1 . FERRARA RADUNA I «SERVI LIBERI» DEL PREMIER: COME REAGIRE?
Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"
Un'adunata di «liberi servi» per «fare la festa» a Silvio Berlusconi. Giuliano Ferrara, dopo la «mutandata» del febbraio 2011, torna sulla scena, sfoderando lo stile glamour e situazionista dei momenti difficili e organizzando un raduno al Teatro Capranica, mercoledì alle 10, per scatenare una «volitiva e inconcludente discussione sul disastro di Milano e dintorni» . Ci sarà anche il «caro amico Silvio» , in forma di convitato di pietra, anzi, di cartone, visto che i convocati alla maratona oratoria si dovrebbero rivolgere a una sagoma cartonata del Cavaliere.
Giuliano Ferrara a CapriE visto che Ferrara non ha alcuna intenzione di fare a meno di lui: «Moretti disse: con questi leader non vinceremo mai». Noi diremo il contrario: non vinceremo con alcun altro leader, perché questo centrodestra ancora insufficiente e primitivo non può fare a meno del suo carisma. Quindi serve Berlusconi, ma il vero Berlusconi».
Il direttore del Foglio chiama a raccolta innanzitutto i giornali di centrodestra che sostengono il presidente del Consiglio, dal Giornale a Libero, fino al Tempo. Li (e si) definisce, con ironico ossimoro, «servi liberi e forti» .
Marco TravaglioDove la servitudine è rappresentata da una devozione mai venuta meno al «nostro idolo infranto», ovvero a Berlusconi. E la libertà consiste nelle critiche, che non sono mancate dopo la sconfitta alle Amministrative. Per Ferrara occorre «reagire per il bene del Paese, che sembra amarci un cicinin meno di una volta». Non che lui stesso abbia le idee chiarissime su come farlo: «Cerchiamo di spiegare in pubblico quel che non abbiamo ancora capito nemmeno noi».
berluscaMa si tratta di artificio retorico, visto che basta arrivare alla seconda colonna del suo editoriale di ieri per capire il punto: «Bisogna cambiare qualcosa. E nella storia italiana di questi anni non c'è altro qualcosa che il qualcuno, Berlusconi. Girarci intorno è prendersi per il culo. Iddu deve cambiare. Stile, modi, procedure. Deve riaversi dal monologo infinito, ripetitivo» .
Ferrara dunque torna al suo punto fermo: Berlusconi. E come nella manifestazione «In mutande ma vivi» aveva chiesto il ritorno al Berlusconi del ' 94 contro il Berlusconi «ingessato, come Breznev» , così ribadisce la necessità di un ritorno al passato che faccia ancora leva sul suo «carisma un po' bislacco» .
VITTORIO FELTRICome aveva scritto qualche giorno fa, «o Berlusconi cambia tutto o cambieranno lui» . Non bastano «due anni di governo antifiscale» , non basta evidentemente rinnovare dall'alto i vertici del partito. Per Ferrara il premier deve fare «una rivoluzione democratica» del partito e per farla deve utilizzare lo strumento delle primarie, per eleggere il presidente del Pdl e i coordinatori regionali.
«Un azzardo» , forse «una belinata» , riconosce Ferrara. Ma comunque un modo di reagire, un'alternativa alla palude post elettorale. Tenendo sempre a mente che «il problema è lui: la sua riluttanza a essere se stesso e non la caricatura che ne fanno i suoi nemici» . Mercoledì l'appello ai «servi liberi e forti» perché «una fantastica stagione politica non merita di avvizzire così» .
sallusti2 - MUTATIS MUTANDIS
Marco Travaglio per "il Fatto quotidiano"
Acquistando Il Foglio si rischia di raddoppiarne le vendite. Ma, ogni tanto, ne vale la pena (anche perché lo paghiamo comunque, anche quando non lo acquistiamo). Da quando quell'accolita di beghini teocon, ateocon, neocon, ma soprattutto con (à la française) s'è convertita al libertinismo per difendere il padrone cochon, in redazione gira roba buona. Ieri per esempio Giuliano Mutanda lanciava una meritoria iniziativa al teatro Capranica: "Festa per il caro amico Silvio. Libera adunata dei servi del Cav.".
SALLUSTI BerluschinoFormazione tipo: Ferrara, Belpietro, Feltri, Sallusti, Sechi. Sono i direttori di Foglio, Libero, Giornale e Tempo, che quando qualcuno s'azzarda a chiamarli "giornalisti berlusconiani", anziché arrossire per il complimento, si inalberano e fanno la faccetta offesa. Fingendo di prendersi in giro, il Platinette Barbuto si appella ai "servi liberi e forti", facendo il verso all'appello di don Luigi Sturzo nel 1919 per il Partito popolare. Solo che Sturzo si rivolgeva "a tutti gli uomini liberi e forti, che in questa grave ora sentono alto il dovere di cooperare ai fini superiori della Patria, per gli ideali di giustizia e libertà".
SANTANCHE-SALLUSTIFerrara invece si rivolge a tutti i dipendenti e aspiranti tali non per gli ideali, ma per conservare gli stipendi: non tanto la Patria, ma "il nostro bene di liberi servi del berlusconismo". Il tutto nel timore dell'"ordine del giorno Grandi che aspetta solo, per incarnarsi, il 25 luglio": quando il re o chi per lui potrebbe infilare il Cainano in ambulanza e farlo scortare da robusti infermieri in un'apposita struttura sanitaria. Per evitarlo - delira il Mutanda - "bisogna cambiare qualcosa", anzi "il qualcuno, Berlusconi".
SALLUSTIIl quale, alla veneranda età di 75 anni, dovrebbe "cambiare stile, modi, procedure" per la bella faccia di Ferrara: mettere su "un governo antifiscale" (un ossimoro), indire succulente "primarie per eleggere presidente Pdl e coordinatori regionali" e tornare a "essere se stesso e non la caricatura che ne fanno i suoi nemici". Essendo notoriamente molto intelligente, Ferrara non capisce che quella del vecchio puttaniere pluri-imputato che si occupa solo dei processi e degli altri cazzi suoi non è la caricatura: è la fototessera. Ma - l'abbiamo detto - Il Foglio di ieri è psichedelico.
BELPIETROSotto l'Elefantino, un tal Alessandro Giuli si esercita in un lavoretto di lingua davvero pregevole. Titolo: "Sconfitto, il Cav. resta il più fico". Svolgimento: "Il Cav. ancora una volta si è dimostrato il più generoso e temerario della sua schiera... il Demiurgo delle Libertà... il più intelligente nel cogliere il kairòs della politica, momento perfetto per aprire la porta della storia nazionale e buttarcisi dentro; il più sensibile nell'ascolto umorale del suo popolo; il più destro nel dosaggio di strategia e tattica; il più cinico... dunque il più ingenuo... Il superbo, infaticabile narcisista e geniale gaffeur di Arcore uscito sconfitto da se stesso.
Belpietro + Rubina Affronte lancia il fumogeno a BonanniPerché i grandi si fanno vincere soltanto dal proprio doppio, da quella parte migliore di sé che - in assenza di contendenti all'altezza - a un certo punto dice basta e vela la mente inducendo all'errore fatale". Slurp. Più sotto si celebra un altro eroe dei nostri tempi: Minzolingua, a cui "la spectre della par condicio" (l'Agcom) avrebbe financo "vietato di intervistare il premier": ecco, il Direttorissimo marcia ogni giorno su Palazzo Grazioli per strapazzare B. con le sue domande scomode, ma ogni volta trova sull'uscio l'Agcom a sbarrargli la strada.
CARLO DE BENEDETTI MARIO SECHIOra la Spectre, non contenta di averlo privato della carta di credito aziendale costringendolo addirittura a pagarsi le ferie di tasca sua, lo perseguita perché "culturalmente di minoranza nel servizio pubblico" (nel senso che anche l'ultimo usciere Rai è più colto di lui) e vorrebbe mettergli gli "schiavettoni" per un "reato di opinione". Se dovesse accadere, ci batteremmo come un sol uomo per impedirlo. Ma i mutandieri si rassicurino. Nel caso di specie, quello di opinione si configura come reato impossibile: se mai Minzolingua ha avuto un'opinione, non era la sua.