Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"
CARLO DE BENEDETTIPiù di Bossi e Tremonti, più della riforma del fisco, più della crisi latente della maggioranza e del suo governo, Silvio Berlusconi teme per le sue finanze e per le casse delle sue aziende. Lo ha detto ieri mattina ai suoi ex compagni di classe, riuniti in un'occasione triste, il funerale del senatore Romano Comincioli, compagno di scuola e amico di una vita del presidente del Consiglio.
Con i suoi vecchi compagni, sul sagrato della Basilica di Sant'Ambrogio, a Milano, il Cavaliere si è intrattenuto alcuni minuti e ha rivelato di non temere soltanto la sentenza civile sul lodo Mondadori, la possibile conferma di una condanna che potrebbe costringere le sue aziende a trovare 750 milioni di euro (ma i periti li hanno ridotti a 500) da girare al gruppo dell'avversario di sempre, Carlo De Benedetti, ma anche altro: e nello specifico una richiesta del fisco, dell'Agenzia delle Entrate, per altre centinaia di milioni di euro.
Famiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara Luigi«Pensate che se va male sarò costretto a dover versare 2.500 miliardi di vecchie lire, ditemi voi dove li trovo tanti soldi?» . I compagni di scuola hanno registrato queste parole, arrivate poi ai giornalisti, diffuse quindi dalle agenzie di stampa, ma è parso a tutti immediatamente, visto la somma cui ha fatto riferimento Berlusconi, che non poteva trattarsi soltanto del giudizio civile sul lodo Mondadori tanto temuto del premier e su cui si attende la sentenza nelle prossime settimane.
Lo stesso capo del governo ha fatto accenno anche a una richiesta diretta del fisco italiano, pari a circa 300 milioni di euro. Per qualcuno proprio questa richiesta sarebbe stata oggetto dell'incontro che all'indomani della sconfitta alle elezioni amministrative Berlusconi ha avuto con i suoi figli a Palazzo Grazioli, appena rientrato in Italia da un vertice bilaterale con il governo romeno a Bucarest. Il presidente del Consiglio non ha fornito dettagli.
BERLUSCONI FAMILYPotrebbe trattarsi di un vecchio contenzioso, ancora aperto, derivato dalla fusione fra Ame (Arnoldo Mondadori editore) e Amef (la finanziaria controllante) nei primi anni ' 90, fusione che produsse una coda giudiziaria fra le aziende del premier e l'Agenzia delle Entrate finita davanti ai giudici tributari. Di certo Berlusconi ha parlato con i suoi compagni anche di quest'altra grana finanziaria che gli toglie il sonno e che potrebbe mettere le sue aziende di fronte a una seria difficoltà.
E se per qualcuno potrebbe anche esserci un riferimento al contenzioso aperto in sede europea sugli incentivi ai decoder digitali, giudicati lo scorso anno aiuti di Stato, comunque il Cavaliere aggiunge che «sono cifre che metterebbero ko chiunque» , ripercorrendo le tappe di quella che ritiene una vera e propria aggressione patrimoniale: «Una rapina a mano armata» , disse qualche settimana fa.
famiglia berlusconi di piuL'unica cifra certa al momento è quella scritta nella sentenza di primo grado dello scorso anno: 750 milioni di euro di risarcimento dovuto dalla Fininvest alla Cir di De Benedetti per la battaglia per il controllo della casa editrice di Segrate. E per far fronte all'esborso la holding, cui fanno capo Mondadori e Mediaset, in realtà ha già dovuto accantonare parecchi soldi, rilasciando a favore di Cir una fideiussione di 806 milioni di euro.
SILVIO BERLUSCONIPrima di rientrare nella Capitale, e di portare con sé in volo anche Umberto Bossi (sembra che il faccia a faccia sia stato produttivo), Berlusconi ha detto ai vecchi compagni di scuola di essere convinto che il governo durerà sino alla fine della legislatura, nonostante i tanti contrasti interni alla maggioranza e le tante fibrillazioni nel rapporto con la Lega. - ha aggiunto che la prima riforma da portare avanti nelle prossime settimane sarà quella dell'ordinamento giudiziario, al momento incardinata alla Camera, nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia; riforma da portare avanti se possibile «con la minoranza» , auspicio che ovviamente pare quantomeno ottimistico, visto lo stato dei rapporti con l'opposizione.