Giovanni Cerruti per "la Stampa"
UMBERTO BOSSI CON FEDELISSINI ROBERTO CALDEROLI ROBERTO CASTELLIAnche questa, a suo modo, è una novità. Mai successo che, ormai a due giorni dal voto, la Lega e Umberto Bossi si siano imposti il silenzio. E che siano costretti, con una telefonata di Roberto Calderoli all'agenzia Ansa, a dichiarare quella che sembrerebbe un'ovvietà: «La Lega, tutta la Lega, è impegnata per vincere i ballottaggi e ce la metteremo tutta».
Più che una notizia sembra una smentita non richiesta: non è vero che i leghisti non hanno votato Moratti a Milano, o si siano stancati dell'alleanza con Berlusconi. Sarà così per i militanti, forse. Ma non è stato così per gli elettori. Dunque avanti padani, salviamo il salvabile, senza scordare che a Roma siamo al governo con il Cavaliere.
bossi calderoliAnche ieri pomeriggio di riunioni, Bossi che arriva a mezzogiorno e si chiude nella sua stanza, viavai di ministri, parlamentari, capi e capetti. Con un ordine che guai a chi sgarra, non si parla con nessuno, quella telefonata di Calderoli basta e avanza. Perché Bossi ha deciso di aspettare le parole di Berlusconi, dopo la telefonata dell'altra notte vuol vedere come se la cava.
E perché Bossi e la Lega sanno che i risultati del voto, e non solo quelli di Milano, possono avvicinare uno scenario che prevedevano più lontano: non la rottura immediata dell'alleanza con il Cavaliere, ma il "dopo Berlusconi", il giorno in cui si dovrà o si potrà navigare con un altro timoniere.
bossi maroni lapSotto la sede di via Bellerio sfilano le seconde e terze file. Una volta erano militanti entusiasti, ora sono quasi tutti funzionari imbarazzati. Sono loro a raccontare le telefonate che arrivano a "Radio Padania", gli sfoghi di casalinghe padane o vecchi elettori delusi. Ma davanti alla sede il tentativo di esaltare il risultato leghista si rovina contro le prime analisi del voto.
Non è solo colpa della Moratti, sembra proprio colpa di Berlusconi, come ha sibilato Bossi l'altra notte. Su 44 Comuni con più di 15 mila abitanti la Lega perde voti ovunque tranne a Bologna, dove aveva il candidato sindaco (+2,14) e san Giuliano Milanese (+0,11). In tutto il Nord il calo è attorno al 4,5%.
PISAPIA - MORATTIDunque il titolo della "Padania" («Un voto anormale») non è solo la fotografia di Milano. Ed è un segnale che nella stanza di Bossi ancora non hanno deciso come maneggiare. Non è da Bossi scaricare brutalmente l'alleato, specie dall'auto in corsa e con i ballottaggi ancora da affrontare. Però, e si torna alla telefonata dell'altra notte, a questo punto la crepa che già si era aperta con Berlusconi rischia di diventare un crepaccio, con la Lega che rischia di finire nel burrone. L'ha detto, al Cavaliere. E si aspetta una risposta, magari nella giornata di oggi. Fino a quel momento, a parte le promesse di buone intenzioni e totale dedizione alla causa, silenzio fitto dalla Padania.
Berlusconi e Letizia MorattiE a fine mese, dopo i ballottaggi, sì che si capirà come va a finire. Due settimane che serviranno a Bossi per una sua verifica politica. Alla prova c'è il Cavaliere, che non solo a Radio Padania definiscono bollito. Bossi, con i suoi, già sulla vicenda della guerra in Libia l'aveva definito con due parole che risultano, in politica, da allarme quasi rosso, «poco lucido».
E sempre Bossi, l'ultimo sabato di aprile, comizio alla festa dei Giovani Padani milanesi, non si era stupito quando un militante l'aveva interrotto con un «Mandiamo a casa Berlusconi». La risposta, per chi non lo rammenta, era stato un altro segnale di allarme, e questa volta per il Cavaliere: «Va pian...».
Forse quel militante aveva soltanto anticipato i risultati di lunedì. Di certo non aveva scandalizzato l'autorevole parlamentare che un quarto d'ora più tardi, sotto il tendone dove Bossi si era fermato a cena, commentava così: «Noi rispettiamo il voto popolare, e se il popolo ci dice basta con Berlusconi non saremmo certo noi a dire di no». Eccolo, il problema della Lega. Più che i militanti, sempre fedeli alla linea, è il popolo degli elettori che ha messo nelle urne il proprio basta. A Bossi, alla Lega, dovrebbe restare la decisione sul come e sul quando. A meno che il Cavaliere non riesca a convincere Bossi, militanti ed elettori.
BOSSI BORGHEZIOSilenzio, allora, anche per non cadere in qualche trappolone. «Non caschiamo in giochini di seduzione», come detta Calderoli nella telefonata all'Ansa. Meglio star lontani da chi già immagina futuribili governi guidati da Giulio Tremonti o Roberto Calderoli, prevede elezioni per la primavera dell'anno prossimo e dà per imminente un Berlusconi che si rassegna al passo indietro. Non ci credono, in via Bellerio. E da Berlusconi aspettano risposte anche su questo. Arrivando magari a fatica ad ammettere che sì, la Lega ha smarrito voti. Ma chi ha perso le elezioni è lui, Berlusconi. Perché è poco lucido. E non per colpa della Lega.