giornali una conversazione tra ministri e ministre sul «bunga bunga».
Già qualcosa del genere è venuta fuori dall'inchiesta che riguarda Flavio Briatore il quale aggiornava Daniela Santanchè sulle attività amatorie del Cavaliere. E fintantoché a parlarne in termini di «malattia» è il padrone del «Billionaire» passi. Succederebbe invece il finimondo se saltasse fuori un'intercettazione telefonica in cui sono ministri e ministre a dire che il capo pensa solo al «bunga bunga», che non è più in grado di governare, che l'esecutivo è allo sbando.
BISIGNANIUn «malato», appunto: una parola pronunciata al telefono con Luigi Bisignani che potrebbe marchiare a fuoco chi l'avrebbe pronunciato. Ancora nulla da codice penale, però con quale faccia quel ministro e quella ministra potrebbe presentarsi di fronte al presidente del Consiglio? E la stessa immagine di Berlusconi, spiegano nel Pdl, ne uscirebbe ulteriormente frantumata in una fase politica certamente non esaltante per il centrodestra.
«Sono dispiaciuto afferma Osvaldo Napoli - perché alla fine intercettazioni senza rilevanza penale finirebbero per rovinare rapporti personali con un inevitabile riflesso sul piano politico. Come fai a lavorare insieme a un tuo collega se sai che pensa certe cose di te?».
GIULIO TREMONTIPreoccupazioni che si sommano ad altre preoccupazioni. Ad esempio, da questo spettacolo messo in piazza chi ne esce bene è solo Giulio Tremonti. E questo lo dicono i «nemici» di Tremonti. Emerge che il potere di condizionamento di Luigi Bisignani non arriva fin dentro il ministero dell'Economia, mentre era di casa a Palazzo Chigi. E qui entra in scena Gianni Letta. E' l'inquilino di via XX settembre ad essere sempre la bestia nera per Berlusconi e gli altri ministri che sono tenuti all'oscuro dei contenuti della manovra di 40 miliardi per il pareggio di bilancio del 2014 di cui si sta discutendo al vertice di Bruxelles.
La prossima settimana forse se ne saprà di più e sembra che Tremonti abbia promesso di incontrare i gruppi parlamentari. Una promessa alla quale sono in pochi a credere perché il ministro dell'Economia finora ha sempre fatto di testa sua. Questa volta, precisano a Palazzo Chigi, non può farlo: non ha più la sponda della Lega.
Comunque, il contenuto delle intercettazioni e il fatto che alcuni ministri (Mariastella Gelmini, innanzitutto) parlino con Bisignani in maniera poco gratificante di Tremonti, lo avrebbero rafforzato su vari fronti. Pure sulla decisione da prendere sul nuovo governatore della Banca d'Italia. Ed è notorio che il candidato a quella importante poltrona di via Nazionale sia Vittorio Grilli, il direttore generale del ministero dell'Economia.
MARIA STELLA GELMINI santanche briatoreA Bruxelles Berlusconi sta affrontando ben altri problemi, sicuramente più gravi. E' rimasto fulminato quando Antonis Samaras, leader della Nea Demokratia, gli ha detto «you are the next» quando il nostro premier insisteva sulla necessità che l'opposizione greca sostenesse il piano di rigore del loro governo. «Tu sei il prossimo», che poi è uno dei fantasmi (la deriva greca, appunto) che agita da tempo l'Italia e che proprio Tremonti sventola sotto il naso a tutti coloro che gli contestano il suo rigore. A cominciare dal Cavaliere.
Con le persone con le quali ieri ha parlato Berlusconi mostra sicurezza, convinto che il governo arriverà alla fine della legislatura. Finge di non essere preoccupato delle intercettazioni che impazzano sui giornali. Ha detto che a preoccuparlo è piuttosto la montagna di milioni che dovrà pagare se la sentenza Mondadori venisse confermata. Tutto il resto è «una porcata, bassa umanità».
Massimo DAlemaPer il premier di fronte a «uno scandalo del genere, ad una palese, ennesima violazione della privacy, servirebbe un intervento autorevole....». Il riferimento è al Quirinale, al capo dello Stato che è anche presidente del Csm. Ma dal Colle non una parola. Un silenzio che per Berlusconi la dice lunga pure sulla possibilità di poter approvare un provvedimento sulle intercettazioni.
FRANCO FRATTINIUn tema che è tornato prepotentemente all'ordine del giorno della maggioranza. Le parole di Massimo D'Alema («una valanga di intercettazioni senza rilievo penale») dovrebbero far sperare in un possibile dialogo con l'opposizione. Ma sono pochi a crederci. Dice Franco Frattini: «Vorrei vedere se presentassimo pari pari la legge sulle intercettazioni scritto dal governo Prodi. Come farebbe il Pd a sottrarsi?».