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SALVATE MIELI DALLA \"MIELIGALOMANIA\"! - DAL“MIELISMO” DI IERI, CHE MIRAVA A SVECCHIARE LA CARTA STAMPATA PER RISPONDERE ALLA SFIDA DELLA TIVÙ, AL \"megalomielismo\" DI OGGI SPALMATO SU DUE PAGINONI DEL CORRIERE: ROBA CHE QUAND’ERI DIRETTORE AVRESTI MANDATO VIA IL CAPO DESK A CALCI NEL SEDERE. \"MA CHE È ‘STA MAPPAZZA? TAGLIA, TAGLIA!\" - DALLA MINIGONNA AL BURQA: CHIABERGE SI DOMANDA COSA DIAVOLO SIA SUCCESSO....

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Riccardo Chiaberge per "Il Fatto Quotidiano"

PAOLO MIELI

Caro Paolo Mieli, tra le tante lezioni di giornalismo che ci hai impartito negli anni delle tue due direzioni al Corriere della Sera, una in particolare mi è rimasta incisa nella memoria: trattare con serietà i temi leggeri e con leggerezza gli argomenti più seri, e fare ogni sforzo per non appesantire le pagine con articoli troppo prolissi. Specialmente nella sezione culturale, che tu trovavi in genere "pallosa", e cercavi di movimentare con pezzi "controversiali", rubando spazio alle recensioni dei critici togati.

PAOLA SEVERINI E RICCARDO CHIABERGE

Il tuo metodo, che i detrattori hanno battezzato spregiativamente "mielismo" mirava a svecchiare la carta stampata per rispondere alla sfida della tivù. Per dirla con l'avvocato Agnelli, che ti apprezzava, era un po' come mettere la minigonna a una vecchia signora.

Ricordo una delle tue metafore preferite: il vero giornalista sta in un ascensore che fa su e giù dai cieli più alti della politica ai bassifondi della cronaca e del pettegolezzo mondano. Beh, a quanto pare, adesso hai premuto il pulsante dell'ultimo piano, l'attico della cultura accademica, e da lì non hai nessuna voglia di ridiscendere.

PAOLO MIELI

Ti godi il panorama, leggendo tomi sull'assedio di Vienna o la guerra civile spagnola, e con cadenza mensile ne distilli lenzuolate di quattrocento righe, che vanno a spalmarsi su due paginoni del tuo giornale. Roba che quand'eri direttore avresti mandato via il capo desk a calci nel sedere. «Ma che è ‘sta mappazza? Taglia, taglia!». Dalla minigonna al burqa: molti si domandano cosa diavolo sia successo a Paolo Mieli, per effetto di quale misteriosa mutazione il mielismo sia degenerato in megalomielismo, o mieligalomania.

Paolo Mieli MarinoPaoloni

E non so quanto gradiscano questa deriva gli studiosi di volta in volta da te "attenzionati". Quelle recensioni-oni-oni, firmate da un professionista par tuo che i libri li legge sul serio, sviscerano i contenuti del volume "from cover to cover", appagando ogni curiosità del lettore, che a quel punto può anche risparmiarsi la fatica di andare in libreria. Insinuano i maligni che ormai basti una telefonata trionfante dell'ufficio stampa «Mieli ha chiesto in esclusiva le bozze del tuo libro!» per gettare nel panico l'autore più scafato.

Mieli

Per favore, Paolo, dai retta a chi ti stima e ti vuol bene. Abbandona il megalomielismo, e la prossima volta taglia almeno duecento righe. O magari prendi l'ascensore in senso inverso e, al posto di un saggio di storia, recensisci l'acconciatura della Santanchè.

 


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