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NAPOLISPIA - È ARRIVATA L’ESTATE E SOTTO A ‘O VESUVIO È RISCOPPIATA LA GUERRA DELLA MUNNEZZA: CAOS, DISORDINI E PUZZA DA FAR PAURA - SULLA GRATICOLA FINISCE IL VICE-GIGGINO, TOMMASO SODANO, MENTRE IL SINDACO CHIEDE AIUTO AI PRESIDENTI DELLE ALTRE PROVINCE: A CHI LA MONNEZZA DI NAPOLI? BOH ?? – IL CETRIOLO QUOTIDIANO IN SOCCORSO DI GIGGINO: ORA AL POSTO DELLA MACCHINA DEL FANGO, CI STA LA MACCHINA DELLA MUNNEZZA! COLPE A DESTRA (SOPRATTUTTO) E A SINISTRA: MA VALIUM CALDORO ? MEGLIO TENERSELO BUONO....

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1 - A NAPOLI E' RISCOPPIATA LA GUERRA DELLA MUNNEZZA: CAOS, DISORDINI E PUZZA DA FAR PAURA: BENVENUTA ESTATE
Carlo Tarallo per Dagospia

DE MAGISTRISI BEVE AD UNA FONTANA PUBBLICA

Napoli martoriata: è riesplosa questa mattina la rivolta della munnezza, in città barricate di sacchetti bloccano le strade, il quarto mondo è qui e i miracoli sono rimasti tutti chiusi nei programmi elettorali. Pochi minuti fa il centro di Napoli, via Toledo, praticamente piazza del Plebiscito, è stato assaltato dai "ribelli", esasperati dalla puzza insopportabile che con il caldo del primo giorno d'estate sta soffocando tutti.

Tommaso Sodano

Turisti, commercianti, ristoratori, baristi, donne e bambini gridano aiuto e pur di farsi sentire rovesciano cassonetti ovunque, a due passi dal Teatro San Carlo: non riescono a tenere aperte le finestre a causa della puzza e degli insetti, il caldo soffoca, la situazione è drammatica e non si può nemmeno più chiedere aiuto al banana. Ad Acerra il nuovo corso è tale e quale al vecchio: pur di sversare un pochettino di spazzatura napoletana il sindaco e i manifestanti vengono sollevati di peso dalle forze dell'ordine e portati dove non potevano impedire l'accesso dei camion.

COSENTINO

Monta la rabbia contro il vicegiggino, Tommaso Sodano, assessore alla munnezza, che lo scorso settembre, quando era ancora capogruppo rifondarolo, in prima linea dalla parte di chi ora manifesta anche contro di lui, dichiarava a tutto spiano: "Il presidente della Provincia Cesaro non firmi il decreto per lo stoccaggio delle balle provenienti dagli impianti Stir sul territorio di Acerra: non possono essere disattesi gli accordi presi in precedenza, creando una nuova piccola discarica in un contesto già martoriato dal punto di vista ambientale, ed in nome di un'emergenza rifiuti che il duo Bertolaso-Berlusconi ci aveva assicurato terminata da tempo". L'emergenza sta ancora lì, lui ora sta a Palazzo San Giacomo, e ad Acerra si riprende a sversare la spazzatura napoletana. In alto i cuori !!!

rifiuti materdei x

2. RIFIUTI: NAPOLI, NEL POMERIGGIO VERTICE PRESIDENTI PROVINCE...
(ANSA) -
Un incontro con i presidenti delle Province campane e' fissato nel pomeriggio di oggi negli uffici della Regione Campania. Nel vertice si potrebbe discutere della possibilita' di offrire un aiuto alla Provincia di Napoli (ma su questo tema non c'e' alcuna conferma ufficiale) che, al momento, e' quella che maggiormente soffre per l'emergenza rifiuti, di una crisi dovuta soprattutto alle difficolta' nello smaltimento che di conseguenza causano rallentamenti - e in alcuni casi - addirittura la paralisi della raccolta.

Una vicenda che si trascina, tra alti e bassi, da circa tre lustri in un territorio - innanzitutto quello della provincia di Napoli - costellato da decine di discariche gia' esaurite.

non passa la munnezza

Oltre a Napoli anche diversi Comuni della provincia sono in affanno. Il via libera data pochi giorni fa dal presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, all'apertura di tre siti di trasferenza e di stoccaggio provvisorio, al momento, non ha dato l'esito sperato.
I segnali di ottimismo, giunti da piu' parti, purtroppo non hanno trovato riscontro mentre la popolazione e' sempre piu' esasperata.

3 - "LA MACCHINA DELLA MUNNEZZA", DE MAGISTRIS NON CI STA E URLA AL SABOTAGGIO...
Vito Laudadio per ilfattoquotidiano.it

Il neo-sindaco denuncia un sabotaggio nei propri confronti per far fallire il piano anti-spazzatura previsto dalla sua prima delibera di giunta. Nel mirino dell'accusa quel sistema politico-affaristico che per anni ha lucrato sul ciclo dei rifiuti. I cinque giorni promessi per ripulire Napoli stanno scadendo e la città è sommersa da oltre 2mila tonnellate di spazzatura

Sabotaggio. Luigi De Magistris non usa mezzi termini per spiegare il perché Napoli sia sommersa dai rifiuti a quattro giorni dal suo proclama: "Ripuliremo la città in cinque giorni", aveva annunciato illustrando il new-deal della città. Qualcuno ha remato contro: la "macchina della munnezza", quella di chi in questi anni ha lucrato sull'emergenza perpetua e teme l'annunciato "voltar pagina", ora gioca il tutto per tutto. E gioca sporco.

A cominciare dai dipendenti delle società che, in subappalto, gestiscono la raccolta in un lembo di città. Ex disoccupati, di quelli organizzati a fomentare la piazza e far crescere la protesta all'estremo. "Gente abituata a guadagnare fino a tremila euro al mese per non fare nulla" racconta chi li conosce bene: anche se cambiano le aziende, loro restano sempre al proprio posto. A fare e disfare. Come è successo l'altra notte, dove i soliti noti hanno impedito fisicamente la raccolta. Con le buone e con le cattive: indaga la Digos.

non passa la munnezza bis

I nomi sono sempre gli stessi, i referenti politici pure: la filiera delle responsabilità è un monocolore azzurro, come il partito del Premier. Dal consigliere provinciale ex Forza Italia recentemente arrestato e sponsor di una delle cooperative attenzionate, al Presidente della Giunta Provinciale, Luigi Cesaro, che avrebbe dovuto da mesi individuare un buco dove stipare la munnezza di Napoli e non l'ha fatto. Da Nicola Cosentino fino al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che l'aveva giurata ai napoletani all'indomani della debacle elettorale.

Tutti sanno bene quanto il sistema sia fragile e come basti uno stuzzicadente per bloccare l'ingranaggio, tutti conoscono alla perfezione la parte assegnata in quel fetido copione. Ecco: per capire perché a ventiquattrore dalla scadenza dell'impegno preso dal Sindaco di Napoli la spazzatura in città cresce anziché diminuire, bisogna mettere insieme tutte le tessere di un puzzle già smontato e rimontato centinaia di volte.

La città non è autonoma: una volta raccolti i rifiuti per strada, spetta alla Regione (a guida centrodestra, ndr) decidere dove sversarli e alla Provincia di Napoli gestire il resto. Il risultato è che gli oltre 200 mezzi di ASIA, la società del Comune che gestisce il servizio, sono colmi da giorni e non sanno dove andare a svuotare le loro pance. E la munnezza cresce per strada, dai bordi di periferia fino al centro. Il caldo fa il resto: in alcuni punti della città l'aria è irrespirabile, il cielo ammorbato da insetti di ogni specie che si moltiplicano insieme ai sacchetti.

L'ultimo bollettino parla di oltre 2.600 tonnellate sparse per le strade della città. Cifre drammatiche, destinate a crescere fino a quando il Governo non varerà il decreto che sbocca il trasferimento fuori regione dei rifiuti campani, unica soluzione con le discariche ormai intasate. La Lega, manco a dirlo, si oppone: dei rifiuti di Napoli accetta solo i lucrosi utili della gestione dell'inceneritore di Acerra.

munnezza assedia il salotto chic di napoli

Lega di cassa e di Governo, che prende i soldi e scappa: dal caos, dalla puzza, dalle responsabilità di tre anni di immobilismo totale sul fronte rifiuti del Governo che sostiene anche in questa lenta e inesorabile agonia. Il risultato si vede e si annusa per le strade di Napoli, che oggi sono nelle stesse condizioni di tre anni fa.

Pure peggiori, grazie soprattutto all'inerzia di tutti gli uomini del Presidente, che sapientemente avevano costruito a tavolino una nuova emergenza indotta da risolvere con il più classico dei miracoli salvifici berlusconiani. Qualcosa non è andato per il verso giusto, il sacchetto è esploso nelle mani di chi l'aveva preparato.

Da mesi il Presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro - l'uomo che porta mozzarelle ad Arcore dopo aver portato pizzini per conto di donna Rosetta Cutolo a metà degli anni '80 - avrebbe dovuto individuare l'area per una nuova discarica da un milione di tonnellate. Un polmone fetido, per permettere davvero alla città di diventare autonoma dopo i vuoti proclami della B2, Berlusconi e Bertolaso.

Un impegno preso, nero su bianco, a inizio anno a Palazzo Chigi ma mai mantenuto. Non solo: una delle tre linee di produzione dell'inceneritore di Acerra, gestito dai Lombardi di A2A, è fermo per manutenzione programmata. Proprio ora, quando era chiaro a tutti che in assenza di spazi in discarica a Napoli sarebbe scoppiato l'inferno. Una situazione buona per tutte le stagioni: se a Napoli avesse vinto Lettieri, Berlusconi avrebbe rivendicato un altro miracolo. Ora, lascia che la città sprofondi nei mali da lui stesso congegnati.

 

 


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