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CAFONALINO NASTRI E DISASTRI - Tutti dentro, così non protesta nessuno? Dopo i David di culatello anche i Nastri d’argento si “allargano” un po’, predisponendo cinquine nelle quali uno stesso attore gareggia con due o tre film - Escluso dai David, “Che bella giornata” di Checco Zalone si riprende lo spazio che gli appartiene gareggiando in tre gironi (tanto vince tutto moretti)...

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Foto di Mario Pizzi da Zagarolo

1 - DA MARTONE ALLE SORELLE ROHRWACHER, TUTTI A VILLA MEDICI
Da Paola Cortellesi a Kim Rossi Stuart, da Emilio Solfrizzi a Isabella Ragonese, Carolina Crescentini, Alessandro Siani e la coppia di Immaturi Ricky Memphis -Maurizio Mattioli e ancora, gli attori più popolari dell'ultima stagione cinematografica hanno chiuso in palcoscenico la serata che i Nastri d'Argento hanno dedicato al lancio della Notte delle Stelle di Taormina, il 25 Giugno prossimo, e ai protagonisti delle candidature 2011.

ROCCO PAPALEO VALSECCHI CRESCENTINI NESBIT

"Nell'anno del 65.mo, i Nastri guardano sempre più anche ai giovani". Ha detto Laura Delli Colli a nome del Direttivo Nazionale del Sindacato che promuove e produce i Nastri d'argento e davanti a una platea di protagonisti del cinema italiano.

Una festa informale in attesa della serata conclusiva con i vincitori, che, dopo Taormina sarà poi trasmessa il 30 giugno in seconda serata da Raiuno. 40 i film in competizione, selezionati tra i 100 usciti dal 1 Giugno 2010 al 27 maggio 2011.

«E' un onore avere un premio prestigioso come i Nastri d'Argento qui a Villa Medici» ha sottolineato, nel saluto dell'Accademia di Francia, ospite della serata, a nome del direttore Eric de Chassey, il segretario generale Sidney Peyroles. E dal Quirinale per sottolineare il valore del premio dato a Noi credevamo di Mario Martone, Nastro dell'anno 2011, è arrivato anche un messaggio con gli auguri e le felicitazioni del presidente della Repubblica che ha amato molto il film.

RICKY MEMPHIS CON KIM ROSSI STUART ROBERTA GARZIA

In testa per numero di nomination c'è Habemus Papam di Nanni Moretti con sette candidature (cui si aggiunge Michel Piccoli, Nastro Europeo) seguito da Benvenuti al Sud di Luca Miniero e Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, con sei ciascuno.

Consegna del Nastro alla Titanus per L'ultimo Gattopardo di Giuseppe Tornatore, ritirato da un emozionato Guido Lombardo, e dei Nastri speciali del 65/o, attribuiti a Pupi Avati che, però, era sul set, Emidio Greco e Marina Piperno (Nastri "alla coerenza" di stile e di indipendenza resistente per mezzo secolo) e il produttore Fulvio Lucisano, ricevuto della figlie Federica e Paola.

I giovani registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini per il loro Et in terra pax, uscito proprio ieri, hanno ritirato la menzione speciale del 65/o per l'opera prima, veri e propri testimonial dell'attenzione che il sindacato rivolge in questo 65.mo più di sempre ai govani.

PIETRO VALSECCHI E CAMILLA NESBIT

Fra i cineasti in gara per l'esordio alla regia invece Aureliano Amadei, ha ringraziato il direttivo del Sngci, ''per avermi fatto ritrovare tra i candidati molti dei miei attori, come invece non era successo in altre occasioni''.

Completano la cinquina dei migliori esordienti Massimiliano Bruno con Nessuno mi può giudicare, Ascanio Celestini (La pecora nera), Edoardo Leo con 18 anni dopo (''Non so come avete fatto a vedere il mio film, non ci sono riusciti nemmeno alcuni miei parenti'' ha scherzato il neoregista) e Alice Rohrwacher con Corpo celeste, fresco del successo di vendite a Cannes e in uscita anch'esso ieri.

PAOLA COLTELLESI

Dopo i candidati per la commedia e quelli per il regista del miglior film, ha concluso la parte formale della serata, l'arrivo sul palco in un atmosfera rilassata, di tutti gli attori nominati come protagonisti e non protagonisti.

PAOLA LUCISANO E BARBARA PALOMBELLI

Fra gli altri: Alessandro Siani (candidato con Claudio Bisio per Benvenuti al Sud), Kim Rossi Stuart per Vallanzasca - Gli angeli del male; Emilio Solfrizzi (Se sei così ti dico sì), candidato anche come uno degli autori, con Francesco Cerasi e Alessio Bonomo, della canzone originale Amami di piu', di cui l'attore ha eseguito un pezzetto a cappella; Isabella Ragonese (Il primo incarico); Alba Rohrwacher (La solitudine dei numeri primi), che nell'occasione ha ritirato anche il Premio Pasinetti vinto a Venezia sempre per il film di Saverio Costanzo; Carolina Crescentini e Giorgio Colangeli (20 sigarette), Paola Cortellesi, Anna Foglietta (Nessuno mi puo' giudicare); Rocco Papaleo (Che bella giornata); Anita Caprioli e Pasqualina Scuncia (Corpo celeste); la coppia di padre e figlio sul grande schermo Maurizio Mattioli e Ricky Memphis (Immaturi) e la 21enne Marta Gastini, in lizza fra le non protagoniste per il thriller-horror Usa Il Rito, con Anthony Hopkins.

LEONARDO METALLI E ROBERTO RICCI

Annunciati anche i vincitori del Premio Guglielmo Biraghi, che verra' consegnato alla prossima Mostra di Venezia alle rivelazioni di questa stagione: Vinicio Marchioni, Chiara Francini, Francesco Montanari, Sarah Felberbaum, Francesco Di Leva.

2 - TUTTI DENTRO, COSÌ NON PROTESTA NESSUNO?
Michele Anselmi per "il Riformista"

Tutti dentro, così non protesta nessuno? Dopo i David di Donatello anche i Nastri d'argento si "allargano" un po', predisponendo cinquine fluide, elastiche, nelle quali uno stesso attore, per dire, gareggia con due o tre film e la categoria della commedia si estende addirittura a dodici titoli. Una decisione che il Direttivo del Sindacato giornalisti cinematografici, evocando scherzosamente "Quella sporca dozzina" di Robert Aldrich, spiega in termini di «provocatoria dilatazione della cinquina speciale, ormai diventata una categoria a sé, con un riconoscimento che, andando al film, premia il suo autore, i produttori a anche il cast».

KIM ROSSI STUART

Ora nessuno nega che il prepotente rilancio di una certa commedia italiana abbia risollevato le sorti del cinema nazionale, producendo exploit travolgenti sul piano degli incassi e del gradimento popolare. Ma ci si chiede, nel momento in cui si avvicina la premiazione del 25 giugno nella sontuosa cornice del Teatro Antico di Taormina, se giovi alla cinefesta questa moltiplicazione delle candidature o se non sia invece un tributo eccessivamente generoso.

GUIDO TORLONIA E GIOVANNA GRERGORI

Magari è giusto così, le cerimonie hanno bisogno di parterre affollati. Di sicuro ne è convinta Laura Delli Colli, presidente del Sngci, che ieri sera ha raccolto nella romana Villa Medici una ricca porzione di cinema italiano proprio per annunciare le candidature ufficiali della 65ª edizione. Folla delle grandi occasioni, tra brindisi e chiacchiere, flash dei fotografi e microfoni televisivi, a testimonianza di un'annata proficua per il cinema tricolore, se è vero che l'italica quota di mercato ha superato il 60 per cento (meno bene è andato il computo generale del biglietti).

Dodici commedie, si diceva. Praticamente i selezionatori hanno inserito tutti, scordandosi però di "Se sei così ti dico sì" di Eugenio Cappuccio, che sarà pure andato male al botteghino e tuttavia, ma qui siamo nel campo dei gusti personali, meritava una segnalazione nell'augusta dozzina, ben più dello stanco dittico "Femmine contro maschi" & "Maschi contro femmine" di Fausto Brizzi o dell'esangue farsa "Senza arte né parte" di Giovanni Albanese. Meno male che Emilio Solfrizzi figura nella cinquina per i migliori attori.

DANTE FERRETTI DOMENICO PROCACCI

Escluso dai David con comprensibile scorno del produttore Pietro Valsecchi, secondo cui il premio pilotato da Gian Luigi Rondi sarebbe «una vergogna, una buffonata, una roba obsoleta», "Che bella giornata" del fenomenale Checco Zalone si riprende lo spazio che gli appartiene gareggiando in tre gironi. Mentre, nell'euforia generale originata dal commedificio italiano, appare un po' pleonastica la doppia menzione a Paolo Genovese, per "Immaturi" e "La banda dei Babbi Natale".

Si dirà che anche i Golden Globe, storici rivali degli Oscar, separano i film drammatici dalle commedie, stabilendo un doppio percorso di premiazione. Ma lì i titoli per categoria restano cinque, e non si sgarra. D'altro canto siamo in Italia, dove si preferisce - vale anche per i David, i Ciak d'oro, i Globi d'oro, senza differenza alcuna - incrementare i riconoscimenti, gli omaggi, i premi alla carriera, le targhe, le targhette e i guiderdoni.

LAURA DELLI COLLI

Nel caso dei Nastri, sono stati già annunciati nei giorni scorsi i premi speciali a "Noi credevamo" di Mario Martone come film dell'anno, con tanto di benedizione quirinalizia, e al Pupi Avati di "Una sconfinata giovinezza" per il sensibile approccio ai temi dell'Alzheimer. Meritevoli entrambi, non ci piove, se non fosse che la panoplia degli affetti non si esaurisce lì: ci sono Emidio Greco, Fulvio Lucisano, Marina Piperno, il documentario "L'ultimo Gattopardo" di Tornatore, Michel Piccoli per "Habemus Papam", altri ancora.

ALICE A ALBA ROHRWACHER

A proposito del film di Nanni Moretti. Tornato a mani vuote da Cannes ma benissimo venduto all'estero, "Habemus Papam" guida la classifica dei numeri con sette candidature contro le sei a testa di "Benvenuti al Sud" e "Nessuno mi può giudicare", le cinque di "La solitudine dei numeri primi", le quattro a testa di "Malavoglia", "Una vita tranquilla", "Vallanzasca. Gli angeli del male" e "20 sigarette".

Non ci sono dubbi che, nello scrutinio finale ad opera degli iscritti al Sngci, sarà Moretti ad aggiudicarsi il Nastro per il miglior film, diciamo drammatico. Sul fronte della commedia, chissà: certo sarebbe un piccolo atto di coraggio laureare il mozartiano "Gianni e le donne" di Gianni Di Gregorio. Ma vedrete che non accadrà.

 

 

TILDE CORSI NICOLETTA ERCOLE GUENDALINA PONTI ILEANA MIGLIO

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