Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

A SINISTRA, C’è UN CASALE DIROCCATO/1 - L’IMMOBILIARISTA ROSSO-MASSONE VITTORIO CASALE AVEVA FATTO I SOLDI COMPRANDO PALAZZI E RIVENDENDOLI A PREZZI FOLLI POCHI MESI DOPO - SOLO CHE POI È ARRIVATA LA CRISI, E IL GIOCO SI È INCEPPATO: IN MANO, OLTRE AL CERINO, GLI SONO RIMASTE QUATTRO BANCAROTTE, 10 MILIONI € DI TASSE EVASE, E UNA MONTAGNA DI DEBITI CON UNICREDIT, UNIPOL, INTESA - È L’ULTIMO TASSELLO A CADERE DI UNA FILIERA DI AFFARISTI AMICI: FIORANI, GNUTTI, CONSORTE…

$
0
0

1 - ARRESTATO PER BANCAROTTA VITTORIO CASALE, ALLEATO DI CONSORTE NELL'ESTATE DELLE SCALATE BANCARIE...
Vittorio Malagutti per "il Fatto quotidiano"

VITTORIO CASALE

Quattro bancarotte e un'evasione fiscale monstre per una decina di milioni di euro. Il tutto condito da una girandola di operazioni finanziarie che sono servite a svuotare l'attivo di alcune società per poi cederle, una volta decotte, a un prestanome. Sono queste le accuse che ieri hanno portato in carcere Vittorio Casale, 51 anni, un nome di primo piano del mondo degli affari, protagonista negli anni scorsi di decine di fortunate operazioni immobiliari con partner di rilievo come Unipol, Pirelli e Italease.

Con Casale sono finiti agli arresti anche il suo braccio destro Francesco Vizzari e il loro presunto complice Gian Guido Bonatti. L'ordine di custodia è stato emesso dal gip milanese Fabrizio D'Arcangelo su richiesta dei pm Luigi Orsi e Gaetano Ruta al termine di un'inchiesta scattata dopo una segnalazione dell'Agenzia delle Entrate per via delle imposte non pagate.

L'intervento della magistratura rischia di dare il colpo di grazia al gruppo immobiliare di Casale riunito sotto le holding Operae e Immofinanziaria. Un gruppo che vantava attività per oltre 2 miliardi euro, ma da tempo era in grave difficoltà a causa del pesante indebitamento con il sistema bancario. Secondo l'analisi della Guardia di Finanza, citata nell'ordinanza di custodia, le due holding "versano in uno stato di sostanziale insolvenza", così come altre società del gruppo. Nel tentativo di evitare il crack, da mesi Casale aveva aperto negoziati con gli istituti di credito.

Massimo DAlema

Tra i più esposti c'è Unicredit, ma prestiti importanti fanno capo anche ai gruppi Unipol e Intesa. Grossi guai anche col Fisco, ma il patron di Operae ostentava sicurezza. Tra i suoi consulenti, secondo quanto emerge dalle carte dell'inchiesta, Casale poteva contare anche sullo studio Picardi Romagnoli Vitali, ovvero gli ex soci del ministro Giulio Tremonti. "Nell'arco di un mese li metto a posto", diceva (intercettato) al telefono l'immobiliarista riferendosi a un'esposizione di 70 milioni nei confronti di Equitalia.

Debiti, perdite, problemi con il Fisco: è questa l'eredità di anni di crescita a passo di carica. Massone dichiarato, Casale si è guadagnato l'etichetta di "immobiliarista rosso" per via dei suoi rapporti con il mondo della finanza cooperativa e in particolare con l'Unipol ai tempi di Giovanni Consorte. In realtà contatti e conoscenze ne facevano un battitore libero, forte di agganci importanti soprattutto nel mondo bancario. Grazie a questi legami e a una straordinaria abilità nelle trattative, spesso condotte su più tavoli, Casale era riuscito a conquistarsi un posto al sole negli anni ruggenti del boom immobiliare.

unipol giovanni consorte 001 lap

A quell'epoca, tra il 2001 e il 2007, complici i bassi tassi d'interesse e la generosità interessata di molti banchieri, una pattuglia di fortunati speculatori ha fatto soldi a palate comprando e rivendendo immobili in una sorta di giostra impazzita. Erano i tempi dei furbetti Stefano Ricucci e Danilo Coppola. A partire dal 2008 il crack globale della finanza e lo sboom del mercato immobiliare hanno prosciugato il lago in cui per anni hanno sguazzato allegramente i campioni del trading.

Anche Casale è stato costretto a fare marcia indietro. O almeno ci ha provato. Ma sul mercato restavano solo i venditori, mentre le pressioni dei banchieri si facevano sempre più insistenti. Come uscirne? Le carte dell'inchiesta di Milano raccontano la gestione allegra ai tempi del boom e poi i salti mortali di un imprenditore con l'acqua alla gola. Un caso su tutti, quello della Operae Parlamento, società creata da Casale per rilevare un palazzo a Roma in piazza del Parlamento messo in vendita dal gruppo Pirelli Real estate. L'affare viene concluso ad ottobre 2004 al prezzo di 60 milioni.

lar44 giamp fiorani

Sette mesi dopo (aprile 2005) lo stesso immobile viene rivenduto per 87 milioni a Banca Italease. Un affare fortunato, a dir poco. I 27 milioni di profitti però servono a finanziare "costi per servizi" per 16,9 milioni. "Il motivo di questi pagamenti è più che sospetto", annota il gip D'Arcangelo. In parte è la stessa holding Operae a passare all'incasso, in altri casi vengono emesse fatture da società che non risulta abbiamo compiuto alcuna prestazione.

Sta di fatto che negli anni successivi la Operae Parlamento viene spogliata di gran parte dell'attivo e a fine 2008 viene ceduta alla Skt, controllata da Gian Guido Bonatti, anche lui, come detto, arrestato ieri. Nel bilancio della società ceduta restano debiti con l'Erario per oltre 7 milioni di euro. Tempo due anni e arriva la bancarotta. Comincia l'inchiesta che porterà in carcere Casale.


2 - ORDINARIA FENOMENOLOGIA DELL'IMMOBILIARISTA DI SINISTRA...
Giorgio Meletti per "
il Fatto quotidiano"

Alla fine i cosiddetti immobiliaristi si assomigliano tutti. E Vittorio Casale non sembra fare eccezione. Lo schema è sempre lo stesso: compro un palazzo a 10, te lo rivendo a 20, tu lo rivendi a 30, io lo ricompro a 40, e così via. Il mercato tira, dicono in genere. E tira sì, se c'è sempre una banca pronta a finanziare gli amici e gli amici degli amici.

9 em gnutti1 lap

Fino a quando, uno dopo l'altro, questi caricaturali capitani d'industria vanno a gambe all'aria: se compro a 50 un palazzo che vale 20 è solo perché spero di rivenderlo a 60 a un altro amico delle banche. Ma chi resta con il cerino in mano, come ogni tanto capita per legge di natura, prima annaspa un po', poi finisce regolarmente in galera. Toghe ostili? Vedremo. Certo è che alle banche nessuno chiede mai spiegazioni, ma questa è un'altra storia.

Sicuramente Casale conferma la regola che per scambiarsi palazzi come figurine le relazioni aiutano. Massone dichiarato e convinto, amico di Francesco Cossiga, in affari con i più bei nomi del capitalismo italiano, sempre pronto a vantare rapporti privilegiati con il mondo dei servizi segreti, l'intraprendente cinquantunenne originario di Parma deve molta della sua notorietà ai rapporti con il mondo nebulosamente definito "dalemiano".

Un legame ricostruito non su prove ma su indizi. Nasce intorno al governo D'Alema, nel 2000, il grande business delle sale Bingo, e Casale è lì, azionista della Codere Italia che diventerà leader del mercato. I Ds di Bologna devono vendere un pacco di immobili, e lui è lì, pronto a comprare. Il boss della Unipol Gianni Consorte, uomo di D'Alema, dà l'assalto alla Bnl nella calda estate dei furbetti del quartierino, e Casale è lì a dargli una mano. Come? Con le relazioni, costruite grazie agli affari, propiziati dalle relazioni.

Pirelli re - marchio

Casale viene arrestato mentre è ancora in corso contro di lui e Consorte un processo per appropriazione indebita al tribunale di Roma. Una storia esemplare. Tra il 2004 e il 2005, proprio mentre preparava l'assalto alla Banca nazionale del Lavoro, Consorte vende circa 130 immobili della Unipol alla società Operae di Casale per circa 250 milioni. Casale in realtà chiude l'operazione con una società veicolo partecipata per il 60 per cento dal fondo americano Glenbrook, rappresentato in Italia dall'avvocato Alvaro Pascotto. Mesi dopo gli immobili vengono girati al gruppo Pirelli Real Estate, e Casale ci guadagna sopra una quarantina di milioni.

Nello stesso tempo Pascotto investe 40 milioni nell'acquisto dello 0,5 per cento della Bnl, su richiesta di Consorte che chiede partner per la sua scalata.
Il giro è sempre lo stesso. Consorte è protagonista della trattativa per la vendita di Telecom Italia alla Pirelli di Marco Tronchetti Provera, nell'estate del 2001. Principale venditore è la Hopa del bresciano Emilio Gnutti, protagonista a sua volta dell'estate delle scalate bancarie: lui e Consorte sono amici e complementari, il primo è amico di Silvio Berlusconi, il secondo di D'Alema.

unipol

Quando partono le scalate bancarie Casale rileva dalla Popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani una quota di azioni Fingruppo (prima azionista di Hopa) che la banca aveva appena comprato da Gnutti. Può sembrare complicato, ma è solo perché i nomi sono sempre gli stessi. E quasi tutti si sono già presi un po' di anni di galera.

Fallita la scalata alla Bnl e cacciato Consorte dalla Unipol (con i nuovi vertici impegnati a dare ai magistrati le carte per il processo di cui sopra) Casale ha tentato di sostenere il suo profilo di immobiliarista solido e di successo. É addirittura circolato il suo nome come possibile salvatore della Pirelli Real Estate rimasta in mutande per la fine della bolla immobiliare (che ovviamente nessun manager sia pur bravo avrebbe potuto prevedere).

Unicredit Banca

Naturalmente ha sostenuto Intermedia, la nuova merchant bank con cui Consorte voleva andare alla riscossa, prima di prendersi tre anni di carcere per la scalata Antonveneta.

É riuscito anche a far scrivere che fra il 2005 e il 2008 aveva gestito immobili per 5 miliardi di euro, e ha cominciato a vagheggiare progetti di quotazione in Borsa, "probabilmente a Milano anche se non escludo di andare a Londra dove la disciplina in materia è già più consolidata". Quando ieri sono andati ad arrestarlo forse ha realizzato che la disciplina in materia è consolidata anche in Italia.

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

Trending Articles