1 - LIBIA: NATO; ESTESA MISSIONE MILITARE, ALTRI 90 GIORNI...
(ANSA) - La Nato ha deciso oggi di prolungare per altri 90 giorni la missione militare in Libia, Unified Protector. Lo hanno reso noto fonti diplomatiche.
"Con questa decisione la Nato e i suoi partner inviano un chiaro messaggio al colonnello Muammar Gheddafi", ha dichiarato il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. "Siamo determinati a continuare le nostre operazioni per proteggere il popolo della Libia. Sosterremo i nostri sforzi per soddisfare il mandato ricevuto dalle Nazioni Unite". Rasmussen sottolinea anche che la proroga della missione, che inizialmente era stata stabilita a 90 giorni come da procedura standard, invia un chiaro messaggio al popolo libico, al fianco del quale l'Alleanza e la Comunità internazionale continueranno a stare solidali.
Frattini e il vice dei ribelli libici Ali Al Isawi
2 - FRATTINI, CON ENI-UNICREDIT FONDI A CNT...
(ANSA) - Oggi, nel corso della sua visita a Bengasi Frattini ha parlato di concreti aiuti italiani alla popolazione libica con "enormi quantità di carburante ed enormi somme di denaro", attraverso Eni e Unicredit, per "centinaia di milioni di euro. A dare l'annuncio della firma di un memorandum di intesa con il Cnt è stato lo stesso ministro degli Esteri italiano, al termine dell'incontro col presidente del Cnt Mustafa Abdel Jalil, "un amico dell'Italia e rappresentante di uno Stato amico dell'Italia".
Eni e Unicredit, ha spiegato il titolare della Farnesina, "si impegnano a fornire benzina e denaro avendo come garanzia, attraverso la Sace, gli asset molto importanti" del regime libico congelati in Italia a seguito delle sanzioni Onu. Il contributo del gruppo petrolifero ammonterà a 150 milioni di euro, mentre dalla banca italiana - in cui la Libia di Gheddafi ha partecipazioni congelate - arriveranno alcune centinaia di milioni di euro.
Frattini a Bengasi dai ribelli libici
3 - 10 MARZO 2011: LIBIA, FRANCIA APRIRÀ AMBASCIATA A BENGASI
La Francia aprirà un'ambasciata a Bengasi. Lo annuncia il canale tv satellitare France24 via Twitter. Ricevuto all'Eliseo dal presidente Sarkozy, è scritto su France24.com, il Consiglio nazionale di transizione (CNT) libico ha annunciato, insieme al presidente francese, l'apertura di un'ambasciata a Bengasi e la riapertura dell'ambasciata libica a Parigi. La Francia ha riconosciuto il CNT come solo rappresentante legittimo del popolo libico.
4 - FRATTINI A BENGASI INAUGURA IL CONSOLATO ITALIANO: "GHEDDAFI FINITO - LASCI IL POTERE E IL PAESE"
Da "Repubblica.it"
Prima visita a Bengasi per il ministro degli Esteri Franco Frattini che oggi, nella capitale dei ribelli libici, ha inaugurato la nuova sede del consolato italiano, di fatto una sorta di ambasciata presso gli insorti. Una visita definita "illegale" dal regime di Moammar Gheddafi. Il rais "è finito, deve lasciare il potere e il Paese", ha detto Frattini, che ha incontrato i vertici del Consiglio nazionale di transizione libico.
Aereo NatoIl Colonnello ha risposto confermando al presidente sudafricano Zuma di non avere alcuna intenzione di lasciare il potere e diffondendo le proprie cifre sulle vittime civili dei raid Nato: 718 i morti dal 19 marzo al 26 maggio, 4.067 i feriti, come riferisce il portavoce del governo libico Mussa Ibrahim. Ma il regime vacilla e i segnali si susseguono: dopo gli otto ufficiali, fra cui cinque generali, fuggiti ieri grazie all'intervento dei servizi segreti italiani, altri cinque graduati hanno abbandonato Gheddafi e sono fuggiti in Tunisia.
"Gli aiutanti di Gheddafi sono scappati, non ha il sostegno internazionale, i leader del G8 lo rifiutano: se ne deve andare", ha rimarcato Frattini, che considera un obbligo continuare con la pressione militare e con il rafforzamento delle sanzioni economiche "per assicurare che il processo avviato dal popolo libico sia irreversibile". Augurandosi poi di poter incontrare la prossima volta i rappresentanti del Cnt in una Tripoli liberata.
Frattini ha avuto un colloquio col presidente del Consiglio degli insorti, l'ex
ministro della giustizia Mustafa Abdul Jalil e altri esponenti dell'opposizione, per fare il punto sugli ultimi sviluppi della crisi e dell'azione internazionale, dopo la recente riunione dei ministri degli Esteri Ue del 23 maggio 1 a Bruxelles e il G8 di Deauville 2. L'Italia si impegna a garantire, attraverso Unicredit ed Eni, aiuti finanziari e nel settore petrolifero ai rivoltosi, ha detto. "Nel documento si ribadiscono il riconoscimento politico del Consiglio, e l'impegno attraverso Eni e Unicredit" per far ripartire il settore petrolifero e per assistere la popolazione, ha riferito Frattini in conferenza stampa. Il capo della diplomazia italiana ha spiegato che saranno aperte linee di credito per "centinaia di milioni di euro" garantite dalla Sace, che potrà rivalersi eventualmente sugli asset congelati al regime di Gheddafi.
LA NOTA DEL REGIME
Il ministero degli Esteri libico, in una nota, "condanna fermamente questa visita illegale, che rappresenta una violazione delle norme e delle convenzioni internazionali ed un'ingerenza negli affari interni di un paese membro sovrano ed indipendente, dell'Onu". Secondo Tripoli la visita di Frattini a Bengasi "non favorisce gli sforzi messi in campo per trovare una soluzione pacifica alla situazione in Libia, in particolare il foglio di via dell'Unione Africana". "La riapertura di un consolato generale a Bengasi, senza coordinamento preliminare con le autorità ufficiali è contrario alle norme e alle tradizioni diplomatiche", si legge ancora nella nota.
MEDIAZIONE UA IN STALLO: "IL RAIS NON VUOLE ANDARSENE".
Appare intanto fallita la mediazione tentata dal presidente sudafricano Jacob Zuma, giunto nella capitale libica per conto dell'Unione Africana. Zuma ha ribadito che il Colonnello è "pronto ad applicare il piano di pace" messo a punto dalla Ua, e dunque a proclamare un cessate il fuoco immediato per poi "avviare un dialogo" aperto a tutti i libici. Ma "non è disposto a farsi da parte": Gheddafi non accetta cioè la condizione imprescindibile posta dalle opposizioni alla fine alle ostilità. Zuma se l'è presa con la Nato, i cui continui bombardamenti a suo dire vanificherebbero ogni sforzo negoziale.
Nato: Non ci sono truppe sul terreno. La Nato, dal canto suo, ha negato di avere uomini sul terreno libico, come sembravano invece mostrare le immagini trasmesse dalla televisione Al Jazeera, in sui si vedono sei uomini armati, apparentemente occidentali, secondo alcune fonti britannici, insieme ai ribelli libici nei pressi di Misurata. L'Alleanza atlantica, ha detto da Napoli il portavoce dell'operazione "Unified Protector", Mike Bracken, "non ha truppe sul terreno".
5 - LAMPEDUSA, SEQUESTRATO YACHT EX PRESIDENTE BEN ALI'...
ANSA - La Guardia di Finanza ha sequestrato a Lampedusa(Agrigento) un grande yacht risultato di proprietà dell'ex presidente della Repubblica di Tunisia Ben Ali, in esilio in Arabia Saudita dallo scorso mese di gennaio.
Il provvedimento di sequestro della lussuosa imbarcazione, ormeggiata nel porto dell'isola e formalmente di proprietà di un nipote dell'ex presidente tunisino, è stato emesso dalla Corte di Appello di Roma dopo complessi accertamenti patrimoniali svolti da finanzieri del nucleo di Polizia Tributaria di Roma. L'attività delle Fiamme Gialle è derivata da una rogatoria internazionale, in base a una convenzione stipulata nel 1967 fra Italia e Tunisia, con la quale l'Autorità giudiziaria tunisina ha chiesto ai magistrati italiani di individuare e sequestrare i possedimenti dell'ex Capo dello Stato nordafricano e dei suoi familiari, in quanto ritenuti beni di proprietà del popolo tunisino.
I militari sono così risaliti al natante, un Atlantique 43 lungo 14 metri e del valore di circa un milione di euro, al quale sono stati apposti i sigilli. Nel corso dell'operazione della Guardia di Finanza vi é stato un intenso scambio informativo con l'Interpol, che sta coordinando l'attività delle polizie di oltre 20 Paesi impegnate nella ricerca del patrimonio di Ben Ali e della sua famiglia.