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VELTRONI SVENDE CASA - Perché venticinque case nel cuore di Roma (da Termini al Colosseo), la cui asta pubblica è andata deserta, sono state acquistate con trattativa privata senza che l’elenco sia stato adeguatamente pubblicizzato? - Anzi l’elenco era praticamente fantasma. Non c’è stato avviso sui quotidiani nazionali. Non c’è stata traccia nemmeno sul sito ufficiale del Campidoglio...

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Davide Desario per "Il Messaggero"

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Gli immobili del Comune di Roma potevano essere venduti all'asta oppure con trattativa privata. In entrambi i casi l'operazione andava pubblicizzata adeguatamente. Lo diceva una delibera del Consiglio comunale e un contratto di gestione della vendita. E, invece, tra il 2001 e il 2007, durante l'amministrazione di centrosinistra, 25 appartamenti in zone di pregio della Capitale (da Termini al Colosseo) sono stati acquistati in silenzio.

L'elenco di quelle case non è stato reso noto nè sui quotidiani nazionali nè sul sito internet ufficiale del Campidoglio. Ma solo sulle pagine web della società Risorse per Roma. Insomma una gara fantasma. Altro che trasparenza e correttezza. La punta di un iceberg che riguarda tanti settori, un vero e proprio sistema sul quale occorre fare chiarezza.

WALTER VELTRONI

La vendita degli immobili del Comune di Roma, cosiddetta cartolarizzazione, doveva essere preceduta da una adeguata pubblicità anche commerciale. Sia che avvenisse con asta pubblica e sia che avvenisse con trattativa privata. Ma così non è stato. Perché venticinque case nel cuore di Roma, la cui asta pubblica è andata deserta, sono state acquistate con trattativa privata senza che l'elenco sia stato adeguatamente pubblicizzato.

Anzi l'elenco era praticamente fantasma: lo si poteva visionare solo e soltanto consultando il sito internet della società Risorse per Roma. Non c'è stato avviso sui quotidiani nazionali. Non c'è stata traccia nemmeno sul sito ufficiale del Campidoglio.

Eppure l'obbligo era previsto dalla delibera 50 votata dal consiglio comunale nel 1999: «Dovrà essere data in ogni forma adeguata pubblicità anche commerciale all'alienazione del patrimonio comunale». Un obbligo ripetuto anche dal successivo contratto di gestione delle vendite siglato tra il Comune e la società Campidoglio Finance srl che nel frattempo aveva acquistato tutti gli immobili. All'articolo 8, proprio quello relativo alle trattative private, si legge: «Sarà sollecitata da parte del gestore delle vendite e/o del sub-gestore delle vendite la presentazione di offerte scritte di acquisto da parte dei potenziali clienti».

Invece la vendita dei quei 25 appartamenti-gioiello in stradine a due passi da Fontana di Trevi, Campo de' Fiori e Colosseo è avvenuta in gran silenzio, nell'estate del 2006. E nella maggior parte dei casi alla trattativa privata ha preso parte un solo soggetto che così è riuscito a spuntare il massimo dello sconto previsto dalla legge, ovvero il 10% sul valore stimato per la base d'asta che era già molto basso.

colosseo

Qualche esempio? Una casa di 100 metri quadrati in via Cialdini (stazione Termini) era stimata per 195.600 euro e a trattativa privata è stata aggiudicata alla società Second Chance srl a un prezzo di 176.040 euro. Sempre in via Cialdini un appartamento di 107 metri quadrati stimato 215.500 euro, dopo che l'asta pubblica è andata deserta, è stato venduto alla Guedo ltd srl a 192.950 euro.

E ancora in via Giolitti (Esquilino) una casa di 79 metri quadrati era stimata 191mila euro e poi è finita al Tf Immobiliare a 172.000. Altri casi riguardano un locale (non residenziale ) in via Ruggero Bonghi (zona Colosseo): 210 metri quadrati che era stimati 256.200 mila euro. Un prezzo che nessuno ha giudicato vantaggioso al punto da presentare un'offerta all'asta pubblica. Così l'immobile è stato ceduto a trattativa privata ad un prezzo scontato delcanonico 10% ovvero 230.580 euro.

Ma viene da chiedersi: se l'elenco degli immobili rimasti invenduti all'asta pubblica fosse stato adeguatamente pubblicizzato (non solo su un indirizzo web) quanti altri si sarebbero interessati e avrebbero presentato la loro offerta? Quanti soldi in più, da questa trattativa privata a buste chiuse, avrebbero potuto entrare nella casse del Comune di Roma? Chi ha deciso questa procedura?

Domande alle quali probabilmente darà una risposta l'inchiesta aperta dalla procura della repubblica su questa svendopoli romana che ha tutto l'aspetto di essere solo la punta dell'iceberg di un sistema consolidato che viene applicato anche in tutti gli altri settori.

Nella lista anche appartamenti meno centrali: uno invia Castl di Leva (laurentina) stimato per 130715 è stato venduto a 117,700; un altro di 105 metri quadrati nella stessa strada stimato per 176mila euro è stato acquistato a 159mila euro.

Il reato ipotizzato è abuso d'ufficio e per ora è contro ignoti. Ma proprio nei prossimi giorni i magistrati dovrebbero ascoltare alcuni dei funzionari, dei dirigenti che hanno gestito la cartolarizzazione del patrimonio del Comune di Roma.

 


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