Per una presunta truffa legata ai finanziamenti Ue e' finito agli arresti domiciliari Roberto Mercuri. Il provvedimento e' stato emesso nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Crotone denominata Energopoli che ha, nei giorni scorsi, portato all'arresto di sei imprenditori due dei quali risultano irreperibili.
Le persone coinvolte nell'inchiesta sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla bancarotta fraudolenta ed al riciclaggio dei proventi ottenuti grazie all'utilizzo dei finanziamenti ottenuti dagli indagati e utilizzati per fini diversi da quelli previsti dalla concessione. Si tratta di 15 milioni di euro liquidati attraverso l'ex ministero delle Attivita' Produttive.
Oltre a Mercuri, che e' assistente del presidente di Aeroporti di Roma e vice presidente di UniCredit Fabrizio Palenzona, sono coinvolti gli imprenditori Aldo Bonaldi, di 52 anni, di Soresina (Cremona), residente nel Principato di Monaco, e Roberto Baroni (58), di Pavia e residente a Tunisi, principale collaboratore, secondo gli inquirenti, di Bonaldi ed ideatore con lui della truffa.
Fabrizio PalenzonaEntrambi, irreperibili, sono ricercati in ambito internazionale. In carcere e' finito Giuseppe Carchivi, di 49 anni, di Isola capo Rizzuto ma residente a Colle Val D'Elsa (Siena). Per le altre persone coinvolte nell'inchiesta sono stati disposti gli arresti domiciliari.
CESARE GERONZI E IL CAMIONISTA FABRIZIO PALENZONA - copyright PizziOltre allo stesso Roberto Mercuri, sono coinvolti Annunziato Scordo (65), di Bovalino (Reggio Calabria) e residente a Catanzaro; Michelangelo Marinelli (40), di Modena; Corrado Ciccolella (55), di Molfetta (Bari) e Alessandro Argentini (51), di Torino. L'accusa nei confronti delle persone coinvolte nell'inchiesta e', a vario titolo, associazione per delinquere finalizzata alla truffa, alla bancarotta fraudolenta ed al riciclaggio dei proventi ottenuti grazie all'utilizzo dei finanziamenti ottenuti dagli indagati.
La presunta truffa riguarda la mancata realizzazione di una centrale a turbogas provocando un danno per il bilancio dello Stato e della Regione Calabria di 4 milioni di euro. Il denaro incassato sarebbe, secondo l'accusa, finito in conti esteri nella disponibilita' degli indagati.