1 - DE MAGISTRIS SI AUTOSOSPENDE DA IDV...
Carlo Tarallo per Dagospia
Giggino e Libertà (da Tonino): manco il tempo di farsi la prima barba da sindaco e De Magistris annuncia la sua autosospensione dall'Italia dei Livori: "Mi sembra giusto - smanetta Giggino - visto che voglio essere il sindaco di tutti ma preciso che non si tratta certo di una presa di distanza dal partito nè da Di Pietro con il quale avevamo e abbiamo un legame forte". Approdi terzopollisti in vista? Manco per niente: va bene che l'Impasquinato sarà presidente del consiglio comunale, va bene la telefonata a Gianbecchino "per gli auguri istituzionali", ma l'ex pm non ha la minima intenzione di farsi incarfagnare e per avere le mani libere (eheh) a Manetta pensa (Why Not) a un suo movimento.
Smentite in vista? Sarà, ma sarà pure che pochi giorni fa Di Pietro, a Porta a Porta, a un certo punto si fece scappare il lapsus dell'anno: "Se Luigi de Magistris diventerà sindaco di Napoli - disse Tonino, prima di rettificare qualche minuto dopo - lascerà l'Idv". Arrvò la precisazione: "Volevo dire che lascerà il ruolo di responsabile Giustizia di Idv", ma oggi si torna punto e a capo.
DE MAGISTRIS resizeL'Italia dei valori sta stretta a De Magistris, e del resto che i rapporti tra i due non siano esattamente come quelli tra William e Kate e cosa nota: ora che ha trionfato a Napoli, Giggino pensa a un movimento trasversale, niente destra né sinistra, i voti arrivano da qualsiasi parte e lui, in queste elezioni, l'ha sperimentato alla grande...
2 - NAPOLI, BILANCIO: UNA "PILLOLA AVVELENATA" PER DE MAGISTRIS?
(9Colonne) - "C'è una pillola avvelenata sul tavolo del nuovo sindaco di Napoli, Luigi De Magistris". Lo scrive l'economista Massimo Lo Cicero sul sito finanziario firstonline.info. "Il bilancio preventivo per il 2011 - spiega Lo Cicero - andava approvato entro il 1 gennaio 2011. Si potevano avere due proroghe di tre mesi ed il Governo le ha concesse.
Se, al 30 di giugno del 2011, non fosse approvato il bilancio preventivo al 2011 la mancata approvazione nei termini previsti sarebbe una causa di scioglimento del Consiglio Comunale alla quale seguirebbe la nomina di un commissario ad acta, dopo la formale diffida da parte del Prefetto. Il Governo, insomma, aspetta al varco il nuovo sindaco".
3- A NAPOLI NIENTE TERMOVALORIZZATORE - DE MAGISTRIS PARTE CON IL PIANO RIFIUTI: SUBITO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA
Mariano Maugeri per "Il Sole 24 Ore"
«Via i bicchieri di plastica dal Comune!». Luigi de Magistris, sindaco di Napoli a furor di popolo, l'aveva scritto nero su bianco sul suo programma elettorale, punto esclamativo compreso. Se questo è il buongiorno, tutte le scelte ambientali del neosindaco sono in linea con l'assunto.
Rosa Russo Iervolino
E allora: niente termovalorizzatore a Napoli Est, raccolta differenziata porta a porta (PaP), che entro sei mesi dovrebbe raggiungere il 70 per cento (ora viaggia intorno al 18%), creazione di impianti di compostaggio anaerobi e poi sostituzione degli attuali Stir (impianti per la tritovagliatura dei rifiuti) con impianti Tmm, cioè per il trattamento meccanico manuale. Detta così sembra un'idea facile facile.
In realtà si tratta di una vera rivoluzione verde. Inutile girarci attorno: la green economy di De Magistris, il cui grande suggeritore è stato l'ex deputato di Rifondazione comunista Tommaso Sodano, nemico giurato dell'ex ministro all'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, ha giocato un ruolo determinante nel suo trionfo elettorale.
napoli mare monnezzaUna scelta radicale quanto si vuole, che ha il pregio della chiarezza. I napoletani erano e sono disgustati dalla tragicommedia della monnezza. Un Vietnam che uno dopo l'altro ha ingoiato - diremmo tritovagliato - tutti coloro che hanno provato a cimentarsi con un problema risolvibilissimo, ma a patto di possedere un metodo.
Da Bassolino giù giù fino a tutti i successori al commissariato all'emergenza rifiuti, nessuno ha concepito e applicato una road map che nel giro di tre anni avrebbe portato Napoli fuori dall'inferno. Sui cumuli di rifiuti alti tre metri ha trionfato alle Politiche del 2008 Silvio Berlusconi.
COSENTINO CALDORO jpegE su una strada lastricata di monnezza si è srotolata la carriera di Guido Bertolaso, che spunta poteri speciali e la medaglia di sottosegretario ma sul finire del 2009 abbandona Napoli a un'ordinaria amministrazione impossibile e a una legge sulla provincializzazione del ciclo dei rifiuti che a molti appare come un regalo al neoeletto presidente della Provincia di Napoli Gigino Cesaro e al suo grande sponsor Nicola Cosentino.
L'affare sta nel dettaglio: la riscossione della Tarsu, la tassa sui rifiuti, diventa di competenza provinciale. Nel momento in cui suona la campana della nuova normativa, il 1 gennaio del 2011, si scopre che le amministrazioni provinciali non sono ancora attrezzate e si decide di prorogare il passaggio delle competenze di un anno. Nel frattempo, la Regione requisisce le aree sulle quali si dovrò costruire il nuovo termovalorizzatore di Napoli Est e in piena campagna elettorale per le amministrative di Napoli pubblica il bando di gara per l'inceneritore.
Berlusconi e Bertolaso al termovalorizzatore di AcerraSe avesse prevalso Gianni Lettieri, nulla quaestio: l'ex presidente degli industriali di Napoli è sempre stato un accanito supporter del nuovo impianto. Ma la vittoria di de Magistris rimette tutto in discussione.
Dice Alberto Lucarelli, ordinario di diritto Pubblico alla Federico II, neoconsigliere comunale e consigliere giuridico di de Magistris: «L'affidamento del ciclo dei rifiuti alle Province va rinegoziato: esistono profili di illegittimità e incostituzionalità che faremo valere di fronte alla Consulta. Lo stesso vale per il termovalorizzatore. La competenza è della Regione, nulla da obiettare, ma senza il benestare del Comune di Napoli il nuovo impianto non si può fare».
Berlusconi-e-LettieriPoche parole che equivalgono a una dichiarazione di guerra. Inutile ricordare che Regione e Provincia di Napoli sono rette da governi di Centro-destra. A Berlusconi e ai suoi il terzo colpo non è riuscito. Ora, con l'ecologista de Magistris a Palazzo San Giacomo, il conflitto istituzionale è assicurato.