1- SABELLI MAIL
Venerdì 17 non è stata una bella giornata per Rocco Sabelli, il manager molisano al quale nell'agosto di tre anni fa Roberto Colaninno ha messo sulle spalle il fardello dell'Alitalia.
A renderlo nervoso è stata la pubblicazione sull'"Espresso" di un dossier riservato di WikiLeaks in cui l'ex-ambasciatore americano Ronald Spogli spiegava agli amici di Washington l'operazione che ha portato la cordata dei patrioti italiani a prendere in mano la Compagnia.
Nonostante le origini italiane di Spogli (la famiglia era originaria di Gubbio), il diplomatico nel suo rapporto è andato giù pesante e ha tirato fuori la competenza del businessman che gli è servita per creare nel lontano '83 la Freeman Spogli & Company. L'Alitalia è stata descritta come una triste saga italiana che "dimostra come funzionano le cose in Italia e la debole aderenza di Berlusconi ad alcuni principi base del capitalismo e del libero mercato", poi aggiunge con parole ancora più forti: "le regole della bancarotta sono state cambiate nel corso dell'operazione...e il modo in cui questo affare è stato gestito ha offerto al mondo un chiaro promemoria dei limiti dell'Italia in materia di investimenti".
Rocco Sabelli e Roberto ColaninnoForse questa denuncia postuma ha spinto Sabelli a mettersi al computer per spedire un'email ai dipendenti dell'Alitalia che a prima vista sembra difficile da interpretare. In fondo la Compagnia continua a reggere e nonostante i debiti che al 31 marzo erano pari a 876 milioni, i ricavi sono cresciuti di oltre il 7%. E anche la ritirata dei fratelli Fratini che hanno ceduto la loro piccola quota dell'1,3% nelle mani generose di IntesaSanPaolo e di Corradino Passera, non ha creato smottamenti tra gli altri 20 patrioti che aspettano ansiosi di cedere le loro azioni ad AirFrance.
Nonostante questa situazione di relativa tranquillità il calvo Sabelli ha sentito il bisogno di esternare e inevitabilmente la sua email è finita nelle mani di Dagospia. Scrive il manager molisano: "una parte di voi considera l'azienda ancora condizionabile dall'esterno; escludo che ci si riferisca allo scenario esterno quanto piuttosto alla politica, alle clientele e a tutti quei soggetti che hanno spesso soffocato Alitalia. Non è così; questa percezione è infondata ed immotivata", e con un giro di parole che suona oltremodo generoso Sabelli continua: "potrei fare l'elenco delle situazioni e delle decisioni che dall'inizio hanno dimostrato la nostra assoluta indipendenza, ma voglio che sia sufficiente la mia parola e la mia presenza. Mai finora mi sono prestato, e non comincerò certo in Alitalia, a nessun interesse che non sia quello degli azionisti, dei clienti e dei dipendenti", e per finire ecco la sua conclusione: "se avete bisogno di conferme sapete dove trovarmi".
Alitalia arrivederciIl messaggio suona abbastanza strano e va oltre l'irritazione per le rivelazioni di WikiLeaks. Sabelli ci tiene a difendere la sua indipendenza a costo di metterci la faccia, ma i dipendenti dell'Alitalia si chiedono perché abbia sentito il bisogno di farlo.
2- QUESTA È LA LEGA DI LOTTA, DI GOVERNO E SOPRATTUTTO DI SOTTOGOVERNO
Sul prato verde di Pontida i "barbari" della Lega hanno inneggiato a Roberto Maroni e hanno spedito un vero e proprio ultimatum a Giulietto Tremonti, il tecnico prestato alla politica del Carroccio che nonostante i proclami rimane il puntello più forte per l'asse Bossi-Berlusconi.
Quella che è venuta fuori dalla riunione dei "barbari" è l'immagine di una Lega di lotta e di governo che definisce i giornalisti "stronzi" e "schiavi di Roma", ma non se la sente di staccare la spina. Di questo passo è immaginabile che a meno di clamorose sorprese il Carroccio cercherà di soddisfare i suoi elettori occupando nella sua Lombardia posizioni sempre più consistenti rispetto al contentino di qualche ufficio ministeriale decentrato.
Forse è opportuno fare un breve riepilogo delle poltrone e degli strapuntini che la Lega ha occupato nel sistema di società pubbliche oltre che delle Asl intorno alle quali girano 17 miliardi l'anno di spesa pilotati dal cardiochirurgo personale di Bossi, quel Luciano Bresciani che è assessore regionale alla Sanità.
Ebbene, proprio nella fase più critica della sua evoluzione, la Lega di Bossi sta conquistando la sua posizione di maggior potere e influenza nella gestione della cosa pubblica lombarda. Ai giornalisti "schiavi di Roma" è forse sfuggito che la settimana scorsa il varesino Giorgio Papa è stato designato direttore generale di Finlombarda, la finanziaria attraverso cui transita gran parte dei milioni di finanziamento a supporto delle politiche regionali nei vari settori.
COLONNELLI PADANI A PONTIDAPapa era direttore generale del Credito Bergamasco e in Finlombarda ha preso il posto di un uomo del Pdl, Marco Nicolai, che è stato nominato presidente con un ruolo non esecutivo. Nel maggio scorso il Carroccio aveva piazzato un altro colpo alla presidenza di Eupolis Lombardia, il nuovo istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione della Regione. In questo caso la carica è stata affidata a Stefano Bruno Galli, docente alla Statale di Milano (già membro del Comitato scientifico del famoso Parlamento del Nord di Vicenza) che ha annunciato subito di voler orientare l'attività del Centro in senso federalista a partire dall'analisi delle ricadute del federalismo fiscale nella Regione.
BAGNO DI FOLLA A PONTIDASempre a maggio la Lega aveva ottenuto la presidenza del Cestec (Centro per lo sviluppo tecnologico, l'energia e la competitività), la struttura che gestisce i bandi e le iniziative per le imprese. Alla presidenza è andato Giampaolo Chirichelli (già in Finlombarda) mentre la vicedirezione generale e i due posti nel consiglio di gestione sono stati assegnati a Marco Cecchini, Gianfranco Mancini e Lorena Trecate.
La marcia delle poltrone continua a erodere le posizioni di potere del Pdl e sembra inarrestabile. Nei mesi precedenti due posizioni importanti erano state acquisite in Lombardia Informatica e in Infrastrutture Lombarde. Nella prima era arrivato come presidente del consiglio di gestione Lorenzo Demartini, un uomo che già è entrato in conflitto di poteri con il consigliere delegato Giovanni Catanzaro (in quota ex-An); nella seconda i Verdi contano sul vicedirettore generale Guido Bonomelli e sul membro del comitato di gestione, Adriano Canziani.
Umberto BossiMa non finisce qui perché oltre a questi posti che prima erano rigorosamente coperti da uomini in quota Pdl, i "barbari" stanno premendo per ipotecare il comando in Trenord, la neonata società frutto del matrimonio tra Ferrovie Nord e Trenitalia. Appena avranno messo piede su questa nuova carrozza, i leghisti cercheranno di salire anche sulle altre società delle Ferrovie Nord regionali dove i vertici scadono a inizio 2012.
Stefano Bruno GalliQuesta è la Lega di lotta, di governo e soprattutto di sottogoverno.
3- QUALI SONO I SOGGETTI ITALIANI CHE VANTANO CREDITI NEI CONFRONTI DEL PARTENONE - PERISSINOTTO ALLA DIFESA DELLA "QUOTA 14 EURO"
Stamane gli occhi erano puntati sulle Borse europee e per non farsi smentire quella italiana ha aperto con il calo più forte.
Dopo la riunione notturna dei ministri di Eurolandia a Bruxelles, la decisione sulla Grecia per una tranche finale di 12 miliardi è stata rinviata alla metà di luglio. Tutto fa pensare che avremo settimane ancora calde e che dopo il monito di Moody's il popolo bue degli azionisti (soprattutto quelli che hanno comprato azioni delle banche) soffriranno le pene dell'inferno.
Non stanno tranquille nemmeno le istituzioni che hanno concesso linee di credito alla Grecia alle quali, come ha spiegato ieri Mario Monti in una delle sue performance più brillanti nel programma televisivo di Lucia Annunziata, sarà chiesto di partecipare "volontariamente" a un nuovo piano di salvataggio.
C'è voluto un report degli analisti di Barclays Capital per capire esattamente quali sono i soggetti italiani che vantano crediti nei confronti del Partenone. Il documento è uscito giovedì sera e contiene la lista dei primi 40 soggetti sui quali grava il 74% del debito totale di Atene.
GIORGIO PAPAPer quanto riguarda l'Italia le nostre banche e assicurazioni non si trovano tra le prime posizioni. Bisogna arrivare al 17° posto per trovare le Generali che vantano un'esposizione di 3 miliardi, mentre nella parte finale della lista dei primi 40 creditori si trovano Unicredit (al 33° posto con meno di 1 miliardo) e subito dietro IntesaSanPaolo con 800 milioni di crediti in pancia.
A Trieste, dove il tandem Perissirotto-Balbinot sembra ringiovanito dopo le dimissioni "spintanee" di Geronzi, non trapela grande inquietudine per i 3 miliardi di esposizione nei confronti della Grecia anche se gli uffici stanno calcolando il costo del rinnovo volontario dei prestiti a scadenza. Il tema che appassiona di più, e in qualche modo tormenta il vertice del Leone, è la difesa della "quota 14 euro", la soglia sotto la quale si spera che il titolo in Borsa non scenda dopo aver perso nell'ultimo mese circa l'8,40%.
Mario MontiI più anziani collaboratori di Perissirotto ricordano la battaglia dell'Isonzo durante la Prima Guerra Mondiale quando le truppe italiane cercarono di conquistare la cima "a quota 241" sulla collina del monte Calvario ad ovest di Gorizia.
Scendere sotto quota 14 euro sarebbe per le Generali una botta durissima in termini di valore patrimoniale e di immagine. Il problema sta a cuore non solo a Perissirotto, ma anche ai soci forti e scalpitanti come Della Valle, Pelliccioli, Mediobanca e Bollorè, ai quali comunque il valore del titolo interessa fino a un certo punto perché hanno sempre altri modi per rifarsi delle minusvalenze.
GIOVANNI PERISSINOTTO
4- LA VIA CRUCIS DI PARA-PONZELLINI
Per Massimo Ponzellini non c'è pace.
Il massiccio banchiere bolognese sta dimagrendo a vista d'occhio perché vede spegnersi la possibilità di lasciare il timone della Banca Popolare di Milano dove sindacati, soci e 350mila correntisti non vedono l'ora di voltare pagina.
Purtroppo gli toccherà soffrire ancora, almeno fino a sabato prossimo quando nei padiglioni di Fiera Milano si terrà l'Assemblea per conferire a Ponzellini e ai consiglieri di amministrazione la delega ad aumentare il capitale di 1,2 miliardi. La via crucis non si è interrotta nemmeno con la "soffiata" con la quale la settimana scorsa annunciava il quotidiano di Danilo Coppola, "Finanza & Mercati", ha annunciato le intenzioni di BNP Paribas a comprare la banca milanese.
Perissinotto Geronzi BalbinotAnche oggi il quotidiano francese Les Echos smentisce categoricamente questi rumors e il povero Ponzellini deve prenderne atto aggiungendo ai ritagli di stampa il micidiale articolo pubblicato ieri dal "Sole 24 Ore" a firma di Luigi Zingales. Ancora una volta questo economista padovano (classe 1963) dalla barba incolta che assomiglia in qualche modo al pm di Palermo Ingroia, si è calato nei panni del giustiziere e ha scritto un articolo feroce dal titolo "Una cattiva Popolare è un danno al sistema".
MASSIMO PONZELLINILa sua prosa è senza mezzi termini e invoca l'intervento della Banca d'Italia che "ha messo in luce pesanti problemi gestionali, fidi eccessivi ad alcuni imprenditori, mancanza di controlli nell'erogazione di credito a imprese non immuni dall'attenzione della criminalità organizzata, fino ad arrivare a errori e incongruenze nel sistema di gestione dei clienti, diffuso disordine organizzativo e inadeguatezza nel sistema informatico".
7r21 danilo coppola moNella reprimenda del bocconiano che insegna a Chicago, mancava solo un rilievo alla stazza fisica di Ponzellini, per il resto c'era tutto compresa la richiesta di commissariare la banca.
5- LA RUSSA E IL GRUPPO MILANESE DELLA VECCHIA ALLEANZA NAZIONALE PER PATRIZIA RUTIGLIANO
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che venerdì 17 presso la sede Enel di Roma si è svolta l'Assemblea generale dei soci di Ferpi, l'Associazione che riunisce circa 1.000 società di pubbliche relazioni.
Prima della cena di gala il Direttivo ha nominato al posto di Gianluca Comin il nuovo presidente Patrizia Rutigliano. Per chi non lo sapesse questa donna, che è inseguita dalla fama di personaggio irascibile e fumantino, è responsabile delle pubbliche relazioni di Snam Rete Gas dove è arrivata dopo altre esperienze a Fastweb e al Comune di Milano.
Patrizia RutiglianoLa sua biografia è ricca di titoli rispetto ai quali manca l'indicazione degli sponsor politici come Ignazio La Russa e il gruppo milanese della vecchia Alleanza Nazionale".