Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

BOSSI SI È ROTTO I MARONI - VOLANO STRACCI NEL CARROCCIO: BOBO SORPRESO DALLA CAZZIATA DEL CAPO: “QUELLI DEL ’CERCHIO MAGICO’ GLI HANNO FATTO UN BELLO SHAMPOO, L’HANNO DISINFORMATO” - RIUNIONE-RISSA AL GRUPPO. IL SENATUR AI SUOI: \"SE SERVE FACCIO SALTARE ANCHE I SINDACI IMPORTANTI\" (I MARONIANI TOSI E FONTANA) - I FEDELISSIMI DEL MINISTRO DELL’INTERNO PREPARANO I CONGRESSI IN LOMBARDIA, VENETO E PIEMONTE. E SE VANNO ALLA CONTA VINCONO…

Previous: 1- OGNI GIORNO HA LA SUA PENA E OGNI POTERE HA IL SUO PENE. DOPO FELTRI, DE BORTOLI, BECHIS (FATTO SENZA INFINGIMENTI) E POCHI ALTRI (TRA I TANTI DIRETTORI CHE OVVIAMENTE CONOSCEVANO BISI-NANI), ECCO L’OUTING DI MARIOPIO CALABRESI 2- L’OTTIMO DIRETTORE DELLA ’’STAMPA’’, FUTURO EREDE DI EZIOLO MAURO A ’REPUBBLICA’, IMPIEGA UNA PAGINA PER SPUTARE IL ROSPO: \"LO SCORSO AUTUNNO INCONTRAI UN GIORNO BISIGNANI, CHE NON AVEVO MAI VISTO PRIMA...\". NON C’E’ NULLA DI MALE. MA PENSATE LA FACCIA DEL SUO INVIATONE GUIDO RUOTOLO, QUELLO CHE DA GIORNI CROCIFIGGE CHIUNQUE ABBIA PARLATO CON L’EX PIDUISTA PREGIUDICATO DI TANGENTOPOLI, DEFINENDOLO \"GIORNALISTA OSSEQUIOSO\". VALE ANCHE PER IL SUO DIRETTORE? 3- JOLIE ALFANO SENTENZIA: \"INTERCETTAZIONI P4, NON C’E’ RILEVANZA PENALE\". INFATTI C’è RILEVANZA POLITICA E MORALE, CHE E’ PIÙ GRAVE. MA QUANDO FA COMODO, LORSIGNORI SI APPIATTISCONO SUL PENALE. COME SCAJOLA CON LA CASETTA A SUA INSAPUTA
$
0
0

1- DAGOREPORT
Il catorcio Bossi vuol far venire un ictus anche a Maroni, attaccandolo a freddo. Il ministro è rimasto di sasso per l'affondo di Umberto: "Quelli del cerchio gli hanno fatto un bello shampoo, l'hanno disinformato" mettendogli i testa che Bobo vuol fare le scarpe al capo. Emergono altri particolari sulla riunione-rissa al gruppo. Bossi ha detto ai suoi: "Se serve faccio saltare anche i sindaci importanti". Si riferiva a Tosi e a Fontana, maroniani sindaci di Verona e Varese, molto attivi e per questo considerati "rompiballe" dal Capo.

bossi maroni lap

Il cerchio affila le armi per far fuori Giorgetti (grazie all'influenza che Rosy Mauro ha su Bossi tramite la moglie, lady Marrone). I maroniani preparano i congressi in Lombardia, Veneto e Piemonte, per andare alla conta. Bossi privato: "Marco (Reguzzoni) è bravissimo, è un imprenditore, potrebbe fare il responsabile amministrativo della Lega". "Giorgetti bravo mediatore".

2- LE LITI NEL CARROCCIO BOSSI ATTACCA MARONI: LEGA ALLA RESA DEI CONTI
Paolo Bracalini per "Il Giornale"

Il «patto di Montecitorio» è già saltato. Il compromesso deciso da Bossi, con la riconferma temporanea di Reguzzoni a capogruppo, non ha placato gli animi nella Lega ma ha avuto l'effetto opposto. Le due fazioni, accontentate a metà (il cerchio magico col rinnovo del «Reguz», i colonnelli con la scadenza anticipata del mandato, alla prima occasione di rimpasto), stanno affilando le armi per ottenere il resto. Il più infuriato è Roberto Maroni, che aveva chiesto la testa del capogruppo, appoggiato da 50 deputati su 59 e dagli altri colonnelli, non solo Calderoli ma anche quelli più neutrali come Cota e Zaia.

Marco-Reguzzoni

Il «Bobo» non ha voluto forzare la mano lunedì, nella tumultuosa riunione del gruppo (si è sfiorata la rissa), per non andare allo scontro con Bossi. Dunque Maroni ha incassato il no del capo (convinto della riconferma anche da parte Pdl, che vede in Reguzzoni un lealista), ma è pronto a marciare sul cerchio magico, forte del consenso nel partito e nella base (Pontida è stata chiara).

«Maroni è scontento? Peggio per lui - ha sibilato Bossi nel day after - . È la base che tiene sotto controllo la Lega, non Maroni... ». Accenti e scintille che non si vedevano da anni nella Lega. Maroni, dicono i suoi, è rimasto spiazzato e sorpreso dalle parole di Bossi («gli hanno fatto lo shampoo disinformandolo, ma le bugie hanno le gambe corte», cioè lo hanno condizionato, ha detto Maroni, riferendosi a quelli del cerchio...).

CALDEROLI FIAMME

Il capo, dopo aver ripetuto per giorni che la Lega è compatta, lo ha attaccato direttamente, regalando una soddisfazione al quartetto anti-Maroni. Nella giornata poi Maroni ha cercato al telefono Bossi per un chiarimento. Ma la situazione resta esplosiva.

«Il Bobo forse ha sbagliato i tempi, doveva lasciar passare qualche giorno, invece andando alla carica subito ha convinto Bossi a mediare, perché sennò sarebbe emersa una spaccatura » osserva un maroniano... «Siamo al redde rationem» è il commento all'unisono di molti parlamentari leghisti.

FLAVIO TOSI

Il clima è quello, da guerra civile dentro il Carroccio. Con la strana situazione di due eserciti ben diversi: uno (quello del «cerchio») composto da qualche decina di persone, l'altro da tutto il resto del partito. Però il cerchio agisce direttamente su Bossi, con l'influenza diretta che hanno Rosy Mauro (si dice tramite lady Bossi, Manuela Marrone) e Marco Reguzzoni, verso cui il capo nutre sincero affetto. «È bravissimo - ha detto Bossi in un colloquio privato, è un imprenditore, sa organizzare, potrebbe fare il responsabile amministrativo della Lega».

Ma Bossi in privato ha parole di grande stima anche per Giancarlo Giorgetti («è un bravo mediatore, bravo ragazzo») che pure è il colonnello che il «cerchio» voleva silurare con il tenta­to commissariamento- blitz della Lega lombarda ( la chiave per tenere in pungo tutto il Carroccio, quella cui ambisce l'abile Reguzzoni).

ROSi MAURO

E poi per i delfini Maroni («ci ha salvato dall'immigrazione») e Calderoli («ha fatto il federalismo fiscale»), plasticamente investiti come suoi successori a Pontida, quando li ha presi con sé sul palco. Ma come in una tragedia shakespeariana, i figli del sovrano si scannano. E se Maroni si mobilita, anche il cerchio procede coi suoi piani. Sembra che l'opa sulla Lega lombarda non sia stata accantonata, malgrado le pesanti reazioni scatenate nel partito dalla notizia (minacce di dimissioni, sindaci pronti a ridare la tessera...).

Un bersaglio più ravvicinato sarebbe la segreteria della Lega a Varese, capitale del leghismo. Ora ci sono uomini di Giorgetti e Maroni, ma la Lega di Gemonio punta a scalzarli con i propri. Ma quando? Quando si faranno i congressi provinciali, che devono essere rinnovati dopo l'estate (da ottobre a gennaio). Non solo in Lombardia, ma anche in Piemonte e in Veneto, dove già si è cominciato con Verona (dove stravince Tosi...).

COLONNELLI PADANI A PONTIDA

Il problema è che se si va alla conta (come si è provato a fare nel gruppo della Camera), non c'è partita, stravincono i maroniani-calderoliani. Quindi il braccio di ferro potrebbe essere un altro, con il cerchio che spinge per commissariare le «nazioni» (così si chiamano le regioni nella Lega), e gli altri invece per i congressi. Maroni deve simulare una pace che non c'è quando dice che «nella Lega non c'è nessuna lotta intestina ma solo diversità di opinioni su cui poi si è trovata la sintesi».

D'ALEMA BOSSI BUTTIGLIONE

In verità c'è lotta e non c'è ancora sintesi. Non è in discussione la leadership di Bossi, che è quello che decide, anche quando la maggioranza non è d'accordo con lui. «Se serve sbatto fuori anche i sindaci delle città importanti» ha minacciato il capo mercoledì (riferendosi a Tosi? Fontana?), per far capire che non ci sono firme che tengano, conta quel che dice lui. Ed è dietro questo potere ancora assoluto che il cerchio si trincera.

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

Trending Articles