Giuliano Zulin per "Libero"
BERLUSCONI TREMONTIIl governo Berlusconi non passerà alla storia come quello che ha tagliato le tasse, però chi verrà dopo ci strozzerà con le tasse. Sì, c'è stata la più grande crisi finanziaria degli ultimi settant'anni che ha bloccato qualsiasi riforma, c'è sempre quel debito pubblico - vecchia eredità - che fa passare qualsiasi sentimento, e poi Fini, i Responsabili, il federalismo, la Lega, le liti all'interno del governo... Però una cosa si può dire: l'esecutivo del Cavaliere almeno non ha messo le mani nelle tasche degli italiani.
Nonostante Standard & Poor's soffi sul fuoco, la Grecia e il Portogallo siano vicini al crac, l'Unione Europea non perda occasione per screditare il Belpaese... e nonostante i catastrofisti di casa nostra che ogni volta sparano sull'Italia per colpire il governo. Certo, come dice Giulio Tremonti, «la crescita di questo Paese non è sufficiente, ma senza la tenuta del bilancio non ci sarebbe stata neanche questa insufficiente crescita».
pisapiaChe poi, «non abbiamo tenuto solo in ordine i conti - aggiunge il ministro dell'Economia - abbiamo tenuto il bilancio dello Stato che contiene il risparmio delle famiglie, la coesione sociale, il finanziamento alle imprese. Sicuramente tenere il bilancio è stato non solo merito del governo ma di tutti. I risultati compiuti sono merito delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori, della struttura sociale di questo Paese basata sull'Inps e la famiglia».
E per chi volesse sapere qualcosa di più sullo stato di salute delle finanze degli italiani - senza fermarsi ai comunicati dell'Istat - basta leggersi i risultati dell'Osservatorio Permanente sulla Gestione del Risparmio delle Famiglie, lanciato da PwC e dall'Università di Parma.
Ebbene, in Italia la ricchezza delle famiglie, tradizionalmente legata alle attività reali e in particolare al patrimonio immobiliare, continua a crescere e raggiunge il massimo storico di 9.732 miliardi di euro nel 2010, con una crescita media annua 2003-2010 del 2,83%. È diminuito, nel portafoglio degli italiani, il peso delle attività finanziarie (passato dal 41,3% del 2003 al 37,3% del 2010) che si attesta a 3.630 miliardi, mentre è cresciuto il peso del patrimonio immobiliare (passato dal 53,1% al 57,8% del 2010) che ha raggiunto i 5.626 miliardi. Altro che poveri...
BERSANILa luce in fondo al tunnel però è lontana. Come arrivarci? Nessuno ha la sfera magica, però possiamo intuire che finché al governo ci saranno Berlusconi e Tremonti non assisteremo a manovre lacrime e sangue. Correzioni sono previste, il titolare del Tesoro le sta già studiando per il biennio 2013- 2014, anche se il «Financial Times» annuncia che «il governo sta preparando taglie e misure per assicurare maggiori entrate nei prossimi due anni».
VENDOLADifficile però credere a questa ipotesi, sentite le parole di Giulio e vista l'attività degli ultimi tre anni. È più facile che sarà l'eventuale nuovo governo a puntare sull'unica ricetta che conoscono: la patrimoniale. Luigi Mazzillo, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, l'ha detto ieri: per rispettare i vincoli europei l'Italia dovrebbe varare una manovra di correzione dei conti pubblici paragonabile a quella da 46 miliardi di euro realizzata nel 1992.
VITTORIO FELTRIParole già sentite, non più di cinque mesi fa, da Walter Veltroni al Lingotto di Torino in occasione della convention di Movimento Democratico. L'ex segretario del Pd aveva parlato di una patrimoniale «per i più ricchi per riportare il debito all'80%». Sentite bene l'idea rivoluzionaria: «Istituire per il dieci per cento della popolazione italiana, la più ricca, un contributo straordinario per tre anni».
E Pier Luigi Bersani aveva rincarato la dose: «Qualcuno mi spieghi perché siamo l'unico Paese dell'Ocse che non ha una tassa sui grandi patrimoni»... A sinistra fanno presto a far tornare i conti: ricordate le cento tasse della triade Visco-Padoa Schioppa-Prodi?
Ma facciamo i conti: seguendo l'esempio illuminato del presidente della Corte dei Conti - cioè quello di Amato del 1992 - gli italiani sarebbero colpiti da un prelievo forzoso del 6 per mille. Il che vuol dire una tassa massima pari a 56,232 miliardi, 21,78 miliardi solo riferendosi alle attività finanziarie. Meglio tenersi stretti Silvio e Giulio...