Mario Gerevini per "CorrierEconomia - Corriere della Sera"
FRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA BEATRICE PARODITrentaseimila risparmiatori, quelli che hanno i soldi all'ufficio postale. Hanno investito dopo aver sentito solo una parte della storia, l'altra no. Ed è quella più interessante. Loro sono i sottoscrittori del fondo immobiliare Europa 1 gestito da Vegagest, una società controllata da un gruppo di banche di cui la Cassa di Risparmio di Ferrara (Carife) è da anni il dominus. Europa 1 sta litigando in tribunale con Francesco Bellavista Caltagirone per la compravendita di un immobile a Roma da 120 milioni. Un valore pari a oltre un terzo del patrimonio del fondo.
FAUSTO BERTINOTTI FRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTAIl patron di Acqua Marcia vuole vendere e andare a rogito. Il fondo non vuole più acquistare perché l'immobile - dice - non è pronto come pattuito. Intanto il mancato incasso costringe Acqua Marcia, controllata da Bellavista, a chiedere ossigeno alle banche. Però questa è solo l'ultima parte, nota, della storia. Il collocamento Il punto è: come arriva un fondo per piccoli risparmiatori a decidere l'acquisto di un gigantesco immobile da 120 milioni?
FRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA SHULAMITH OREN E MASSIMO TEODORIEd è un caso che il venditore (Acqua Marcia) sia uno dei principali debitori di Carife, primo socio (30%) del gestore (Vegagest) del fondo? Per capire partiamo dall'autunno 2004 quando le Poste e Carife collocano a 2.500 euro le quote del fondo immobiliare Europa 1 che investe in Italia e Paesi Ue. Il patrimonio iniziale è di 283 milioni. Due anni dopo viene quotato e oggi langue intorno ai 900 euro con pochi scambi.
Francesco Caltagirone BellavistaMa i risparmiatori possono continuare a sperare fino alla scadenza fissata a fine 2014, anche se alcuni, preoccupati hanno scritto ai siti dei consumatori. «Nel lontano 2004 mi sono recato in posta per investire 115 mila euro, sudore di 42 anni di servizio utile nello Stato, e mi hanno fatto sottoscrivere quote del fondo immobiliare Vegagest Europa 1» .
FRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA BARBARA PARODIUn altro, nel 2004: «Mia suocera è andata in posta per rinnovare dei buoni postali e il direttore dell'ufficio le ha fatto sottoscrivere tutti i suoi risparmi (55 mila euro) nel fondo immobiliare Europa 1» . I finanziamenti Intanto in quegli anni alla Carife brilla la stella di Gennaro Murolo, intraprendente direttore generale che amplia (fin troppo disinvoltamente, dirà poi Bankitalia) gli orizzonti della banca e si scopre gran finanziatore di Bellavista Caltagirone e in particolare dei suoi alberghi siciliani. Tra l'ingegnere romano e il direttore ferrarese c'è grande sintonia.
FRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA MARIA LATELLADi Piazza Navigatori a Roma si parla per la prima volta in un consiglio di amministrazione di Vegagest nel 2007. Acqua Marcia sta costruendo un complesso misto direzionale e commerciale con parcheggi. Il dossier in Cda viene portato proprio da Murolo. L'ipotesi è che il fondo Europa 1 acquisti una fetta consistente di quel progetto. La prima bocciatura Presidente della sgr era, allora, Paolo Ranuzzi, un professore universitario di politica economica. La pratica Piazza Navigatori/Acqua Marcia non decolla, ma la pressione di Carife è forte.
FRANCESCO CALTAGIRONE BELLAVISTA AUGUSTO MINZOLINChe cosa fa Ranuzzi? Chiede pareri tecnici. Henri Schmit, il manager che si occupa dei progetti speciali, boccia l'operazione. E anche Alberto Bollea, all'epoca responsabile dei fondi immobiliari, si schiera contro. I pareri esterni sono assai tiepidi: prezzo elevato (e pare fosse inferiore ai 120 milioni concordati due anni dopo), difficoltà di copertura finanziaria, eccessivo ricorso alla leva. Così il cda delibera di non procedere.
Per un po' non se ne parla, intanto Ranuzzi viene sostituito e qualcuno dice che paga l'opposizione a Murolo. A inizio 2009, due anni dopo, si torna a parlare di Piazza Navigatori. Il potere di Murolo è ai massimi, ma si intravede qualche crepa e Bankitalia sta avviando un'ispezione in Carife. L'«affare» con Bellavista ritorna sul tavolo di Vegagest.
FRANCESCO BELLAVISTA CALTAGIRONE ENRICO MENTANASi accumulano carte e approfondimenti. L'operazione, però, sembra avere una sponsorizzazione «politica» più che tecnica. Tra i favorevoli i consiglieri Murolo, Felice Cirulli e il presidente di Vegagest Ermanno Rho. Freddi se non apertamente contrari i tecnici e i gestori (Bollea, diventato nel frattempo direttore generale, Massimo Morlotti, Salvatore Ciccarello, attuale amministratore delegato) e i consiglieri espressi dalla Cassa di San Miniato. Retromarcia Il 29 luglio 2009 la delibera passa, ma agli atti restano le perplessità del direttore generale Bollea: operazione rischiosa, non ci sono soldi, la leva finanziaria arriva pericolosamente vicino ai limiti consentiti da Bankitalia.
BANKITALIAEsattamente come due anni prima. Bollea qualche mese dopo lascerà Vegagest. Dunque il fondo Europa 1 con i suoi 36mila sottoscrittori si impegna ad acquistare entro il 2010 per 120 milioni (25 li sborsa subito) l'immobile romano per il quale Bellavista Caltagirone garantisce un rendimento del 7%per sei anni. Per Carife, esposta con Acqua Marcia, è un bel sollievo. soldi del fondo, in teoria, potrebbero servire ad alleggerire la posizione. Ma nel cda che vara l'operazione (assente Ciccarello) Murolo dice: nessun conflitto d'interessi.
Lo stesso Murolo poche settimane dopo viene «dimissionato» e Carife, scossa dall'ispezione di Bankitalia, è informalmente e temporaneamente «commissariata» da Giuseppe Grassano, un banchiere d'esperienza apprezzato da Mario Draghi. Arriviamo così al 2010 con il contenzioso tra Acqua Marcia e Vegagest. Un giudice deciderà. Ma ai 36 mila rimarrà il dubbio che quell'operazione fosse pilotata e non nell'interesse del fondo.