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Can cannes - MALICK IN POLE per la palma d’oro - \"Un tacchino che sogna di essere un pavone\". Così su \"The Guardian\" bolla \"This Must Be The Place\" di Sorrentino, mentre esalta il violentissimo \"Drive\", film americano di Refn, come il \"guilty pleasure\", il piacere privato del festival - Anche sulle pagine di \"Liberation\" viene considerato non troppo riuscito il film italiano, malgrado la strepitosa performance di Sean Penn…

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DAGO-CANNES
"Un tacchino che sogna di essere un pavone". Così su "The Guardian" Jan Brooks bolla "This Must Be The Place" di Paolo Sorrentino, mentre esalta il violentissimo "Drive", film americano di Nichola Winding Refn, come il "guilty pleasure", il piacere privato del festival.

Anche sulle pagine di "Liberation" viene esaltato come novita' "Drive" e viene considerato non troppo riuscito il film italiano, malgrado la strepitosa performance di Sean Penn. Il fatto di essere usciti nello stesso
giorno non ha fatto un gran bene a "This Must Be The Place" e ha invece lanciato "Drive" come un "Fast and Furious" inventivo e intelligente che non ha nessuno degli accademismi di Sorrentino.

Terrence Malick

Anche per quanto riguarda il parallelismo tra vecchi nazisti e vecchi ebrei rischia di far scivolare il film italiano verso "un concetto leggermente scomodo" scrive il "Guardian".

Almeno "Drive", pur diretto da un maestri di iperviolenza nordica (Bossi lo dovrebbe vedere) non tocca il pericoloso argomento ebrei e nazisti. Solo edificante "La source des femmes" di Radu Mihaileanu, accolto con parecchi fischi, con la sua storia di donne arabe che lottano per migliorare la loro condizione di vita facendo lo sciopero dell'amore. Soporifero il turco "Once Upon a Time in Anatolia" di Nure Bing Ceylan,molto amato pero' dalla critica più' parruccona che ha retto fino alla fine senza cedere al sonno.

Chiude il tutto il quasi musicarello "Les bien-aimee" di Christophe Honore' con una Catherine Deneuve piuttosto appesantita e sua figlia Chiara Mastroianni che mostra il sedere. Niente di nuovo, ma grande performance di Milos Forman come ex marito arrapato della Deneuve. Pubblico in sala stremato.

2- MALICK IN POLE CON KAURISMAKI E DARDENNE
Ansa.it

Ormai, a giochi quasi fatti, l'epopea spirituale di THE TREE OF LIFE di Terrence Malick, si dovrebbe avviare con passo lento verso la vittoria della Palma d'oro o correre, almeno, per i premi più importanti. Ma per un festival di Cannes quasi in chiusura, un pugno di altri film potrebbero minacciare questa vittoria avvantaggiandosi del fatto che Lars Von Trier, autore del bel film MELANCHOLIA è, anche se non ufficialmente, fuori gioco.

Tre i supercandidati tra palma d'oro, Grand Prix e regia: Aki Kaurismaki con LE HAVRE favola piena di poesia sull'immigrazione, i fratelli Dardenne con IL RAGAZZO CON LA BICICLETTA la scoperta del bene di un ragazzino molto Pinocchio e, infine THE ARTIST del francese Michel Hazanavicius, geniale film bianco e nero e muto che non annoia mai.

Film sorpresa quello passato oggi, ovvero DRIVE del regista danese Nicolas Winding Refn, una miscela esplosiva di ritmo, musica, auto e sangue firmate dal regista considerato il Tarantino danese. A favore di Terrence Malick, oltre al valore indiscutibile del suo film , ci sarebbe anche la sua leggenda.

Ovvero una Palma d'oro a lui potrebbe costringerlo, vincendo la sua proverbiale fobia, a comparire in pubblico e, non di nascosto, al Grand Theatre Lumiere. Cosa che sarebbe per la manifestazione di Cannes un colpaccio non da poco per un regista come lui che si é concesso al pubblico solo al Festival di Roma nel 2007. Per i ruoli femminili la rosa sembra ristretta a tre: la madre-coraggio che non rinuncia ad amare il figlio-mostro interpretata da Tilda Swinton in WE NEED TO TALK ABOUT KEVIN di Lynne Ramsay, la generosa mamma in affido dei Dardenne ossia Cecile de France e la depressa Kirsten Dunst indifferente alla fine del mondo del film di Lars Von Trier.

Più ampia la rosa per la palma alla migliore interpretazione maschile in cui vanno considerati certamente l'amletico pontefice senza coraggio, Michel Piccoli, di HABEMUS PAPAM di Nanni Moretti e il rocker punk depresso interpretato da Sean Penn in THIS MUST BE THE PLACE di Paolo Sorrentino.

Altri grandi attori potrebbero infine nella rosa: il chirurgo estetico psicopatico di Pedro Almodovar, Antonio Banderas per la sua notevole interpretazione minimalista, il padre anni '50 di Brad Pitt nel film di Terrence Malick, non dimenticando l'umanissimo lustrascarpe di LE HAVRE di Kaurismaki, André Wilms. E questo quando ci sono ancora due film in concorso, UNCE UPON A TIME IN ANATOLIA del turco Ceylan e LA SOURCE DES FEMMES di Radu Mihaileanu, entrambi molto attesi.

 

 


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