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1- BERLUSCONI, BOSSI, TREMONTI: TRE UOMINI IN BARCA. ALLA CENA DI ARCORE, LA PAURA FOTTUTA DI BOSSI DI PASSARE DA \"VA PENSIERO\" A \"VA FANCULO\" A PONTIDA. L’ANGOSCIA DI GIULIETTO DI TROVARSI FUORI DAI GIOCHI DI BANKITALIA (VITTORIA DI DRAGHI) E, IN CASO DI NESSUN TAGLIO FISCALE, DI ESSERE SOSTITUITO DA PASSERA. IL TIMORE DEL CAINANO DI NON SALVARSI IL CULO IL 20 GIUGNO SULLA FIDUCIA IN PARLAMENTO 2- I GIORNALI DI OGGI, CHE VIVONO ANCHE DELLA PUBBLICITÀ DELLE POSTE, NON RICORDANO CHE QUANDO FU SOTTOPOSTO AL CDA IL MEGACONTRATTO DA 150 MILIONI ALL’IBM, FU IL PRESIDENTE IALONGO A ESPRIMERE VOTO CONTRARIO SULLE PROCEDURE 3- IL RE DELLE CLINICHE ANTONIO ANGELUCCI E I SUOI FIGLI SONO TERRIBILMENTE INCAZZATI 4- LA MORATTI NON MOLLA: VOLA A PARIGI PER L’ASSEMBLEA GENERALE BIE DELL’EXPO 5- NELLE FILE DI PISAPIA QUALCHE MALUMORE STA DESTANDO (A TABACCI) LO SGOMITAMENTO ECCESSIVO DI DAVIDE CORRITORE, IL 50ENNE DEL PD EX DEUTSCHE BANK

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GIULIO TREMONTI

1 - BERLUSCONI, BOSSI, TREMONTI: TRE UOMINI IN BARCA
Tante cose si sono dette su Giulietto Tremonti, ma nessuno può negare che sia un uomo colto anche se un giorno si lasciò scappare l'infelice battuta: "Con la cultura non si mangia".

È chiaro che all'ex-tributarista di Sondrio che preferisce le citazioni di Kant e la lingua inglese alle volgarità del celodurismo dei "barbari" padani, il raduno di domenica prossima a Pontida non provocherà particolari emozioni.

bossi e renzo

Purtroppo gli hanno ritagliato addosso l'armatura leghista e probabilmente sarà accanto a Bossi e al figlio Trota che insieme a Calderoli hanno annunciato iniziative epocali. Comunque vada Giulietto non ci sta a fare la parte del Barbarossa, cioè del nemico contro il quale nel 1167 nacque l'alleanza dei popoli della Lega nell'abbazia di Pontida. E nemmeno accetta l'ipotesi di diventare l'agnello sacrificale della partita che lo vede arroccato nella difesa dei conti pubblici contro chi vorrebbe abbassare le tasse.

Lui sa benissimo che il leader del Carroccio e il Cavaliere hanno bisogno di un polmone per tirare avanti fino al 2013, ma i segnali arrivati ancora ieri da Bruxelles gli impongono di andare avanti in quella manovra da 40 miliardi in tre anni imposta dalle autorità europee. La sua rigidità è venuta fuori lunedì nella colazione di Arcore e nel vertice dove oltre a Berlusconi, Bossi e a Calderoli che insieme al "Trota" è rimasto il più fedele al leader della Lega, aleggiava nel salone il fantasma della paura.

bossi calderoli

A distanza di due giorni da quel convivio emergono alcuni dettagli che confermano lo stato di ansia e di panico che serpeggia nella roccaforte del Pdl. Il Cavaliere birichino ha una paura fottuta che giovedì della prossima settimana gli arrivi sulla testa la sentenza del Lodo Mondadori con l'obbligo di cacciare 500 milioni nelle tasche del suo nemico storico De Benedetti. È la paura di un padre-padrone che ha visto i figli di primo e secondo letto correre in massa a Palazzo Grazioli per dirgli con amore e linguaggio manageriale: lascia tutto e salviamoci il culo.

Carlo De Benedetti

La paura era visibile anche sul volto contratto dell'Umberto che teme di arrivare al raduno di domenica a Pontida accolto dai fischi del suo popolo. La moglie gli ha raccontato che cosa vomitano molti seguaci dentro "Radio Padania" dove la base vorrebbe mandare al cesso il Tricolore e al grido di "Va Pensiero" mollare gli ormeggi con Berlusconi. In questo scenario Giulietto non ha tempo per indulgere alla mitologia della sacra ampolla del Po e alla retorica pagana che punta alla sopravvivenza sull'avvento del federalismo.

Famiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara Luigi

Anche lui nella sala da pranzo di Arcore, dove ha dovuto digerire il boccone indigesto di chi vuole sciogliere il dilemma tra rigore e sviluppo con un taglio delle tasse, ha visto sulle pareti il fantasma della paura. La sua però è di tipo diverso perché nell'"agenda dei dolori" che cominceranno il 16 con il Lodo Mondadori, proseguiranno a Pontida il 19, e il giorno dopo in Parlamento con il dibattito sulla fiducia per i nuovi sottosegretari, la data più importante è quella di venerdì 24 giugno quando il governo dovrà ufficializzare la nomina di Mario Draghi alla BCE.

Super Mario Draghi

La procedura prevede un passaggio il giorno dopo in Banca d'Italia ed è su questa che si concentrano in queste ore i timori di Giulietto. Se il banco salta e Bossi viene fischiato a Pontida, il ministro dell'Economia può ritornare al suo studio di commercialista senza portare a casa la nomina di Vittorio Grilli a via Nazionale. È questa la partita che gli sta più a cuore e sulla quale ha gli occhi aperti e le orecchie tese perché l'idea che Draghi da Francoforte possa dettare le sue regole a un uomo diverso dal pallido Grilli aprirebbe un varco enorme alla sua autonomia (leggesi: egolatria).

Da sinistra Carlo Baldocci Giulio Tremonti e Vittorio Grilli

A favore di questa ipotesi sono da registrare i movimenti per una candidatura interna alla Banca d'Italia dove negli ultimi giorni sono cresciute le quotazioni di Ignazio Visco, l'economista napoletano che dal gennaio 2007 è vicedirettore generale. I corazzieri del Quirinale sono muti come le statue capitoline, ma qualcuno sostiene che Draghi avrebbe perorato la causa di Visco salendo al Colle almeno tre volte.

Non c'è alcuna conferma dell'eventuale interessamento di Napolitano per il 62enne Visco (sposato e con tre figlie) che dopo l'assunzione nel '72 in Banca d'Italia per cinque anni è stato a capo degli economisti dell'Ocse, ma resta il fatto che le chances in suo favore hanno fatto calare d'improvviso quelle di Fabrizio Saccomanni.

passera e salza nozze

La paura di Tremonti è duplice perché oltre al nome di Visco nel pranzo di lunedì ad Arcore è apparso di sfuggita un altro fantasma sponsorizzato questa volta dal Cavaliere in persona. È quello di Corradino Passera, il banchiere comasco ex-McKinsey reduce da un matrimonio hollywoodiano con Giovanna Salza, la donna che lo ha convinto a prendere casa a Roma sulla via Cassia e ad allontanarsi per sempre da Milano.

Questa mossa può apparire il frutto di una nostalgia domestica, ma più consistente è la voce che Berlusconi avrebbe in tasca il "jolly Passera" per costringere Tremonti a mollare la barricata del rigore.

MASSIMO SARMI

L'"agenda dei dolori" è così ricca da mettere a dura prova i nervi e l'aplomb di Giulietto. Se passerà indenne la prossima settimana si apriranno per lui grandi orizzonti.

2 - POSTE, IL PRESIDENTE IALONGO CONTRO IBM
C'è molta attesa per il consiglio di amministrazione delle Poste che si terrà domani per esaminare le cause del disastro che continua anche oggi e per valutare le iniziative da prendere nei confronti di chi lo ha provocato.

La convocazione è partita dal presidente Giovanni Ialongo, un manager di 67 anni che è nato in una piccola frazione dell'Abruzzo, la stessa regione del suo sponsor politico Franco Marini. Accanto a Ialongo che ha fatto l'intera carriera all'interno di PosteItaliane servendo con fedeltà almeno cinque ministri, ci saranno gli altri consiglieri tra cui Maria Claudia Ioannucci, ex-senatrice di Forza Italia e Alessandro Rivera rappresentante del Tesoro. Tutto fa pensare che sarà un consiglio al calor bianco, una sorta di processo alle scelte compiute da Massimo Sarmi negli ultimi sei anni.

ibm

Tra queste spicca la predilezione nei confronti del fornitore IBM che è il principale colpevole dell'incredibile caos. Oggi il manager dalle orecchie generose è stato convinto dal suo capoufficio stampa Simona Giorgetti a difendere l'azienda in un'intervista a "Repubblica" dove preannuncia una causa legale nei confronti dell'azienda americana.

Il presidente Ialongo e i consiglieri passeranno al setaccio la storia dei rapporti con l'IBM che è iniziata nel 2005 ed è arrivata fino a marzo di quest'anno quando Sarmi ha assegnato a un consorzio guidato da IBM un colossale appalto di 150 milioni per i supercomputer del sistema centrale.

Antonio Angelucci

Di questo percorso molto generoso e poco virtuoso i giornali di oggi, che vivono anche della pubblicità delle Poste, non fanno cenno lasciando che sia soltanto Dagospia nella sua infinita miseria a raccontare la strada seguita da Sarmi e dai dirigenti ex-Telecom che hanno minato al vertice dell'area informatica.

GIANPAOLO ANGELUCCI

Allora tocca a Dagospia ricordare che quando fu sottoposto al consiglio di amministrazione il megacontratto da 150 milioni all'IBM, fu proprio il presidente Ialongo a esprimere voto contrario e a formulare obiezioni sulle procedure di assegnazione. È quindi facile immaginare che domani la dialettica tra l'abruzzese amico di Marini e il manager dalle orecchie generose (ex-amico di Fini e adesso di Berlusconi) esploderà in tutta la sua violenza.

3 - IL RE DELLE CLINICHE ANTONIO ANGELUCCI E I SUOI FIGLI SONO TERRIBILMENTE INCAZZATI
L'ex-portantino del San Camillo che con la licenza media è riuscito a costruire un impero nella sanità e a diventare senatore, ha il cuore gonfio di dispiacere per la scarsa riconoscenza che gli arriva dal Pdl e lo ha portato all'inizio del mese a ipotizzare l'uscita dal partito.

Dal suo punto di vista Berlusconi e i suoi seguaci non dimostrano riconoscenza per l'impegno che la famiglia romana ha messo nella politica e nell'editoria dove mantiene la proprietà del quotidiano "Libero" ma rischia di perdere parecchi milioni di contributi della Presidenza del Consiglio.

Come se non bastasse adesso è arrivata una grana a Montecatini Terme dove Angelucci si contende due enormi immobili in abbandono da anni e situati a due passi dal centro. Si tratta dell'ex-Istituto di cura e delle ex-lavanderie delle Terme, due insediamenti di proprietà delle Terme, controllate a loro volta pariteticamente dalla Regione Toscana e dal Comune di Montecatini.

LETIZIA MORATTI

La loro ubicazione è particolarmente attraente anche se si tratta di immobili soggetti al controllo della soprintendenza ai Beni Architettonici, ma la loro vicinanza con le nuovissime Terme Redi in pieno boom li rende particolarmente appetibili. A contendere l'acquisto è apparso all'improvviso un altro operatore della sanità, Ettore Sansavini, che controlla la holding Santa Maria spa di Lugo di Romagna.

Mentre Angelucci è noto per i suoi trascorsi politici che lo hanno fatto vibrare di passione per Mussolini ed Andreotti, Sansavini è un imprenditore romagnolo pressoché sconosciuto che in pochi anni è riuscito a mettere in piedi un impero da 500 milioni di fatturato. Il suo gruppo è il primo in Italia con oltre 30 ospedali ed è presente anche in Albania, Polonia, Romania e Francia.

Stefano Boeri

Il primo a muoversi per acquisire i due immobili di Montecatini è stato Sansavini e lo ha fatto quasi due anni fa presentando al sindaco Giuseppe Bellandi un progetto per concentrare nei due insediamenti tre cliniche convenzionate con il Servizio sanitario nazionale.

L'investimento è dell'ordine di 25 milioni per l'acquisto delle due proprietà mentre altri 5 serviranno per allestire le strutture sanitarie secondo le direttive della Soprintendenza. Nella contesa Angelucci, carico di dispiaceri politici ed editoriali, si è mosso in ritardo e alla fine di maggio è sbarcato con la famiglia al completo a Montecatini per illustrare il suo piano. L'obiettivo è di installare una clinica per la riabilitazione cardiologica e un'altra per quella neurologica con un impegno di 20 milioni di euro.

BRUNO TABACCI

4 - LETIZIA MORATTI HA INTENZIONE DI ANDARE MARTEDÌ PROSSIMO A PARIGI PER L'ASSEMBLEA GENERALE DEL BIE, L'ORGANISMO CHE HA SCELTO MILANO PER L'EXPO - NELLE FILE DI PISAPIA QUALCHE MALUMORE STA DESTANDO ANCHE LO SGOMITAMENTO ECCESSIVO DI DAVIDE CORRITORE, IL 50ENNE DEL PD CHE VORREBBE FARE LA PARTE DEL LEONE NELL'ECONOMIA DEL COMUNE
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che contrariamente alle previsioni donna Letizia Moratti di Rivombrosa ha intenzione di andare martedì prossimo a Parigi per l'Assemblea generale del Bie, l'organismo che ha scelto Milano per l'Expo.

CORRITORE

Mentre sta meditando sull'opportunità del viaggio cominciano a filtrare le prime crepe tra il direttore dell'Expo Giuseppe Sala e l'archistar Stefano Boeri che vuole difendere il progetto originario di un evento all'insegna della natura e delle tecnologie. Nelle file di Pisapia qualche malumore sta destando anche lo sgomitamento eccessivo di Davide Corritore, il 50enne del Pd che vorrebbe fare la parte del leone nell'economia del Comune.

Ieri Corritore ha rilasciato un'intervista al quotidiano "MF" dove a detta degli osservatori si è "allargato" un po' troppo mettendo in ombra il ruolo che dovrebbe avere il superassessore al Bilancio Bruno Tabacci.

Su Corritore si parla molto nei salotti milanesi dove si cerca di capire le ragioni per cui interruppe la sua esperienza professionale alla Deutsche Bank".

 


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