1 - STRAUSS KAHN E LA STRATEGIA DEL SILENZIO
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Da "Le Figaro" - La strategia imposta è quella del silenzio. Il celebre penalista Banjamin Brafman, che guida la difesa di Dominique Strauss-Kahn dall'accusa di violenza sessuale di fronte alla giustizia americana, ha prescitto l'assoluto riserbo a tutto l'entourage giuridico dell'ex capo dell'Fmi. E questo nonostante in passato, nei casi precedenti di cui si è occupato, Brafman non fosse parco di commenti alla stampa. Secondo i cronisti americani questo silenzio nasconde la volontà di puntare tutto, al momento giusto, sul rapporto consensuale.
STRAUSS KAHNIn tribunale, il giorno in cui Strauss-Kahn viene rilasciato, c'è solo l'avvocato William Taylor. Brafman è in Israele e parla solo con il quotidiano "Haaretz" e la tv "Tf1", dicendo soltanto di essere convinto che il suo assistito alla fine verrà assolto. Come fa ad esserne così sicuro? L'avvocato, che difese anche Michael Jackson, è consapevole del fatto che la giustizia americana, molto dura all'inizio dei lavori, lo è meno alla fine. Per essere dichiarati colpevoli, in effetti, è necessario che tutti e 12 i giurati estratti a caso tra la popolazione newyorkese votino a favore.
E per votarla ne devono essere convinti "oltre ogni ragionevole dubbio". La strategia di Brafman, quindi, è quella di instillare il dubbio nei giurati. Ne basta uno per salvare Strauss-Kahn. È per questo che sta indagando a fondo nella vita della cameriera del Sofitel che accusa il suo assistito: vuole trovare qualcosa in grado di minarne la credibilità.
L'AVVOCATO BRAFMAN E STRAUSS KAHNIn una lettera inviata al giudice della Corte Suprema dello Stato di New York Michael Obus, Taylor e Brafman, lamentandosi della continua fuga di notizie, soprattutto da ambienti di polizia, affermano di aver già raccolto una testimonianza in grado di pregiudicare molto la credibilità dell'accusatrice. E se non l'hanno spifferata alla stampa, scrivono, è perché non vogliono influenzare prematuramente in futuri giurati.
In un grande processo all'americana, il silenzio può essere d'oro e la parola d'argento, fino al momento in cui la giuria popolare è chiamata a decidere. È allora che gli avvocati, dopo averli preparati a delle rivelazioni sensazionali, sparano il colpo finale.
LA NUOVA CASA DI DSK A NEW YORK PHOWWW2 - LO SHOCK DEI FAMILIARI DI DSK QUANDO HANNO APPRESO DELL'ARRESTO
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Da "Libération" - Storditi e increduli, i familiari di Dominique Strauss-Kahn raccontano che cosa stavano facendo domenica 15 maggio, quando hanno saputo dell'arresto dell'ex capo dell'Fmi, a New York. Uno shock dal quale non si sono ancora ripresi. Il primo tweet è arrivato nella notte di sabato. Quel giorno, per loro, è come il giorno dell'assassinio di Kennedy o come quando Armstrong ha messo piede sulla luna. Come l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Quello che stavano facendo quando hanno appreso la notizia non se lo scorderanno mai più.
ANNE SINCLAIR DOMINIQUE STRAUSS KAHN E PIERRE MOSCOVICI3 - LE FASI DI UN PROCESSO FUORI MISURA
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Da "Les Echos" - La prossima udienza, prevista per lunedì, inaugura un periodo in cui la guerra legale si mescolerà alla guerra dei media. Nessun Grand jury, stavolta, ma una semplice udienza in cui il giudice designato fisserà il calendario per la presentazione dei documenti raccolti e delle testimonianze. Si apre quindi un periodo lungo vari mesi, durante il quale l'accusa e la difesa andranno a costruire, ciascuna per la propria parte, i loro fascicoli in vista del processo. Quali strategie? Quali rischi per Strauss-Kahn? Cosa può negoziare? E quanto gli costerà il tutto?