Max Cassani per "la Stampa"
Dietrofront, anzi no. «Unexpected Israel», la rassegna milanese dedicata a Israele, si terrà in piazza Duomo, così come stabilito già da un anno. La questura di Milano ha posto così fine alla controversia sulla location dell'evento, una mega esposizione celebrativa in programma dal 13 al 23 giugno, il più grande evento ebraico mai organizzato all'estero.
PISAPIA duo resize milano duomoAll'origine dell'opportunità di spostare l'expo su Israele da piazza Duomo a un'altra sede erano state le minacce lanciate sul Web da comitati antagonisti filo-palestinesi, che contestavano la kermesse e minacciavano di organizzare una contromanifestazione il 18 giugno perché «non tolleriamo che Milano diventi una passerella per un'operazione di propaganda dell'imperialismo sionista».
Comitati che ieri, in una nota, hanno ribadito la volontà di «contestare e smascherare pacificamente l'operazione di ripulitura della politica israeliana», dopo aver incontrato un rappresentante del neo-sindaco Giuliano Pisapia.
Visto il clima, la questura l'altro giorno aveva ipotizzato il trasloco della rassegna dal Duomo all'area del Castello Sforzesco, più gestibile sotto il profilo della sicurezza. Ma subito si sono levate le proteste da parte delle istituzioni israeliane in Italia.
bandiera israele brucita«Cedere alle minacce sarebbe equivalso ad assicurare un successo politico a coloro che stanno diffondendo messaggi di pregiudizio e di odio», hanno dichiarato il presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei) Renzo Gattegna e quello della Comunità di Milano, Roberto Jarach, che hanno espresso «apprezzamento per il comportamento fermo e coerente tenuto dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia e dal questore Alessandro Marangoni».
RENZO GATTEGNATanto più che l'evento, hanno aggiunto, «è finalizzato a rafforzare i rapporti di amicizia e collaborazione tra i due Paesi ed è orientato verso la cultura, il progresso, la tecnologia e l'arte, tutti temi che adeguatamente sviluppati possono solo agire positivamente verso la convivenza e la pace tra i popoli».
La manifestazione, al via lunedì prossimo, prevede un'installazione di 15 colonne sulla piazza del Duomo con altrettanti monitor che illustreranno diverse realtà d'Israele. Tra gli eventi già programmati, il business-forum italo-israeliano il 14 giugno e un appuntamento di grande rilievo culturale il 15 al Teatro Nuovo con lo scrittore David Grossman. E poi mostre, un padiglione di 900 metri quadri e anche un concerto della cantante Noa.
A sostegno dell'iniziativa, in questi giorni, si è mosso un po' tutto l'ambiente ebraico di Milano: 250 intellettuali e personalità legate a Israele hanno lanciato un appello attraverso una lettera aperta indirizzata al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, ma anche al presidente della Regione Roberto Formigoni, al ministro dell'Interno Maroni, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Moratti e Formigoni«Comunque si giudichino le vicende - si legge nell'appello - è inaccettabile che gruppi di estremisti impediscano la libera manifestazione del pensiero, sfidino l'ospitalità dell'Italia e siano decisi a impedire ogni contatto con Israele secondo logiche di apartheid».
Solidarietà a Israele anche dal vicepresidente del Consiglio regionale Filippo Penati, che ha dichiarato come «ogni forma di attacco a un Paese e alla sua comunità nazionale dev'essere condannato con fermezza. Non garantire il regolare svolgimento della manifestazione in piazza Duomo significa cedere a un ricatto antidemocratico inaccettabile».
Da parte sua il neo-sindaco Pisapia si è limitato a ribadire che «Milano è una città aperta e ospitale verso tutti e non può diventare la sede in cui si riproduce uno scontro che da troppo tempo non trova una soluzione positiva e pacifica. Milano è gemellata con Tel Aviv e con Betlemme - ha aggiunto Pisapia - e deve continuare a essere un punto di incontro fra culture, popoli e civiltà».