DAGOREPORT
Un intero pomeriggio di scazzi e scontri. Ieri al Tg1 il clima è stato più infuocato del solito. A tenere banco, la vicenda legata alle rivelazioni del pentito Giovanni Brusca, che ha chiamato in causa Berlusconi addebitando al Cavaliere il pagamento del pizzo a Cosa Nostra.
Nell'edizione delle 13.30, condotta da Francesca Grimaldi e curata dal caporedattore centrale Fabio Massimo Rocchi, la notizia è stata inserita in bell'evidenza in apertura, come quarto titolo. "Trattativa stato-mafia, Giovanni Brusca in aula", è il titolo comparso sullo schermo, con la conduttrice che spiegava: "Mancino era il terminale della trattativa Stato-Mafia, dice Brusca in aula. E aggiunge: Berlusconi pagava il pizzo, ma non c'entra con le stragi del 92".
MINZOLINI E BERLUSCONIInsomma, alla vicenda pizzo viene dato massimo risalto, tanto che nel lanciare il servizio la Grimaldi ribadisce: "Berlusconi pagava il pizzo alle cosche per le sue attività in Sicilia ma non c'entra con le stragi del 92". Il servizio, firmato da Riccardo Giacoia, si apre proprio col coinvolgimento del premier: "È un fiume in piena Giovanni Brusca nell'aula bunker di Rebibbia al processo a carico del generale Mori, accusato di favoreggiamento a Cosa Nostra.
GIOVANNI BRUSCAParla del patto tra uomini dello Stato e mafia e parla di Berlusconi: Può essere accusato di tutto - dice - ma con le stragi del 92 e 93 non c'entra niente, anzi - aggiunge - Berlusconi pagava 600 milioni di lire di pizzo al mese a Stefano Bontade e quando smise di pagare gli fecero anche un attentato. Il pizzo poi Silvio Berlusconi continuò a pagarlo anche quando le cose passarono in mano a Totò Riina - spiega Brusca...", e il servizio va avanti con altri dichiarazioni, come quella riguardante il fatto che "la sinistra sulle stragi del '93 sapeva tutto".
GENNARO SANGIULIANO E SIGNORALa grande attenzione dedicata al rapporto del premier con i mafiosi, però, ha fatto rizzare la pelata al direttorissimo Minzolini, tanto che per tutto il pomeriggio in redazione c'è stata grande agitazione, e nell'edizione principale delle 20 i riferimenti a Berlusconi sono scomparsi. La notizia della trattativa Stato-mafia, sulla quale il Tg1 ha primeggiato con interviste e servizi, non ha trovato più posto nei titoli, dove invece non è mancato spazio per il "ritorno della zanzara tigre con il caldo".
All'interno del tg il servizio (sempre firmato da Riccardo Giacoia) era completamente stravolto rispetto all'ora di pranzo. Nel lancio, la conduttrice Laura Chimenti ha eliminato qualsiasi accenno al premier: "Trattativa stato-mafia, parla il pentito Brusca che tira in ballo l'ex presidente del Senato Nicola Mancino, mentre su Ciancimino è sempre guerra tra procure".
Segue il pezzo di Giacoia, che inizia tirando in ballo la sinistra e mettendo in forse la credibilità di Brusca: "Del patto Stato-mafia per fermare le bombe la sinistra sapeva tutto. Giovanni Brusca parla dall'aula bunker di Rebibbia che ospita il processo a carico del generale Mori. Il pentito torna ad indicare come terminale politico l'allora ministro dell'Interno Nicola Mancino.
FRANCESCA GRIMALDISi fece da garante - racconta Brusca, ma si contraddice spesso, soprattutto sulle date della consegna del famoso papello con le richieste di Totò Riina alla politica. Vacilla allora anche l'attendibilità del killer che sciolse nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo. Come quella di Massimo Ciancimino...". A seguire un ampio pezzo di servizio è dedicato a Ciancimino.
Insomma, quella che era la notizia più valorizzata alle 13.30, il "pizzo" di Berlusconi alla mafia, alle 20 scompare. Solo in coda al servizio ci sono riferimenti al premier, per escludere qualsiasi suo coinvolgimento. Ecco come conclude Giacoia: "E proprio sulle stragi del '93, nell'aula bunker di Rebibbia Giovanni Brusca esclude il coinvolgimento del presidente Silvio Berlusconi. Può essere accusato di tutto - dice - ma con le stragi Berlusconi non c'entra nulla". A curare l'edizione serale è stato il vicedirettore Gennaro Sangiuliano.