Francesco Bonazzi per "Il Secolo XIX"
Diego AnemonePer i committenti e gli amici più importanti, come gli ex ministri Pietro Lunardi e Claudio Scajola, c'erano i regali dell'argentiere: icone, vassoi, sottobottiglie e candelabri. Idem per monsignori, generali della Finanza e vertici della Polizia. Per le loro mogli e le loro assistenti, sceglieva accappatoi firmati e vestaglie. Per i collaboratori più stretti, cesti a Natale e omaggi vari a Pasqua.
Era un uomo pieno di mille attenzioni e sollecitudini, il ristrutturatore Diego Anemone, rinviato a giudizio per corruzione nell'inchiesta sulla Cricca degli appalti riservati della Presidenza del Consiglio. Lo dimostrano gli ultimi documenti trovati dalla Polizia nel computer di Alida Lucci, storica segretaria di Anemone, finiti in un'informativa appena inviata ai pm perugini Fabio Sottani e Alessia Tavarnesi.
lar31 pietro lunardi moLe ditte della famiglia Anemone, fino al 1998, erano poco più che una realtà provinciale nella zona dei Castelli romani. Ma l'ingresso nel "giro giusto", soprattutto grazie all'ex provveditore ai lavori pubblici del Lazio, Angelo Balducci, e al cardinale Crescenzio Sepe (oggi arcivescovo di Napoli, ma all'epoca alla guida di Propaganda Fide), avviene con il Giubileo del 2000. Il quarantenne Anemone, figlio di un bravissimo ebanista, è un tipo sveglio e sa come ingraziarsi i potenti. Trova case, o quanto meno le ristruttura, per tutta la Roma che conta.
CLAUDIO SCAJOLA jpegE nel frattempo ottiene commesse a mani basse dalla Guardia di Finanza, dal Viminale, dai servizi segreti, dalla Protezione civile dell'era Bertolaso e da tutto il sistema dei cosiddetti Grandi Eventi.
BERTOLASO con CAschettoOvvero quella torta miliardaria, e ad alta velocità di finanziamento pubblico, che veniva divisa sempre nelle stesse mani, sia per un G8, sia per un dopo-terremoto. Ebbene, per un costruttore capace di arrivare a fatturare con lo Stato milioni di euro in pochi anni, le feste comandate erano un piccolo, ma obbligato, dissanguamento finanziario.
Cardinale SepeLo testimoniano le liste dei regali nel periodo 2004-2007, scovate dalla Finanza in un computer negli uffici di Grottaferrata della Anemone Costruzioni. Dalle contabili, si scopre che il maggior fornitore di regali è la gioielleria romana Anatriello, seguita da pochi, selezionati, negozi di lusso della Capitale. Tra i destinatari dei gentili omaggi di "Diego il Munifico", spiccano ovviamente alcuni politici.
cd09 monsignor franco camaldoA cominciare dal sempre presente (nelle liste di Anemone) Pietro Lunardi, ex ministro delle Infrastrutture, al quale arrivavano icone, accappatoi e addirittura dei libri. Mentre al suo autista, Anemone spediva un cesto per Natale. Ben rappresentati anche l'ex ministro Claudio Scajola e i suoi cari. Il politico poi travolto dallo scandalo della casa del Colosseo, ha ricevuto negli anni un'icona di Anatriello, "un accappatoio Cesari per lui e consorte" e altri omaggi.
Spesso consegnati, come si legge nei "file" sequestrati ad Anemone, "da Diego in persona". Nelle medesime liste compaiono pure, sempre alla voce "Scajola", la sua storica assistente Fabiola Santini (per lei anche una vestaglia) e un certo Alessandro Graziani. Regali vari anche per gli ex onorevoli Dc Publio Fiori e Vito Riggio, oggi alla guida dell'Enav.
Antonio Manganelli e Gianni De GennaroOltre che per Guido Bertolaso, il cardinal Sepe, monsignor Camaldo e un'altra dozzina di prelati con disponibilità di cassa. Alla voce "Piazza Zama", la base del Sisde dalla cui costruzione sono partite le fortune di Anemone, si trovano regali per il prefetto Mario Mori, per il generale Francesco Pittorru, per il generale Redditi e per il colonnello Angelo Santo. Alla voce "Viminale" o "Polizia", una gran sfilza di prefetti e super-poliziotti, a cominciare da Gianni De Gennaro e Antonio Manganelli.
MINZOLINIPoi, sempre nelle liste dei regali, c'è il singolare caso di un paio di semi-omonimie eccellenti. Si tratta di un certo "Bonaiuto Paolo onor." e del "dottor Augusto Menzolini di via dei Coronari", che però nell'indirizzario per le buste compare come "Minzolini Augusto", stesso indirizzo e stesso nome dell'attuale direttore del Tg1.