A cura di Enrico Arosio e Primo De Nicola per "l'Espresso"
RENATO BRUNETTA1- PUBBLICA AMMINISTRAZIONE DIGITALE - BRUNETTA SI È PERSO NEL WEB...
Il piano della Pubblica amministrazione digitale del ministro Renato Brunetta fatica a decollare. E l'Europa non perde occasione per mettere a nudo i ritardi accumulati dal ministro. L'ultima sferzata arriva da uno studio pubblicato dalla Commissione europea secondo il quale l'Italia è tra gli ultimi Paesi dell'Unione per utilizzo dei servizi eGovernment, quelli cioè che permettono di rapportarsi via Internet con la PA, per esempio per richiedere un documento o aprire un'attività commerciale.
Nel 2010, infatti, in Italia ha utilizzato i servizi eGovernment il 22,7 per cento della popolazione, contro una media Ue del 42 per cento. Peggio di noi hanno fatto solo Croazia, Grecia, Turchia e Romania. Lontana la Francia, con il 59,2 per cento o la Germania con il 49,8.
ANGELINO ALFANOUn brutto colpo per Brunetta che continua a vantarsi del fatto che l'Italia è tra i pochi Paesi dove risultano disponibili on line tutti i servizi essenziali della pubblica amministrazione, dimenticando le critiche di giuristi come Fulvio Sarzana, Guido Scorza ed Ernesto Belisario secondo cui un servizio può essere disponibile in teoria, ma funzionare male in realtà. Come sta accadendo nel nostro Paese. A. L.
2- POPOLO DELLA LIBERTÀ - ALFANO DOVE LO METTIAMO?...
E Alfano dove lo metto? Nel Pdl è già scoppiata la guerra delle stanze. Per il neo segretario politico, infatti, non ci sono locali disponibili all'interno della sede del partito, in via dell'Umiltà a Roma. I piani alti sono tutti occupati. Come il quinto. Dove Denis Verdini ha ben tre stanze: una per la sua segreteria, una per la caposegreteria e una per sé. Altre due sono per l'ufficio stampa guidato da Luca D'Alessandro (Verdini) e Rita Fantozzi (La Russa). Due anche per La Russa: una per la segreteria personale e una per sé.
Poi c'è l'organizzazione guidata da Maurizio Lupi (un ufficio) e dal suo vice Marco Martinelli (due uffici). Sandro Bondi, esemplare come sempre, per non dispiacere a nessuno si è sistemato al quarto piano. Al quinto ci sarebbe anche un locale per Giulio Tremonti, che non l'ha praticamente mai usato. Ma nessuno se la sentirebbe di toglierglielo. Fuori discussione anche l'ufficio del presidente del partito, Silvio Berlusconi, che in via dell'Umiltà si fa vedere solo per gli auguri di Natale. V. D.
3- LA GUERRA DEI BUFFET - CATERING DI LOTTA E DI GOVERNO...
Cambia il vento anche sul fronte del catering capitolino. Fino a oggi aveva imperversato Relais Le Jardin, la società di Roberto Ottaviani, genero di Gianni Letta. Lunedì 30 maggio, al Macro di Testaccio, all'apertura della mostra di design "Unicità d'Italia", il buffet faraonico, per 2 mila invitati, è stato orchestrato dal Mencarelli Group, fondato dall'imprenditore umbro Rodolfo Mencarelli.
Una quantità mostruosa di mozzarelle di bufala, finger food, parmigiane di melanzane e flan di patate. All'interno, banchetto medioevale con una porchetta gigantesca in un trionfo di ghirlande fiorite. La novità non è irrilevante: anche in occasione di mostre importanti come "Caravaggio e Bacon" alla Galleria Borghese e "Il Potere e la Grazia" a Palazzo Venezia, ad occuparsi del catering era sempre stato Ottaviani. E. AT.
4- ANTIMAFIA - CHI HA UCCISO MONTALBANO...
"Dobbiamo ringraziare il sacrificio di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, del commissario Montalbano...". Queste le parole risuonate in una delle ultime riunioni della commissione Antimafia. Qualcuno ha ammazzato il poliziotto impersonato da Luca Zingaretti? Macché. È solo che, in un momento di stanchezza, il senatore del Pdl Filippo Saltamartini ha confuso la fiction con la realtà. Implacabile la collega Laura Garavini, del Pd: "Forse dobbiamo istituire anche qui la Giornata della Memoria". F. B.
5- FESTE DI PARTITO - A BERSANI PIACE PESARO...
A chi si chiede perché, nell'anno della vittoria elettorale del centrosinistra a Milano e Napoli, né l'una né l'altra città siano state scelte dal Partito democratico in qualità di sede della consueta Festa nazionale di fine estate, i bene informati di Largo del Nazareno spiegano che c'è una motivazione precisa dietro la decisione di tenere a Pesaro - dal 27 agosto all'11 settembre - la 4 edizione della Festa Democratica.
La scelta delle Marche risponde al desiderio del segretario Pier Luigi Bersani di fermare, grazie agli eventi del partito sul territorio, la discesa della Lega Nord nell'Italia centrale. Inoltre, simboleggia l'appoggio a quel "modello Macerata" che tanto piace a Massimo D'Alema. Ma è anche una scelta "da ex Ds", commentano i piddini di area cattolica: si tenne a Pesaro, difatti, la penultima Festa de l'Unità, nel 2006. C. C.
6- FILM COMMISSION - MILANO, CHE SET CARO!...
Ciellino della prima ora, Alberto Contri è stato tra i primi a congratularsi con Giuliano Pisapia sindaco di Milano. Storico presidente di Pubblicità Progresso, e da poco più di un anno della Lombardia Film Commission, che vede tra i suoi soci anche il Comune, Contri sta cercando di colmare il gap con gli stessi organismi di altre Regioni, molto più avanti nelle facilitazioni garantite alle produzioni cinematografiche.
Qualcosa, da Letizia Moratti, ha ottenuto, come l'abolizione delle tasse sull'occupazione del suolo pubblico e dei diritti di immagine, ma sul resto no; per girare un film si continuano a pagare i vigili, i servizi dell'arredo urbano e l'Atm. Risultato, per il suo "Romanzo di una strage", Marco Tullio Giordana, più che a Milano, è andato a girare a Torino e in Piemonte.
Contri è riuscito a tenere le riprese dell'esplosione alla Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana, ma con molti impicci burocratici: che ora spera vengano tolti dalla nuova giunta. Anche perché presto, al quartiere Isola, arriva la troupe di "Benvenuti al Nord", sequel del fortunato "Benvenuti al Sud" di Luca Miniero. VI. P.
7- IL TESORO DEI RIMBORSI...
Due milioni di euro, un autentico tesoretto. Ecco la cifra che i comitati promotori dei quattro referendum del 12 e 13 giugno incasseranno in caso di raggiungimento dell'agognato quorum. A fare la parte del leone saranno l'Idv di Antonio Di Pietro, che ha promosso i quesiti su nucleare e legittimo impendimento, e il Forum di coordinamento
per l'Acqua pubblica (ne fanno parte una ottantina di associazioni), che ha depositato i due referendum sulla questione idrica.
La legge prevede il rimborso di un euro per ogni firma depositata, fino a un massimo di 500 mila firme. Per la cronaca, dal 1999 (anno in cui sono stati istituiti i rimborsi) e fino a questa consultazione, mai i referendum abrogativi hanno superato la soglia del 50 per cento. L'unico rimborsato è stato il referendum sulla Devolution del 2006 che, in quanto confermativo, non prevedeva quorum. G.C.
8- PARLAMENTO IN CIFRE - 397...
sono i giorni trascorsi dalla presentazione in parlamento del "ddl anti-corruzione" da parte del governo. Il provvedimento è bloccato in commissione Affari costituzionali del Senato, dove sono stati presentati oltre 200 emendamenti. Dopo la nomina a segretario del Pdl, Alfano ha individuato le priorità su cui lavorerà prima di dimettersi da ministro della Giustizia: non è presente il "ddl anti-corruzione". Per approvare definitivamente il lodo Alfano, che sospende i processi per le alte cariche dello Stato, erano bastati 20 giorni.
9- PROTEZIONE CIVILE - BERTOLASO SI DIFENDE ON LINE...
Per Guido Bertolaso arriva la prima assoluzione virtuale. Da fine maggio l'ex capo del Dipartimento di Protezione civile è sbarcato sulla Rete e proclama la sua innocenza con un sito che porta il suo nome e cognome. Nel Web sono ora disponibili decine e decine di documenti, prodotti dalla difesa e anche i materiali (a pezzi, a dire il vero) prodotti a suo tempo dall'accusa.
Verbali di interrogatorio, memorie difensive e trascrizioni di intercettazioni: di tutto e di più per descrivere ancora meglio la rete di relazioni di Bertolaso. Si parte dalle telefonate tra l'ingegner Balducci e il sottosegretario Gianni Letta, per passare alla memoria difensiva che Bertolaso ha consegnato ai magistrati di Perugia.
Tra le carte presenti nel sito c'è anche la deposizione che il nuovo capo dipartimento della Protezione, il prefetto Franco Gabrielli, ha reso al difensore del dirigente rinviato a giudizio, l'avvocato Filippo Dinacci. Un documento interessante che dimostra la continuità in Protezione civile: inutile dire che Gabrielli sull'onestà di Guido Bertolaso ci mette la mano sul fuoco. M. G.
10- CHIESA E PEDOFILIA - GESUITI CONTRO...
Onore ai gesuiti. Mentre sui media imperversa l'oltraggiosa vicenda di don Riccardo Seppia, arrestato per gravi abusi su ragazzini, su "Aggiornamenti Sociali" di giugno padre Camillo Ripamonti, teologo morale con laurea in medicina, scrive un saggio coraggioso su "Abusi sessuali e Chiesa". Premessa: i credenti traditi, l'ipocrisia e il colpevole ritardo con cui la Chiesa è intervenuta.
Padre Ripamonti nega il legame tra omosessualità e pedofilia, differenziando tra i profili clinici dei religiosi incriminati. E riporta l'attenzione sulle vittime, che sono sempre "vittime due volte": per la violenza in sé e per la bufera mediatica. La "costrizione a mantenere il segreto" è tanto più odiosa perché imposta da un adulto cui il minore si è affidato con fiducia in quanto autorità spirituale.
Il gesuita del centro San Fedele di Milano, in base a studi americani, ricorda che i preti accusati in modo credibile di abusi pedofili sono in percentuale superiore a insegnanti e operatori sociali, e non tace, infine, il diffuso ricorso ad alcol e droghe. La richiesta è secca: più attenta selezione dei giovani preti; più trasparenza ai vertici della Chiesa. T. M.
11- DOPO ELEZIONI / 1 - BOLOGNA SEMPRE PIÙ ROSA...
A fare meglio è stata la Lega, ne ha piazzate 3 su 4 eletti. Il Pd, a sua volta, 6 su 17; il movimento 5 Stelle, una su 3. Dal dopoguerra, a Bologna, non era mai accaduto. La rappresentanza femminile in consiglio comunale è salita al 33 per cento: 12 donne su 36 consiglieri. Maglia nera al Pdl, che su 6 ne ha eletto una sola, mentre la lista di Amelia Frascaroli (ex sfidante di Virginio Merola alle primarie) una su 4.
Così il Comune emiliano si è tinto di rosa, grazie anche alla scelta del neo sindaco Merola di chiamare a fare parte della sua squadra cinque donne su dieci assessori . "Un segnale politico", dice Simona Lembi, prima tra le elette del Pd. Ora si attende l'infornata nelle società partecipate. Nessun genere potrà essere rappresentato iper meno del 30 per cento. N. R.
12- DOPO ELEZIONI / 2 - PISAPIA, MA SOTTOVOCE...
Milanesi illustri che si rallegrano che sia diventato sindaco Giuliano Pisapia ma non possono (o vogliono) dirlo: Francesco Saverio Borrelli (ex Procura di Milano), Gianfelice Rocca (Techint), Piergaetano Marchetti (Rcs), Piercamillo Davigo (Corte di Cassazione), Roberto Calasso (Adelphi), Giorgio Armani (Armani), Alessandro Profumo (ex UniCredit), Corrado Passera (Intesa Sanpaolo), Stéphane Lissner (Teatro alla Scala), Sergio Romano (ex ambasciatore), Javier Zanetti (Inter). E forse qualcuno anche in casa Moratti. E. A.
13- TOSCANA - QUEL PASTICCIACCIO DI CASTIGLIONE...
La sindaca pasticciona perde il municipio e apre l'ufficio reclami a due passi dal Comune. Monica Faenzi, deputato Pdl, per dieci anni ha tenuto le chiavi del comune di Castiglione della Pescaia. Alle ultime amministrative avrebbe voluto lanciare la sua vice, ma la commissione elettorale ha bocciato la raccolta firme del Pdl per "irregolarità grossolane".
Lei, stizzita, ha fatto ricorso in ogni sede, fino a lanciare l'appello ai suoi concittadini di non andare al voto e minacciare di schedare eventuali traditori. Dichiarazioni azzardate: la Procura di Grosseto ha infatti aperto un'inchiesta e presidiato i seggi. Perse le chiavi del paese e i rappresentanti in consiglio comunale, ora ogni venerdì alle 10 la Faenzi incontra i castiglionesi scontenti. Forse anche di lei. F. Laz.
14- SINDACI RIBELLI - MICHELINO TRICOLORE...
I sindaci della Val Susa sono avvisati: devono moderarsi nell'indossare la fascia tricolore per sfilare alle manifestazioni No-Tav, cosa che fanno con tanto di gonfaloni delle loro città: parola del sottosegretario all'Interno Michelino Davico. Rispondendo a un'interrogazione alla Camera, Davico ricorda "l'opportunità di un uso corretto e conveniente" della fascia tricolore: "Non è un semplice ornamento" ma un elemento distintivo che "sottolinea l'impegno che il sindaco si assume nei confronti dello Stato e della comunità locale".
Prosegue l'esponente del Carroccio: l'alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco "impone un uso corretto e conveniente della fascia tricolore", tale da "non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica, nel cui ambito ogni cittadino è tenuto a partecipare al mantenimento dei valori che lo caratterizzano e lo fondano". Detto da un leghista, non è male. B. C.