Cristina Cosentino per "il Fatto quotidiano"
LADY GAGAPer portare a termine l'operazione si sono impegnati i vertici della casa discografica Universal, l'ambasciatore americano a Roma David Thorne e perfino il Dipartimento di Stato americano, e il successo è arrivato: l'11 giugno Lady Gaga sarà sul palco della serata conclusiva dell'Europride al Circo Massimo. Una notizia che gli organizzatori aspettavano da tre settimane e che ha risollevato il morale del comitato di uno degli Europride meno considerato dalla stampa nazionale ed internazionale.
Tanti i nomi che erano graditi agli organizzatori da Kylie Minogue a Britney Spears: uno su tutti quello di Lady Gaga. Del resto la signora Germanotta non ha rivali: è, secondo i settimanali Forbes e Time, una delle celebrità più influenti oltre a essere una delle dieci donne più potenti al mondo. Così anche le star italiane, come Maria Grazia Cucinotta, Paola Barale o Claudia Gerini, già madrine dei Pride italiani, hanno dovuto, volenti o nolenti , cedere il passo alla signora delle classifiche musicali mondiali. "Cosa ci dovremo mettere addosso per farci notare?" si chiede Vladimir Luxuria.
La macchina è partita muovendosi su più fronti: dalla casa discografica Universal che, secondo Angelo Perrone, responsabile degli ospiti per la manifestazione, ha subito abbracciato la causa, sino all'ambasciatore David Thorne. Con quest'ultimo i contatti sono avvenuti proprio nel periodo in cui il Parlamento italiano, e precisamente la Commissione giustizia della Camera dei deputati, affossava la legge sull'omofobia. "Sicuramente la situazione politica italiana ha influito sulla decisione dell'ambasciatore a intercedere nella richiesta" affermano gli organizzatori.
LADY GAGA"L'italia - aggiunge Paola Concia, deputata del Pd e relatrice dimissionaria della legge sull'omofobia - è l'unico Paese fondatore dell'Unione europea a non avere una legge sui diritti degli omosessuali e questa cosa è ben chiara alle istituzioni europee e al Dipartimento di Stato americano". Proprio l'ambasciatore è uno dei più entusiasti del risultato ottenuto, dichiarandosi "felice di apprendere che Lady Gaga abbia accettato di partecipare all'Europride di Roma.
Lady Gaga è un'attiva promotrice dei diritti della comunità Lgtb (lesbo-gay-bisex-trans), che noi riteniamo molto importanti. Sono orgoglioso che un'artista italo-americana di questa levatura venga a Roma e attendiamo con curiosità il concerto".
LADY GAGADel resto l'ambasciatore risponde alla politica del suo governo e tiene a sottolinearne la portata riferendo le parole del Segretario di Stato Usa Hillary Clinton: "Come ha spesso sottolineato, i diritti umani sono diritti dei gay e i diritti dei gay sono diritti umani". Il Comitato ringrazia. E insieme al comitato anche molti gay, lesbiche e transessuali che vedono finalmente riportate alla ribalta, grazie alla presenza della cantante da più di 10 milioni di copie vendute per l'ultimo disco.
GAY PRIDELa sua presenza ha fatto subito salire le stime dei partecipanti: sino a ieri mattina non si prevedevano più di cinquecentomila presenze alla sfilata di chiusura della manifestazione. In serata il numero era quadruplicato, tanto che gli organizzatori si sono riuniti a discutere lo svolgimento dentro gli uffici della Questura. "Un evento che era partito sotto tono - spiega uno degli organizzatori - con la più bassa presenza di sponsor degli ultimi anni, in queste ore sta risalendo di tono e di risonanza".
Gay PrideSì, anche gli sponsor avevano latitato, forse per le polemiche delle settimane precedenti ad opera del sottosegretario Giovanardi sullo spot Ikea, forse per la presenza del Vaticano, fatto sta che anche la Fiat (già sponsor ufficiale dell'Europride di Madrid del 2010) si è defilata per la manifestazione romana. Ora, invece, tutti vogliono salire sul carro dei vincitori e così si attendono le risposte dei sindaci che avevano nicchiato nei giorni scorsi. "Credo che ora qualcosa si muoverà" commentano gli organizzatori.
Gay PrideAd oggi l'unico ad aver dato la propria adesione per la serata conclusiva è stato Nichi Vendola ma, secondo il comitato, finita la composizione delle giunte dopo le amministrative, anche altri daranno l'adesione. Intanto l'incatenamento di fattori fortunati sta dando i suoi primi risultati attraverso l'attenzione dei media che sino a questo momento si erano dimenticati della settimana del pride, a partire da quelli internazionali.
"È vero che tutto ormai si è spettacolarizzato e che c'è voluta Lady Gaga per far parlare di diritti e dignità", commenta Porpora Marcasciano, vicepresidente del comitato. "Questo, però - sottolinea Rossana Praitano, la presidente - è solo il fiore all'occhiello di un lavoro che abbiamo fatto su tutti i livelli, è il risultato della sinergia di tante persone che hanno operato affinché non si parlasse solo di spettacolo.
HILLARY CLINTONDal punto di vista simbolico abbiamo ottenuto il meglio che si potesse ottenere: la location centrale di piazza Vittorio, far lavorare tutte le amministrazioni, avere 35 carri delle associazioni, avere una altissima qualità degli spettacoli, sono state tutte scommesse vinte. È come se seguissimo la scia del passaggio politico che l'Italia sta vivendo".
LAMBASCIATORE USA DAVID THORNEAll'entusiasmo per la situazione politica però si contrappongono le considerazioni di Amnesty International, che parteciperà alla manifestazione di chiusura chiedendo alle autorità italiane "di garantire maggiore sicurezza alle persone Lgbt, colmando al più presto la lacuna legislativa costituita da una normativa che non considera i crimini motivati da discriminazione per orientamento sessuale e identità di genere alla stregua di quelli fondati su altro tipo di discriminazione".
Paola ConciaPreoccupazione, quella dell'organizzazione internazionale, non senza fondamento: proprio per l'11 giugno Militia Christi annuncia un sit-in di protesta "contro questa vergogna e a difesa dei valori della famiglia e della dignità umana". Per ora resta l'unica voce dissonante, ma il polverone sollevato da Lady Gaga non fermerà le reazioni, nel bene e nel male.